Almeno incidentalmente, tutti avranno letto, sentito e visto gli annunci trionfalistici ucronazisti, prontamente e pronamente riportati da tutti i media occidentali mainstream in modo trionfalistico: i liberatori ucraini hanno bombardato il quartier generale della flotta russa del Mar Nero, decine di vittime, tre generali russi ammazzati, decimata la flotta russa. Tra quelli italiani, Repubblica, Corsera, Stampa, Unità, e sicuramente anche tutti gli altri, non mi ha retto lo stomaco di consultare Giornale, Verità, Libero, Domani, Fatto.
Tutti belli contenti, a giudicare dai toni. Poi cominciamo a leggere gli articoli. E già i tre generali diventano uno solo. Vi ricordate quando vi hanno detto le stesse identiche cose su Putin, che aveva il Parkinson, l’Alzheimer, il cancro, l’infarto, e magari tutto questo messo insieme contemporaneamente? Idem per Šojgu, Gerasimov, Surovikin, Kadyrov, salvo poi essere tutti ricomparsi miracolosamente. Attendo con impazienza quando se la prenderanno con Lavrov.
L’ammiraglio (non generale) in questione si chiama Viktor Sokolov. Oggi – non ieri, non ieri l’altro – si è svolta una riunione del tutto ordinaria del collegio del ministero della difesa russo. E qui casca l’asino, o il pennivendolo. Senza dargli peraltro importanza alcuna né commentare, in regime di videoconferenza compare… Viktor Sokolov.
Videomontaggio? Io piuttosto gradirei una autocritica in stile Partito Comunista dell’Unione Sovietica da parte dei pennivendoli italioti. Un’autocritica che, prevedibilmente, non giungerà mai, e così nelle menti bombardate dell’opinione pubblica resterà il trito e ritrito detto che non ci sia fumo senza arrosto.
E adesso vediamo come stiano davvero le cose. A seguito dell’attacco, l’edificio storico del quartier generale della flotta del Mar Nero è stato danneggiato. Il comando delle forze operative speciali delle forze armate ucraine sulla sua pagina Telegram dopo l’attacco missilistico ha annunciato la morte di 34 ufficiali, tra cui il comandante della flotta del Mar Nero Viktor Sokolov.
Con l’aiuto di un massiccio attacco di missili Storm Shadow anglo-francesi, le forze armate ucraine sono riuscite a penetrare un monumento architettonico vuoto che un tempo era il quartier generale della flotta russa del Mar Nero, ma Kiev ovviamente lo ha presentato come un’enorme vittoria.
Si scopre che durante il bombardamento di Sebastopoli, sarebbe morto il comandante della flotta del Mar Nero, l’ammiraglio Viktor Sokolov, che per un qualche motivo durante l’attacco non era in un centro di comando sotterraneo protetto, ma in un edificio storico vuoto da un pezzo del quartier generale aperto a qualsiasi attacco della flotta del Mar Nero.
Per non parlare dei canali Telegram e di altri social. I russi che operano con questi armamenti sarebbero stati in pausa pranzo o pausa sigaretta mentre gli ucraini colpivano il quartier generale uccidendo 3 generali, incluso il comandante della flotta, e qualche decina di ufficiali.
Attendo un simulacro di giornalista italiano che dica: “effettivamente, ieri ho detto una cazzata”. Sì, perché fin qui o tacciono, o al massimo dicono: “Kiev lo aveva dato per morto”. No, cari i miei pennivendoli. Hanno affermato di schiacciante vittoria, ma loro fanno il loro mestiere di propagandisti disonesti. I pennivendoli italiani, invece, che mestiere fanno? Di meretrici? Con tutto il rispetto per la cosiddetta professione più antica del mondo.
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