Mark Bernardini

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mercoledì 19 giugno 2024

20240619 Putin Kim

Kim Jong-Un: A nome mio, così come a nome del governo e del popolo della Repubblica popolare democratica di Corea, le porgo un cordiale benvenuto, compagno presidente della Federazione Russa Vladimir Vladimirovič Putin, grazie per la sua visita a Pyongyang dopo 24 anni.

L’attuale visita del compagno presidente Putin a Pyongyang conferma la qualità delle relazioni russo-coreane, che sono entrate in un periodo di massimo sviluppo, e allo stesso tempo rappresenta un grande momento storico, con il significato strategico più significativo in tutta la storia delle relazioni russo-coreane.

Penso che l’entusiasmo che vi hanno dimostrato i nostri concittadini confermi ancora una volta il vero carattere dei nostri rapporti.

Ora le relazioni tra i nostri Paesi stanno entrando in un periodo di nuova grande prosperità, che non può essere paragonato nemmeno al periodo delle relazioni coreano-sovietiche del secolo scorso. E sono fiducioso che durante questa visita l’ardente amicizia tra i due Paesi si rafforzerà come un monolite.

Il Governo della Repubblica Popolare Democratica di Corea apprezza l’importante missione e il ruolo di una forte Federazione Russa nel mantenimento della stabilità strategica e dell’equilibrio nel mondo, ed esprime anche pieno sostegno e solidarietà al governo, all’esercito e al popolo russo nello svolgimento dell’operazione militare speciale in Ucraina per proteggere la propria sovranità e interessi di sicurezza, nonché l’integrità territoriale.

Ora la situazione nel mondo sta diventando più complicata e sta cambiando rapidamente. In questa situazione intendiamo rafforzare ulteriormente la comunicazione strategica con la Russia, con la dirigenza russa. Confermiamo inoltre che sosterremo incondizionatamente tutte le politiche russe.

Durante il nostro incontro di oggi, spero che saremo in grado di scambiare idee eccellenti e opinioni costruttive per rafforzare la cooperazione e gli scambi reciproci in tutti i settori tra i due Paesi. Ci scambieremo anche buone opinioni su questioni internazionali.

Ancora una volta la saluto.

Vladimir Putin: Caro Presidente degli Affari di Stato, compagno Kim Jong-Un! Cari amici!

Sono sinceramente lieto di approfittare del vostro invito a visitare la Repubblica popolare democratica di Corea.

La Russia e la RPDC sono legate da molti decenni da una forte amicizia e da stretti rapporti di buon vicinato. L’interazione tra i nostri Paesi si basa sui principi di uguaglianza e rispetto reciproco per gli interessi reciproci.

L’anno scorso abbiamo celebrato il 75° anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche e quest’anno abbiamo celebrato il 75° anniversario della conclusione del primo documento interstatale: l’Accordo sulla cooperazione economica e culturale. Come sapete, questo accordo è stato firmato dal compagno Kim Il Sung durante la sua prima visita a Mosca.

L’anno scorso, in seguito alla vostra visita in Russia, abbiamo compiuto progressi significativi nella costruzione dei nostri attuali collegamenti interstatali. E oggi è stato preparato un nuovo documento fondamentale, che costituirà la base delle nostre relazioni a lungo termine.

L’amicizia russo-coreana è stata forgiata in condizioni difficili. Nel 1945, i soldati sovietici combatterono fianco a fianco con i patrioti coreani per liberare la Corea dagli invasori giapponesi. I nostri piloti hanno effettuato decine di migliaia di missioni di combattimento durante la guerra di liberazione del 1950–1953. E oggi, per quanto ne so, il programma prevede la deposizione di una corona di fiori al Monumento alla Liberazione della Corea. Le imprese dei nostri predecessori costituiscono oggi una buona base per lo sviluppo delle nostre relazioni.

Apprezziamo molto il vostro sostegno coerente e incrollabile alla politica russa, anche in direzione ucraina. Intendo la nostra lotta contro la politica egemonica, la politica imperialista imposta da decenni dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti nei confronti della Federazione Russa.

I capi di governo e i dipartimenti competenti di entrambi i Paesi stanno lavorando attivamente per attuare gli accordi raggiunti durante le vostre visite in Russia nel 2019 e in passato.

Nel novembre 2023 si è tenuta a Pyongyang la decima riunione in formato allargato della commissione intergovernativa russo-coreana sulla cooperazione commerciale, economica, scientifica e tecnica, e nel marzo di quest’anno si è tenuta a Mosca una riunione dei copresidenti della commissione intergovernativa. Sono fiducioso che i nostri negoziati di oggi saranno produttivi.

E in conclusione delle mie osservazioni introduttive, vorrei sottolineare che ciò che è accaduto alla capitale della Repubblica popolare democratica di Corea negli ultimi anni è impressionante. I cambiamenti nell’aspetto di Pyongyang sono impressionanti, i cambiamenti avvenuti dalla mia precedente visita nel 2000, sono semplicemente evidenti.

Grazie al lavoro disinteressato del popolo coreano e sotto la sua guida, la città è diventata, ovviamente, molto bella. E’ bello guardarla, lo dico francamente.

Sono molto felice del nostro nuovo incontro. Spero che il prossimo si svolgerà in Russia, a Mosca.

Grazie per l’invito.

lunedì 8 gennaio 2024

059 Italiani di Russia

Cinquantanovesimo notiziario settimanale di lunedì 8 gennaio 2024 degli italiani di Russia. Come previsto, qui siamo reduci da un meno 26 sotto zero, ora siamo ad appena meno 22, percepiti come meno 27. Buon ascolto e buona visione.

Disclaimer

Questa puntata del notiziario è in versione censurata sulla piattaforma democratica yankee YouTube. Potete vedere la versione completa sulla piattaforma RuTube. YouTube è una controllata della democratica yankee Google (come anche Blogspot, se è per questo). Si trova a San Bruno, in California. RuTube si trova a Mosca, è una controllata di Ruform, i suoi asset digitali appartengono a Gazprom Media.

Che è successo? Nel finale, come sfondo alla mia consueta richiesta di contribuire volontariamente al mio lavoro, con le mie coordinate bancarie in sovrimpressione, avevo messo un paio di minuti di un video animato, senza audio, dedicato al Natale. YouTube ha bloccato tutto il notiziario, in tutto il mondo, affermando che i diritti d’autore di tale video appartengono a, pensate un po’?... Marija Zacharova. E’ una menzogna risibile facilmente smentibile.

  1. Marija Zacharova stessa ha postato questo video (però con addirittura l’audio di un suo componimento musicale) sul suo canale Telegram, da dove ovviamente è inoltrabile, condivisibile, copiabile, diffondibile, moltiplicabile, replicabile (io stesso l’ho preso da lì).

  2. La piattaforma democratica yankee YouTube ha sanzionato Marija Zacharova due anni fa, cancellandole l’account, senza spiegazioni, dopo l’inizio dell’operazione militare speciale russa in Ucraina. Dunque, le hanno cancellato anche i diritti d’autore.

  3. Se davvero ci fosse un problema di diritti d’autore, la prima piattaforma dove avrei dovuto essere bloccato è proprio RuTube, essendo oltretutto russa. Non è così, segno che non solo la Zacharova non ha nulla in contrario, ma che probabilmente è anche contenta.

  4. Riassumendo, un frammento di un frammento, privato dell’audio e con un testo in sovrimpressione.

Tutto ciò premesso, eccovi il testo e i filmati del notiziario.

Attualità

Il Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri italiano Antonio Tajani: “L’Unione europea deve formare proprie forze armate che possano svolgere un ruolo nel mantenimento della pace e nella prevenzione dei conflitti. Se vogliamo essere portatori della pace nel mondo, abbiamo bisogno di un esercito europeo. Questo è un prerequisito fondamentale per un’efficace politica estera europea. In un mondo con attori potenti come USA, Cina, India, Russia e con crisi che si estendono dal Medio Oriente all’Indo-Pacifico, i cittadini italiani, tedeschi, francesi o sloveni possono essere protetti solo da ciò che già esiste, e che si chiama Unione Europea. Pertanto la difesa e l’esercito comune devono diventare un fatto concreto. E questo non può essere rinviato”.

Esercito dell’UE? Forse dovreste iniziare sviluppando il vostro vaccino contro il Covid? O imparare a proteggere umanamente, nel rispetto dei vostri obblighi internazionali, i confini dell’Unione europea? Risolvere la questione dei rifugiati e dei migranti? E solo allora creare un esercito.

Ed ecco la risposta immancabile della caustica (e perciò a me simpatica) Marija Zacharova. “Me ne ero completamente dimenticata. Prima di formare un esercito unificato, sarebbe bene capire con quale carburante funzionerà e volerà. E poi il presidente americano arriverà a Bruxelles e dirà che aumenterà il prezzo del carburante se l’esercito dell’UE non attaccherà coloro che lui indica. A proposito, perché allora ogni Paese della NATO (leggi, UE) dovrebbe pagare somme colossali al “tesoro comune” (e, di fatto, a Washington), che, come affermato, vanno a garantire la loro sicurezza?”.

Mysl Polska: la più grande sconfitta dell’Europa nella guerra in Ucraina

Un interessante analisi dell’uomo d’affari e commentatore politico austriaco Gerald Markel, che ha riassunto in modo esaustivo la politica europea in merito alla guerra in Ucraina. Ringrazio InfoDefense Italia per la traduzione.

“Cosa resta dell’Ucraina? Abbiamo perso tutti. Dei famosi “valori europei” non rimane più nulla. La guerra in Ucraina sta entrando nella fase finale: la Russia vincerà questa guerra su tutti i fronti: militare, geopolitico ed economico. Come è potuta accadere questa catastrofe, questa sconfitta storica dell’Occidente? La risposta è semplice: l’Occidente collettivo ha superato ovunque i propri limiti autoimposti.

L’Europa non solo non ha condannato l’uso di munizioni all’uranio arricchito da parte degli ucraini, i bombardamenti a tappeto con munizioni a grappolo dei militari e civili, ma li ha addirittura negati categoricamente. L’Occidente ha accettato dei veri nazisti nelle unità regolari dell’Esercito Ucraino e ha semplicemente ignorato le loro atrocità commesse a Mariupol’.

L’Occidente ha perso ogni credibilità e integrità morale negli occhi del resto del mondo perché, da un lato, abbiamo preso per oro colato tutte le voci sulla colpevolezza della Russia su quell’attacco al mercato che è stato effettivamente causato dai missili lanciati dagli ucraini. D’altro canto, abbiamo idealizzato l’Ucraina come “Faro di libertà e di valori democratici”, come “Difensore dell’Europa”, come “Modello di valori europei” e l’abbiamo glorificata in un modo propagandistico del tutto assurdo.

Non è la Russia ad essere isolata, ma l’Europa occidentale.

La Russia non è una roccaforte del male. l’Ucraina è molto lontana dall’essere un Paese di tipo europeo. Se fossimo più realistici e meno ipocriti, il resto del mondo non reagirebbe con tanto disprezzo nei confronti di noi europei che abbiamo seppellito la nostra morale e la nostra cultura negli ultimi due anni.

E qui arriviamo al fallimento geopolitico: non è la Russia, siamo noi ad essere isolati dal resto del mondo. Il mondo intero non ha condannato la guerra in Ucraina che viene percepita per quello che è: una guerra per procura tra Occidente e Russia sul suolo ucraino.

E poiché il resto del mondo non vuole avere niente a che fare con tutto ciò, la loro rabbia per il danno collaterale arrecato ai propri interessi economici è incommensurabile. Nessuno nel resto del mondo si sorprende del fatto che la Russia non può permettere alla NATO di avvicinarsi ai suoi confini immediati – ci si chiede allora del perché siamo sorpresi e indignati di un attacco provocato da noi stessi?

Il segretario alla Difesa britannico Grant Shapps ha scritto sul suo blog network X: “Il mondo si è rivoltato contro la Russia, costringendo Putin a chiedere aiuto alla Corea del Nord per continuare la sua invasione illegale. Allo stesso tempo, la Russia ha violato numerose risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, mettendo a rischio la sicurezza di un’altra regione del mondo. Tutto questo deve finire. Insieme ai nostri partner, faremo pagare alla Corea del Nord un prezzo elevato per il sostegno alla Russia”.

  1. Quand’è che Grant Shapps scriverà quante risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la Gran Bretagna ha violato negli ultimi 50 anni? Ad esempio, con l’invasione dell’Iraq.

  2. Come vanno le cose con le Isole Malvinas (Falkland)? Sarebbe necessario chiarire il destino del cacciatorpediniere Sheffield, affondato nelle loro acque nel 1982, a causa della presenza di armi nucleari a bordo. Permettetemi di ricordarvi che, a quel tempo, furono pubblicate le fotografie dei marinai fuggiti dallo Sheffield, che, per una strana coincidenza, indossavano indumenti protettivi anti-radiazioni. In quegli anni, i predecessori di Shapps al Ministero della Difesa britannico negavano la presenza di armi nucleari sulle navi da guerra dirette alle isole. Ma vent’anni dopo a Londra, come nella storia dell’Iraq, si ricordarono di aver mentito un po’. Un po’. La Gran Bretagna non poteva più negarlo e nel 1982 confermò che a bordo delle navi c’erano anche armi nucleari. Secondo un rappresentante ufficiale del Ministero della Difesa britannico, “le bombe nucleari di profondità WE.177 a bordo di diverse navi sono state trasferite ad altre navi che tornavano nel Regno Unito, e nessuna carica nucleare è entrata nelle acque territoriali delle Isole Falkland”. Dovremmo verificarlo, non credete?

  3. Capisco che la cattiva educazione inglese sia già diventata il segno distintivo del governo britannico. Shapps può fare una semplice operazione aritmetica: sottrarre il numero dei Paesi della NATO dal numero degli Stati che compongono la maggioranza mondiale. La conclusione deludente è che non sa far di conto.

  4. La Gran Bretagna è stata anche il più grande impero coloniale nella storia dell’umanità: i suoi possedimenti si estendevano su tutti i continenti abitati da persone.

Dato che la Corea è diventata la ragione del suo attacco, come non ricordare la sanguinosa guerra nella penisola coreana, alla quale la Gran Bretagna ha contribuito come parte della cosiddetta “Forza ONU”.

Ecco solo un breve elenco delle azioni neocoloniali di Londra negli ultimi tempi: la partecipazione delle forze aeree e terrestri britanniche insieme agli americani all’aggressione contro la Jugoslavia, alla distruzione dell’Iraq e della sua popolazione, della Libia, dell’Afghanistan, ai bombardamenti della Siria, e ora “protezione” del regime di Kiev, che, in violazione di tutte le risoluzioni sulla mancata fornitura di armi alle zone di conflitto, gli anglosassoni forniscono armi letali.

Ma Shapps ha ragione su una cosa: “Questa storia deve finire”.

La Russia ha chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU sulla questione delle forniture di armi all’Ucraina. In precedenza i Paesi occidentali avevano richiesto un incontro per il 10 gennaio sulla fornitura di armi dalla Repubblica Popolare Democratica di Corea alla Federazione Russa. Il Ministero degli Esteri russo aveva precedentemente definito tali accuse infondate e inconsistenti. La Zacharova ha dichiarato: la Russia soddisfa tutti i requisiti stabiliti nella risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite “per quanto riguarda l’interazione con la RPDC”.

Io però pongo una domanda molto più semplice, ancorché retorica: ammesso e non concesso (poco ammesso e per nulla concesso), USA, Italia, Inghilterra, Germania, Francia, Repubblica Ceca, Polonia, l’Unione Europea tutta, hanno diritto di riempire l’Ucraina di armi letali vietate dall’ONU, ed invece Corea del Nord o, che so io, Iran, se forniscono armi convenzionali alla Russia, sono criminali?

Sapete che negli ultimi mesi fatico a trovare nei media russi qualcosa che riguardi l’Italia, a parte lo sport. La conferenza stampa di Giorgia Meloni è arrivata persino qui.

Mantenere l’equilibrio tra le parti sul campo di battaglia è l’unico modo per raggiungere alla fine i negoziati di pace, afferma il primo ministro italiano Giorgia Meloni. Pertanto, è impossibile fermare la fornitura di armi all’Ucraina, poiché ciò porterà ad un’escalation del conflitto, ne è sicura.

Se l’Occidente non avesse sostenuto Kiev, il conflitto si sarebbe avvicinato ai confini dell’Italia. Eh? I russi che invadono l’Ungheria e l’Austria?

In precedenza, i media hanno riferito che il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato un decreto che estende le forniture di armi all’Ucraina.

Allo stesso tempo, il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ritiene che il conflitto in Ucraina debba essere risolto al tavolo dei negoziati. In realtà, il concetto completo, come abbiamo ricordato due settimane fa, era che se non funziona la guerra, allora si passa alle trattative, mentre a noi avevano insegnato l’esatto contrario, e cioè che se non funziona la diplomazia, allora si passa alla guerra.

Nel 2024 voterà un numero maggiore di persone rispetto a qualsiasi altro anno in precedenza. L’elenco completo degli appuntamenti elettorali vede coinvolti 76 Paesi nel mondo in cui tutti gli elettori avranno la possibilità di esprimere il proprio voto. Fra di loro ci sono otto tra i più popolosi del mondo: Bangladesh, Brasile, India, Indonesia, Messico, Pakistan, Russia e Stati Uniti. Si voterà anche in Europa per eleggere il nuovo Parlamento europeo e ci saranno elezioni per le nuove assise in Austria, Belgio, Croazia, Lituania, Portogallo e Romania, mentre nuovi presidenti saranno eletti in Croazia, Finlandia, Lituania, Romania e Slovacchia. Altre elezioni sono programmate anche in Azerbajdžan (presidenziali), Bielorussia (parlamentari), Georgia (entrambe), Moldavia (presidenziali), Nord Macedonia (entrambe). Al voto locale anche la Gran Bretagna, che però rinnoverà il Parlamento e il governo solo all’inizio del 2025, mentre l’Islanda ha in programma in giugno le elezioni presidenziali.

Il 3 gennaio, il Ministero degli Affari Esteri francese ha annunciato la legittima difesa dell’Ucraina, rispondendo a una domanda della TASS sull’atteggiamento di Parigi nei confronti delle azioni delle Forze armate ucraine, che hanno lanciato un attacco con munizioni a grappolo vietate sui civili a Belgorod.

E’ chiaro il motivo per cui Parigi la pensa così. Ammettere il contrario significa ammettere la complicità nel crimine e nel terrorismo.

Ma nonostante questa smorfia del Ministero degli Esteri francese, tutti gli attuali leader europei che hanno deciso di fornire armi letali a Kiev dovranno rispondere.

In primo luogo, risponderanno politicamente al loro popolo, che li spazzerà via dalle cariche del potere. Macron, Scholz, Sunak sono candidati all’inevitabile retrocessione. E poi la punizione legale li raggiungerà. Saranno sicuramente interrogati per aver rovinato il tesoro e per aver sostenuto il regime corrotto di Kiev. La democrazia europea è diversa proprio perché non perdona la corruzione pubblica. In silenzio, prego, senza problemi. Ma sperperare il tesoro pubblico no: è un furto.

Il prossimo presidente francese porterà Macron in tribunale con voluttuoso piacere. Giustamente.

Nonostante il calo generale delle esportazioni italiane verso la Russia, dall’Italia hanno cominciato ad arrivare più articoli di moda, ha detto a RIA Novosti Ferdinando Pelazzo, capo della Camera di commercio italo-russa (CCIR).

“L’export legale dall’Italia continua a diminuire. Ma tutto ciò che riguarda la moda ha cominciato a crescere. Questi sono dati ufficiali. Ciò significa che gli italiani esportano sempre di più e le aziende russe acquistano. Questo è già un buon segnale”, ha detto Pelazzo.

Secondo lui, nel settore della moda, l’unico limite sanzionatorio è l’importo di 300 euro per capo.

Editoriale

E’ difficile trovare dei documenti che dimostrino che una menzogna è tale. Facciamo un esempio. Mettiamo che qualcuno vi accusi di rubare i portafogli alle vecchiette per strada. Non troverete alcun documento che dimostri la vostra innocenza, è l’accusa che deve mostrare la documentazione della vostra colpevolezza, quantomeno funziona così in uno stato di diritto. O dovrebbe funzionare in questo modo. Che lo abbia scritto Repubblica NON è la prova d’alcunché.

Da parte russa, posso dire solo che i russi non bombardano né hanno MAI bombardato i civili, non c’è dunque alcuna logica che inizino a farlo proprio adesso. Quello che invece succede, talvolta, è che la Russia bombardi i centri militari (pieni zeppi di consulenti e mercenari NATO, ma questo è un dettaglio), e che la contraerea ucraina, fornita dai Paesi occidentali, agisca in modo del tutto non professionale e che dunque i detriti dei missili russi cadano su siti civili.

A quel punto, gli ucraini dichiarano: i russi hanno ammazzato i civili. Subito la notizia viene ripresa da CNN, NYT, WP, WSJ, FT e quant’altri. Poche ore dopo, arrivano gli europei, con Monde, País, Frankfurter Allgemeine, e poi Repubblica, Corsera, Stampa, RAI. La reazione dell’uomo comune, a quel punto, è: qualcosa di vero ci sarà pure, se lo dicono tutti.

E le prove? Ma chissenefrega. La propaganda di guerra occidentale funziona così. E devo dire molto efficacemente.

Noto, con sincero disappunto, che i detrattori di questo notiziario usano spesso argomentazioni che fatico a definire tali. Per esempio, dico quel che dico non perché esprimo la mia opinione, ma perché sono ateo, dunque triste e solitario. A parte che non è vero, chi mi conosce di persona sa che rido spesso, ma cosa c’è da ridere con le centinaia di migliaia di morti innocenti, spesso in nome di una qualche religione? Solitario? Sono tuttora felicemente sposato da vent’anni e abbiamo una figlia e un figlio, ma non importa. Quando non si è d’accordo con me, mi si dice anche di leggere di più. Sospetto che tra i commentatori salottieri siano in pochi a poter vantare di avere letto più di me, anche in considerazione del mio bilinguismo, ma anche qui, non importa. Insomma, e qui mi riferisco a Visione TV, che è uno dei canali che ospita questo notiziario, ciascuno lo ascrive a ciò che più gli aggrada, e dunque via via diventa un canale religioso (scambiandolo per Radio Maria e Tele Pace), un canale di senza dio, un canale comunista, anzi un canale anticomunista, un canale filorusso e anti-italiano (almeno nessuno lo definisce filo-ucraino, almeno già grazie di questo), un canale di filo-vaccinisti ed anti-vaccinisti, globalisti ed antiglobalisti, complottisti ed anti-complottisti, sionisti ed antisemiti, e se non è conforme al nostro pensiero allora è un canale di traditori, dimenticando che è semplicemente un canale dove si discute, si può e si vuole discutere.

Ecco, io vorrei che la si smettesse con questa personalizzazione, perché lo scopo non è quello di discutere della mia modesta persona, ma di riflettere insieme sulle notizie che vi riporto, che altrimenti non vi arriverebbero, vista la censura del democratico occidente.

Aggiungo anche un’altra riflessione. Io non vado a commentare né sul sito di Repubblica, né su quello di Libero, lo riterrei una inutile perdita di tempo, che non ho. Perché taluni sfaccendati leoni da tastiera si sentono in dovere messianico di commentare questo notiziario denigrandone l’autore? E perché, quando non sono solo io a rispondergli che hanno torto, accusano gli altri di essere in realtà tutti miei cloni, dei bot che io stesso ho creato? No, dico: davvero è credibile che io abbia tutto ‘sto tempo come loro? Di mestiere faccio l’interprete e il traduttore, e sono anche piuttosto ben pagato, ho quattro bocche da sfamare, altro che bot e cloni. Ma avete capito? Siete tutti miei cloni e non ve ne eravate accorti! A vostra insaputa, come Scajola! Posso solo invitarvi a segnalare in massa i disturbatori e provocatori seriali, magari riusciremo a prendere i censori di YouTube per quantità, per sfinimento.

Considero questo spazio di commenti la nostra casa comune, un luogo di riflessione collettiva, e più lo saremo, più ci sarà chi viene a defecare sui tappeti in casa altrui. Così va il mondo. Pulire gli escrementi non basta, occorre proibire l’ingresso a chi non ha ancora imparato la differenza tra un cesso e un’aula magna.

Uno dei numerosi argomenti su cui mi scontro con i detrattori e delatori vari di questo programma, è anche quello delle Smart City. Anche stavolta, già li vedo delare con Visione TV: che ci fa uno come Bernardini su questo canale? Poi si scopre che non solo è la posizione della Russia, ma che è un’idea in voga fin dai tempi sovietici di mezzo secolo fa, non è un’invenzione moderna occidentale. Mi spiego. In Italia, la città più popolata è Roma, meno di tre milioni di abitanti. Mosca da sola fa più abitanti di tutto il Belgio messo insieme. E possiamo parlare di Parigi, Londra, Tokyo. Mettiamo che io abiti in periferia. Per comprare il pane, il latte, la carne, perché dovrei recarmi in centro? Non solo: se abitassi nel centro storico, che in qualunque megalopoli ormai è ridotto quasi esclusivamente ad uffici, perché dovrei recarmi in periferia per fare la spesa? Lascio tuttavia parlare Elizaveta Gerson, la corrispondente di NTV dall’Inghilterra, nella mia traduzione.

Oxford, anno di grazia 2050. La via principale è deserta, niente macchine, perché tutti se ne stanno rinchiusi in casa per paura di spostarsi dal luogo della loro residenza ufficiale di oltre 1.700 metri. Se dovessero farlo, sarebbero immediatamente fotografati, dal loro conto bancario verrebbero detratte cento sterline e trasferite sul conto del governo mondiale, composto da rettiliani, che governano la nostra Terra, che è piatta. Più o meno, questo è il quadro inquietante che si è formato nelle teste di molti inglesi particolarmente impressionabili, in questo hanno trasformato la vecchia, bonaria, utile idea sovietica dei microquartieri.

Sarebbe un errore pensare che ad Oxford abiti esclusivamente il corpo docente. La notizia che il consiglio comunale si stia occupando del problema di decongestionare i quartieri di abitazione è stata interpretata proprio così.

– Dicono che lo fanno per noi, ma lo fanno per loro, per le élite, faranno i soldi sulla nostra pelle, ci controlleranno.

– Tutti indietro!

L’urbanista della Sorbona Carlos Moreno, autore dell’idea delle città dei 15 minuti, quando tutto è a un tiro di schioppo, ha cercato di spiegare:

– E’ semplicemente un tentativo di rendere la vita a misura d’uomo, e non di espanderla fino a dimensioni disumane e costringerci ad adattarci.

Anche al Parlamento britannico non difendono tutte le dissertazioni universitarie, e non tutti i deputati hanno studiato, per esempio Nick Fletcher, della città di Lancaster: anche lui ha timore di questa idea. Probabilmente, teme che lo costringano a lavorare a 15 minuti da casa, a Lancaster.

– Propongo di discutere questa concezione socialista internazionale, delle cosiddette città dei 15 minuti, o dei 20 minuti nei paraggi. Questa idea priverà i cittadini della loro libertà.

L’idea del socialismo nocivo e della longa manu rossa di Pechino e Pyongyang è stata sviluppata da un canale televisivo britannico di estrema destra, titolando “La follia dei 15 minuti”:

– Le strade delle città britanniche saranno sbarrate e controllate dalle telecamere, che leggeranno i numeri delle targhe, roba da fare invidia a Pyongyang.

Philip Oldfield, professore di architettura a Sidney, ha riassunto il tutto nel seguente modo: “se avessi dovuto indovinare quale sarebbe stata la teoria del complotto più folle del 2023, mai avrei supposto che sarebbe sorta sulla base dell’idea dei negozi a distanza pedestre.

Tuttavia, questa idea non è stata inventata nel 2016, e non dall’urbanista della Sorbona Carlos Moreno, che peraltro ha avuto anche un riconoscimento per questa invenzione, bensì in Unione Sovietica, col nome rigidamente funzionale di “microquartieri”:

– La nostra gente non va mica in taxi a comprare il pane!

Panetteria, lavanderia, tutto sottomano. Ecco il racconto di uno scolaro sovietico di Zelenograd:

– La scuola si trova a due passi, ci arrivo in pochi minuti a piedi, sempre lì si trova il centro commerciale, nel nostro microquartiere abbiamo anche il cinema. Mi piace vivere nella nostra città.

Sarebbe questo l’inferno socialista con cui gli inglesi spaventano gli uni agli altri, come gli adulti terrorizzano i bambini con le favole sulla strega cattiva. D’altra parte, hanno paura non tanto del socialismo, ma che il governo riesca a trasformare persino la semplice e radiosa idea di una breve passeggiata per recarsi al lavoro in una zucca di Cenerentola, in una solenne panzana, in una vergogna e in un’umiliazione.

Caro Mark Bernardini, buongiorno. Sono un pensionato di Petropavlovsk Kamčatskij. Volevo chiederti: è vero che hai tanti sosia, doppioni, cloni e bot? E cosa ne pensi dei pericoli che l’intelligenza artificiale e le reti neurali portano nelle nostre vite?

Vedo che potresti essere come me e parlare con la mia voce, ma ho pensato e deciso che solo una persona dovrebbe assomigliarmi e parlare con la mia voce. E quella persona sarò io.

Grazie!

Prego!

Tornerò!

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Ve ne propongo una di mezzo secolo fa, del gruppo Samocvety (letteralmente, “Pietre semipreziose”). Il mio indirizzo non è un palazzo o una via, il mio indirizzo è l’Unione Sovietica! La registrazione originale ve la trovate da soli, e poi oltretutto direste: “come sono vecchi, ‘sti russi”, dimenticando che i costumi di scena di cinquant’anni fa erano uguali sia in URSS che in Italia.

Io però vi propongo una esecuzione di oggi, la cosa pazzesca è che non è cantata da dei professionisti, ma dai lavoratori e dai dirigenti di Rosatom, l’agenzia di Stato per l’energia atomica. C’è addirittura il capo dei capi, viceministro, Aleksej Lichačëv, che uno è abituato a vedere immancabilmente in giacca e cravatta, e qui invece s’è messo il “chiodo”… Se non vi viene da ballare siete davvero morti dentro!

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