Questo è un «breve» estratto dal bollettino della Rete Civica di Milano. Grazie ad Alessandra Callegari, il pdf completo è scaricabile qui.
Ragazzi, io non c ero…
Però grazie a Mark sono stata sempre tenuta aggiornata ed è come se fossi venuta alle varie feste, ai ritrovi o ai semplici pranzi (in fondo il primo lo ho organizzato io con il nonnino Bernardini). Comunque, presenza a parte, sono pienamente d’accordo con Antonia Grasso che in qualche modo si meravigliava di come tramite RCM sia facile conoscere persone anche diametralmente diverse ma pur sempre simpatiche e interessanti. A me è addirittura successo di andare in vacanza con uno di questi… Ne parlavo anche con mio cognato giorni fa (anche lui è dei nostri). Se, seduta a un bar a leggere, qualcuno mi invitasse per una chiacchierata, sarei quanto meno sospettosa e non rifiuterei solo se alla vista la persona mi desse un «certo affidamento» (pregiudizio)… Qui in rete non è così. Uno è in linea, sta leggiucchiando qua e là poi qualcuno lo invita in chat e giù… chiacchierate chilometriche su argomenti disparati. Poi la curiosità, l’incontro al bar o altro e si può dire che amicizia è fatta… Beh grande!!! Mi piace proprio!!! Non voglio aggiungere altro, diventerei molto noiosa. Bacioni a tutti. N.B. Dice bene Michele Fadda: agosto è finito; ma adesso che è settembre, ottobre ecc.… cerchiamo di andare avanti!!!
Paola Leporati
Magia a Milano
Agosto. È un momento magico, a Milano. Ve lo dico io che c’ero sempre, negli ultimi 15 anni. Luglio in vacanza (non sempre) e agosto a Milano. Succedono cose incredibili e avventurose, in agosto a Milano. Può succedere di incontrare per la strada un amico perso di vista per anni e di scoprire che resterà a Milano ad agosto e che ci si vedrà. Si scoprono pizzerie aperte che fanno “la pizza migliore di Milano”, mai neanche sentite nominare prima. Si conoscono persone incredibili che sembrano il frutto di una magia, la magia di agosto, e che poi scompaiono in settembre. Tutto ciò mi era già capitato, ma l’agosto 1995 mi ha preparato una sorpresona. Molte delle persone con cui per mesi avevo scambiato (tip-tap-tip-tap) messaggi e righe di chat (tip-tap-tip-tap-biip), diventavano volti, corpi e voci - incredibile!… incredibile… mentre leggo i messaggi che affollano la rubrica “Agosto in festa!” (più di 20 al giorno), ripeto tra me che tutto ciò ha dell’incredibile. Gli utenti di RCM che stanno in città e che hanno voglia di incontrarsi, contribuiscono attivamente proponendo, organizzando, offrendo ospitalità, passaggi in auto… Sembra un sogno: la comunità telematica che finalmente diventa una comunità di individui… Alessandra mette a disposizione il suo studio e organizza una deliziosa cena per più di venti persone (la gran parte a lei sconosciute); Antonia fa la stessa cosa la sera di ferragosto, invitando anche altri amici suoi “non telematizzati”; Mark elegge la sua casa come punto di riferimento per tutti; Mario comunica il numero del suo telefono portatile, in modo che chiunque possa raggiungerci anche a metà della serata; Donatella si offre di passare a prendere qualcuno… Spaghettate, cene, pranzi, scampagnate, birrate, cinema… e in poco tempo si è creata un’atmosfera di fiesta, condita da un’immediata confidenza tra tutti, intimità, gesti di simpatia e d’affetto… Spedisco un grosso grazie a ciascuno dei miei compagni d’estate con cui ho condiviso il server, i dischi, le conferenze e il pranzo e il vino e il sole e la musica.
Margherita Colaci
Una domenica fuori porta
Ritrovo a casa di Cristina, aperitivo scadente e qualche patatina… ma quel che conta è il pensiero. Verso le 13:00 arriviamo in trattoria a Lardirago, la classica trattoria di paese, pergolato e tavoloni lunghi in legno. Il Mark si accorge che la trattoria è sede dell’associazione ANPI del paese e si rinfranca ulteriormente. Il cibo è genuino ma finisce presto, lunga la serie di grappini vari e limoncini che la gente consuma… Dopo pranzo qualcuno si cimenta in una partita a scopa e dernier. Si decide poi di visitare il castello del paese, molto carino e lì, distesi nell’erba, si chiacchiera del più e del meno. Poi un altro spostamento, alla volta di una antica chiusa sul Ticinello dove troviamo tre personaggi molto simpatici che ci offrono da bere in cambio di una cantatina di Mark. Ci invitano a raggiungerli altre volte: magari, chi lo sa… E finisce il tutto a casa di Mark con una pizzata in compagnia.
Cristina Pagetti
Vorrei avere delle braccia… dal Mississippi al Bajkal
Era ieri. Era quasi un anno fa. Era in un’altra vita. Ero un’altra persona. Non è retorica, vi scongiuro di credermi. Se la rivoluzione d’ottobre […] fosse stata di maggio… No: troppo lontano. Accorgersi, per la prima volta, che se non si soffre quando si viene lasciati, è peggio, è molto peggio. Orribile. Non moralmente. Ma ci si sente inutili. Per la sorpresa. Le persecuzioni medievali mi hanno fatto passare i dubbi, come le distruzioni morali e materiali mi hanno svuotato. Ad ogni vaso lanciato, ad ogni urlo, ad ogni unghiata un pezzo di… Basta. Sono fuori tema.
È il ‘95. Sono ragazzino. Sì, in tutti i sensi, anche in quello. Ma cosa ve ne frega. Mi va bene così. Da tempo, nel tradurre (è il mio mestiere), ho eliminato la carta. Ero fiero del mio circuito stampato a 9600 bps. C’era anche scritto 2400 bps for modem. Ne scrivono di cose incomprensibili. Fumo negli occhi. Possedere qualcosa, malgrado se stessi, non impregnarsene, per usarlo in modo diametralmente opposto rispetto al capitalisticamente prevedibile, è poco marxista. Fuori tema. Ancora. Come sempre. È per questo che abbiamo perso (questa non è mia).
L’incubo è finito, sono finiti i giorni delle urla, degli scandali, della violenza, del grigiore. In modo del tutto casuale. L’unica mia azione, abulico come sono, è stata quella di uno scatto di ribellione quando questa persona, che ho amato per cinque infiniti anni, dopo avermi scaraventato nella solitudine, mi ha comunicato (sic) che tornava. No, dissi io. Non più. Il resto, ciò che è accaduto nei successivi cinque mesi, gli insulti e minacce telefonici in segreteria, le telefonate minatorie del padre di lei a mio padre (a Roma) e sue a mia madre (a Mosca), genitori di un uomo di 33 anni che vive solo dall’età di 20, è storia d’oggi. Sono ancora fuori tema.
Sono abbonato a Linus da circa 15 anni, e lo leggo da 20. Tra l’altro, galeotto fu Linus per ‘sta storia. Ma sono fuori tema. Quando, nell’86, mi riformarono dopo tre mesi di caserma e di reparto psichiatrico di ospedale militare, un mese dopo mi proposero di venire a Milano a lavorare, e avendo all’epoca la ragazza a Ivrea, accettai di buon grado. Poco importa che anche quella storia finì tragicamente con il sottoscritto abbandonato in Dalmazia con la testa fracassata. Sono fuori tema.
Solo a Milano. Città del cazzo. Per carità, il peggio non è mai morto. E del resto, la città da dove venivo, Roma, era di merda. Beh, vediamo un po’. Agendina. Qualche numero che inizia con 02/. Chissà chicazz’è. Boh. Ah, sì: Katia, facevamo gli sballati in piazza Navona. Era… sì, il 79. Canne a tutto spiano. Ho smesso di fumare sigarette normali nel ‘90, sembra il secolo scorso. 79, il telefono era analogico, ed a disco, mica a tastiera. Si pigiava il tasto per far scendere il gettone, quando ti rispondevano. Urbane, chiaro. Fuori tema.
‘86. Ciao, ti ricordi? Katia. Forse è perché non c’è mai stato un letto tra noi. Grande e tenera amicizia, mai provolaggine. Sì, stasera. Old Fox Pub. Piazza S. Agostino, metrò. Son 10 minuti che aspetto. Che palle, ‘ste donne. Pure quando non c’è nessuna storia sessuata dietro. «Scusa, per caso sei Mark?”. «E a te checcazzo te ne frega?!”. “Scusa, scusa… sono un amico di Katia, che arriva con mezz’ora di ritardo…”. «Così va meglio… Scusami tu”. Era Marco. Per chi mi conosce, dirò che è il mio più caro amico, col quale sono andato in barca questa estate.
All’Old Fox ho conosciuto tanta gente. Tra gli altri, uno sballato veneziano che «si muoveva e conosceva gente” (Nanni Moretti docet) a Roma. Quando si ricorda chi è, fa l’art director, qui a Milano. Il palloncino al posto della faccia, che scoppia alla prima rasatura Bic, per intenderci. È alto e grasso. È enorme. È tenero. Il suo socio, a confronto, è un pigmeo. Beh, il socio (Enzo Baldoni, il traduttore di Doonesbury), se lo vedete da solo, è grosso il doppio di voi che mi leggete. Insomma, insieme usano una balena come logo…
È così che, su Linus, a fine ‘94 leggo una prefazione di Enzo all’ennesima imbarcata di Garry Trudeau. Si cita una BBS e il suo relativo numero telefonico. Come sia andata a finire, per chi mi conosce (tanto per cambiare), è noto. Duomo, non dico altro. Però, attraverso vari messaggi di solidarietà, vengo a scoprire dell’esistenza di altre BBS.
lo sono comunista. Lo era mio nonno, confinato dai fascisti e torturato dalla Gestapo, lo era (lo è) mio padre, lo sono diventato io, abbastanza presto (14 anni). Non ho più smesso di esserlo. Anche, e soprattutto, dopo due bombe a mano e sette colpi di pistola. Rimanemmo feriti in 27. Ma questo, per l’ennesima volta, non c’entra.
Tutto questo per dire che l’espressione “Rete Civica”, che, per carità, non è prerogativa della sinistra, ha esercitato indubbiamente una certa attrattiva su di me. Fin dalle prime volte capii di sentirmi a mio agio, in una realtà nuova per me. Più cominciavo a sentirmi nel mio humus, più mi sentivo disposto a collaborare a livello di volontariato, per quel che sono le mie competenze. “Russofilia”. Poi, «Solitari? No: singlesl”. Faccio solo un esempio: anche prima di telematizzarmi, ho prestato e presto tuttora la mia opera di simultaneista, a titolo assolutamente gratuito, come contributo alla causa, all’associazione culturale “Punto Rosso”. Ai miei clienti questo scherzo costa 600.000 lire al giorno.
È il 19 luglio, è il mio compleanno, compio gli anni di Cristo, me ne può fregar di meno, ateo come sono. E se provassimo, civicamente, a scambiarci le informazioni circa la nostra permanenza forzata a Milano e circa i posti dove si può non morire in 3/4 d’ora di solitudine? Da questa innocente (??? Mah…) idea è nata “Agosto in festa!”. E qui, finalmente, veniamo al tema di questa mia missiva. Incredibile.
Il numero dei festaioli è variato tra i 15 e i 30, fatto sta che solo due li conoscevo da prima e/o indipendentemente dalla rete. Non avrei mai pensato che, tra questi presunti sfigati, si potesse conoscere tanta gente a cui ci si può affezionare, perché esseri vivi, umani, che non nascondono di esserlo, intelligenti. È bello, non nascondersi. Chi mi ha conosciuto avrà notato quanto io sia spigliato, nel senso contrario del timido. È una facciata, credetemi. Semplicemente (meschinamente?), decido con chi aprirmi, e con chi – no. L’ultima volta che mi sono sentito così a mio agio, era il 76, ed eravamo in 83. Ma questa, di nuovo, è un’altra storia. Non perdiamoci, sarebbe davvero frustrante. Non per me, per me sarebbe deprimente.
Stefano fa finta di essere antipatico e burbero. Provate a guardare al di là dei suoi occhiali. O oltre i suoi baffi. È vulnerabile, ne è cosciente e si difende. Ma resta amabile, suo malgrado. Alessandra è una fiaba, è così capace di dare da dimenticare di avere diritto di avere. E meriterebbe di avere qualunque cosa desideri. Margherita è peggio di Stefano. Una furia. Margherita, che getta i fiori gialli nella fossa di scolo. Margherita, che più Chiara di così… Margherita è limpida, fuor di battuta. Mario F. fa finta di sonnecchiare. Tutte palle. Mario, una testa che vale più di. Vale più di, e basta. L’aveva capito anche la Thatcher. Antonia. Un maremoto nel cervello. Antonia, il vento. Antonia boh ma di cuore. Antonia di cuore ma con causa. Anto, umorismo dichiarato cattivissimo, ma chissà perché riesce al massimo ad essere teneramente spiritosa. Vai così… Ezio, que si pasaran, es la muerte. Giuliano, ma tranquillo-tranquillo, sapete? Famiglia, turni all’ospedale… L’onestà, la rettitudine di un uomo che ha pagato per le sue scelte e che, a differenza del sottoscritto, non le va sbandierando in giro. Mario S. Ma sì, dai, il leghista, no? Ma tu guarda che tipo… Chissà che ci fa lì uno come lui. Voglio dire: mica è il primo che conosco. Eppure, il primo a essere un ragazzo tranquillo, non esaltato, che distingue una stronzata da una battuta, che distingue un ciao da un abbraccio. Un ragazzo giovane, giovanissimo rispetto a quasi tutti quelli che ho nominato, quasi la mascotte del gruppo, un ragazzo a cui credo tutti noi auguriamo che nulla nella vita spezzi la vita stessa. Fulvio, io lo so perché abbiamo perso. No, non è perché compagni organizziamoci. È perché quelli come noi, che son venuti su un po’ strani […] e covano le loro solitudini. Donatella, poteva mancare? Viva, a dir poco. Un’eruzione di gioia, di spontaneità. Se penso a Donatella, non riesco ad immaginarla senza sorriso. Chiedo scusa a tutti quelli che non ho nominato, ho cercato di limitarmi a quelli che bene o male hanno cementato il gruppo «agostano”, senza voler sminuire gli altri, che, ahiloro, hanno dovuto assolvere ai gravosi e deprimenti obblighi vacanzieri mentre noi eravam qui che ce la spassavamo alla facciaccia loro e altrui… ;-) Chiedo perdono a tutti quelli che ho nominato. Ho cercato di dire quel che ho provato nel ripensare a ciascuno dei sopracitati, e già vedo che di ciascuno avrei voluto dire mille altre cose ancora. Eppure, credo (chissà perché?) di avere tediato a sufficienza i vostri sentimenti. Abbiamo guadagnato qualcosa, abbiamo costruito qualcosa, non disperdiamo questo patrimonio. Se vorremo, sarà sempre Agosto. Sarà sempre festa. Sarà sempre socialità. Vorrei aver delle braccia “dal Mississippi al Bajkal”, come diceva Evtušenko, per potervi abbracciare tutti.
Noi ci siamo conosciuti così…
Ecco l’elenco di chi, prima o poi, si è conosciuto grazie a RCM: qualcuno ha partecipato a quasi tutti gli incontri, qualcuno a uno solo e qualcun altro… si è limitato a mandare messaggi di solidarietà. O quasi.
Andrea Avosani, Giovanni Bacchi, Rudi Baggio, Stefano Basagni, Stefano Bellinzona, Paolo Bergmann, Mark Bernardini, Fabio Bettoni, Armanda Borrelli, Pietro Braione, Lorenza Brescia, Corrado Canovi, Anna Cappelli, Giovanni Casapulla, Franco Cattaneo, Silvia Centeleghe, David Cerbino, Fabio Cestari, Claudio Chicco, Alfredo Chizzoni, Enrico Cigada, Roberto Ciuffolotti, Margherita Colaci, Simone Corelli, Arianna Dagnino, Ferdinando D’Amico, Umberto De Angelis, Fiorella de Cindio, Fulvio M. Dossena, Massimo Encidi, Michele Fadda, Cristina Ferloni, Mario Ferrandi, Ferdinando Ferrari, Sergio Ferrentino, Elisa Filocamo, Igor Francia, Giovanni Frediani, Valentina Furnari, Loredana Gentile, Oliverio Gentile, Andrea Grassi, Antonia Grasso, Paolo Gualano, Matteo Guindani, Vittorio lannone, Lucia Ingrosso, Raffaella Lavagnino, Paola Leporati, Luciano Lorenzin, Domenico Marchitti, Marzio Marino, Mario Marinucci, Lorenza Mondini, Nicolas Monti, Cristina Pagetti, Luigi Pagliuca, Andrea Panagia, Stefano Paolini, Ezio Partesana, Paolo Pastore, Roby Pellegrini, Roberto Peretta, Roberto Partile, Marco Pugliese, Stefano Radaelli, Lucia Randone, Matteo Reds, Vittoria Reggiani, Andrea Rizzoli, Giuliano Sacchi, Mario Salomoni, Lorenzo Sangalli, Max Sangalli, Franco Sbarra, Giulio Scotto, Vaclav Sedy, Maurizio Sisti, Andrea Spangaro, Fabio Stefanini, Fulvio Taddei, Monica Tonus, Donatella Toscani, Gianni Triulzi, Stefano Tullii, Roberta Tumminelli, Filippo Valmaggia, Marco Vanzulli, Annamaria Velluto, Dario Venegoni, Elena Vindimian, Lorenzo Villa, Carlo Volpi, Michele Zanardi, Michele Zoppi, Paola Zucchella… Manca qualcuno?
Un compleanno in agosto
Come spiegare agli altri, comuni mortali, di aver felicemente festeggiato il proprio 41° compleanno con 20 persone che, solo un mese prima, non sapevo nemmeno esistessero? RCM è anche questo. Essendo nata il 18 agosto del ‘54, per quarant’anni (tranne un paio di eccezioni) i miei compleanni si sono svolti con pochi, pochissimi intimi e persino da sola, in Africa o sull’Himalaya. Quest’anno, invece… Tutto comincia quando, verso metà luglio, mi collego a RCM, avendone sentito parlare dal gentile Oliverio, a Crema, durante una giornata dedicata all’informatica. Rapido acquisto di un modem, qualche consiglio per capire come si fa (mai avuto il pallino della telematica), e via, in rete. All’inizio, con l’intento dichiarato di promuovere la “mia Africa” e di aprire il dibattito sul continente nero di cui mi occupo per passione da qualche tempo (cosa che avviene, di lì a poco), poi, sempre più e con sempre maggiore stupore, con la voglia di “navigare e basta”, anzi di “chattare” (orribile neologismo per qualificare una realtà divenuta quotidiana!), di entrare insomma in contatto con altri naviganti virtuali. Tutti, rigorosamente, fuori di testa. E mi ci metto anch’io, per prima. Come spiegare altrimenti di aver invitato a cena un perfetto sconosciuto, “chattato” da dieci minuti, solo perché appassionato di medioevo? O di aver passato il ferragosto con un altro, ridendo a crepapelle come vecchi amici, eppure incontrato in rete da tre giorni? O di essere andata alle corse con un altro ancora, incrociato via modem sull’onda di un dibattito “inutile”? O di aver invitato 25 scatenati in ufficio a mangiare bere suonare la chitarra fino alle sei del mattino senza averli mai visti fino a quel momento? E così via, di birrata in birrata, di festa in festa. Finché alcuni più balzani decidono di organizzarmi la cena di compleanno: con mia assoluta delizia, ché mai mi era capitato tanto onore (forse solo per i miei 18 anni, grazie mamma!). Uno, soprannominato “il grande organizzatore rosso” propone di cenare all’ARCI. Che Bellezza! Peccato che lì non si cena, e grazie a Dio lo scoprono gli altri in tempo, giusto quel paio d’ore prima dell’appuntamento fatidico. Ma la Maggie nazionale si ricorda che io sono un po’ africana e scodella per gli RCMisti affamati l’idea di una cena egizia al ristorante “Il Faraone”, dove ci ritroviamo in una ventina di sciamannati, a mangiare fave fritte e purè di ceci, involtini in foglia di vite e salsa di sesamo. Con tanto di mazzo di fiori per me e dolce con le candeline (non le ho contate: ma le ho spente d’un soffio), che quasi mi commuovo. Che dire di più? Che siamo andati a continuare la serata al Parco delle Rose (sia pure ridotti a otto), perché io volevo ballare. Che ci hanno buttato fuori alle 3 (senza ahimè aver ballato nemmeno un lambadina…), e a quel punto gli ultimi irriducibili hanno tirato mattina a casa del solito Mark Bernardinovič detto la Roccia. Non io: anche perché dovevo andare in ufficio a provare il regalo fattomi dagli amici RCMisti. Una confezione in tetrapak con dischetto, istruzioni e quant’altro per collegarsi a Internet. Capito? RCM mi ha fregato. Adesso chi mi scolla più dal video? :-)))
P.S. Non a caso, poche ore dopo RCM ha fuso.
Un agosto leggendario!
Piccolo riassunto delle puntate precedenti, per chi non c’era (non c’ero neanch’io, ma le cose si vengono a sapere…). Quando Agosto era nel bel mezzo della festa è successo il patatrac: la torre di babele c crollata e gli erreciemmini non riuscivano più a comunicare… allora Mark-Noé costruì un’arca e riuscì a portare in salvo un nutrito (è il caso di dirlo!) gruppo di irriducibili festaioli, approdando in cima al monte T&S dove cantando, bevendo e mangiando tutti aspettarono che il diluvio-vacanza finisse per poter tornare a valle e fare un bel picnic… Beh, si, insomma… mi pare che sia andata più o meno così… Basta un nulla ed è già leggenda.
Silvia Centeleghe
La domenica a Landriano della “grande abbuffata”
Dire che è stato bello è dire poco. Il pranzo, svoltosi in una godereccia trattoria di Landriano, ha superato ogni previsione. Per coloro che non sono potuti intervenire, per dovere di cronaca, riporto il menù della «grande abbuffata». Aperitivi: a casa di Mark Pinot Bianco e Pinot Grigio (vino profumato, di sapore asciutto e gradevolmente amarognolo; si accompagna perfettamente ad antipasti magri, minestre asciutte e in brodo, piatti a base di uova e di pesce; si consiglia di servirlo freddo; non disperdere il vetro nell’ambiente); a casa di Cristina Martini Bianco, Red Corse; antipasti: salumi misti (coppa, prosciutto cotto, crudo, salame, speck), cotechino, sottaceti, olive, peperoni alla griglia: primi piatti: risotto ai funghi e salsiccia, ravioli di carne al ragù; secondi piatti: arrosto di vitello, roastbeef; contorni: patatine fritte e insalata mista; dolci: tartufo vellutato, tartufo bianco, gelato al gianduia, gelati misti; caffè: normale e hag; ammazzacaffè: grappa, limoncino; beveraggi: pinot nero e barbera. Terminato il pranzo/merenda (alle 16.00) il gruppone si è cimentato nelle più svariate attività ricreative: chi giocava a scopone (Mark e Stefano Paolini), chi giocava a dernier (Stefano Bellinzona, Elena Vindimian, Alfredo, Nicola Monti), chi discuteva di massimi sistemi (i restanti). Il gruppo ha poi deciso di muovere alla volta del castello di Landriano, dove i presenti (adagiati all’ombra di maestosi platani) hanno dato sfoggio delle loro notevoli doti umoristiche. L’improvvisa apparizione di Giuliano Sacchi ha convinto tutti che la giornata meritava un ulteriore sviluppo e così abbiamo puntato su un ameno rio (con immancabile cascatella) molto poetico e alquanto “fragrante” e aulente. A questo punto c’è da dire che alla lista andrebbero aggiunti tre omaccioni bellissimi dentro, che ci hanno offerto del vino, invero gradito, dopo non so quant’altro (vino? birra? grappa? limoncino?) e un cane che ha appagato il suo spasmodico desiderio di fare un bagno in questa squallidissima diramazione del Ticinello che però non puzzava (non troppo, almeno). Saranno state le esalazioni del poetico rio, o l’implacabile calura che permeava l’aere… fatto sta che, giunti a questo punto, è serpeggiato nel gruppo il desiderio di vedere il mare! Purtroppo alcuni elementi (invero i meno resistenti) hanno osteggiato questa stupenda alternativa alla “classica serata cittadina” e non se ne è fatto nulla (ci sono comunque già proposte per i prossimi giorni: vedere l’oceano…). In questo preciso istante, avendo come compagne le immancabili bottiglie di pinot, i numerosi superstiti stanno cercando di fissare uno straccio di programma per concludere degnamente la giornata. Se avete qualche idea, telefonateci. Essendo riuscita così bene, abbiamo deciso di instaurare, oltre alla numerazione progressiva delle feste, la numerazione altrettanto progressiva e parallela delle gite fuori porta. Quella di oggi è la numero due!
Mark Bernardini e Mario Salomoni
L’Agosto infesta di RCM, ovvero… come il virtuale diventò reale
Tutto comincia… difficile raccontarlo. Si intrecciano troppe cose. Ma se vogliamo ricostruire la storia di RCM che, da comunità virtuale, diventa reale (in carne e ossa, come dice Fiorella De Cindio), è la storia di come dieci, venti, cinquanta, cento persone cominciano a parlarsi tramite un terminale e un modem e poi, spesso senza nemmeno sentirsi per telefono, decidono di incontrarsi di persona. Come spiegare che, in rete, ci si può dare appuntamento senza imbarazzo, mentre per strada, sul tram, in metrò o in un bar, nessuno si sognerebbe di dire a uno sconosciuto: “Ciao, come stai, hai voglia di uscire con me?”. Eppure… è andata proprio così. Tutto comincia con un invito a pranzo: i primi che si incontrano si danno appuntamento in una pizzeria di via Orti, su invito di Mark Bernardini. È il 14 luglio, un venerdì. Mark lascia un messaggio in RCM dal titolo “noi ci siamo visti: ci siamo auto-organizzati (roba da ‘68, vero? ben venga!); oggi a pranzo abbiamo piacevolmente mangiato assieme in pizzeria all’aria aperta. Invito tutti a moltiplicare e replicare questo genere di iniziative, perché serve davvero a capire di più le persone con le quali ci si rapporta in Rete, soprattutto, come nel nostro caso, se civica? Detto fatto: cinque giorni dopo, è il compleanno di Mark e l’appuntamento per la sera è all’Old Fox, per quella che diventa la Birrata RCM 1; lo stesso Mark, eletto cronista ufficiale degli incontri di RCM, descrive la serata come una lunga maratona, i cui partecipanti “si passavano in continuazione il testimone (gente che andava via, gente che arrivava, gente che tornava), riuscita benissimo.» E propone di istituire una conferenza di organizzazione delle serate, dal titolo “Festa RCM”: nel mese di agosto, potrebbe essere un toccasana per gli sfigati che restano in città… E così è: incontri si succedono a incontri. Nonostante l’assenza di Mark, si organizza un’andata in pizzeria per il martedì 25 luglio al King, sul Naviglio Pavese. Ci si ritrova in quasi una ventina, è di nuovo un successo. Persino il “mitico” administrator Casapulla si mostra in carne e ossa… Fabio Cestari propone allora di festeggiare un suo esame con una nuova birrata al bar Bosco per venerdì 28 luglio, Giulio Scotto mette addirittura una piantina in rete per indicare la strada a chi non sa come raggiungere il luogo dell’appuntamento. Lunedì 31 luglio torna Mark Bernardini e apre una subconference in “Solitari? No: singles!» dove continuare a darsi appuntamento. È la grande svolta. Incontrarsi diventa sistematico, organizzato, con tanto di lista dei partecipanti, prima e dopo. La festa RCM 4 viene organizzata per giovedì 3 agosto nella solita pizzeria di via Orti e successiva birrata in un bar a porta Romana. Giovedì 8 agosto Alessandra Callegari invita a cena nel proprio studio: si ritrovano in 25, con due chitarre e di nuovo, con gli ultimi, si tira l’alba. Il 10 agosto, due giorni dopo, si decide di andare a vedere le stelle cadenti in un bar di Chiaravalle e la serata si conclude, dopo una bevuta al Gran Caffè, con gli ultimi irriducibili che si concedono una spaghettata a casa del solito Mark fino alle sei del mattino. Il giorno di Ferragosto, è la volta del “Cortil Party” di Radio Popolare in via Stradella con proseguimento di serata da Antonia Grasso. Venerdì 18 agosto è il compleanno di Alessandra Callegari, primo compleanno festeggiato ufficialmente da RCM. La cena si svolge in un ristorante egiziano, il Faraone, poi si va a bere al Parco delle Rose, di nuovo si fanno le ore piccole e piccolissime. Il giorno dopo è il crash di RCM: ma niente paura, Agosto in festa! continua.
A.C.