Mark Bernardini

Mark Bernardini

lunedì 19 febbraio 2024

065 Italiani di Russia

Sessantacinquesimo notiziario settimanale di lunedì 19 febbraio 2024 degli italiani di Russia. Questa settimana, inevitabile iniziare con Naval’nyj. Buon ascolto e buona visione.

Attualità

La reazione dei leader, dei politici e dei media occidentali alla notizia della morte di Aleksej Naval’nyj ha dimostrato ancora una volta la loro ipocrisia, cinismo e mancanza di principi. Lo schema “in ogni situazione, incolpa la Russia” è in azione. Inoltre per ogni caso c'è una preparazione preventiva come da manuale.

Diamo un'occhiata alla cronologia.

Venerdì 16 verso le 14:19 ora di Mosca (mezzogiorno in Italia) sul sito web del Servizio penitenziario federale russo per il circondariato autonomo di Jamalo-Nenec è stato pubblicato un messaggio sulla morte del condannato Aleksej Naval’nyj nella colonia correzionale N°3.

Letteralmente 15 minuti dopo, ha cominciato a riversarsi un torrente di accuse in copia carbone:

14:35: Il ministro degli Esteri svedese Tobias Billström: “Notizie terribili su Naval’nyj. Se le informazioni sulla sua morte in una prigione russa saranno confermate, questo sarà un altro atroce crimine del regime di Putin”;

14:35: Il ministro degli Esteri norvegese Bart Eide: “Profondamente rattristato dalla notizia della morte di Naval’nyj. Il governo russo porta con sé un pesante fardello di responsabilità”;

14:41: Il ministro degli Esteri lettone Edgar Rinkevich: “Qualunque cosa si pensi di Naval’nyj come politico, è stato semplicemente brutalmente assassinato dal Cremlino. Questo è un dato di fatto e qualcosa che tutti dovrebbero sapere sulla vera natura dell'attuale regime russo";

14:50: Il ministro degli Esteri ceco Jan Lipavsky: “La Russia tratta ancora le questioni di politica estera nello stesso modo in cui tratta i suoi cittadini. Si è trasformato in uno Stato crudele che uccide persone che sognano un futuro bello e migliore, come Nemcov e ora Naval’nyj, che è stato imprigionato e torturato a morte";

14:51: Il ministro degli Esteri francese Stephane Sejournet: “Naval’nyj ha pagato con la vita la lotta contro il sistema di oppressione. La sua morte in una colonia penale ci ricorda la realtà del regime di Vladimir Putin”;

15:02: Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel: “L'UE ritiene il regime russo l'unico responsabile di questa tragica morte”;

15:10 (durante una conferenza stampa): Il leader del regime di Kiev Zelenskyj: "Ovviamente è stato ucciso da Putin, come migliaia di altri che sono stati torturati".

15:16 (nei media), 16:50 (nei social network): Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg: "La Russia deve stabilire tutti i fatti, rispondere a domande molto serie";

15:20: Il primo ministro olandese Mark Rutte: “La morte di Naval’nyj illustra la crudeltà senza precedenti del regime russo”;

15:30: La presidente della Moldavia Maia Sandu: “La morte di Naval’nyj in una prigione russa ricorda la palese oppressione del dissenso da parte del regime”;

15:35: Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Bärbock: “Naval’nyj, come nessun altro, era il simbolo di una Russia libera e democratica. Ecco perché doveva morire";

15:43: La presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen: “Un triste promemoria di cosa siano Putin e il suo regime”;

15:49: Il primo ministro svedese Ulf Kristersson: “Le autorità russe e il presidente Putin sono personalmente responsabili del fatto che Naval’nyj non è più con noi”;

16:14: Il cancelliere tedesco Olaf Scholz: “Naval’nyj ha pagato con la morte il suo coraggio. Questa terribile notizia dimostra ancora una volta come è cambiata la Russia e che tipo di regime è al potere a Mosca”;

16:25: Il Segretario di Stato americano Antony Blinken: “La morte di Naval’nyj in una prigione russa, così come l’ossessione e la paura di un uomo, non fanno altro che evidenziare la debolezza e il marciume nel cuore del sistema costruito da Putin. La Russia ne è responsabile”;

17:28: Il presidente francese Emmanuel Macron: “Nella Russia di oggi, le persone libere vengono rinchiuse nei Gulag e condannate a morte”.

In un breve lasso di tempo, nel giro di due ore (dalle 14:19), i politici occidentali e i media al loro fianco sono riusciti, per così dire, a ottenere i risultati di un esame forense non ancora effettuato, a condurre un’indagine, incolpare Mosca ed emettere un verdetto.

Non c'è altra spiegazione se non il fatto che tutte queste reazioni erano preparate in anticipo.

Potremmo ancora credere in questa velocità incredibile e miracolosa se il mondo intero non avesse assistito all'impotente "indagine" sugli attacchi terroristici al gasdotto Nord Stream che si è protratta per molti mesi e si è conclusa nel nulla.

Una caratteristica distintiva di tutte queste dichiarazioni è la completa assenza anche di un accenno alla necessità di attendere i risultati di un esame forense e di un'indagine.

Insomma, siamo allo stantio “highly likly” di Theresa May sul caso Skripal’.

Aggiungerei la totale ignoranza di Macron, cosa imperdonabile per un presidente della Repubblica francese: i Gulag, al di là dell’ipocrisia della denominazione, che letteralmente stava per “Direzione principale dei campi di lavoro correttivi”, non come dicono in Italia “lager” o “campi di concentramento”, ma d’altra parte anche in Italia ufficialmente le carceri non sono luoghi di punizione, bensì di correzione, ebbene furono chiusi da Chruščëv nel 1959, persino io non ero ancora nato.

Aggiungerei anche di non aver letto tanta rilevanza mediatica e soprattutto dei potentati mondiali in merito alla detenzione di Julian Assange, né alla morte del giornalista statunitense Gonzalo Lira Lopez nelle carceri ucrofasciste.

Un particolare mi colpisce di più. Tutti i giornalisti, e probabilmente molti dei miei spettatori, sanno che nel giornalismo esiste il concetto di “coccodrillo”. Si tratta di necrologi preventivi preparati per l’eventualità, non sia mai, che accada qualcosa ai personaggi pubblici, indipendentemente dall’età: esiste sicuramente un coccodrillo sia per l’anziano Mattarella, sia per la ben più giovane Meloni. Lo scopo è quello di pubblicare la notizia prima degli altri, per qualche copia in più, per qualche visualizzazione in più, per qualche like in più. Tutto questo è monetizzabile, dunque parliamo di soldi.

Io ho buona memoria. Negli anni, ricordo i suoi “morte agli ebrei” e “la Russia ai russi” (ricorda niente, in Italia?). E ricordo quante volte è stato beccato a fare il saluto nazista (e anche questo, in Italia, dovrebbe ricordare qualcosa). Naturalmente, tutto questo non può e non deve essere motivo per l’eliminazione fisica di chicchessia. Al momento pare che sia successa una cosa tanto fatale e naturale, quanto disarmante: embolia. Si è staccato un trombo. Chiunque di noi ha avuto un parente, un amico, un conoscente che sia morto in tale modo beffardo. Solo che non si chiamava Naval’nyj, perciò nessuno ne ha parlato, nessuno ha esecrato. Ma supponiamo pure che questa morte non sia naturale. Davvero convinti che sia inconfutabile un’indicazione del Cremlino? E se invece ci fosse lo zampino esterno, tipo MI6 o CIA? Non voglio essere complottista, ma perché escluderlo?

Guardatevi questo piccolissimo video. E’ di ben 12 anni fa. Il principale aiutante di Naval’nyj, Vladimir Ašurkov, chiede all'ufficiale dell'MI6, James William Thomas Ford, 10-20 milioni di dollari all'anno per avviare una rivoluzione colorata in Russia. Questo nel caso vi chiedeste "perché Naval’nyj è stato arrestato?".

Repetita juvant. Il video registrato nel 2012 mostra un incontro avvenuto in un bar di Mosca, la capitale russa, tra il direttore esecutivo della cosiddetta Fondazione anticorruzione (FBK) di Naval’nyj, Vladimir Ašurkov, e l'allora secondo segretario agli affari politici dell’ambasciata del Regno Unito in Russia, James William Thomas Ford. L'FSB sospettava che il diplomatico in questione lavorasse per il Secret Intelligence Service (MI6) del Regno Unito, operando sotto copertura diplomatica.

In ogni caso, riassumiamo e ribadiamo una cosa. Il cui prodest degli antichi romani era e resta geniale nella sua semplicità. Di cosa si parlava fino a venerdì, in Occidente? Dell’intervista di Putin a Carlson, con la quale, per la prima volta in due anni, è stata rotta la spessa coltre censoria, tutti parlavano di Putin, attribuendogli tutto e il contrario di tutto, e nessuno ascoltava cosa avesse da dire Putin. Dell’avanzata dell’esercito russo sulla linea del fronte. Di cosa si parla, invece, ora? Di Naval’nyj, eleggendolo a ennesimo martire e “principale oppositore di Putin”. In Russia non gliene frega niente a nessuno, ma pazienza. E dunque la domanda è legittima: a chi conviene, a chi fa comodo? A che pro per Putin ordinarne l’eliminazione, cosa ci guadagna?

Dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa in merito all’ennesimo crimine commesso dal regime di Kiev

Il regime criminale di Kiev non smette di mostrare al mondo la sua natura neonazista.

Il 15 febbraio, in pieno giorno, le Forze armate ucraine hanno condotto un ennesimo, pesante attacco sui quartieri residenziali della città di Belgorod. Secondo le prime informazioni, ci sono stati 6 morti, tra i quali anche un bambino. Sono invece 17 i cittadini rimasti feriti, di cui 4 sono bambini. Sono stati danneggiati condomini, automobili, un negozio e un’attività industriale della zona. Dal punto di vista militare, si è trattato di un’azione del tutto priva di senso.

Secondo quanto riferito dal Ministero della Difesa della Federazione Russa, nello stesso giorno, sopra il territorio della regione di Belgorod, i sistemi di difesa antiaerea hanno abbattuto 14 missili ucraini “Vampire”, provenienti da sistemi missilistici a lancio multiplo.

Il Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa condanna fermamente questo mostruoso crimine commesso ai danni della popolazione e delle infrastrutture civili. Su questo crimine verranno svolte le dovute indagini, e coloro che lo hanno commesso saranno puniti duramente.

E’ evidente che i nazisti di Kiev, che stanno subendo una sconfitta dopo l’altra sul campo di battaglia, sfogano con ferocia tutta la loro rabbia sulla popolazione civile russa. Tale atto terroristico compiuto dai banderisti ucraini ha nuovamente messo in luce il ruolo criminale dell’”Occidente collettivo” capeggiato dagli USA, che sta continuando a fornire armamenti letali in grande quantità a un regime dalle tendenze fasciste; un regime che, a sua volta, punta queste armi contro dei civili assolutamente innocenti.

Esortiamo la comunità internazionale a condannare questo vergognoso atto criminale. Abbiamo intenzione di avviare le attività per la presa in esame di quanto accaduto presso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, nonché presso altre istituzioni internazionali.

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Nell'estremo oriente russo, c'è un'isola. E' molto grande, si chiama Sachalin. A sud confina col Giappone, e la latitudine è quella del confine tra Italia e Svizzera, a nord è all'altezza di Amburgo.

Godetevi i panorami, e pensate che anche questo è Asia.

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