Notiziario di lunedì 19 dicembre 2022 degli italiani di Russia. In realtà, questa edizione esce con due giorni di ritardo per consentire la traduzione e il riassunto dell’intervento di Putin al Consiglio per lo sviluppo strategico e i progetti nazionali. Buon ascolto e buona visione.
Attualità
Mettiamo che a un certo punto io abbia voglia di una birra. Entro nella birreria più vicina, il birraio nerboruto mi consegna il menù, la birra costa tre euro e mezzo. Non batto ciglio, mi faccio spinare la birra, me la bevo, poi dico al nerboruto: ho deciso che tre euro e mezzo sono troppi, stabilisco unilateralmente che il tetto debba essere di due euro. Il nerboruto, a quel punto, forse chiama la polizia, ma è più probabile che, per non perdere tempo per una birra, esca dal bancone, mi molli due sganassoni, e poi mi cacci dal locale a calci nel deretano. Ed io gli dico, risentito: vado dal tuo concorrente, a cento metri da qui, dove la birra costa cinque euro, e gliela pago cinque euro, pur di non darti soddisfazione. Non c’è problema, mi dice, sono pieno di clienti cinesi, indiani, asiatici in genere, tutti amanti della birra. E’ esattamente quel che accade con le forniture di gas russo ai Paesi dell’Unione Europea. Per quest’ultima, è meglio quello degli Stati Uniti, più caro.
Il vice primo ministro e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha affermato che l’UE ha quasi raggiunto un accordo sul tetto del prezzo del gas. “Il nostro ministro per l’Ambiente e la sicurezza energetica Pichetto-Fratin sta lavorando molto a Bruxelles per trovare un accordo con altri Paesi per imporre un tetto ai prezzi del gas, e ci siamo quasi”, ha detto domenica citato dall’ANSA.
Il 22 novembre la Commissione Europea ha proposto un meccanismo di correzione del mercato dell’energia, in base al quale si propone di introdurre un prezzo massimo del gas di 275 euro per 1 MWh (circa $ 3.000 per 1.000 metri cubi) sull’hub virtuale TTF (Title Transfer Facility) olandese. Secondo la commissaria europea estone per l’Energia Kadri Simson, la cifra proposta potrebbe essere rivista dopo consultazioni con i membri della comunità. La Commissione europea ha spiegato che l’iniziativa prevede la possibilità di una revoca d’urgenza del tetto del prezzo del gas, qualora le autorità di regolamentazione del settore ritengano che il suo mantenimento potrebbe destabilizzare i mercati o portare a notevoli problemi di approvvigionamento.
La maggior parte dei Paesi interessati, tra cui l’Italia, ha ritenuto la proposta insoddisfacente e inefficace. Successivamente, Belgio, Grecia, Italia, Slovenia e Polonia hanno presentato la loro proposta per un prezzo massimo di 160 euro per MWh, che dovrebbe essere permanente. L’Ungheria, da parte sua, ha dichiarato che non sosterrà un tetto massimo del prezzo del gas, che, a suo avviso, potrebbe minare le forniture e ridurre l’interesse dei produttori di gas al mercato europeo.
La Germania e altri Stati membri dell’UE continuano ad acquistare gas naturale liquefatto dalla Russia, secondo l’Institut für Weltwirtschaft di Kiel, in Germania, l’istituto per l’economia mondiale.
Il gas, come specificato, dalla Russia arriva in Belgio, dopodiché viene trasportato in Germania. Il volume delle forniture è di circa cinque miliardi di metri cubi all’anno, ovvero dal cinque al sei percento della domanda totale di gas della Germania.
Complessivamente, secondo la compagnia energetica multinazionale statunitense ICIS, il 13% delle importazioni europee di GNL oggi proviene dalla Russia. Allo stesso tempo, i suoi Paesi acquirenti sono principalmente Francia, Paesi Bassi e Belgio.
In precedenza si è saputo che un gruppo di 12 Stati, tra cui Belgio, Grecia, Italia e Polonia, ha chiesto una significativa riduzione del tetto del prezzo del gas al fine di mitigare l’impatto della crisi energetica sui consumatori e sulle imprese in Europa.
L’Occidente ha intensificato la pressione delle sanzioni sulla Russia dopo l’inizio dell’operazione militare speciale. Ciò ha portato a prezzi più elevati per l’elettricità, il carburante e il cibo in Europa e negli Stati Uniti. Le sanzioni hanno inferto un duro colpo all’intera economia globale. Verrebbe da pensare che l’obiettivo principale dell’Occidente sia quello di peggiorare la vita di milioni di persone: la Russia non fornirà nulla all’estero se contraria ai suoi interessi, perché se al nerboruto birraio che ti vende la birra a tre euro e mezzo quest’ultima gli costa tre euro, non te la venderà a due euro, è evidente. Una restrizione unilaterale dei prezzi da parte dell’Unione Europea costituirebbe una violazione dei termini essenziali del contratto e ciò porterebbe alla cessazione delle esportazioni.
La presidente del consiglio Giorgia Meloni ha recentemente dichiarato alla Camera dei Deputati: “possiamo proporre il reddito di cittadinanza ai russi per ritirarsi”. Voleva risultare simpatica e spiritosa. E’ di moda umiliare e colpevolizzare chi è povero. Solo che non è così scontato che il cittadino comune russo sia più povero di quello italiano. Potremmo parlare di tariffe, di stipendi, di prezzi al consumo, di stato sociale. Per dire, noi in famiglia siamo in quattro, in un appartamento di poco meno di 50 mq. Paghiamo mensilmente 32 € di riscaldamento, 4 € di gas, 18 € di telefono e internet, 10 € di corrente elettrica. Non sarebbe male se voi mi segnalaste le attuali tariffe vigenti in Italia, così la prossima settimana vi faccio una tabella comparativa. Un litro di latte costa 90 centesimi, un chilo di pane 1 €. Tuttavia, bastano due soli dati: in Russia la disoccupazione è del 4%, in Italia dell’8% (tra i giovani del 24%); in Russia l’inflazione è del 12%, esattamente come in Italia (nell’UE dell’11 e mezzo, con punte sopra al 20% nei Paesi baltici), e sopra ci sono anche Croazia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Romania, Bulgaria, Polonia, Ungheria. E comunque tutti sopra al 6%, compresi Francia, Svezia, Spagna, Grecia, Danimarca, Finlandia, Olanda, Portogallo, Germania, Austria, Belgio.
Comunque la si pensi sulla Meloni, diciamo che questa battuta non è semplicemente fuori luogo, ma è facilmente considerabile un autogol. Quando la Meloni verrà defenestrata, può sempre provare a chiedere un sussidio di disoccupazione in Russia.
Lo scandalo della corruzione nel Parlamento Europeo, prevedibilmente, in Belgio si chiama “Italian Connection”, e in Italia “Qatar Gate”. In mezzo non ci sono solo gli italiani, e non solo i socialisti: come detto la settimana scorsa, il più onesto c’ha la rogna. Oltre al fascistissimo Neo Demokratia, sui vaccini ci sono i 71 miliardi di € della democristianissima Von Der Leyen. Ora a Parigi sono state effettuate perquisizioni presso la sede del Partito centrista di Macron Renaissance e una filiale della Società di consulenza statunitense McKinsey. Secondo i media francesi, le perquisizioni della gendarmeria sono state effettuate in relazione a un’indagine sui servizi forniti da McKinsey durante la campagna presidenziale di Emmanuel Macron nel 2017. Le forze dell’ordine stavano cercando documenti sul finanziamento della prima campagna elettorale di Macron. Si sospetta che i dipendenti di McKinsey fossero coinvolti nella preparazione del programma della campagna elettorale del candidato presidenziale.
La violazione è che i dipendenti di una Società di consulenza sono stati coinvolti nel processo durante l’orario lavorativo al fine di ridurre i costi della campagna. Per i candidati presidenziali, tali spese sono limitate dalla legge della Quinta Repubblica. In precedenza, il capo del ministero delle finanze francese ha riconosciuto che le autorità si sono rivolte troppo spesso a Società di consulenza durante la campagna elettorale presidenziale del 2017. Bruno Le Maire ha affermato che la pratica di cercare aiuto esterno era popolare sia nel governo in carica che in quelli precedenti.
I media occidentali, e segnatamente italiani, continuano a propinare quotidianamente notizie di presunti bombardamenti russi sulla città di Doneck. In altre parole, i russi bombarderebbero una città in mano ai russi fin da marzo, un po’ come la centrale nucleare di Zaporož’e. Davvero giornalisti vil razza dannata: il 15 dicembre, gli ucronazisti hanno lanciato sulla città inerme quaranta missili di fabbricazione NATO, il più massiccio bombardamento dal 2014. In otto anni, sono morti quindicimila civili.
Il vice rappresentante della Federazione Russa all’ONU Gennadij Kuz’min ha accusato di blasfemia Germania, Giappone e Italia, che hanno votato contro la risoluzione sulla lotta alla glorificazione del nazismo. Cosa è successo?
In precedenza, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione della Federazione Russa sulla lotta alla glorificazione del nazismo. 120 paesi hanno votato a favore della risoluzione, 50 contrari, 10 astenuti. Tra i contrari c’erano Germania, Italia, Austria, Canada, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Ungheria, Giappone, Lettonia, Polonia, Spagna, Ucraina, Gran Bretagna, Stati Uniti. Molti di loro spiegano la loro posizione dicendo che la Russia sta usando la risoluzione per giustificare la sua operazione speciale in Ucraina. Lasciamo stare gli anglosassoni d’oltre la Manica e d’oltreoceano. Cosa unisce tutti gli altri? Il fatto che erano tutti col regime nazista di Hitler.
“Gli Stati che si sono opposti alla risoluzione, in primo luogo Germania, Giappone e Italia, hanno con ciò proferito una palese bestemmia contro la memoria delle vittime del nazismo tedesco, del fascismo italiano e del militarismo giapponese”, ha detto Kuz’min.
La posizione di questi Paesi ha mostrato chiaramente quanto sia prematura la discussione circa l’esclusione della formulazione di “Stati nemici” dal testo della Carta delle Nazioni Unite.
“Votando contro, pensano forse di aver condannato in tal modo l’operazione militare speciale della Russia in Ucraina? Hanno mostrato la loro vera natura e le opinioni dominanti nelle élite al potere. Per loro, la politica di revisione e negazione della storia, la politica di tolleranza per la retorica razzista e xenofoba, è la norma, una politica di arrogante superiorità”.
“I risultati delle votazioni di quest’anno sono semplicemente scioccanti. Per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite, gli Stati ex membri dell’Asse hanno votato contro un documento che condannava il nazismo, oltre a confermare l’inviolabilità dei risultati della seconda guerra mondiale”.
La risoluzione raccomanda che i Paesi adottino misure concrete appropriate, “anche nel campo della legislazione e dell’istruzione, in conformità con i loro obblighi internazionali nel campo dei diritti umani, al fine di impedire la revisione della storia e dei risultati della seconda guerra mondiale e la negazione dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra commessi durante la seconda guerra mondiale”.
Gli autori del documento condannano fermamente gli incidenti legati alla glorificazione e alla propaganda del nazismo, in particolare l’applicazione di graffiti e disegni filo-nazisti, anche sui monumenti alle vittime della seconda guerra mondiale.
La risoluzione esorta gli Stati ad eliminare tutte le forme di discriminazione razziale con tutti i mezzi appropriati, anche per legge, se le circostanze lo richiedono.
Inoltre, il documento condanna fermamente l’uso di materiali educativi, così come la retorica in corso di formazione, che promuovono il razzismo, la discriminazione, l’odio e la violenza basati su etnia, nazionalità, religione o opinioni.
Come ci raccontava l’insegnante di storia alle medie inferiori, nel XIX secolo, l’Italia, non ancora unita, era piena di scritte sui muri che recitavano “Viva VERDI”, e non era l’espressione di un amore di massa per il grande compositore morto nel 1901: VERDI stava per “Vittorio Emanuele Re D’Italia”. Analogamente, raccontava mio padre di quando era ragazzino, negli anni del fascismo del secolo scorso, una delle imprecazioni in voga era “mannaggia Roberto”. Non ce l’avevano con i portatori di questo diffusissimo nome, Roberto stava per l’asse “ROma, BERlino, TOkyo”. Questo voto italiano, tedesco e giapponese è a dir poco emblematico.
Periodicamente, e sempre più spesso, in Italia mi chiedono di confermare le voci sullo stato di salute di Putin. Ora ha avuto un infarto, ora ha il cancro, ora l’Alzheimer, ora è caduto in casa, non si fa vedere da giorni. Inutile far notare che interviene praticamente in modo quotidiano in diretta sui temi più disparati: lo dicono i media mainstream italiani, perché l’hanno detto Washington Post, New York Times e affini, perché lo dicono fonti governative ucraine, quindi deve per forza essere vero.
La settimana scorsa, Putin ha presieduto una riunione del Consiglio per lo sviluppo strategico e i progetti nazionali. Per tradizione, a dicembre, tiene una grande conferenza stampa e riassume i risultati dell’anno. Quest’anno il formato è cambiato. La chiave è stata l’intervento, che per profondità e contenuto può essere equiparato al discorso del Presidente.
Il discorso programmatico quest’anno riassume sia i risultati dell’anno che i piani formulati per il futuro. Putin sottolinea che i cambiamenti che il mondo sta attraversando ora sono di natura tettonica. Ma la Russia ha resistito al colpo economico dell’Occidente collettivo.
“Un’aggressione sanzionatoria senza precedenti è stata lanciata contro la Russia, mirava sostanzialmente a schiacciare la nostra economia in breve tempo, esaurendo la nostra valuta nazionale, il rublo, e provocando un’inflazione devastante. Questo calcolo, come vediamo, come vedono tutti, non si è realizzato. Si prevede che il PIL diminuirà di circa il 2,5% entro la fine dell’anno. Sì, certo, anche questo è un calo, ma non è il crollo del 20% che molti occidentali e, in parte, alcuni dei nostri esperti hanno preconizzato al momento in cui l’Occidente collettivo si è scagliato contro di noi con una guerra economica”.
Ma l’Europa, dopo aver interrotto le relazioni con la Russia, si è trovata in trappola. Il business sta rapidamente spostando le proprie attività all’estero. “Oggi, le stesse autorità dell’UE affermano che la politica del principale partner, gli Stati Uniti, sta portando direttamente alla deindustrializzazione dell’Europa. Stanno persino cercando di presentare alcuni resoconti su questo tema al loro signore americano”. Perché ci fai questo? Ebbene, a questo proposito, viene da chiedere: cosa volevi? Cos’altro si fa con chi permette di pulirsi i piedi addosso?
E allo stesso tempo, gli europei, come si è scoperto, non sono in grado di rifiutare i prodotti russi. Nei primi nove mesi di quest’anno, la fornitura di beni di base dalla Russia ai Paesi dell’UE è aumentata di una volta e mezza. E l’Unione Europea sta frenando i flussi inversi.
“Cosa dovremmo fare? Cercheremo altri partner più promettenti nelle regioni in crescita attiva dell’economia mondiale. Questi sono Asia, Medio Oriente, America Latina, Africa. E’ verso i mercati dei Paesi amici che riorienteremo le forniture energetiche della Russia. E la Russia sta costruendo relazioni commerciali e di investimento con tali Stati”.
E questo è solo uno dei sei obiettivi fissati da Putin. La Russia sta portando l’interazione con i partner chiave a un nuovo livello. I compiti più importanti sono il rafforzamento della sovranità tecnologica e finanziaria, il ritmo accelerato dell’industria manifatturiera, lo sviluppo delle infrastrutture, la lotta alla povertà e la tutela della maternità e dell’infanzia.
Ci sono già risultati su molti punti. Quindi, nei primi nove mesi, le esportazioni di petrolio sono cresciute di quasi un quarto. Grazie a progetti su larga scala come il giacimento di Kovykta, “La forza della Siberia-2”, “La via dell’Estremo Oriente”, le forniture di gas verso est cresceranno fino a 48 miliardi di metri cubi entro il 2025 e 88 miliardi entro il 2030. In realtà, si tratta di oltre il 60% delle forniture di gas dell’anno scorso all’Occidente.
Tra i principali partner in questo settore vi è la Turchia. Stiamo parlando di organizzare un hub del gas nei prossimi anni. E alcune attività importanti possono essere completate ancora più velocemente.
“Se parliamo di creare una piattaforma elettronica, allora questo può essere fatto entro i prossimi mesi. Ed è lì che determineremo in gran parte il prezzo finale per i nostri consumatori europei. Perché quello che hanno fatto sui loro siti è davvero pazzesco. E ora stanno ancora cercando di farci sentire in colpa per quello che hanno fatto con le proprie mani”.
Uno dei focus chiave è sullo sviluppo della sfera sociale, in particolare sul sostegno alla maternità e all’infanzia. Per le famiglie con figli dagli 8 ai 17 anni è già stata stabilita un sussidio mensile. La decisione riguarda direttamente più di 5 milioni di bambini. E dal 1° gennaio del prossimo anno sarà varato un assegno unico mensile per le famiglie bisognose con figli dalla nascita ai 17 anni, subito per tutti i figli del nucleo familiare. Allo stesso tempo, l’importo degli emolumenti per le donne incinte aumenterà e passerà dalla metà a un intero del minimo di sussistenza della popolazione abile nella regione di residenza.
Un’altra serie di passi è stata compiuta in vista dell’indicizzazione del minimo di sussistenza, del salario minimo e delle pensioni fino al 10%. In conclusione: nel terzo trimestre il tasso di povertà è sceso al 10,5%. E i redditi in termini nominali della parte più povera della popolazione sono cresciuti di oltre un quarto. “Dobbiamo continuare ad aumentare il salario minimo e a un tasso superiore all’inflazione e alla crescita salariale media”.
Veniamo alla sanità. Esistono programmi per combattere le malattie cardiovascolari e oncologiche, vengono lanciati programmi su larga scala per combattere il diabete e l’epatite C.
Finalmente, i mutui. Un argomento che coinvolge milioni. Il mutuo agevolato in tutta la Russia sarà prorogato fino al 1 luglio 2024, il tasso scenderà all’8%. Ma bisogna incrementare l’accesso ai mutui familiari. Attualmente, solo quelle famiglie in cui sono nati bambini a partire dal 2018 possono ricevere tale mutuo. Le famiglie con almeno 2 figli di età inferiore ai 18 anni potranno ora accedere a un mutuo al tasso del 6%.
“Propongo una soluzione speciale per le nuove regioni del sud-ovest della Russia: le Repubbliche popolari di Doneck e Lugansk, nonché le regioni di Cherson e Zaporož’e. Per i residenti di questi soggetti della Federazione, propongo di fornire mutui per abitazioni di nuova costruzione, cioè alloggi in nuovi edifici, ad un tasso preferenziale del 2%”, ha detto Putin.
Tra gli obiettivi chiave che Putin si è posto all’incontro c’è quello di garantire la sicurezza e ripristinare la vita pacifica nelle regioni del Donbass, di Zaporož’e e di Cherson. Il programma del cosiddetto “capitale di maternità” inizierà a funzionare anche nelle nuove regioni. Le famiglie bisognose riceveranno pagamenti dallo Stato e le pensioni aumenteranno. Entro pochi anni, tutti gli standard sociali dovranno essere portati al livello delle vicine regioni russe.
“Queste regioni diventeranno un tutt’uno con il Paese. Abbiamo già percorso questa strada con la Crimea e Sebastopoli e sappiamo cosa debba essere fatto. Dobbiamo garantire ora il rapido sviluppo di questi nuovi soggetti della Federazione. La responsabilità di questo sarà personalmente a carico dei ministri e dei vicepremier competenti”.
Naturalmente, particolare attenzione è rivolta allo sviluppo dell’industria. Si propone di raggiungere la sovranità tecnologica attraverso il lancio di una piattaforma di investimento sul principio dei cluster.
“Queste sono le iniziative industriali che serviranno a garantire cibo, energia e biosicurezza, nonché il rapido sviluppo del sistema sanitario, il settore dei trasporti del nostro Paese”.
“Stiamo parlando di iniziative in molteplici settori: si tratta di chimica di piccolo cabotaggio, motori, produzione di aeromobili e molto altro ancora.
In tutto il Paese, il trasporto pubblico dovrà essere potenziato ed è prevista una riparazione su larga scala delle autostrade. Nel 2024 almeno l’85% delle strade delle città più grandi, oltre a più della metà delle strade regionali e comunali, dovrà essere in condizioni accettabili.
Il Paese ha tutte le risorse per realizzare i suoi piani. “Grazie alla forte bilancia dei pagamenti della Russia, non abbiamo bisogno di contrarre prestiti all’estero. Non abbiamo bisogno di andare in schiavitù. Non andremo in asservimento e dipendenza. La nostra economia ha risorse finanziarie a sufficienza”.
Inoltre, la fiducia nel rublo dopo l’attacco finanziario occidentale è solo aumentata. “Prevediamo che nell’anno in corso e nel prossimo il nostro bilancio federale subirà un piccolo deficit, circa il 2% del PIL. E questo sarà uno dei migliori indicatori tra i Paesi del G20”.
L'Occidente contava di poter isolare la Russia. Ma questi piani sono falliti. “Imponendo sanzioni, i Paesi occidentali hanno cercato di spingere la Russia oltre la periferia dello sviluppo mondiale, ma non intraprenderemo mai la strada dell’autoisolamento e dell’autarchia. Al contrario, ci stiamo espandendo e continueremo ad espandere la cooperazione con tutti coloro che sono interessati”.
Lo sviluppo dell'istruzione e della scienza è sotto un controllo speciale. I piani prevedono la costruzione di nuove scuole, il rinnovo di quelle esistenti e la creazione di 25 nuovi campus universitari di livello mondiale.
Musica
Nel 2008 è morto un noto baritono sovietico, Muslim Magomaev. Molto amato, è rimasto famoso come cantante di musica leggera, ma in realtà aveva ben altre possibilità operistiche. Nella prima metà degli anni Sessanta, infatti, aveva seguito un tirocinio alla Scala di Milano. Allo scadere, gli avevano proposto di restare, rinunciando all’Unione Sovietica. Rispose: mio padre è l’Azerbajdžan, mia madre è la Russia. E se ne tornò in URSS. Di quegli anni coltivò comunque un ricordo molto affettuoso delle sue amicizie con le maestranze scaligere, operai e montatori che per lo più erano ex partigiani: dalla fine della guerra erano passati appena una ventina d’anni. Da loro aveva appreso una canzone, tuttora famosa in tutto il mondo: “Bella ciao”. Oggi voglio farvela ascoltare nella sua esecuzione. Prestate attenzione a due fatti. Il primo è la quasi totale assenza di accento, di inflessione, in italiano, poiché, pur parlando un russo impeccabile, la sua lingua madre era l’azero. Il secondo, è l’ultimo capoverso in russo.
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