Recentemente ho scritto in russo un articolo riguardante il voto europeo in Italia. Avendo preannunciato ad alcuni miei lettori italiani una traduzione dello stesso, eccone il testo. Sì, lo so, tradurre se stessi ha del perverso, ma non potevo certo affidarmi a qualcuno dei miei colleghi. Vi chiedo di tenere conto del fatto che nell'originale mi rivolgo ai lettori russi, quindi alcune cose potranno sembrarvi scontate.
Ritengo che l’Italia sia sempre meno interessante per i più in un contesto internazionale, cosa abbastanza naturale, viste le molte promesse non mantenute. A dire il vero, credo che l’Ucraina sia oggetto di un’attenzione spropositata, persino ora che si sono svolte delle elezioni piuttosto importanti al Parlamento europeo, ma non è questo il nocciolo della questione.
Tradizionalmente, i principali media occidentali e, in particolare, italiani hanno diffuso l’opinione corrente secondo cui chi è contro l’Unione europea finanziaria, anziché l’originale "popolare", chi è contro le sanzioni americane e dell’Europa occidentale contro la Russia, è agente di Putin e del Cremlino. Soprattutto Berlusconi, Trump, Salvini, Le Pen, Kurtz. Proprio l’altro giorno, Kurtz è stato vittima di una storia piuttosto interessante. Una ragazza russa oligarca. No, la figlia di un oligarca. Non importa. No, la nipote. Non importa. No, lettone. Non importa. L’oligarca Igor’ Makarov era figlio unico in famiglia, non può avere una nipote per definizione. Non importa. Il video è del luglio 2017, perché è stato pubblicato meno di una settimana prima delle elezioni europee? Indovinate? Certo, non importa.
Torniamo in Italia. La Russia si è schierata per il potere legittimamente eletto in Venezuela. Il presunto agente del Cremlino, Salvini, crede che Maduro sia uno degli ultimi dittatori di sinistra che governano con la forza e affamano la loro stessa gente. Berlusconi chiama a schierarsi con Guaidó e attacca l’attuale governo: “se non lo riconosce, allora sostiene un dittatore comunista”. Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, braccio destro di Berlusconi, ha dichiarato che il Parlamento europeo riconosce Guaidó.
Se sono tutti agenti del Cremlino, ho un sacco di domande e lamentele da rivolgere all’intelligence russa: chi diavolo hanno reclutato?!
E questo è un mito. Un altro mito: gli europei di sinistra sono contro Maduro. Perché allora “Liberi ed Uguali” afferma che il riconoscimento di Guaidó contraddice la posizione del Consiglio di sicurezza dell’ONU? Le Nazioni Unite non sono più d’interesse per i governi europei?
E così via. Ma l’indicatore consiste principalmente nel fatto che l’attuale governo italiano litiga al suo interno da mesi con e senza motivo, sia esso l’aumento o la diminuzione dell’IVA, l’assistenza sanitaria, la disoccupazione, i migranti. La mia previsione personale è la seguente: dopo i risultati delle elezioni europee, durante l’estate il governo cadrà, poi o si formerà un governo tradizionale di destra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, cioè dei neofascisti doppiopettisti, ma questa volta il capo non sarà Berlusconi, bensì Salvini), oppure in autunno in Italia si va ad elezioni anticipate. In questo scenario, la Lega avrà un po’ più (non molto) delle ultime elezioni, Cinque stelle un po’ meno, il PD un po’ di più (ma resterà il secondo partito, grazie alla sconfitta dei pentastellati, che hanno perso metà del loro elettorato), Forza Italia e Fratelli d’Italia un po’ meno, ma a favore della Lega, e finalmente la Sinistra un po’ di più, ma essendo frammentati non supereranno lo sbarramento elettorale.
Insomma, tutto lascia presagire un governo di destra. Tuttavia, al posto dei russi, non mi rallegrerei. L’inesorabile scivolamento della Lega verso i neofascisti, come Forza Nuova e Casa Pound, che marciano con slogan mussoliniani e massacrano i migranti su base etnica, non promette nulla di buono. Il ministro degli interni, Salvini, si è rifiutato categoricamente di celebrare il 25 aprile, l’anniversario nazionale della liberazione dal fascismo. Scusate, ma in Russia cosa si è celebrato il 9 maggio?!
L’importante è dissipare il mito più odioso: tutti i criminali sono migranti, tutti i migranti sono criminali. Fosse così, tutti gli italiani in America sarebbero mafiosi. Nel corso dei miei 13 anni a Milano (27 in Italia), durante gli anni ‘90 mi hanno spesso invitato come interprete al tribunale di Milano. Sì, consideravano criminali tutti gli immigrati dall’URSS, e non importa che un ventenne kirgizo, ucraino o lituano potesse comunicare poco in russo già allora: era russo lo stesso. Vi va bene questa situazione? A me no. E’ così che si generano gli embrioni del razzismo, e si supponeva che il XX secolo avesse insegnato (e non lo ha insegnato) cosa ciò significhi.
Va beh, tutto questo è lirica. Rivogliamoci alle statistiche. Quanti migranti ci sono in Italia? 5,5 milioni, il 7% della popolazione. Quanti reati sono commessi da migranti? Un terzo. Soprattutto, il 38% sono marocchini, albanesi e ... rumeni, e la Romania è membro dell’Unione Europea. Un dato ancor più sorprendente: la maggior parte degli abusi sessuali è commessa da maschi italiani tra le mura domestiche, familiari.
Vedete, negli anni ‘50 in Belgio non era raro vedere delle targhe nei locali pubblici: “Vietato l’ingresso a cani e italiani”. Nella Germania di Hitler agli “ebrei”, negli Stati Uniti ai “negri”, a Torino ai “napoletani”. Ma quali anni ‘50! Provate a cercare in YouTube un video di tre anni fa, dove l’attuale vice primo ministro (probabilmente nel futuro prossimo, primo ministro) e, contemporaneamente, ministro dell’Interno, Salvini, canta ubriaco con i suoi sodali di quanto puzzino i napoletani. Il mondo è impazzito, ora lo vota anche il sud d’Italia. Ovviamente, Goebbels ha inaspettatamente acquisito seguaci di grande talento. Spero sinceramente che almeno in Russia al razzismo venga opposta una robusta e ferma resistenza.
Da ultimo: le sanzioni. Dal 2014, i primi ministri italiani, Letta, Renzi, Gentiloni (tutti di centro sinistra) sono venuti a Mosca e hanno rassicurato in ogni modo: siamo contrari alle sanzioni e lo annunceremo al prossimo vertice europeo. Mai, nemmeno una volta. In compenso, pochi giorni dopo, sono volati da Obama e Hillary Clinton e hanno detto: siamo per l’estensione delle sanzioni contro la Federazione Russa. Sono stati sostituiti dal neo premier Giuseppe Conte (centro-destra), immediatamente al primo G7 questi ha dichiarato di essere contrario alle sanzioni. Giusto un paio d’ore più tardi, riunione di emergenza fra Trudeau (Canada), Merkel, Macron e Conte, al termine un comunicato congiunto: siamo per l’estensione delle sanzioni. Come dire: la giuria non tenga conto.
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