Mark Bernardini

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lunedì 13 maggio 2024

077 Italiani di Russia

Settantasettesimo notiziario settimanale di lunedì 13 maggio 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.

Attualità


Nella settimana appena trascorsa ci sono stati due importanti interventi di Putin, che ovviamente in Occidente sono stati snaturati. Il primo è del 7 maggio, in occasione del suo insediamento ufficiale alla carica di presidente della Federazione Russa, il secondo il 9 maggio durante la parata della vittoria sulla piazza Rossa. Io li ho tradotti tutti e due integralmente per Visione TV, potete quindi trovarli agevolmente sia sui miei canali personali che su quello, appunto, di Visione TV. Con l’aiuto dell’ambasciata russa a Roma, vi riporto i punti salienti di entrambi.

In questo momento solenne e di grande responsabilità nel quale assumo la carica di Presidente, desidero ringraziare di cuore tutti i russi, i cittadini di ciascuna regione del nostro Paese, come anche gli abitanti di quei territori che sono storicamente nostri, i quali hanno fatto valere il loro diritto di vedersi riuniti alla loro Patria.

Desidero rendere onore ai nostri eroi, a coloro che hanno preso parte all’Operazione Militare Speciale, e a tutti coloro che stanno combattendo per la Patria.

Ancora una volta ringrazio tutti voi per la fiducia e per il sostegno che mi avete accordato, e adesso intendo rivolgermi a ogni singolo cittadino russo.

Noi siamo stati e continueremo ad essere aperti alla possibilità di rafforzare i buoni rapporti con tutti quei Paesi che vedono nella Russia un partner onesto e affidabile. E questi sono sicuramente i Paesi della Maggioranza mondiale.

Noi non rifiutiamo il dialogo con i Paesi occidentali. La scelta spetta a loro: hanno ancora intenzione di proseguire nei loro tentativi di frenare lo sviluppo della Russia, di portare avanti le loro politiche di aggressione e di pressione sul nostro Paese, pressione che ormai va avanti da anni? Oppure intendono cercare una via per la pace e la cooperazione?

Lo ripeto: intrattenere un dialogo, in particolare sulle questioni di sicurezza e stabilità strategica, è possibile. Ma non dall’alto di un atteggiamento coercitivo, e non se ci si pone con arroganza, presunzione e senso di eccezionalismo. Il dialogo è possibile solo in condizioni di parità e nel rispetto dei reciproci interessi.

Assieme ai nostri partner nell’ambito dei progetti di integrazione eurasiatica e agli altri centri di sviluppo sovrano proseguiremo il nostro lavoro mirato all’instaurazione di un ordine mondiale multipolare, come anche alla creazione di un sistema di sicurezza basato sui principi di equità e indivisibilità della stessa.

In un mondo complesso come questo, che sta rapidamente cambiando, noi dobbiamo essere autosufficienti e competitivi, e dobbiamo aprire nuovi orizzonti per la Russia, come già più volte ci siamo trovati a dover fare nel corso della nostra storia.

Noi guardiamo avanti con fiducia, e così pianifichiamo il nostro futuro, elaboriamo e stiamo già portando a compimento nuovi programmi e progetti il cui scopo è quello di rendere il nostro sviluppo ancor più dinamico, ancor più dirompente.

Noi siamo un unico, grande Popolo. E insieme supereremo tutti gli ostacoli e realizzeremo tutto ciò che abbiamo concepito. Insieme vinceremo!


Ed ecco i punti salienti dell’intervento di Putin alla parata della vittoria in piazza Rossa il 9 maggio.

Oggi vediamo come stanno cercando di distorcere la verità sulla Seconda Guerra Mondiale. Interferisce con coloro che sono abituati a basare la loro politica essenzialmente coloniale sull’ipocrisia e sulla menzogna. Demoliscono i memoriali dei veri combattenti contro il nazismo, mettono su piedistalli traditori e complici dei nazisti, cancellano la memoria dell’eroismo e della nobiltà dei soldati liberatori, del grande sacrificio che fecero in nome della vita.

Il revanscismo, la presa in giro della storia, il desiderio di giustificare gli attuali seguaci dei nazisti fanno parte della politica generale delle élite occidentali per incitare sempre più conflitti regionali, ostilità interetniche e interreligiose e per frenare i centri sovrani e indipendenti dello sviluppo mondiale.

Rifiutiamo le pretese di esclusività da parte di qualsiasi Stato o alleanza. Sappiamo a cosa porta l’esorbitanza di tali ambizioni. La Russia farà di tutto per prevenire un conflitto globale, ma allo stesso tempo non permetteremo a nessuno di minacciarci. Le nostre forze strategiche sono sempre pronte al combattimento.

In Occidente si vorrebbero dimenticare le lezioni della Seconda Guerra Mondiale, ma noi ricordiamo che il destino dell’umanità è stato deciso in grandiose battaglie vicino a Mosca e Leningrado, Ržev, Stalingrado, Kursk e Char’kov, vicino a Minsk, Smolensk e Kiev, in battaglie pesanti e sanguinose da Murmansk al Caucaso e alla Crimea.

Nei primi tre lunghi e difficili anni della Grande Guerra Patriottica, l’Unione Sovietica e tutte le repubbliche dell’ex Unione Sovietica combatterono i nazisti quasi uno contro uno, mentre quasi tutta l’Europa lavorava per il potere militare della Wehrmacht.

Allo stesso tempo, vorrei sottolineare: la Russia non ha mai sminuito l’importanza del secondo fronte e dell’aiuto degli alleati. Onoriamo il coraggio di tutti i soldati della coalizione anti-Hitler, i membri della Resistenza, i combattenti clandestini, i partigiani, il coraggio del popolo cinese, che ha combattuto per la propria indipendenza contro l’aggressione del militarista Giappone. E ricorderemo sempre, mai, mai dimenticheremo la nostra lotta comune e le ispiratrici tradizioni di alleanza.

La Russia sta attraversando un periodo difficile e di transizione. Il destino della Patria, il suo futuro dipende da ciascuno di noi.

Oggi, nel Giorno della Vittoria, ce ne rendiamo conto in modo ancora più acuto, chiaro e invariabilmente rivolto alla generazione dei vincitori: coraggiosi, nobili, saggi, per la loro capacità di coltivare l’amicizia e di sopportare con fermezza le avversità, di avere sempre fiducia in se stessi e nel proprio Paese, amare sinceramente e altruisticamente la Patria.

Celebriamo il Giorno della Vittoria nel contesto dell’operazione militare speciale. Tutti i suoi partecipanti, quelli che sono in prima linea, sulla linea di contatto in combattimento, sono i nostri eroi. Ci inchiniamo alla vostra perseveranza, abnegazione e dedizione. Tutta la Russia è con voi.

I nostri veterani credono in voi e si preoccupano per voi. Il loro coinvolgimento spirituale nei vostri destini e nelle vostre imprese lega indissolubilmente la generazione di eroi della Patria.

Oggi chiniamo la testa al ricordo benedetto di tutti coloro le cui vite furono tolte dalla Grande Guerra Patriottica.

In ricordo di figli, figlie, padri, madri, nonni, bisnonni, mariti, mogli, fratelli, sorelle, parenti, amici.

Chiniamo la testa davanti ai veterani della Grande Guerra Patriottica che ci hanno lasciato. Davanti al ricordo dei civili morti a causa dei barbari bombardamenti e degli attacchi terroristici dei neonazisti. Davanti ai nostri compagni d’armi caduti nella lotta contro il neonazismo, in una giusta battaglia per la Russia.


Il 9 maggio 2024, presso il cimitero cittadino di Palestrina (vicino a Roma), in occasione del 79° anniversario della Grande Vittoria, si è svolta la cerimonia tradizionale della deposizione di corone di fiori sulla Stele, dove sono sepolti dei partigiani sovietici che hanno preso parte al movimento della Resistenza italiana Nikolaj Demjačenko, Anatolij Kurepin e Vasilij Skorochodov. Il 9 marzo 1944 sono valorosamente caduti durante nel corso dei violenti combattimenti con nazifascisti.

Alla cerimonia hanno partecipato l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Aleksej Paramonov, il Rappresentante Permanente della Russia presso la FAO, Igor’ Golubovskij, la commissaria straordinaria del comune di Palestrina Enza Caporale, i diplomatici russi, gli studenti della scuola dell’Ambasciata Russa in Italia, nonché i rappresentanti delle autorità comunali e cittadini italiani.

L’Ambasciatore della Russia in Italia Aleksej Paramonov nel suo intervento ha ribadito:

Noi non dimenticheremo mai che nelle fila al movimento della Resistenza italiana hanno aderito 5000 ex prigionieri sovietici, dei quali circa 500 sono caduti da eroi. La loro comune impresa e il sentimento di fratellanza militare che ne è derivato in quel periodo hanno unito saldamente il popolo sovietico e quello italiano nel nome degli ideali dell’antifascismo e dell’antinazismo, dando vita a forti legami di solidarietà, amicizia e fratellanza che hanno resistito per molti anni a venire.

Kirill Porubaev, ieromonaco della Chiesa Ortodossa Russa di Santa Caterina Martire di Roma, ha officiato una messa in suffragio dei defunti.

Tutti i partecipanti all’evento hanno deposto corone e fiori e hanno osservato un minuto di silenzio in ricordo degli eroi caduti.


Il 9 maggio 2024, a Villa Abamelek, presso la Residenza dell’Ambasciatore russo in Italia, si è tenuto un concerto per festeggiare il Giorno della Vittoria.

Moni Ovadia, figura di spicco della cultura italiana, regista, attore, con il Sestetto Moderno, ha eseguito canzoni degli anni della guerra e ha recitato in russo poesie di Konstantin Simonov, Evgenij Evtušenko, Vladimir Vysockij, Boris Pasternak, Anna Achmatova, Jurij Voronov, Anatolij Ternovskij.

Tra gli ospiti dell’evento figuravano gli Ambasciatori di Azerbajdžan, Kazachstan, Kirgizistan, Mongolia, Turkmenistan, Uzbekistan, l’Incaricato d’Affari ad interim della Bielorussia, gli addetti militari delle Ambasciate di Serbia e Cina, un rappresentante dell’Ambasciata di Armenia, diplomatici russi, connazionali, rappresentanti della società civile italiana, dell’economia e della cultura.

Estratti dell’intervento dell’Ambasciatore della Russia in Italia Aleksej Paramonov al concerto.

79 anni fa, l’atmosfera plumbea di tragedia, sofferenza, altissima tensione e lotta, che regnava nel mondo dal 1939, si dissipò e lasciò il posto a un sentimento di liberazione universale, libertà, gioia, giubilo e speranza.

L’eroica resistenza dei popoli dell’URSS, contro le forze preponderanti delle armate hitleriane, spronò milioni di cittadini dei Paesi europei a combattere contro il fascismo e il nazismo.

Non dimenticheremo mai l’impresa eroica dei combattenti della Resistenza italiana, a cui aderirono 5.000 ex prigionieri di guerra sovietici miracolosamente sfuggiti alle torture naziste.

L’esiguità di questa cifra rispetto ai grandi numeri delle statistiche complessive della guerra, non sminuisce il valore della fratellanza militare, creatasi in quel periodo, per la riconciliazione storica dei due popoli negli ideali dell’antifascismo e dell’antinazismo, per il riavvicinamento e la cooperazione tra l’URSS/Russia e l’Italia durante tutto il periodo successivo e fino ai nostri giorni.

Dopo la scomparsa dell’URSS dalla mappa politica del mondo, si è tornati a parlare della superiorità di un gruppo di Stati su tutti gli altri, del vincolo, per il mondo intero, di seguire un “ordine basato sulle regole”, della loro esclusività e della conseguente giustezza aprioristica di tutte le azioni e i passi compiuti nell’arena internazionale nei confronti degli altri membri della comunità internazionale.

Oggi in Italia, come in molti altri Paesi occidentali, ci sono molte persone profondamente preoccupate per l’artificioso allontanamento dalla Russia e per le barriere già erette, sottolineo, non dalla nostra parte.

Ecco perché sono sempre più forti le voci (e vox populi – vox dei) di coloro che sentono la responsabilità di ciò che sta accadendo e non vogliono essere semplici comparse nel gioco molto pericoloso di qualcun altro.


Domenica 12 maggio il Parlamento russo a camere congiunte ha discusso delle candidature ai vari dicasteri ministeriali del nuovo governo, come da Costituzione. E’ presto per riassumere i risultati, le votazioni non sono ancora iniziate, ma possiamo dire già ora che la candidatura di primo ministro, proposta da Putin, del premier uscente Michail Mišustin, è stata approvata da tutti i Partiti, con l’astensione dei comunisti, a causa delle politiche del cosiddetto blocco economico. Nella fattispecie, assieme ai socialisti di Russia Giusta, non sosterranno il ministro uscente delle finanze Siluanov. Inoltre, tra le candidature ministeriali, spicca il nome, forse secondario, dell’ex governatore della regione di Chabarovsk, Degtjarëv, proposto per il ministero dello sport. Il fatto è che è membro del Partito liberaldemocratico della buonanima di Žirinovskij, di opposizione. La prossima settimana potremo fare un’analisi più dettagliata.

Sempre secondo la Costituzione, il Primo Ministro non propone alla Duma di Stato candidati per i ministri direttamente subordinati al Presidente della Federazione Russa. Si tratta dei Ministeri chiave, e cioè degli Interni, degli Esteri, della Protezione Civile, della Difesa e della Giustizia.


Come notiziario settimanale, non seguiamo le notizie da ultim’ora, ma stavolta è successo ieri, domenica 12 maggio, proprio nelle ore in cui stavamo preparando il presente notiziario, a Belgorod, una città russa di 300 mila abitanti. Lo dico spesso, sapete a cosa servono le armi fornite agli ucrofascisti dagli italiani, francesi, polacchi, cechi, tedeschi, americani, britannici? A difendersi contro l’esercito russo, come vi raccontano? No: servono a bombardare pacifici civili russi. Qui è crollata un’intera ala di un palazzone di dieci piani, dal primo all’ultimo. Il numero di vittime ancora non è noto, ma sono decine, le stanno estraendo dalle macerie. No, non vi mostrerò i cadaveri, anche se forse ne varrebbe la pena. Voglio spiegarvi un po’ di matematica. Io a Mosca vivo in un palazzo molto simile: dodici piani, sei portoni, sei appartamenti per piano per ogni portone. Dunque, sono crollati circa sessanta appartamenti. In ciascuno mediamente vivranno due-tre persone, no? Fatevi due conti, 150, sperando che molti fossero già usciti per andare a lavorare. Questo attacco terroristico non è che l’ennesimo, sanguinoso anello nella “catena” dei crimini commessi dal regime di Kiev. I bombardamenti mirati sulla popolazione, sulle infrastrutture civili, sugli edifici residenziali, come anche su ospedali, scuole e presidi per i servizi alla popolazione sono ormai l’elemento distintivo dei crimini compiuti dal gruppo criminale di Zelenskij, sostenuto da finanziatori occidentali.

Musica


Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Altra canzone di guerra. Composta da Bulat Okudžava nel 1970. Non provateci nemmeno a fare le pulci che era passato un quarto di secolo dalla fine della guerra, non vi rispondo nemmeno, vergognatevi.

Prevalentemente, dal Donbass: Zaporož’e, Lugansk, Doneck, Cherson, con toponimi che ormai conoscete anche voi, per i combattimenti che vi si sono svolti o vi si svolgono, Energodar, Makeevka, Mariupol’, Melitopol’, Gorlovka.

Gli uccelli tacciono,

Gli alberi non crescono

E solo noi, spalla a spalla, cresciamo nel terreno qui.

Il pianeta sta bruciando e girando,

C’è fumo sulla nostra Patria…

E questo significa che abbiamo bisogno di una sola vittoria,

Una per tutti: non staremo a badare al prezzo!

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giovedì 29 febbraio 2024

20240229 Putin al Parlamento russo

Discorso del Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, all’Assemblea Federale (al Parlamento), estratto sulle questioni internazionali

Mosca, 29 febbraio 2024

[…]

Il cosiddetto Occidente, con le sue abitudini coloniali, la sua abitudine ad incitare a conflitti nazionali in tutto il mondo, cerca non solo di frenare il nostro sviluppo: invece della Russia, ha bisogno di uno spazio dipendente, in declino e morente dove può fare quello che vuole. In sostanza, vorrebbero fare alla Russia la stessa cosa che hanno fatto in molte altre regioni del mondo, compresa l’Ucraina: portare la discordia in casa nostra, indebolirla dall’interno. Ma hanno sbagliato i calcoli, questo è già oggi assolutamente ovvio: si sono trovati di fronte alla ferma posizione e alla determinazione del nostro popolo multietnico.

I nostri soldati e ufficiali – cristiani e musulmani, buddisti e seguaci dell’ebraismo, rappresentanti di diversi gruppi etnici, culture, regioni – hanno infatti dimostrato meglio di mille parole che la coesione e l’unità secolari del popolo russo sono una forza colossale che conquista tutto. Tutti insieme, spalla a spalla, combattono per un’unica Patria comune.

Tutti noi, cittadini russi, difenderemo insieme la nostra libertà, il diritto a una vita pacifica e dignitosa, determineremo noi stessi e solo noi stessi il nostro percorso, proteggeremo il legame tra le generazioni, e quindi la continuità dello sviluppo storico, risolveremo i problemi che deve affrontare il Paese, in base alla nostra visione del mondo, alle nostre tradizioni, alle credenze che trasmetteremo ai nostri figli.

La difesa e il rafforzamento della sovranità avvengono oggi in tutte le direzioni e soprattutto, ovviamente, al fronte, dove i nostri soldati combattono con fermezza e altruismo.

[…]

Le capacità di combattimento delle Forze Armate sono aumentate di molte volte. Le nostre unità mantengono fermamente l’iniziativa, avanzano con sicurezza in una serie di aree operative e liberano sempre più territori.

Non siamo stati noi a iniziare la guerra nel Donbass, ma, come ho detto più di una volta, faremo di tutto per porvi fine, sradicare il nazismo, raggiungere tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale, proteggere la sovranità e la sicurezza dei nostri cittadini.

Le forze nucleari strategiche sono in stato di piena prontezza per l’uso garantito.

[…]

La Russia è pronta al dialogo con gli Stati Uniti d’America su questioni di stabilità strategica. Ma ecco ciò che vorrei sottolineare, affinché tutti mi capiscano correttamente: in questo caso abbiamo a che fare con uno Stato i cui ambienti dirigenti stanno intraprendendo azioni apertamente ostili contro di noi. E allora? Discuteranno seriamente con noi questioni di stabilità strategica, cercando allo stesso tempo di infliggere, come dicono loro stessi, una sconfitta strategica alla Russia sul campo di battaglia?

Si può fornire un chiaro esempio di tale ipocrisia. Recentemente si sono sentite sempre più accuse infondate, ad esempio, contro la Russia, secondo cui collocheremo armi nucleari nello spazio. Tali falsità – e queste non sono altro che falsità – sono solo uno stratagemma per trascinarci in negoziati alle loro condizioni, che sono vantaggiosi esclusivamente per gli Stati Uniti.

Allo stesso tempo bloccano la nostra proposta, che è sul loro tavolo da più di 15 anni. Mi riferisco al progetto di trattato sulla prevenzione del posizionamento di armi nello spazio, che abbiamo preparato nel 2008. Non c’è reazione. Di cosa stiano parlando non è affatto chiaro.

Pertanto, abbiamo tutte le ragioni per credere che le parole delle attuali autorità americane sul loro presunto interesse a negoziare con noi su questioni di stabilità strategica siano demagogia. Alla vigilia delle elezioni presidenziali americane, vogliono solo dimostrare ai loro cittadini, e a tutti gli altri, che sono ancora loro a governare il mondo. Dicono che su quelle questioni su cui è vantaggioso per l’America negoziare, converseremo con i russi, e dove non è vantaggioso per loro, non c’è nulla da discutere, come loro stessi dicono, “business as usual”, lì cercheranno di sconfiggerci.

Ma certamente non funzionerà. La nostra posizione è chiara: se vogliamo discutere importanti questioni di sicurezza e stabilità che sono importanti per l’intero pianeta, allora è necessario farlo solo in un unico complesso, naturalmente, includendo tutti quegli aspetti che riguardano i nostri interessi nazionali e influenzano direttamente la sicurezza del nostro Paese, la sicurezza della Russia.

Comprendiamo anche che l’Occidente sta cercando di trascinarci in una corsa agli armamenti, esaurendoci, ripetendo il trucco che riuscì negli anni ‘80 con l’Unione Sovietica. Permettetemi di ricordarvi che nel periodo 1981-1988 le spese militari dell’URSS ammontavano al 13% del prodotto nazionale lordo.

[…]

L’Occidente ha provocato conflitti in Ucraina, Medio Oriente e in altre regioni del mondo e continua a mentire. Ora, senza alcun imbarazzo, dichiarano che la Russia avrebbe intenzione di attaccare l’Europa. E’ solo che, lo capiamo tutti, stanno dicendo assurdità. E allo stesso tempo, loro stessi scelgono gli obiettivi per colpire il nostro territorio, scegliendo i mezzi di distruzione più efficaci, come pensano. Si è cominciato a parlare della possibilità di inviare contingenti militari della NATO in Ucraina.

Ma ricordiamo il destino di coloro che un tempo inviavano i loro contingenti nel territorio del nostro Paese. Ora però le conseguenze per i possibili interventisti sarebbero molto più tragiche. Alla fine devono capire che abbiamo anche armi – anzi, lo sanno – che possono colpire obiettivi sul loro territorio.

E tutto ciò che stanno inventando ora, come spaventano il mondo intero, che tutto ciò minaccia davvero un conflitto con l’uso di armi nucleari e quindi la distruzione della civiltà – non lo capiscono o cosa? Sono persone che non hanno attraversato prove difficili: hanno già dimenticato cos’è la guerra. Anche noi, la nostra generazione attuale, abbiamo attraversato prove così difficili durante la lotta al terrorismo internazionale nel Caucaso, e ora, nel contesto del conflitto in Ucraina, sta accadendo la stessa cosa. E pensano che per loro questi siano tutti cartoni animati.

Che dire, infatti, la russofobia, come altre ideologie di razzismo, superiorità nazionale ed esclusivismo, acceca e priva della ragione. Le azioni degli Stati Uniti e dei loro satelliti hanno effettivamente portato allo smantellamento del sistema di sicurezza europeo. Ciò crea rischi per tutti.

E’ ovvio che è necessario lavorare per formare un nuovo contorno di sicurezza uguale e indivisibile in Eurasia nel prossimo futuro. Siamo pronti per un dialogo sostanziale su questo argomento con tutti i Paesi e le associazioni interessate. Allo stesso tempo, voglio sottolinearlo ancora una volta (penso che questo sia importante per tutti oggi): senza una Russia sovrana e forte, nessun ordine mondiale duraturo è possibile.

Ci sforziamo di unire gli sforzi della maggioranza mondiale per rispondere alle sfide globali, inclusa la rapida trasformazione dell’economia mondiale, del commercio, della finanza e dei mercati tecnologici, mentre molti ex monopoli e gli stereotipi ad essi associati stanno crollando.

Pertanto, già nel 2028, i Paesi BRICS, tenendo conto degli Stati recentemente diventati membri di questa associazione, rappresenteranno circa il 37% del PIL globale, mentre la cifra del G7 scenderà al di sotto del 28%. Queste cifre sono molto convincenti perché 10-15 anni fa la situazione era completamente diversa. Queste sono le tendenze. Le tendenze globali, e non c’è scampo, sono di natura oggettiva.

Guardate, la quota del PIL mondiale a parità di potere d’acquisto del G7 nel 1992 era del 45,7%, e i BRICS, anche senza tener conto dell’espansione (nel 1992 questa organizzazione non esisteva, ma i pAesi BRICS) era solo del 16,5, e nel 2022, il G7 aveva già solo il 30,3% e i BRICS il 31,5%. Entro il 2028 la situazione cambierà ancora di più a favore dei BRICS: sarà del 36,6%, per il G7 la previsione per il 2028 è del 27,8. Non c’è scampo, questa è una realtà oggettiva, sarà così qualunque cosa accada, anche in Ucraina.

Noi, insieme agli Stati amici, continueremo a creare corridoi logistici efficienti e sicuri e a costruire una nuova architettura finanziaria globale, libera da interferenze politiche, su una base tecnologica avanzata. Inoltre, lo stesso Occidente sta screditando le proprie valute e il proprio sistema bancario: stanno tagliando il ramo su cui sono seduti da decenni.

Fonte, intervento originale completo in russo: Cremlino