Mark Bernardini

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mercoledì 13 gennaio 2021

Repressioni di Fasciolibro

Riassumiamo. Fasciolibro e piattaforme cinguettanti similari non hanno semplicemente bannato, bensì hanno cancellato vita natural durante il presidente in carica degli Stati Uniti, perché loro sarebbero delle Società private. Tra qualche mese (o forse anche prima), per il Nord Stream 2, potrebbero bloccare Angela Merkel, o Emmanuel Macron, per non parlare di Vladimir Putin, Xi Jinping, Hassan Rouhani, Kim Jong-un, Nicolás Maduro, Aleksandr Lukašenko.

Chi controlla i controllori? Chi ha eletto Zuckerberg et similia a guardiani della democrazia in un contesto strategico globale? Se passa questa, potranno poi bloccare chiunque Biden dichiarerà nemico della pax americana. Abbiamo già dato. Non è fantascienza.

Lo so per esperienza diretta: le loro regole valgono solo per chi gli è inviso, altrimenti non si capisce come mai da 13 anni mi bannino trimestralmente per un mese. Nessuno ti obbliga ad iscriverti? La comunicazione è globale, non la può decidere un Fasciolibro qualsiasi.

Alle ultime elezioni, qualcuno ha votato Zuckerberg? Fasciolibro è un fornitore di servizi, non il grande fratello.

Nessuno ha toccato Trump fino alle elezioni, quando era potente, e sì che di cazzate ne aveva scritte eccome. Il punto non è questo: chi decide cosa è una cazzata e cosa no? Mark Zuckerberg e Jack Dorsey? Chi li ha votati, chi li ha eletti?

"Donald Trump su Twitter o su Facebook è un semplice cittadino". No: l'account POTUS (President Of The United States) non è quello di un semplice cittadino, come non lo è quello di Palazzo Chigi, di Montecitorio e del Quirinale.

Da un paio di mesi, il social network russo ok.ru (Odnoklassniki) è bloccato in Italia, in parte nell'UE e, più in generale, in Occidente, adducendo un argomento risibile secondo il quale ciò accade per "violazione in materia di proprietà intellettuale", e oltretutto per una singola Procura italiana, quella di Napoli (Procedimento penale N°1226/17).

Nel frattempo, all'inizio della settimana Twitter ha bloccato l'account di Libero. E' immaginabile cosa io pensi di quei bifolchi, ma il problema è reale, senza voler scomodare Martin Niemöller: se state zitti, arriverà il giorno che bloccheranno voi, ma non resterà nessuno per difendervi.

Cosa succederà quando, con il pretesto di ottimizzare la sua offerta commerciale pubblicitaria, Zuckerberg unirà i dati di tutte le sue piattaforme? Ban in Fasciolibro e automaticamente in WhatsApp, Messenger e Instagram. E questa è già una realtà: qualche anno fa Fasciolibro mi ha bloccato la condivisione di articoli pubblicati su questo mio blog in Blogspot (di proprietà di Google). Inoltre, retroattivamente, hanno cancellato tutte le pubblicazioni precedenti come se non fossero mai esistite. Per cosa? Sarei un diffusore di spam. Fateci un salto, guardate di persona. Nemmeno l'odore. Fatto sta, istantaneamente la stessa cosa ha riguardato Instagram.

Ed ecco l'ultimo episodio, in ordine di tempo: il 12 gennaio 2021, sono stato nuovamente bannato per un mese. Ovviamente ho obiettato, anche se so che è inutile. Immediatamente, 30 giorni di divieto si sono trasformati in 24 ore... Di cosa stiamo parlando? Un mio amico, giornalista dela testata Kommersant, Maxim Yusin, ha pubblicato la seguente immagine scherzosa:

Ho risposto, goliardicamente: "L'Italia è un Paese di caproni [letteralmente, «pecoroni»]? Qualche volta, sarei d'accordo...".

Dopo pochi secondi, mi hanno bannato per "istigazione all'odio razziale"! A me?! Italiano con origini russe ed ebree, nato a Praga?!

Come detto, ho contestato questa decisione, pur sapendo che sia tradizionalmente inutile. Immediatamente, i 30 giorni di sospensione si sono ridotti a 24 ore...

Il 18 novembre 2020 è morta mia madre. Tre giorni prima, per l'ennesima volta ero stato bannato artificiosamente. Non ho potuto manco avvisare della sepoltura i suoi amici. Ecco cosa vuol dire affidare agli yankee le proprie comunicazioni.

Qui sì che il già citato pastore tedesco Martin Niemöller capita a proposito.

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Sapete com'è l'ufficio russofono di Fasciolibro, acquartierato forse a Dublino, forse a Riga, forse a Varsavia?

venerdì 25 settembre 2020

Simultanea Putin all'ONU

Ovviamente, per questa mia simultanea, Fasciolibro mi ha bannato per un'ulteriore settimana (25 settembre - 1 ottobre 2020), dopo che sono già stato bannato dal 25 agosto al 25 settembre 2020.

Egregio signor presidente, egregio signor segretario generale, cari colleghi, signore e signori!

Quest’anno, la comunità mondiale celebra senza esagerare due anniversari storici: il 75° anniversario della fine della seconda guerra mondiale e la creazione delle Nazioni Unite.

Il significato di questi eventi collegati per sempre non può essere sottovalutato. Nel 1945, il nazismo fu sconfitto, l’ideologia dell’aggressione e dell’odio fu schiacciata e l’esperienza e lo spirito di alleanza, la comprensione dell’enorme prezzo pagato per la pace e la vittoria comune, resero possibile la costruzione di un ordine mondiale del dopoguerra. Il suo fondamento incondizionato era la Carta delle Nazioni Unite, che rimane ancora oggi la principale fonte del diritto internazionale.

Sono convinto che questo anniversario ci obbliga a ricordare i principi duraturi della comunicazione interstatale fissati nella Carta delle Nazioni Unite, e i padri fondatori dell’Organizzazione mondiale li hanno formulati in modo molto chiaro e inequivocabile: questa è l’uguaglianza degli Stati sovrani, la non interferenza nei loro affari interni, il diritto dei popoli a determinare il proprio destino, il rifiuto minaccia o uso della forza; risoluzione politica delle controversie.

Guardando indietro agli ultimi decenni, possiamo dire che con tutte le complessità del periodo della Guerra Fredda, i cambiamenti geopolitici cardinali e le attuali complessità della politica mondiale, l’ONU sta adempiendo adeguatamente alla sua missione principale: proteggere il mondo, promuovere lo sviluppo sostenibile di popoli e continenti e aiutare a superare le crisi locali.

Questo enorme potenziale ed esperienza delle Nazioni Unite è richiesto e serve come una buona base per andare avanti. In effetti, come qualsiasi organizzazione internazionale o struttura regionale, l’ONU non dovrebbe irrigidirsi, ma dovrebbe riflettere nel suo sviluppo le dinamiche del 21 ° secolo, adattarsi costantemente alle realtà del mondo moderno, e sta diventando davvero più complessa, multipolare, multidimensionale.

I cambiamenti in atto, ovviamente, hanno un impatto sull’organo principale delle Nazioni Unite – il Consiglio di sicurezza, sulla discussione sugli approcci alla sua riforma. La nostra logica è che il Consiglio di Sicurezza dovrebbe tenere maggiormente conto degli interessi di tutti i Paesi, di tutta la diversità delle loro posizioni, sulla base del principio del più ampio accordo degli Stati, ma allo stesso tempo, come prima, servire da anello chiave nel sistema di governance globale, che non può essere garantito senza preservare il diritto di veto dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza.

Questo diritto delle cinque potenze nucleari – i vincitori nella seconda guerra mondiale e oggi riflette il reale equilibrio politico-militare. E, soprattutto, questo è uno strumento assolutamente necessario e unico che non consente azioni unilaterali irte di scontro militare diretto degli Stati più grandi, consente di cercare un compromesso o almeno di evitare decisioni che sono categoricamente inaccettabili per gli altri, di agire nel quadro del diritto internazionale e non in condizioni traballanti. Una zona grigia di arbitrarietà e illegittimità.

E, come dimostra la pratica diplomatica, questo strumento funziona in contrasto con la triste esperienza della Società delle Nazioni prebellica con le sue interminabili conversazioni, dichiarazioni senza meccanismi di azione reale, senza il diritto degli Stati e dei popoli in difficoltà di aiutare e proteggere.

Dimenticare le lezioni della storia è miope ed estremamente irresponsabile – proprio come i politicizzati, non basati sui fatti, ma sulla speculazione, tentano di interpretare arbitrariamente le cause, il corso ei risultati della seconda guerra mondiale, per cambiare le decisioni delle conferenze alleate e del Tribunale di Norimberga.

Questa non è solo meschinità e un crimine contro la memoria dei combattenti contro il nazismo. Questo è un colpo diretto e distruttivo alle fondamenta stesse dell’ordine mondiale del dopoguerra, che è particolarmente pericoloso in condizioni in cui la stabilità globale è sottoposta a seri test, quando il sistema di controllo degli armamenti si sta degradando, i conflitti regionali non si placano e le minacce poste dal terrorismo, dalla criminalità organizzata e dal traffico di droga stanno aumentando.

Siamo tutti di fronte a una sfida fondamentalmente nuova: la pandemia di coronavirus. La malattia ha colpito direttamente milioni di persone, ha rivendicato la cosa più preziosa: centinaia di migliaia di vite umane. Quarantene, chiusura delle frontiere, creazione di numerosi e difficili problemi per i cittadini di quasi tutti gli Stati: tutte queste sono le realtà di oggi. Questo è particolarmente difficile per le persone delle generazioni più anziane, che, a causa di restrizioni forzate, a volte per settimane o addirittura mesi non hanno potuto abbracciare i propri cari, figli, nipoti.

Gli esperti devono ancora valutare appieno la portata dello shock socioeconomico associato all’epidemia e tutte le sue conseguenze a lungo termine. Ma è già ovvio che il ripristino dell’economia globale richiederà molto, molto tempo. Inoltre, le misure anti-crisi precedentemente testate non sempre funzioneranno. Saranno necessarie nuove soluzioni non standard.

Possiamo risolverli solo insieme, e questo è un compito importante sia per l’ONU che per gli Stati del G20 e, naturalmente, per altre importanti organizzazioni intergovernative e associazioni di integrazione, che, a causa delle conseguenze della pandemia, stanno attraversando tempi duri e hanno bisogno nuovi orizzonti e scale di sviluppo.

E’ questa idea forte crescita qualitativa dell’integrazione, “integrazione delle integrazioni” è incorporato nell’iniziativa russa per formare una maggiore partnership eurasiatica con la partecipazione di tutti i Paesi dell’Asia e dell’Europa senza eccezioni. E’ puramente pragmatico e ora sta diventando ancora più rilevante.

Inoltre, vorrei richiamare ancora una volta l’attenzione sulla proposta russa di introdurre i cosiddetti corridoi verdi, liberi da guerre commerciali e sanzioni, principalmente per i beni essenziali, cibo, medicinali, dispositivi di protezione individuale, che sono richiesti specificamente per combattere la pandemia.

Nel complesso, liberare e liberare il commercio mondiale da barriere, divieti, restrizioni, sanzioni illegittime potrebbe essere un valido aiuto per ripristinare la crescita globale e ridurre la disoccupazione. Quindi, secondo gli esperti, una riduzione totale o parziale dell’occupazione nel mondo nel secondo trimestre di quest’anno equivale alla perdita di 400 milioni di posti di lavoro, e tutto deve essere fatto affinché tale disoccupazione non diventi stagnante, in modo che le persone tornino al lavoro, possano provvedere alle loro famiglie, e non si sono trovati nella morsa della povertà, senza prospettive di vita.

Questo è davvero il problema sociale globale più acuto, quindi la missione della politica ora è spianare la strada al commercio, ai progetti comuni e alla concorrenza leale, e non legare le mani alle imprese e all’iniziativa imprenditoriale.

La pandemia ha acuito una serie di temi etici, tecnologici e umanitari. Pertanto, le tecnologie digitali avanzate hanno permesso di ricostruire rapidamente il sistema di istruzione, commercio, servizi, stabilire formazione a distanza, corsi online per persone di età diverse. L’intelligenza artificiale ha aiutato i medici a fare diagnosi in modo più accurato e rapido, a selezionare i regimi di trattamento ottimali.

Ma, come qualsiasi altra innovazione, le tecnologie digitali tendono a diffondersi in modo incontrollabile e, come le armi convenzionali, possono cadere nelle mani di tutti i tipi di radicali ed estremisti non solo nelle zone di conflitti regionali, ma anche in Paesi abbastanza prosperi, dando origine a enormi rischi.

A questo proposito, anche le questioni della sicurezza cibernetica, l’uso di tecnologie digitali avanzate meritano la discussione più seria alla piattaforma delle Nazioni Unite. E’ importante ascoltare, percepire le paure delle persone – fino a che punto i loro diritti saranno protetti nella nuova era: i diritti alla privacy, alla proprietà, alla sicurezza.

Dobbiamo imparare a utilizzare le nuove tecnologie a beneficio dell’umanità, trovare il giusto equilibrio tra incentivi per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e misure restrittive giustificate, giungere congiuntamente a un accordo su una regolamentazione che escluda potenziali minacce, e dal punto di vista non solo militare, della sicurezza tecnologica, ma anche tradizioni, leggi, moralità della comunicazione umana.

Vorrei sottolineare che durante la pandemia, medici, volontari, cittadini di diversi Paesi hanno mostrato e stanno mostrando a tutti noi esempi di aiuto e sostegno reciproci, e questa solidarietà non conosce confini. Molti Paesi si sono anche aiutati e si aiutano apertamente e disinteressatamente. Ma ci sono stati anche casi in cui c’era un deficit di umanesimo e, se volete, gentilezza nei rapporti a livello ufficiale, interstatale.

Riteniamo che l’autorità delle Nazioni Unite possa contribuire al rafforzamento e al potenziamento del ruolo della componente umanitaria e umana nelle relazioni multilaterali e bilaterali, e questi sono scambi sociali e giovanili, legami culturali, programmi sociali ed educativi, cooperazione nel campo dello sport, scienza, tecnologia, protezione ambientale e salute umana.

Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, qui ora, come nell’economia, è necessario rimuovere il più possibile le barriere alla partnership. Il nostro Paese ha preso e sta prendendo parte attiva agli sforzi globali e regionali per combattere il COVID-19, fornisce assistenza agli Stati più colpiti sia su base bilaterale che tramite formati multilaterali.

Lo facciamo, prima di tutto, tenendo conto del ruolo centrale di coordinamento dell’Organizzazione mondiale della sanità, che fa parte della struttura delle Nazioni Unite. Crediamo che il potenziale dell’OMS debba essere rafforzato qualitativamente. Tale lavoro è già iniziato e la Russia vi prenderà la parte più interessata.

Il potenziale scientifico, produttivo e clinico accumulato dei medici russi ha permesso di sviluppare rapidamente una linea di sistemi di test e farmaci per rilevare e trattare il coronavirus, e quindi di registrare il primo vaccino al mondo, lo Sputnik-V.

Lo ripeto ancora: siamo assolutamente aperti e impegnati nella partnership. A questo proposito, stiamo prendendo l’iniziativa di tenere nel prossimo futuro una conferenza online di alto livello con la partecipazione di Stati interessati alla cooperazione nello sviluppo di vaccini contro il coronavirus.

Siamo pronti a condividere la nostra esperienza e continuare a interagire con tutti gli Stati e le strutture internazionali, comprese le forniture ad altri Paesi del vaccino russo, che ha dimostrato la sua affidabilità, sicurezza ed efficacia. La Russia è convinta: ora è necessario utilizzare tutte le capacità dell’industria farmaceutica globale per fornire il libero accesso alle vaccinazioni per i cittadini nel prossimo futuro di tutti gli Stati.

Chiunque può affrontare un virus pericoloso. Il coronavirus non ha risparmiato il personale delle Nazioni Unite, le sue sedi e le strutture regionali. La Russia è pronta a fornire tutta l’assistenza qualificata necessaria alle Nazioni Unite, in particolare, offriamo di fornire il nostro vaccino gratuitamente per la vaccinazione volontaria dei dipendenti dell’Organizzazione e delle sue divisioni. Riceviamo tali appelli da colleghi delle Nazioni Unite e non rimarremo indifferenti a loro.

Cos’altro è di fondamentale importanza nell’agenda odierna? Ovviamente, sia la protezione dell’ambiente che le questioni relative al cambiamento climatico dovrebbero rimanere al centro degli sforzi congiunti.

Le convenzioni multilaterali, i trattati e i protocolli pertinenti nel quadro delle Nazioni Unite hanno dimostrato pienamente la loro rilevanza. Chiediamo a tutti gli Stati di adottare un approccio responsabile alla loro osservanza, in particolare nel raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi.

Cari colleghi!

Voglio sottolineare ancora una volta: la Russia farà ogni sforzo per promuovere una soluzione pacifica, politico-diplomatica delle crisi e dei conflitti regionali e per garantire la stabilità strategica.

Nonostante tutte le controversie e le divergenze, a volte le incomprensioni e persino la sfiducia di alcuni colleghi, proporremo con insistenza iniziative costruttive e unificanti, principalmente nel campo del controllo degli armamenti, rafforzando i regimi dei trattati che operano qui. Ciò vale anche per il divieto di armi chimiche, biologiche e tossine.

La questione prioritaria che può e deve essere risolta tempestivamente è, ovviamente, l’estensione del Trattato di Russia e Stati Uniti sulle armi strategiche offensive, che scadrà nel febbraio 2021, molto presto. Stiamo conducendo tali negoziati con i nostri partner americani.

Inoltre, attendiamo con impazienza una moderazione reciproca nello spiegamento di nuovi sistemi missilistici. Aggiungerò che dallo scorso anno – voglio sottolinearlo – dallo scorso anno la Russia ha già dichiarato una moratoria sul dispiegamento di missili terrestri a medio e corto raggio in Europa e in altre regioni del mondo, purché gli Stati Uniti d’America si astengano da tali misure. Purtroppo, non abbiamo ancora sentito una reazione alla nostra proposta né dai nostri partner americani né dai loro alleati.

Credo che tali passi reciproci su questioni specifiche creerebbero una buona base per avviare una conversazione seria e profonda sulla totalità dei fattori che influenzano la stabilità strategica. Il suo obiettivo sarebbe quello di raggiungere accordi globali, di formare una solida base per un’architettura di sicurezza internazionale che tenga conto delle precedenti esperienze in questo settore e soddisfi pienamente le realtà militari, politiche e tecnologiche non solo moderne, ma anche promettenti.

In particolare, la Russia sta prendendo l’iniziativa di concludere un accordo legalmente vincolante con la partecipazione di tutte le principali potenze spaziali, che prevedrebbe il divieto del posizionamento di armi nello spazio, l’uso della forza o la minaccia della forza contro oggetti spaziali.

Comprendiamo bene che sia le questioni di sicurezza che tutti gli altri problemi discussi dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per l’anniversario richiedono il consolidamento degli sforzi basati sui valori che ci uniscono, la nostra comune memoria delle lezioni della storia, dello spirito di alleanza, quando membri della coalizione anti-Hitleriana in nome della Vittoria e la pace per tutti i popoli del pianeta hanno saputo elevarsi al di sopra delle differenze e delle preferenze ideologiche.

Nelle attuali difficili condizioni, è importante che tutti i Paesi diano prova di volontà politica, saggezza e lungimiranza. E, naturalmente, il ruolo guida qui spetta ai membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite – i poteri che da 75 anni hanno una responsabilità speciale per la pace e la sicurezza internazionale, per la conservazione delle basi del diritto internazionale.

Consapevole di questa responsabilità, la Russia ha proposto di convocare un vertice dei Paesi “Big Five”, G5. Il suo obiettivo è riaffermare i principi fondamentali di condotta negli affari internazionali, sviluppare modi per risolvere efficacemente i problemi più urgenti del nostro tempo. E’ gratificante che i nostri partner abbiano sostenuto l’iniziativa. Ci aspettiamo di tenere un tale incontro faccia a faccia al vertice non appena la situazione epidemiologica lo consentirà.

Lo ripeto ancora: in un mondo interconnesso e interdipendente, nel vortice di eventi internazionali, è necessario agire insieme e fare affidamento sui principi del diritto internazionale sanciti nella Carta delle Nazioni Unite. Solo in questo modo potremo adempiere all’alta missione della nostra Organizzazione e garantire una vita dignitosa per le generazioni presenti e future.

Auguro pace e prosperità a tutti i popoli del pianeta.

Grazie per l’attenzione.

lunedì 31 agosto 2020

Mio ennesimo ban in Fasciolibro

Sono iscritto a Facebook e V Kontakte dal 2007, cioè da 13 anni. Come sanno quanti mi seguono da più tempo, statisticamente Facebook mi banna trimestralmente, quattro volte all’anno, per un totale di 52 mesi. In altre parole, su 13 anni, sono rimasto imbavagliato per più di quattro anni. Memorabile la terzultima volta, a fine 2019, quando fui sospeso per avere affermato nel 2016 che Puškin era negro: con tre anni di ritardo, stabilirono che dovevo dire fosse di colore, o magari diversamente bianco. Per inciso, nel medesimo periodo di 13 anni, su V Kontakte sono stato bannato zero (zero!) volte. Eppure, scrivo le stesse cose in tutti i social network. Solo che Facebook è statunitense, mentre V Kontakte è russo. Ve lo consiglio, anche in esso potete scegliere la lingua italiana, come in Facebook.

Cosa è successo questa volta? Il 25 agosto 2020, commentando un articolo di Danilo Criscuolo, mi sono scontrato con tale Ernesto Everardi su Bielorussia e Naval’nyj. Quando è rimasto a corto di argomenti, ha mostrato la sua intima natura razzista, affermando che la mia diversità di opinioni sia dovuta al mio vivere in Russia, dove, visto il clima, mi si è congelato il cervello. Uno stereotipo di una banalità disarmante, che però nel PCI (da cui proveniamo entrambi) sarebbe stato sufficiente per essere sbattuti fuori dal Partito seduta stante. Gli ho risposto domandando: “se, dall'estero, ti dicessero che, come italiano, ti nutri esclusivamente di spaghetti e pizza, sei mafioso, non hai voglia di fare un cazzo, e passi la giornata a suonare il mandolino, come reagiresti?”. Bene, penso che abbiate già indovinato: il razzista in questione non è stato toccato, mentre il sottoscritto è stato bannato per un mese per… intimidazioni e bullismo.

Adesso vi spiego anche un piccolo dettaglio. Quando si è bannati, non si possono approvare le richieste di iscrizione nei gruppi che amministrate, né potete in essi eliminare lo spam ed eliminare gli spammatori. La domanda su quale sia l’attinenza del ban con questa ulteriore limitazione è ovviamente nel novero dei misteri di Fasciolibro.

Per fortuna, la mia vita si svolge nel mondo reale, non virtuale, ma è comunque un peccato. Nel corso di settembre, avrei voluto sicuramente parlarvi di Bielorussia, di Naval’nyj, di Covid in Russia, di referendum per il taglio dei parlamentari. E lo farò sicuramente, deve ancora nascere chi riuscirà a tapparmi la bocca. Potrete leggermi nel mio blog su Yandex Zen (a proposito: quello principale, che sarebbe questo qui, su blogspot, già da qualche anno è stato annichilito su Fasciolibro ufficialmente come spam), e poi in V Kontakte (profilo e gruppo “Italiani di Russia”), Odnoklassniki (profilo e gruppo "Italiani di Russia"), Telegram, Twitter, Instagram, WhatsApp. Su Fasciolibro ci rileggiamo a fine settembre. Forse.