Mark Bernardini

Mark Bernardini

lunedì 28 ottobre 2024

100 Italiani di Russia

Da Mosca, Mark Bernardini. Centesimo notiziario settimanale di lunedì 28 ottobre 2024 degli italiani di Russia. Ueilà, centesimo. Suona bene. Poi, tra meno di un mese, il 22 novembre, questo notiziario compirà due anni. Pazzesco. Buon ascolto e buona visione.

Attualità

Intervista rilasciata dal Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergej Lavrov al settimanale “Argumenty i fakty”(21 ottobre 2024)

Punti chiave:

* I BRICS sono un raggruppamento di Paesi nel quale non esistono “leader” e “seguaci”, e che è privo di quel tipo di apparato burocratico che invece vediamo a Bruxelles, nell’ambito del quale i funzionari europei impongono le proprie decisioni: decisioni che non rispondono alle attese degli elettori di molti dei Paesi.

* Il principale elemento distintivo dei BRICS, così come delle altre organizzazioni istituite dai Paesi della Maggioranza mondiale e dell’Est globale senza la partecipazione dei Paesi occidentali, sta nel fatto che tali raggruppamenti vengono istituiti non per lottare contro qualcuno o per fargli la guerra, bensì per trarre comune beneficio da quei vantaggi competitivi di natura oggettiva che derivano dalla posizione geografica dei Paesi che ne fanno parte, dalla loro storia comune, vicinanza e affinità, e dall’interconnessione che caratterizza i loro sistemi economici.

Europa

* Sottolineo ancora una volta che i cosiddetti conservatori di destra sono leali nei confronti del proprio Paese e del loro popolo. Noi lavoreremo con tutti coloro che si rivolgeranno a noi proponendoci di dialogare, di cercare punti di incontro e di riflettere su come poterci adoperare insieme per migliorare la vita dei nostri cittadini.

Sicurezza Eurasiatica

* Noi proponiamo di condurre un dialogo sulla creazione di un’architettura di sicurezza eurasiatica su scala continentale, e sottolineiamo espressamente che le porte saranno aperte a tutti, a inclusione dei Paesi situati nella parte occidentale del continente eurasiatico.

Presentazione del libro “Le vere cause del conflitto russo-ucraino” pubblicato da Visione Editore.

(23 ottobre 2024, Villa Abamelek)

Il 23 ottobre 2024, a Villa Abamelek, presso la residenza dell’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, si è tenuta una serata speciale: è stato presentato il volume, pubblicato su iniziativa di Visione Editore, “Le vere cause del conflitto russo-ucraino”.

Il libro offre ai lettori italiani la possibilità di leggere l’articolo del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin “Sull’unità storica di russi e ucraini” del 2021, il saggio “La creazione dell’Ucraina e il ruolo strutturante del nazionalismo ucraino” degli storici Eduard Popov e Kirill Ševčenko, nonché l’articolo “L’Ucraina come danno collaterale sulla strada dell’atlantismo militante” di György Varga, responsabile della missione OSCE in Russia nel 2017-2021.

Durante la parte ufficiale del programma, sono intervenuti Aleksej Paramonov, ambasciatore della Federazione Russa in Italia, l’editore Francesco Toscano e Bruno Scapini, scrittore, saggista, ambasciatore italiano.

A margine, segnalo che la traduzione dal russo all’italiano è stata realizzata dal sottoscritto, ma questo è secondario, irrilevante.

Dall’intervento dell’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Aleksej Paramonov alla presentazione del libro “Le vere cause del conflitto russo-ucraino” pubblicato da Visione Editore.

(23 ottobre 2024, villa Abamelek)

* Il grande merito di questa iniziativa editoriale risiede nel fatto che prende le distanze dalla tendenza alla semplificazione che, ultimamente, sembra dominare la sfera della politica globale. E’ animata piuttosto dal desiderio di analizzare e spiegare nel dettaglio le cause e gli antefatti della tragedia che oggigiorno vediamo imperversare nell’Europa dell’Est.

* Anche nelle attuali circostanze, caratterizzate dal dominio assoluto della propaganda all’interno dei media occidentali, a farsi strada con tenacia sempre maggiore è la comprensione che l’Operazione Militare Speciale avviata dalla Russia nel febbraio 2022 aveva l’obiettivo di porre fine al conflitto in corso nell’Ucraina sud-orientale, conflitto scatenato dalle nuove autorità al potere in Ucraina contro una parte del loro stesso popolo. Come sappiamo, la Crimea, la Repubblica Popolare di Lugansk, la Repubblica Popolare di Doneck e, in seguito, anche le regioni di Zaporož’e e di Cherson si sono rifiutate di piegarsi al regime nazionalista giunto al potere a seguito del colpo di Stato anticostituzionale, sostenuto dall’esterno, che ha avuto luogo nel 2014. Dopotutto, sin dai primi giorni al potere, i nazionalisti si erano imposti di ripulire l’intero territorio ucraino da tutto ciò che c’era di russo: le persone, la lingua, la storia, la religione e i valori. E’ stato proprio così che ha avuto inizio il conflitto interno in Ucraina, costato la vita in otto anni a 14.000 civili e a quasi mille bambini.

* L’Ucraina attuale è un triste esempio di ciò che accade a un Paese che si sia lasciato sottomettere a ingerenze esterne mirate a influenzare le dinamiche interne del suo sviluppo, nel momento in cui tali forze esterne decidono di imporre una scelta geopolitica forzata e innaturale. Tra l’altro, a seguito della dissoluzione dell’URSS, nel 1991, la nuova, moderna Russia, a prescindere da ciò che se ne dice, non aveva motivo di rimproverarsi alcun tipo di condotta espansionistica. Al contrario, Mosca era pronta anche a diventare parte dello stesso Occidente, ma ha ricevuto in tal senso un sonoro rifiuto, per non dir di peggio. Nel frattempo, le strutture occidentali, ossia la NATO e l’UE, hanno dato inizio al loro infido avanzamento verso i confini della Russia.

* Il Presidente Vladimir Putin ha concluso il suo articolo del 2021 con queste parole: “La Russia non è mai stata e non sarà mai un’anti-Ucraina”. E neppure adesso lo è. Il folle, sanguinoso decennio di storia ucraina trascorso dagli eventi di Piazza Majdan del 2014 non può comunque cancellare i tre secoli e più in cui il popolo russo e quello ucraino hanno condiviso la propria esistenza. I nostri popoli sono legati da una storia e da una lingua comuni, ma anche dalla comune fede e da tradizioni culturali condivise. Char’kov, Kiev e Odessa, come altre città russe e ucraine, rimangono tuttora un lascito del grande patrimonio comune.

* Le speranze legate a una resurrezione di quell’Ucraina cristiana, ortodossa, amica, buona e amata da tutti, il cui ricordo è ancora vivo nei nostri cuori, sopravvivono tuttora. Il grande scrittore russo Nikolaj Gogol’ non fu mai del tutto sicuro di quale delle due nature prevalesse in lui: se quella russa, o quella ucraina. Ma era convinto che entrambe fossero un generoso dono di Dio e che, soltanto attraverso la loro unione e il loro divenire unitario, avrebbero potuto dare vita a qualcosa di assolutamente perfetto dal punto di vista umano.

La Stampa: Putin ha avuto un arresto cardiaco, è la fine!

Ha anche il Parkinson (Corriere)

E un cancro (Repubblica)

E poi il diabete (Secolo d’Italia)

Soffre di sindrome di Asperger (Ansa)

Per non parlare della sindrome di Cushing (SkyTg 24)

Per curarsi usa il sangue di cervo, praticamente è solo grazie a questo che resiste a tutte queste malattie (Corriere)

Ah, inoltre è ovviamente un “folle” che si crede onnipotente: “Nella sua mente una realtà parallela”! (Corriere)

Sulla convocazione al Ministero degli Esteri russo dell’Ambasciatore tedesco a Mosca.

Il 22 ottobre l’ambasciatore tedesco a Mosca è stato convocato dal Ministero degli Esteri russo per esprimere una forte protesta in relazione alla creazione, su iniziativa di Berlino, del quartier generale regionale del comando navale della NATO sulla base del quartier generale della Marina tedesca a Rostock, nella Germania orientale.

All’ambasciatore è stato detto che questo passo degli ambienti dirigenti tedeschi è la continuazione del percorso verso una revisione strisciante dei risultati della seconda guerra mondiale e della militarizzazione del Paese.

Vi è una grave violazione dello spirito e della lettera del Trattato sulla transazione definitiva nei confronti della Germania del 12 settembre 1990 (“Trattato 2+4”), in conformità con le disposizioni del paragrafo 3 dell’art. 5 che prevede l’obbligo di impedire lo stazionamento e l’impiego di truppe straniere sul territorio della ex RDT. Abbiamo chiesto spiegazioni immediate ed esaurienti a Berlino.

Emergono tragici parallelismi con la rimilitarizzazione della Renania da parte della Germania nel 1936, in violazione dei termini del Trattato di Versailles del 1919.

Da parte russa si è constatato che non solo i politici nelle capitali europee, ma anche i loro curatori a Washington sono stati contagiati da un’amnesia storica, avendo dimenticato quale disastro per i popoli dell’Europa e per la stessa Germania fosse stato allora portato dall’odio cieco verso l’URSS, e dal tacito consenso di Parigi e Londra alle azioni della leadership del Terzo Reich.

Ora, nell’attuale fase storica, gli ex alleati occidentali della coalizione anti-Hitler non solo hanno benedetto Berlino per la violazione diretta di uno dei documenti giuridici fondamentali internazionali, ma ne sono anche diventati diretti complici.

Washington, Bruxelles e Berlino devono essere consapevoli che l’espansione delle infrastrutture militari della NATO nel territorio dell’ex RDT avrà conseguenze molto negative e non rimarrà senza una risposta adeguata da parte russa.

Cultura

Ve lo ricordate, dopo tre ore e mezzo, Fantozzi con l’iconica frase per cui “La corazzata Potëmkin è una cagata pazzesca”? Fin da allora io ricordavo a tutti che quel film dura appena 75 minuti, mentre per la qualità de gustibus non sputazzellam est. Fatto sta, nel film “La Corazzata Potëmkin” compaiono come attori alcuni dei collaboratori di Ejzenštejn, tra cui spicca il regista e sceneggiatore Grigorij Aleksandrov nel ruolo dell’ufficiale Giljarovskij. Anche Ejzenštejn stesso si prestò come comparsa (nel ruolo di un abitante di Odessa), così come sua madre.

Ancora più interessante è il fatto che la “donna con la carrozzina”, nota in URSS come Beatris Vetol’di, era l’attrice italiana Beatrice Vitoldi.

Nata a Salerno nel 1895, a cinque anni si era trasferita a Riga con la famiglia per seguire il padre ingegnere, assunto dalla Russisch-Baltischen Waggonfabrik. Da Riga i Vitoldi si trasferirono a San Pietroburgo, dove il padre di Beatrice iniziò a lavorare per una fabbrica di macchine utensili.

La futura attrice partecipò attivamente alla Rivoluzione d’Ottobre e lavorò per il Proletkul’t, l’organismo fondato nel 1917 allo scopo di fornire le basi di una vera arte proletaria.

Nel 1925 conobbe Ejzenštejn che nella “Corazzata Potëmkin” le assegnò il ruolo della madre che spingeva la carrozzina nella celebre scena della scalinata di Odessa. Nonostante il piccolo ruolo, Beatrice divenne molto nota in Unione Sovietica, tanto che nel 1931 fu chiamata a lavorare presso l’Ambasciata sovietica a Roma (secondo alcune fonti, fu addirittura la prima ambasciatrice in Italia del neonato Stato sovietico).

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Perché siamo piloti

Il cielo è nostro, il cielo è la nostra casa

Per prima cosa, la prima cosa: gli aeroplani

– E allora, che mi dici delle ragazze?

– E poi le ragazze!

Mosca, Snežinsk e Ozërsk (regione di Čeljabinsk), Obninsk (regione di Kaluga), Zarečnyj, Lesnoj e Novoural’sk (regione di Sverdlovsk, Caterimburgo), Kerč’ e Sebastopoli (repubblica di Crimea), Alma Ata (Kazachstan), Desnogorsk (regione di Smolensk), Sarov (regione di Nižnij Novgorod e repubblica di Mordovia), Glazov (repubblica dell’Udmurtia), Kursk (distretto federale centrale), Krasnodar e Natuchaevskaja (territorio di Krasnodar), Baku (Azerbajdžan), Taškent (Uzbekistan), Balakovo (regione di Saratov), Elektrostal’ (regione di Mosca), Usol’e-Sibirskoe (regione di Irkutsk).

Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!

Trovate tutte le edizioni del notiziario (con il testo) in Blogspot.

Tutti i video (senza testo) si trovano in:

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lunedì 21 ottobre 2024

099 Italiani di Russia

Da Mosca, Mark Bernardini. Novantanovesimo notiziario settimanale di lunedì 21 ottobre 2024 degli italiani di Russia. Siamo quasi a cento. Buon ascolto e buona visione.

Attualità

Dal briefing di Marija Zacharova, rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri della Federazione Russa (16 ottobre 2024)

In merito al rifiuto dell’Italia di rilasciare i visti alla delegazione russa al 75° Congresso Astronautico Internazionale

In questi giorni l’Italia ha preso una decisione che non può essere considerata tra le sue migliori.

Dal 14 al 18 ottobre 2024 si è svolto a Milano il 75° Congresso Astronautico Internazionale. Si tratta di una delle piattaforme più autorevoli al mondo per lo scambio di opinioni e la discussione sulle prospettive di sviluppo dell’industria spaziale. L’evento, organizzato dalla Federazione Astronautica Internazionale, riunisce ogni anno oltre 5.000 partecipanti: leader di agenzie spaziali, cosmonauti, scienziati ed esperti provenienti da diversi Paesi. L’Agenzia statale per le Attività Spaziali “Roscosmos” e alcuni enti dell’industria spaziale e missilistica russa sono membri permanenti della Federazione dal 1993 e ogni anno versano le quote associative al suo bilancio. Rappresentanti della Russia sono stati ripetutamente eletti negli organi direttivi della Federazione.

Quest’anno, una prestigiosa delegazione russa, guidata da Jurij Borisov, Direttore Generale di Roscosmos, aveva previsto di partecipare al Congresso di Milano. La delegazione è stata invitata ufficialmente dal Presidente della Federazione Astronautica Internazionale (che, tra l’altro, è cittadino statunitense, ma questo non gli ha impedito di agire nel quadro delle norme e delle regole approvate nella sua Federazione) nonché dal Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. Nonostante questo, nonostante l’appartenenza a pieno titolo della Russia alla Federazione, nonostante l’assenza di debiti finanziari e di altro tipo, nonostante siano state espletate le formalità necessarie, tra cui il pagamento delle quote di partecipazione, delle spese di volo e di soggiorno, secondo voi cosa è successo? Il governo italiano ha negato il visto ai delegati russi.

So bene che l’Italia è una grande potenza spaziale, in grado, probabilmente, di supplire all’assenza della delegazione russa. Anche se molti non ne sono convinti. Ma pensateci: se al nostro Paese, che ha dato un contributo inestimabile all’esplorazione dello spazio e lo ha proclamato zona franca da contrapposizioni e competizione senza scrupoli, ma ambito di esplorazione pacifica, non viene permesso dall’Italia di partecipare a conferenze ed eventi dedicati allo spazio, chi viene derubato dal governo del Paese ospitante? Chi viene penalizzato? […]

Siamo indignati per l’ennesima mossa ostile delle autorità italiane. Inoltre, è vergognoso che Roma si occupi di queste cose. Ancora una volta l’Italia ha totalmente disatteso gli obblighi di un Paese ospitante un grande evento internazionale. Consideriamo la decisione di rifiutare il visto d’ingresso alla delegazione russa illegittima e ingiustificata. La riteniamo un’altra manifestazione della linea russofoba dell’attuale leadership italiana. La decisione di Roma è assolutamente in contrasto con gli scopi e gli obiettivi della Federazione, mina le basi della cooperazione internazionale nell’esplorazione e nello sviluppo pacifico dello spazio e infligge un altro colpo alle relazioni russo-italiane che, a causa delle azioni della leadership italiana, stanno vivendo la crisi più profonda dalla fine della Seconda guerra mondiale.

Mosca: premiati i vincitori del Premio letterario italo-russo “Raduga”

Il professor Antonio Fallico, Presidente dell’Associazione italiana “Conoscere Eurasia”: “Nella prassi quotidiana si calpesta di continuo il diritto al dissenso e alla critica. Praticamente si ignora il diritto internazionale. I confini tra il vero e il falso sono quasi scomparsi. Sono state recise le radici semantiche dei concetti di democrazia e di libertà, e hanno perduto il loro significato storico le definizioni di destra e di sinistra”.

In un mondo sempre più influenzato dall’intelligenza artificiale, o meglio dire “artificiosa”, il Premio “Raduga” cerca di preservare il dono di scrittori e traduttori nella loro forma originale, colmando il divario tra le due culture dalla storia millenaria – quella russa e quella italiana.

I quattro vincitori, due per ciascuna delle categorie – Giovane narratore dell’anno e Giovane traduttore dell’anno per entrambe le lingue – sono stati scelti tra i 10 finalisti, al termine di una selezione iniziata con 359 candidati. Gli elaborati sono stati decisi da una giuria italiana e una russa, composte da figure autorevoli del mondo della letteratura e dell’editoria dei due Paesi. Tutti i partecipanti condividono uno spiccato senso della realtà e il desiderio di sviluppare il proprio dono speciale per la scrittura. Oltre a un premio in denaro, i vincitori ricevono la possibilità di pubblicare la loro opera nell’antologia letteraria bilingue del Premio, insieme a una breve nota biografica, una fotografia e una recensione critica.

“Le tensioni geopolitiche che negli ultimi tempi hanno aumentato a dismisura i rischi di una guerra nucleare globale non hanno potuto non influenzare le opere dei partecipanti”, ha dichiarato nel suo discorso alla cerimonia solenne il fondatore del Premio letterario “Raduga”, Antonio Fallico. “Quando ho letto i racconti dei finalisti del concorso ‘Raduga’ del 2024 sono stato colpito da una strana sensazione. Come se gli autori finalisti, vivendo lontano gli uni dagli altri, gli uni in Italia, gli altri in Russia, non conoscendosi, avevano in comune, almeno alcuni di loro, un sentimento di smarrimento. Come se si sentissero persi nel mondo che li circondava, senza poter aggrapparsi ad alcuna certezza, neanche virtuale e illusoria. Sul loro mondo dominava l’incertezza e la solitudine. Una solitudine desertica, malgrado l’invasiva e assordante interconnessione del nostro tempo”.

“Ho vissuto nel dopo guerra di una Sicilia distrutta dai bombardamenti degli Alleati anglo-americani, governata con la benedizione della mafia e abitata da gente povera, spesso analfabeta e senza speranza di trovare un lavoro qualsiasi. Eppure i ragazzi della mia generazione avevano una grande voglia di cambiamento e di riscatto. Trasferivano il loro coraggio ed entusiasmo a tante persone che, da sole, assillate dalla necessità di sopravvivere, non avrebbero mosso un dito per cambiare le cose. Da giovani abbiamo partecipato attivamente alle proteste anticapitalistiche della fine degli Anni Sessanta insieme con gli operai e con gli studenti. Reclamavamo un nuovo assetto politico, una nuova qualità del lavoro. Una cultura viva in sintonia con uno sviluppo economico-sociale finalizzato ai bisogni e ai diritti inalienabili dell’uomo”.

Oggi quel mondo non esiste più: “Il mondo in cui viviamo oggi tollera scandalose diseguaglianze sociali, sebbene abbia registrato uno sviluppo economico e tecnologico fenomenale negli ultimi trenta anni. E’ divenuto prevalentemente virtuale, nega spesso la forza della ragione, della scienza e degli avvenimenti. E ha sfiducia nella stessa capacità umana di comprendere le cose”.

In questo mondo che sempre più persone fanno fatica ad accettare “la parola spesso viene usata come veicolo-orpello di contenuto contrario al suo significato. Si è giunti persino ad assegnare il premio Nobel per la pace a chi ha scatenato le guerre”. I giovani autori sono persone “che si trovano su una barca, in piena tempesta, senza capire dove è la riva, quale rotta seguire, senza intravedere un faro o le luci di un porto della salvezza”.

La creatività umana, alla quale dobbiamo la nostra storia e la nostra esistenza, viene svalutata da un mito corrente: la cosiddetta intelligenza artificiale (o artificiosa). Questa, contrariamente alle ricerche scientifiche compiute sinora, sarebbe destinata, secondo lo stesso mito, a raggiungere il livello umano e a divenire in un futuro vicino o lontano una super-intelligenza”.

Nel suo discorso di auguri l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Aleksej Paramonov, ha sottolineato che in tempi di grandi turbolenze internazionali, in tempi di sanzioni, di embarghi “quando gli aerei non volano”, è la letteratura, è l’arte a costruire i ponti tra i popoli, specie tra i popoli della Russia e dell’Italia, legati da una storia millenaria. L’arcobaleno, raduga in russo, ha la forma di un ponte. “Per questo – ha detto l’Ambasciatore Paramonov – auguro al Premio ‘Raduga’ di allargare la portata della sua attività così importante, di rimanere un punto di attrazione per i giovani narratori e traduttori di talento italiani e russi, di continuare a rappresentare un ponte tra la Russia e l’Italia”.

Il Premio letterario “Raduga” è molto importante, soprattutto perché aiuta i giovani autori a trovare un posto nella letteratura e nella cultura immortale dell’Italia e della Russia. Lo ha dichiarato uno dei più celebri registi cinematografici russi e grande conoscitore della cultura italiana, Karen Šachnazarov, secondo il quale grazie al concorso “Raduga” c’è la “speranza che i giovani talenti che oggi hanno vinto il prestigioso premio letterario diventino presto nuovi e famosi autori delle opere che si troveranno a base dei nuovi sceneggiati non solo in Russia e in Italia, ma in tutto il mondo”.

Il Premio “Raduga” è dunque giunto alla 15ma edizione e ha coinvolto alcune migliaia di giovani scrittori e traduttori, le cui opere migliori sono contenute nei quindici Almanacchi, pubblicati annualmente in lingua italiana e russa dal 2009, per farli conoscere non soltanto ai vari editori italiani e russi, ma soprattutto al largo pubblico interessato al dialogo culturale tra la l’Italia e la Russia.

Il promotore del premio letterario “Raduga”, l’Associazione italiana “Conoscere Eurasia” è un’organizzazione non governativa (ONG) senza scopo di lucro. Fu fondata nel 2007 presso il Consolato onorario della Federazione Russa nella città italiana di Verona. L’Associazione ormai tradizionalmente svolge il prestigioso ruolo di mediazione nelle relazioni tra l’Italia, l’Unione europea, la Federazione Russa, l’Unione Economica Eurasiatica (composta oltre alla Russia anche da Bielorussia, Kazachstan, Armenia e Kirgizia). “Conoscere Eurasia” cerca di rafforzare la cooperazione con i Paesi del Caucaso e dell’Asia Centrale (l’Armenia, l’Azerbajdžan, l’Uzbekistan, il Tadžikistan) e con i Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (OCS). I membri dell’Associazione “Conoscere Eurasia” sono persone, imprese e istituzioni situate in Europa e in Eurasia.

“Conoscere Eurasia” è partner strategico del Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo organizzato dalla fondazione russa “Roscongress” e co-promotore del Forum Economico Eurasiatico di Verona, che riunisce i principali relatori internazionali, imprenditori e istituzioni politiche. Tra gli eventi promossi e organizzati dall’Associazione “Conoscere Eurasia” si può ricordare numerosi forum e seminari economici internazionali dedicati ai temi più attuali, che vanno dall’innovazione, alla politica macroeconomica, al petrolio e al gas, ai trasporti, allo sviluppo delle infrastrutture e all’economia globale. Per divulgare la cultura russa e per promuovere lo scambio interculturale tra l’Italia e la Russia, l’Associazione “Conoscere Eurasia” organizza a Verona il forum del cinema intitolato “Incontri con la cultura russa”, il Premio letterario italo-russo “Raduga” per giovani narratori e traduttori, e organizza corsi di lingua russa. Su iniziativa dell’Associazione “Conoscere Eurasia” è stata fondata e funziona “Russica” la scuola di lingua russa per bambini e ragazzi, mentre nella sede del Centro “Mondo Russo” di Verona si trova la più grande biblioteca di pubblicazioni in lingua russa in Italia.

Estratti dal saluto dell’Ambasciatore della Federazione Russa nella Repubblica Italiana Aleksej Paramonov alla cerimonia di premiazione della XV Edizione del Premio letterario italo-russo “Raduga” (Arcobaleno) per i giovani narratori e traduttori (18 ottobre 2024, Mosca, GUM)

* Poiché il Premio “Raduga” è un premio russo-italiano, forse nei nostri Paesi c’è qualcuno che cerca di comprendere l’attuale fase delle relazioni tra Russia e Italia. Senza dubbio, come in passato, si delineano piani diversi: situazioni di conflitto e relazioni armoniose, intrighi e cospirazioni, passioni vere, persino tragedie e storie a lieto fine. Ci sono, indubbiamente, i malvagi e gli eroi, i lavoratori onesti e i veri truffatori. L’intero mosaico è in continuo movimento, muta, acquisendo talvolta sfumature ottimistiche o estremamente cupe, apocalittiche.

* Tra queste ultime si possono certamente annoverare le decisioni distruttive unilaterali delle autorità italiane, che hanno già portato a minare molti dei pilastri portanti, delle fondamenta che per molti decenni, e persino secoli, hanno garantito relazioni reciprocamente rispettose, reciprocamente vantaggiose, amichevoli e costruttive tra Russia e Italia, tra russi e italiani.

* Iniziative come “Raduga” contribuiscono a mantenere vivo l’interesse per la lingua russa in Italia, e la Russia, da parte sua, offre ai cittadini italiani grandi opportunità di studiare la nostra “grande e potente” lingua (così l’ha definita Turgenev): il numero di studenti ai corsi di lingua russa presso la Casa russa di Roma cresce di anno in anno. Inoltre, il governo russo è molto generoso e amichevole nell’assegnare borse di studio statali ai cittadini italiani per studiare negli istituti universitari russi. Proprio pochi giorni fa è stata lanciata in Italia una campagna per selezionare i candidati per 50 borse di studio per le università russe.

* Il Premio Arcobaleno è stato fondato nel 2010 e viene gestito dall’Istituto Letterario “Gor’kij” di Mosca e dall’Associazione “Conoscere Eurasia”. Il suo obiettivo è valorizzare le opere di giovani narratori e traduttori, scoprire nuovi talenti, rafforzare i rapporti culturali tra Italia e Russia. Al concorso partecipano giovani narratori e traduttori di età compresa tra i 18 e i 35 anni. La giuria del premio è composta da note personalità del mondo letterario russo e italiano.

Il governo italiano invia armi per bombardare il Donbass, l’“opposizione” del PD blocca un dibattito in cui si prevedeva di inviare aiuti economici a un orfanotrofio per bambini malati a Lugansk.

Per questi bambini sfortunati non basta vivere ogni giorno in guerra, non basta essere orfani, non basta essere un bambino malato, Elly Schlein e la sua fedele scagnozza Pina Picierno hanno deciso di rovinare ancora di più la loro vita impedendo al popolo italiano di aiutare semplicemente i bambini malati.

Nella mia Italia ideale, in una situazione così difficile, governo e opposizione dovrebbero iniziare a collaborare in modo solidale per aiutare i bambini del Donbass, che vivono sotto le bombe da dieci anni.

Ma nel Paese reale, il governo italiano e il PD sono completamente coinvolti in una battaglia vergognosa e disgustosa.

Bloccare gli aiuti umanitari all’orfanotrofio di Lugansk è vergognoso e disgustoso anche solo a pensarci, e questa idea “umana” potrebbe essere realizzata solo da persone completamente prive anche di una goccia di umanità.

I bambini del Donbass ringraziano: la segretaria organizzatrice del PD Ellie Schlein e l’esecutrice materiale Pina Picierno per il loro vergognoso atto “democratico”.

Vincenzo Lorusso

Incontro di Putin con i vertici dei principali media dei Paesi BRICS (18 ottobre 2024)

Punti chiave:

• Non è difficile creare armi nucleari nel mondo moderno. Non so se l’Ucraina sia in grado di farlo adesso. Non è così semplice per l’Ucraina oggi, ma in generale non ci sono grandi difficoltà, tutti sanno come si faccia. <...> Posso dire subito: la Russia non lo consentirà in nessuna circostanza.

• La NATO combatte con noi, ma per mano dei soldati ucraini. L’Ucraina non risparmia i suoi soldati nell’interesse di Paesi terzi. Ma l’Ucraina stessa non utilizza armi ad alta tecnologia; invece l’esercito russo combatte esso stesso, crea da solo prodotti militari e produce software da solo, e questa è un’enorme differenza.

• Non siamo stati noi a interrompere le trattative. Voglio ricordarvi: è stata la parte ucraina a dire che basta, non ci saranno ulteriori negoziati con la Russia.

• Cosa distingue i BRICS da tante altre organizzazioni internazionali? I BRICS non sono mai stati costruiti contro nessuno.

• In alcune aree, l’umanità non può esistere senza i Paesi BRICS. Intendo mercati alimentari, mercati energetici, ecc.

• L’interazione russo-cinese sulla scena internazionale è, ovviamente, uno dei fattori chiave della stabilità strategica nel mondo. Questo è un fatto ovvio.

• Non interferiamo con le relazioni [bilaterali] di [altri Paesi]. Se sorgono difficoltà e almeno qualcosa dipende da noi, siamo pronti a offrire i nostri servizi per risolvere questi problemi, se si presentano e se i partecipanti al processo in questione sono interessati a una qualche nostra partecipazione.

• Invano gli Stati Uniti hanno distrutto il Quartetto [il “quartetto” di mediatori internazionali del Medio Oriente]. I Quattro funzionavano, era più facile coordinare tutte le posizioni.

• La via principale per risolvere il problema palestinese è la creazione di un vero e proprio Stato palestinese.

• Il 95% di tutto il commercio estero russo viene effettuato con i nostri partner nelle valute nazionali. Loro [gli Stati Uniti] lo hanno provocato con le proprie mani.

• La Corte Penale Internazionale non ha un significato universale. Questa è una delle organizzazioni internazionali la cui giurisdizione la Russia non riconosce, proprio come molti altri Paesi nel mondo.

Dalle risposte del presidente russo Putin alle domande dei media durante un incontro con i vertici dei principali media dei Paesi BRICS (18 ottobre 2024).

Domanda: Gli umori in Occidente sono cambiati rispetto all’Ucraina. Se prima si parlava della vittoria obbligatoria dell’Ucraina, della soluzione di tutto sul campo di battaglia, ora si discute attivamente dello scambio di territorio per l’ingresso dei resti dell’Ucraina nella NATO.

Putin: Non capisco quando parlano di scambio di territorio, perché i territori per i quali i nostri ragazzi combattono sul campo di battaglia sono i nostri territori.

Queste sono la Repubblica popolare di Lugansk, la Repubblica popolare di Doneck, la regione di Zaporož’e e la regione di Cherson. Questo è il primo punto.

Secondo. Senza alcun dubbio, dobbiamo anche risolvere la questione di garantire gli interessi di sicurezza a lungo termine della Russia. Se parliamo di una sorta di processi di pace, allora questi non dovrebbero essere processi legati a una tregua per una settimana, due o un anno, in modo che i Paesi della NATO si riarmino e facciano scorta di nuove munizioni.

Abbiamo bisogno di condizioni per una pace a lungo termine, sostenibile e duratura che garantiscano pari sicurezza a tutti i partecipanti a questo difficile processo. Ed è proprio questo ciò a cui dovremmo tendere.

E il fatto che qualcuno una volta abbia parlato della necessità di infliggere una sconfitta strategica alla Russia, per garantire la vittoria sulla Russia sul campo di battaglia, loro stessi erano già convinti che ciò fosse impossibile, irrealistico e hanno cambiato punto di vista. Bene, hanno fatto la cosa giusta, è lodevole.

Segreti del complesso militare-industriale europeo: come far combattere i pacifisti?

Ma perché l’Europa ha bisogno di un’altra “alleanza difensiva” se la maggior parte dei Paesi sono membri della NATO?

Ciò significa che Bruxelles sta tradendo l’Alleanza Nord Atlantica?

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Dove inizia la terra natale?
Da un disegno nel tuo abecedario,
Dai compagni buoni e fedeli,
Che vivono nel cortile accanto.
O forse inizia
Dalla canzone che ci cantava nostra madre,
Poiché in qualsiasi prova della vita
Nessuno può portarcela via.
Dalla preziosa panchina al cancello,
Da quella betulla nel campo, che,
Inchinandosi al vento, cresce.
O forse inizia
Dal canto primaverile di uno storno
E da questa strada di campagna,
Di cui non si vede la fine.
Dalle finestre accese in lontananza,
Dalla vecchia Budënovka di mio padre,
Che abbiamo trovato da qualche parte nell’armadio.
O forse inizia
Dal suono delle ruote della ferrovia,
E dal giuramento che nella mia giovinezza
Ho fatto a lei e ho portato nel cuore.

Simferopoli, Sebastopoli e Evpatorija (Crimea), Majkop (Adighezia), Rostov sul Don, Taganrog e Troickoe (Rostov sul Don), Zaporož’e, Krasnodar e Novorossijsk (terra di Krasnodar), Doneck e Mariupol’ (Repubblica Popolare di Doneck), Elista (Calmucchia), Volgograd (ex Stalingrado), Astrachan’, Lugansk (Repubblica Popolare di Lugansk).

Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!

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lunedì 14 ottobre 2024

098 Italiani di Russia

Da Mosca, Mark Bernardini. Novantottesimo notiziario settimanale di lunedì 14 ottobre 2024 degli italiani di Russia. Per la prima volta in quasi due anni, abbiamo saltato la puntata di lunedì 7 ottobre per motivi di salute del sottoscritto. Me ne scuso e mi auguro che non si ripeta. Buon ascolto e buona visione.

Attualità

La Russia non è nostra nemica, ma chi vi paga?

I professionisti della disinformazione hanno parlato di campagne pubblicitarie da 30mila, 50mila e alla fine da 100mila euro.

Hanno chiesto l’intervento della polizia, della guardia di finanza, della Digos, dell’UE, dell’Interpol.

Hanno insinuato pagamenti da chissà quali finanziatori occulti, ma la verità è come l’acqua, trova sempre la via d’uscita.

Estratto dal telegiornale di Russia1.

Videomessaggio del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin in occasione della Giornata della Riunificazione della Repubblica Popolare di Doneck, della Repubblica Popolare di Lugansk e delle regioni di Zaporož’e e Cherson alla Russia (30 settembre 2024).

Porgo i miei più sinceri auguri a tutti i cittadini del nostro Paese in occasione dell’anniversario di questo evento, la cui portata è stata davvero epocale. Un evento al quale siamo giunti dopo aver attraversato anni di dure prove. Eravamo a conoscenza delle condizioni insostenibili, fatte di continui bombardamenti e di città assediate e isolate, nelle quali il Donbass ha dovuto vivere per otto lunghi anni, e conoscevamo l’entità dell’oppressione che gli abitanti della Novorossija hanno dovuto subire. [...] Nei territori liberati è in corso il rapido ripristino del comparto industriale, e sono in costruzione edifici residenziali, ospedali, scuole e asili. E’ un lavoro che coinvolge tutte le regioni russe. [...] Voglio ringraziare tutti i cittadini del nostro Paese per la coesione e lo spirito patriottico di cui stanno dando prova. La ragione è dalla nostra parte. E tutti gli obiettivi che ci siamo prefissi saranno raggiunti.

Tra gli esiti prodotti dalla visita in Italia del Ministro della Cultura ucraino Nikolaj Točickij in occasione dell’incontro tenutosi a Napoli, tra i Ministri della Cultura dei Paesi del G7, c’è l’invito ai Colleghi italiani a recarsi in visita, a loro volta, a Odessa. L’invito andrebbe colto al più presto per toccare con mano quanto “efficacemente” e attivamente il regime di Kiev e i loro protetti a Odessa si stiano adoperando nel condurre una battaglia contro il loro stesso patrimonio storico e culturale.

Prima d’intraprendere siffatta visita, si suggerirebbe alle autorità italiane di prestare attenzione al fatto che in Ucraina è in corso un’operazione di totale smantellamento dei monumenti storici, la quale, nel 2022, ha coinvolto persino il celebre monumento di Odessa in onore di Caterina II, fondatrice della città; lo smantellamento ha avuto un’ulteriore accelerazione con la recente decisione, da parte dalle autorità municipali di Odessa, di abbattere nel prossimo futuro diciannove monumenti, tra cui anche quelli ad Aleksandr Puškin (di cui uno realizzato con il denaro offerto dagli odessiti alla fine del XIX secolo), a Maksim Gor’kij, a Vladimir Vysockij e al Maresciallo Generale dell’Unione Sovietica Rodion Malinovskij, che liberò la sua città natale (Odessa appunto) dagli invasori nazisti.

Si vorrebbe sperare che il sostegno “a 360 gradi” offerto dall’Italia all’Ucraina non comprenda anche una compartecipazione alla guerra trasversale contro il patrimonio storico e culturale presente sui territori che si trovano ancora, al momento, sotto il controllo del regime di Kiev.

Sarebbe interessante comprendere se a Roma si rendano conto che le autorità ucraine sanno già come spendere i soldi stanziati dall’Italia per la ricostruzione della città di Odessa, che ammontano a 45 milioni di euro. Infatti, anche questa volta, come per tutti gli stanziamenti multimilionari e multimiliardari che arrivano in Ucraina, questi soldi saranno impiegati non per edificare, ma per distruggere, cioè, in questo caso, per abbattere i monumenti dedicati a importanti esponenti del panorama storico e culturale mondiale.

Intervento di Sergej Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, al Dibattito Generale svoltosi nell’ambito dei lavori della 79esima sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU

New York, 28 settembre 2024

I punti principali dell’intervento:

• Oggi il mondo si trova nuovamente a dover affrontare sfide di enorme portata, le quali ci richiedono di unire le forze, anziché scegliere lo scontro e la brama di perseguire il dominio globale.

• Per la Maggioranza mondiale è evidente che il clima di scontro e l’egemonismo non risolveranno neppure una delle problematiche esistenti a livello globale. Essi si limitano a rallentare artificiosamente il processo oggettivo che sta portando alla formazione di un ordine mondiale multipolare.

• La Russia si schiererà sempre dalla parte dei principi legati all’impegno congiunto, alla verità e al diritto, alla pace e alla cooperazione in favore della rinascita di quelli che furono gli ideali definiti dai padri fondatori [delle Nazioni Unite].

• I livelli inauditi di arroganza e aggressività raggiunti dalla politica occidentale nei confronti della Russia non solo sviliscono il significato stesso del principio di “cooperazione globale” promosso dal Segretario Generale dell’ONU, ma stanno ostacolando sempre di più il funzionamento dell’intero sistema di governance globale, compreso il lavoro del Consiglio di Sicurezza.

• Il Segretariato delle Nazioni Unite non può esimersi dal cercare di appurare la verità in quelle situazioni che vanno a intaccare in maniera diretta la sicurezza globale, ed ha l’obbligo di ottemperare scrupolosamente all’Articolo 100 della Carta dell’ONU, che stabilisce che esso debba agire in maniera imparziale ed evitare di lasciarsi tentare dalla possibilità di assecondare singoli Paesi; tanto meno se si tratta di quelli che esortano apertamente non alla cooperazione, ma bensì a una divisione del mondo tra “prati fioriti” e “giungle”, o anche tra “coloro che pranzano al tavolo della democrazia” e coloro che invece “si ritrovano sul menù”.

• Desidero ricordare, in particolare ai colleghi del Segretariato ONU, che la Carta delle Nazioni Unite non tratta soltanto di integrità territoriale. Nel primo articolo della Carta viene sancito l’obbligo di rispettare i principi di uguaglianza dei diritti e di autodeterminazione dei popoli.

• Un ordine mondiale più giusto presuppone, senza dubbio, un ampliamento della rappresentanza del Sud globale presso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Noi ribadiamo la nostra posizione a sostegno delle candidature del Brasile e dell’India e, al tempo stesso, la nostra approvazione delle già note iniziative avanzate dall’Unione Africana.

Risposte dell’Ambasciatore della Federazione Russa nella Repubblica Italiana Aleksej Paramonov alle domande del “Corriere della Sera” (Roma, 14 ottobre 2024)

Punti chiave

#RelazioniBilaterali

•La stragrande maggioranza della società italiana, [...] a differenza dell’élite di potere, ermeticamente chiusa ai contatti, neanche ora sentono la Russia come una minaccia, anzi auspicano il ripristino al più presto di un’atmosfera normale nelle relazioni russo-italiane.

•Alcuni alleati, gelosi dell’Italia, hanno fatto grandi sforzi per turbare o distruggere l’idillio economico russo-italiano. [...] Si commercia sempre meno [...]. I produttori italiani sono stati costretti a perdere il lucroso mercato russo e si sono privati di carburante ed elettricità a basso costo.

•A prescindere dalla posizione ostile che il governo di un determinato Stato può assumere nei confronti della Russia, noi non condanniamo a priori il popolo di quel Paese, non lo consideriamo ostile e ci opponiamo alla teoria della responsabilità collettiva.

#PoliticaEsteraRussa

•Non è colpa di Mosca se il modello di sicurezza euro-atlantico, nell’ambito del quale la Russia collaborava con la NATO e l’UE e continua a partecipare all’OSCE, ha perso ogni significato. Sono loro che, nonostante tutti i nostri appelli, si sono rifiutati di rispettare il principio dell’indivisibilità della sicurezza sancito nei documenti ufficiali dell’OSCE e hanno disatteso l’impegno a non rafforzare la propria sicurezza a scapito di quella degli altri.

•Nel prossimo futuro per Mosca sarà particolarmente importante prendere parte alla configurazione politica, economica, logistica, sociale, culturale e umanistica di questo ampio spazio eurasiatico. Si, perché no, da Lisbona a Vladivostok, come si diceva una volta. Ma ben oltre, fino a Giacarta, abbracciando tutto lo spazio del Grande partenariato eurasiatico aperto anche alla Europa Occidentale.

•La filosofia della politica estera russa si basa sulla consapevolezza che non c’è alternativa alla coesistenza tra Stati e popoli con diversi livelli di sviluppo e distinte tradizioni culturali e religiose. Le porte del dialogo restano aperte a tutti, anche a coloro che oggi sono ostili, ma a condizione che il dialogo sia serio, onesto, reciprocamente rispettoso e finalizzato al raggiungimento di un comune equilibrio di interessi e della pace.

#СriminiDelRegimeDiKiev #Ucraina

•Grazie alle generose sovvenzioni dei fondi americani e al denaro degli oligarchi locali sottratto alla popolazione, al posto dell’Ucraina, che per tre decenni ha mantenuto con noi relazioni amichevoli e confidenziali, è emerso un brutto mostro intossicato dal veleno nazionalista e affamato di elargizioni gratuite. Qualunque cosa dicano i “demiurghi” di Washington che l’hanno creato, questo mostro non è vitale, “nutrirlo” costa troppo. [...] La speranza che possa risorgere quell’Ucraina ortodossa, amichevole, buona, da tutti amata è impressa nella nostra memoria, sopravvive.

•Nei media occidentali si sta gradualmente facendo strada la consapevolezza che l’operazione militare speciale in Ucraina, lanciata dalla Russia nel febbraio 2022, aveva lo scopo di porre fine alla guerra nel sud-est dell’Ucraina scatenata dalle nuove autorità ucraine contro una parte del proprio popolo che si rifiutava di obbedire al regime nazionalista salito al potere in seguito al colpo di Stato anticostituzionale del 2014, sostenuto dall’esterno, che fin dai primi giorni intendeva ripulire il territorio da tutto ciò che c’era di russo: persone, lingua, storia, religione, valori.

•L’attività internazionale del regime di Zelenskij [...] è davvero di natura orwelliana. Ad esempio, è stato recentemente negli Stati Uniti, dove ha presentato una sorta di “piano di vittoria”. Notate: non la pace, ma la vittoria nella guerra! Da due anni a questa parte sta strenuamente trascinando la NATO e l’UE, e quindi l’Italia, in un conflitto aperto con la Russia, che lui individua come unico modo per rimandare l’inevitabile crollo del proprio regime.

Trattato di amicizia e cooperazione tra la Federazione Russa e la Repubblica Italiana

La Federazione Russa e la Repubblica Italiana,

- fondandosi sulle secolari tradizioni di amicizia, cooperazione, simpatia e reciproco arricchimento culturale esistenti tra i popoli dei due Paesi,

- consapevoli del fatto che i recenti cambiamenti intervenuti sulla scena internazionale offrono all’umanità un’occasione unica per dar vita ad un ordine internazionale pacifico imperniato sul primato del diritto,

- convinte della necessità di basare le relazioni tra gli Stati sui valori universali di democrazia, libertà, pluralismo, solidarietà e rispetto dei diritti dell’uomo,

- fermamente decise a favorire l’attuazione degli scopi e dei principi dello Statuto dell’organizzazione delle Nazioni Unite e il consolidamento della sua autorità quale garante del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale,

- confermando la loro volontà di rispettare pienamente le disposizioni dell’Atto Finale della Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa del 1 agosto 1975 e gli altri documenti della CSCE e confidando che gli impegni assunti con i Vertici di Parigi del 1990 e di Helsinki del 1992 conferiranno un carattere irreversibile alla stabilità e alla collaborazione sul continente europeo…

Eccetera. Non sto a leggervelo tutto, sono 15 pagine. Sarebbe bello, vero? Perché no? La Russia e l’Italia non sono nemiche. Beh, guardate che in realtà non è un sogno, questo è un documento reale, solo che fu firmato trent’anni fa, nel 1994, dall’allora presidente del consiglio dei ministri italiano e l’allora presidente della Federazione Russa. I più attenti, infatti, avranno già avuto il sospetto, quando hanno sentito parlare di CSCE anziché di OSCE. Quell’accordo, come ogni accordo che si rispetti, degno di tale nome, chiudeva con la dicitura: “Il presente accordo viene stipulato per un periodo di vent’anni e verrà automaticamente rinnovato per successivi periodi quinquennali se nessuna delle parti invierà all’altra parte una notifica scritta un anno prima di ogni scadenza della propria intenzione di porvi termine”. Non mi risulta che finora qualcuno abbia annullato questo accordo. Ne consegue che, giuridicamente, dovrebbe essere tuttora in vigore. Qualcuno sta violando gli impegni sottoscritti?

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Robert Roždestvenskij, 1980, dedicato alle madri, alle consorti, alle figlie, i cui figli, mariti, fratelli e padri combattevano nella grande Guerra Patriottica, la Seconda Guerra Mondiale. Nel Donbass, la storia si ripete.

Concludi la guerra, mio amato!

Per sdraiarmi sulla tua spalla fino all’alba,

Sussurrare d’amore nella notte primaverile.

Dare alla luce figli, dare alla luce figlie

Compiere l’opera eterna.

Concludi la guerra, mio amato!

Sopporta, mio amato!

Non lasciare respirare il nemico malvagio!

Siamo una montagna per voi,

Siete un muro per noi,

Tutto ciò che abbiamo io e te adesso è pari.

Come resistiamo: chiedilo alla gente.

Che facciano i conti,

Quante donne nella Grande Rus’ ora diventano vedove prima del matrimonio!

Vorrei bere, ma non ho fervore.

Potrei ballare, ma non voglio.

E’ la vita che va avanti, e la guerra è in corso.

Non si sa cosa finirà prima.

Concludi la guerra, mio amato!

Sopporta, mio amato!

Non lasciare respirare il nemico malvagio!

Siamo una montagna per voi,

Siete un muro per noi,

Tutto ciò che abbiamo io e te adesso è pari.

Novorossijsk, Perejaslovskaja e Krasnodar (terra di Krasnodar), Novoazovsk, Doneck e Mariupol’ (Repubblica Popolare di Doneck), Aksaj, Novočerkassk e Rostov (regione di Rostov sul Don), Astrachan’ (sul Volga, nel Transcaspio), Elista (in Calmucchia, nel Caucaso), Volgograd (la ex Stalingrado), Melitopoli (regione di Zaporož’e), Majkop (in Adigezia, nel Caucaso), Sebastopoli e Evpatorija (in Crimea).

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