Mark Bernardini

Mark Bernardini

lunedì 27 marzo 2023

20230327 Giornale radio L'attimo fuggente

Ucraina.

Fonte: Giornale radio, L'attimo fuggente

018 Italiani di Russia

Diciottesimo notiziario settimanale di lunedì 27 marzo 2023 degli italiani di Russia. Dal 21 marzo e per i prossimi sei mesi a Mosca c’è più luce che in Italia. Si chiama equinozio, benvenuti nella primavera. Buon ascolto e buona visione.

Attualità

Durante i colloqui tra Putin e Xi Jinping all’inizio della settimana appena trascorsa, è arrivata una notizia dalla Gran Bretagna, per bocca della viceministra alla Difesa, la baronessa Annabelle Goldie, poi confermata e ribadita per iscritto dal suo capo, il ministro della Difesa albionico Ben Wallace: l’Inghilterra invierà, o forse ha già iniziato ad inviare all’Ucraina, munizioni all’uranio impoverito. Putin ha quindi dovuto commentare fuori dai documenti protocollari, affermando che “se ciò accadesse, la Russia dovrebbe rispondere di conseguenza”. Insomma, sembra che alcuni politici europei abbiano esaurito non solo il cervello, ma anche l’istinto di autoconservazione. Pensano davvero che la risposta all’uso di proiettili con uranio impoverito sarà simile? Potrebbe essere con uranio arricchito…

L’uso di proiettili all’uranio impoverito durante l’aggressione della NATO contro la Jugoslavia ha provocato sia la morte di civili che numerose morti di soldati della NATO che hanno partecipato all’operazione. Molte persone si sono ammalate di cancro in Serbia e nella Republika Srpska (parte della Bosnia ed Erzegovina) a causa dell’uso di uranio impoverito. Inoltre, anche molti soldati italiani che hanno partecipato all’occupazione del Kosovo sono stati esposti a radiazioni e successivamente hanno sviluppato il cancro. La mortalità tra i malati a causa del contatto con l’uranio impoverito è enorme. La Gran Bretagna sta giocando con il proprio destino, sta entrando apertamente in guerra contro la Russia.

Durante l’aggressione della NATO contro la Repubblica Federale di Jugoslavia nel 1999, 15 tonnellate di uranio impoverito furono lanciate sul territorio della Serbia sotto forma di proiettili. Successivamente, il Paese si è classificato al primo posto per numero di malattie oncologiche in Europa, e nei primi 10 anni dai bombardamenti, circa 30mila persone si sono ammalate di cancro nella repubblica, di cui da 10mila a 18mila sono morte.

L’irradiazione è stata subita sia da civili che da soldati dal contingente NATO. Nel gennaio 2020 è stata intentata la prima causa in Serbia contro la NATO per l’utilizzo di uranio impoverito nel 1999. Le cause serbe sono identiche alle 500 cause dei militari italiani che erano in Kosovo e Metohija nel 1999, di cui più di 200 sono state soddisfatte: il Ministero della Difesa italiano ha risarcito il personale militare per danni materiali. Processi simili si stanno verificando in diversi Paesi europei. Così, il primo caso simile in Francia nel 2021 si è concluso con la vittoria del querelante, sono in corso contenziosi nel Regno Unito, Germania, Paesi Bassi e Turchia.

Al momento, in Serbia si stanno preparando a intentare più di 2,5mila azioni legali per conto dell’esercito e della polizia. Gli avvocati intendono chiedere il risarcimento dei danni morali per i cittadini serbi colpiti per un importo di 100.000 euro.

Sullo sfondo dei piani della Russia di dispiegare armi nucleari tattiche in Bielorussia, il Pentagono ha affermato di non vedere alcun segno che la Russia si stia preparando a usare armi nucleari, né motivi per cambiare la prontezza delle forze nucleari statunitensi. La Casa Bianca ha espresso la stessa opinione.

Il 25 marzo, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato un accordo tra Mosca e Minsk per quanto riguarda il dispiegamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia. Allo stesso tempo, la Russia non trasferisce le sue armi nucleari alla Bielorussia, ma fa quello che gli Stati Uniti fanno da 10 anni, ha spiegato Vladimir Putin. Come previsto, la costruzione di un deposito di armi nucleari tattiche in Bielorussia sarà completata il 1° luglio di quest’anno.

A proposito dei mandati di cattura emessi dalla sedicente Corte di Giustizia dell’Aja, ho tradotto per il canale “InfoDefense Italia” l’intervista rilasciata dall’incaricata per i diritti dei bambini russi Marija L’vova-Belova al canale televisivo “Solov’ëv Live”. Vale la pena ascoltarla, dura appena sette minuti. Per la voce delle domande, mi sono fatto coadiuvare da mia moglie, che ringrazio.

Italia

Come facilmente prevedibile, e come peraltro avevamo già preconizzato, dopo i suoi cinque minuti di immeritata visibilità, Crosetto è prontamente sparito dai media non solo italiani, ma soprattutto mondiali. Crosetto, chi era costui? Parliamo piuttosto di cose più serie.

L’Accademia della Crusca, in qualità di regolatore della lingua italiana, ha valutato negativamente l’uso di desinenze neutre rispetto al genere nei documenti ufficiali, che nascondono il genere maschile o femminile di sostantivi, aggettivi e altre parti del discorso che cambiano in base al genere.

La prestigiosa istituzione di lingua italiana ha risposto ad una richiesta della Commissione Pari Opportunità della Corte di Cassazione per la parità di genere nella redazione degli atti giudiziari. La domanda riguardava l’uso dell’asterisco * o del carattere “seam”, che sembra una “e” capovolta. In precedenza, questi caratteri erano usati in corrispondenza per denotare il plurale. Così, la notazione Benvenut* car* starebbe a significare “benvenuta, cara” in relazione a entrambi i sessi. Allo stesso modo, amic* iniziò ad essere usato per riferirsi sia all’amico che alla fidanzata, mentre nel linguaggio normativo ci sono due forme separate: amico (maschile) e amica (femminile).

L’accademia ha osservato che tali innovazioni erano “in parte il risultato della radicalizzazione associata alle tendenze culturali”.

“Il linguaggio giuridico non è un luogo adatto per esperimenti innovativi da parte di una minoranza che porterebbe all’eterogeneità e all’idioletto (una variante del linguaggio usato da una persona)”, recita il responso. L’istituto linguistico ha sottolineato che in italiano il plurale maschile non contrassegnato continua ad essere il modo preferito di riferirsi a tutti i sessi, “a condizione che l’utente sia consapevole che si tratta di un modo efficace per coinvolgere e non violare”.

Allo stesso tempo, l’Accademia della Crusca ha valutato positivamente la comparsa dell’articolo femminile nei sostantivi di genere comuni, generalmente derivati dalla terza declinazione latina. Pertanto, è consentito l’uso di “la presidente” per un presidente donna e “la giudice” per un giudice donna.

L’Italia è attualmente “in prima linea tra i Paesi che desiderano infliggere una sconfitta strategica alla Russia”, il che è deplorevole. Lo ha dichiarato giovedì in un’intervista all’agenzia italiana ANSA il viceministro degli Esteri russo Sergej Rjabkov.

“L’Italia è sempre nei nostri cuori, ma in questo momento la Repubblica italiana è in prima linea tra i Paesi che vogliono infliggere una sconfitta strategica alla Russia, e questo è deprimente, ha detto il diplomatico. Per secoli l’Italia e la Russia hanno avuto relazioni eccezionali in molte aree, pur con alti e bassi, e guerre. Ma Roma era una delle pochissime che avevano una profonda comprensione delle reciproche posizioni”.

Nel marzo 2022, il Parlamento italiano ha approvato una risoluzione sulla fornitura di assistenza all’Ucraina, compresa l’assistenza militare. Sono stati emanati cinque decreti interministeriali con un elenco di armi fornite, che però è secretato. Il nuovo governo, salito al potere nell’ottobre 2022, ha approvato un decreto che proroga i termini dell’assistenza militare per tutto il 2023. Alla fine è stato approvato in Parlamento. All’inizio di quest’anno è stato approvato il sesto decreto sull’assistenza militare.

Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e altri funzionari russi hanno ripetutamente richiamato l’attenzione sul pericolo della diffusione delle armi fornite dall’Occidente all’Ucraina in altre regioni.

C’è un articolo del Corriere della Sera che vale come riassunto di tutti i deliri che leggiamo quotidianamente nella stampa italiana sulla Russia. La risposta dell’ambasciata russa a Roma è in questo senso molto efficace. La leggiamo per intero.

Lettera aperta dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia al direttore del Corriere della Sera

Signor direttore, abbiamo letto con stupore e un po’ di disgusto l’articolo “Così Putin minaccia tutti noi” di Danilo Taino sul Suo giornale del 25 marzo 2023. Dal momento che ha ritenuto ammissibile concedere spazio sulle pagine del Suo quotidiano a questa pasquinata diffamatoria e oltretutto richiamarne il titolo in prima pagina, stimiamo che la posizione dell’autore sia condivisa dal comitato di redazione di uno dei giornali più influenti d’Italia.

Riteniamo che non sia per noi dignitoso discutere con l’autore di questa “opera”, intrisa di un odio non celato per la Russia contemporanea e il suo popolo.

Vorremmo richiamare l’attenzione della redazione del Suo giornale su quanto segue. Voi, forse, avete il dubbio primato tra gli altri media italiani nel sostenere la tesi blasfema del popolo della Russia contemporanea come “nazione fascista” governata da un “regime fascista”. Se questa è una provocazione deliberata volta a suscitare l’indignazione dei cittadini russi, e dei milioni di altre persone che hanno studiato la storia moderna a scuola, allora ha certamente raggiunto il suo obiettivo. Per coloro che non hanno studiato o che hanno dimenticato le lezioni di storia, ricordiamo che il popolo sovietico, nella lotta contro il fascismo per la libertà del proprio Paese, per la libertà dell’Europa e del mondo, ha sacrificato 27 milioni di suoi cittadini e ha subito disastri e sofferenze incalcolabili. L’odiosissima parola “fascismo” che, com’è noto, ha origine italiana, è saldamente radicata nella nostra coscienza pubblica come sinonimo di ideologia antiumana e razzista che, non solo non ha nulla in comune con la politica della Russia moderna, ma è inoltre oggetto della nostra lotta coerente e intransigente, anche contro le sue manifestazioni nelle politiche di altri Paesi. Siamo inoltre costretti a ricordare che la politica del fascismo italiano, oltre a tanti lutti e devastazioni sul territorio dell’Unione Sovietica, ha cagionato molte sofferenze allo stesso popolo italiano. Durante la Seconda guerra mondiale sul solo fronte orientale sono morte decine di migliaia di italiani.

Il marchio irresponsabilmente impostoci, gli appelli a “fermare il fascismo di Putin”, che rappresenterebbe “una minaccia mortale per l’Europa e per le società europee”, a nostro avviso, sono soprattutto ad uso e consumo interno, per fomentare il sentimento russofobico nella società italiana. Contiamo sul buon senso degli italiani comuni che non sono inclini a vedere dei “fascisti” nei russi che hanno sempre avuto un’indubbia simpatia per il vostro Paese e che in molte occasioni hanno fornito un aiuto disinteressato al suo popolo.

Chiediamo, signor direttore, di considerare il nostro punto di vista che riflette quello della stragrande maggioranza dei cittadini della Russia contemporanea.

Economia

Secondo i dati ISTAT, l’interscambio tra Russia e Italia nel 2022 è ammontato a 32,3 miliardi di euro (+49,8%).

L’Italia esporta verso la Russia per 5,8 miliardi di euro (-23,3%) ed importa dalla Russia beni per 26,5 miliardi di euro (+89,8%). Ne consegue un saldo negativo di 20,6 miliardi di euro.

L’impatto del regime sanzionatorio sull’export italiano verso la Russia è stimato intorno a 1,8 miliardi di euro di perdite.

Su base tendenziale, le esportazioni italiane del mese di gennaio 2023 fanno registrare un -37% rispetto al mese di gennaio 2022.

La premier Giorgia Meloni ha utilizzato per la prima volta il diritto di veto (che però si chiama in inglese, chissà perché, “Golden Power”) su una transazione commerciale che, a suo parere, rientra nella sicurezza dei settori strategici dell’economia italiana. Intendiamoci. Certo non è una buona cosa quando la politica interviene in degli affari commerciali. A meno che questi, effettivamente, non arrechino danno e pericolo allo Stato: in tal caso, è perfettamente giustificato. Che so io, se a qualcuno venisse in mente di vendere l’ENI, o l’ENEL, o Finmeccanica (che ora si fa chiamare “Leonardo”), o la FIAT ad uno Stato straniero. Oddio, l’ENI, l’ENEL, la “Leonardo” sono statali, è giusto che lo Stato abbia voce in capitolo. La FIAT però è stata venduta a Stellantis BV, che è olandese.

Il caso che trattiamo oggi è molto più modesto ed insignificante. Tanto più stupisce l’interessamento della Meloni. O forse, non stupisce affatto. Esiste un’azienda italiana, si chiama “Tecnologia Intelligente” SRL, una Società costituita a Firenze nel luglio 2022 dall’imprenditore Marco Carrai, che è anche console onorario di Israele per Lombardia, Toscana e Emilia-Romagna e presidente dell’Aeroporto di Firenze, noto per essere amico personale e consigliere dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. La newco ha come oggetto la “ricerca e sviluppo di software IT solutions, social network e prodotti legati all’intelligenza artificiale”, nonché lo “sviluppo di piattaforme informatiche, robotica, ideazione, progettazione e sviluppo di droni”.

Chi voleva comprarsela? La Nebius BV, che, già dalla ragione sociale, intuite sia un’azienda olandese, come Stellantis. Nebius BV è stata costituita un mese prima di “Tecnologia Intelligente” ed è amministrata da un cittadino olandese, Alfred Alexander de Cuba, nato nelle Antille olandesi e residente allo stesso indirizzo della Nebius, ad Almere, pochi chilometri da Amsterdam. Nebius avrebbe poi finanziato lo sviluppo della SRL con un prestito di due milioni erogato da Yandex. Eccolo!

Nebius, aveva detto Carrai, “sta costruendo una tecnologia di artificial intelligence totalmente unica per l’Europa, che oggi non esiste. Faremo un centro di ricerca dove verranno fatti dei brevetti: c’è un contratto per cui noi dobbiamo fare ricerca e sviluppo in base a step di avanzamento. Ci lavoreranno data scientist, matematici, ingegneri tra i più bravi del mondo”. Inoltre Carrai aveva sottolineato che “Yandex è olandese e ha tra i maggiori azionisti fondi Usa. I soldi non sono russi”. Ma tant’è. Per il momento l’operazione è bloccata.

Ricordiamo che la normativa sul Golden Power è stata rafforzata circa un anno fa per quanto riguarda 5G e Cloud, con quest’ultimo che per la prima volta assurge a infrastruttura critica per la sicurezza nazionale, alla stregua delle reti di telecomunicazioni. Lo ha previsto il “Decreto Ucraina” (Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina) che ha previsto anche un rafforzamento della disciplina sulla cybersicurezza e in particolare si prevede la sostituzione di tecnologie russe.

L’acquisizione sarebbe avvenuta per una cifra pari a quella del capitale sociale ma avrebbe garantito alla realtà di Carrai di ricevere un prestito da 2 milioni erogato da Yandex. Quest’ultima è la cosiddetta “Google russa”, il primo motore di ricerca nel Paese, fondata da Arkadij Volož, oligarca colpito dalle sanzioni occidentali verso Mosca. Perché il governo avrebbe applicato per la prima volta la forma più severa di golden power? La disciplina sostiene che lo Stato possa bloccare o apporre particolari condizioni a specifiche operazioni finanziarie, qualora queste ultime ricadano nell’interesse nazionale. Potrebbe essere la materia delicata dell’intelligenza artificiale o della progettazione di droni ad aver portato l’esecutivo a bloccare la vendita, anche in ragione che, nella partita, entrerebbero in gioco interessi russi.

Il governo è preoccupato per l’accordo perché le attività di Nebius, che opera nel settore dei servizi cloud, sono state finanziate da Yandex. La holding di Yandex, che è anch’essa una Società di diritto olandese, sta progettando di cedere la proprietà e il controllo della maggior parte di Yandex Group e di sviluppare al di fuori della Russia le divisioni internazionali di alcuni servizi, come il cloud.

Nebius fa parte della holding olandese di Yandex, Yandex NV, e sarà inclusa nella nuova società internazionale dopo la ristrutturazione. Yandex non è stata colpita dalle sanzioni contro la Russia, ma alcuni dei suoi dirigenti sì. Nebius aveva pianificato di costruire un hub di ricerca e sviluppo in Italia per attirare i migliori talenti tecnologici dalla Russia e altrove. La holding olandese è in procinto di cedere le attività in Russia, ma non è un processo rapido.

Interviste

Anche questa settimana, ho partecipato a varie conferenze, tavole rotonde e trasmissioni televisive e radiofoniche russe e italiane. Ecco quanto ho detto a Cusano News 7.

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia. Oggi è il turno di Eros Ramazzotti, mio quasi coetaneo (ha un anno meno di me) e cresciuto a Roma nel quartiere (Cinecittà) a ridosso del mio (San Giovanni). Qui si esibisce a Mosca con, tra gli altri, una cantante russa, Polina Gagarina (nessuna parentela col cosmonauta).

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lunedì 20 marzo 2023

20230320 Putin e Xi Jinping serale

Vladimir Putin: Caro signor Presidente, caro amico! Benvenuto in Russia, a Mosca.

Sono lieto di avere l'opportunità di congratularmi personalmente con lei per la sua rielezione a capo dello Stato cinese. Ciò è stato possibile perché il popolo cinese e i suoi rappresentanti hanno apprezzato il suo lavoro nei decenni precedenti.

Negli ultimi anni, la Cina ha fatto un enorme balzo in avanti nel suo sviluppo. In tutto il mondo, questo suscita un genuino interesse e la invidiamo persino un po'.

La Cina ha creato un sistema molto efficace per sviluppare l'economia e rafforzare lo Stato. E’ molto più efficiente che in molti altri Paesi del mondo, questo è un fatto ovvio. I meccanismi di mercato sono combinati con un corso politico abbastanza fiducioso e portano risultati visibili. Sono sicuro che sotto la sua guida la Cina compirà ulteriori passi nel suo sviluppo nei prossimi anni e raggiungerà sicuramente gli obiettivi che vi siete prefissati.

E’ simbolico che esattamente 10 anni fa ci siamo incontrati qui, lei fece la sua prima visita come Presidente della Repubblica popolare cinese in Russia. Durante questo periodo, abbiamo compiuto passi significativi nello sviluppo delle nostre relazioni. Il nostro fatturato commerciale è più che raddoppiato: era, se ricordo bene, di 87 e rotti, ora è di poco sotto i 200, 185 miliardi di dollari. Abbiamo molti compiti e obiettivi comuni.

So che lei personalmente, tutti i nostri amici cinesi, prestate grande attenzione allo sviluppo delle relazioni russo-cinesi, assumete una posizione equa ed equilibrata sui problemi internazionali più urgenti. Abbiamo studiato attentamente le vostre proposte per risolvere la crisi acuta in Ucraina. Naturalmente, avremo l'opportunità di discutere di questo problema. Sappiamo che procedete basandovi sui principi di giustizia e sull'osservanza delle disposizioni fondamentali del diritto internazionale, sicurezza indivisibile per tutti i Paesi. Sapete anche che siamo sempre aperti al processo di negoziazione. Naturalmente discuteremo di tutte queste questioni, comprese le vostre iniziative, che ovviamente trattiamo con rispetto.

In generale, la nostra interazione nell'arena internazionale, ovviamente, contribuisce al rafforzamento dei principi fondamentali dell'ordine mondiale e del multipolarismo. Ci sono molte domande nella sfera della cooperazione economica. Domani potremo parlarne con la partecipazione dei nostri partner e colleghi. Oggi sono molto contento che lei l'abbia trovato possibile, che abbia trovato il tempo di venire la sera, in un'atmosfera informale e amichevole, per parlare con calma di tutte le questioni che ci interessano.

Benvenuto!

Xi Jinping: Caro Presidente Putin, la chiamo sempre mio caro amico.

Sono molto lieto del suo invito a compiere ancora una volta una visita di Stato in Russia, soprattutto subito dopo la mia rielezione a Presidente della RPC, e ho scelto la Russia come primo Paese della mia visita all'estero.

Si è appena ricordato che esattamente dieci anni fa, quando sono diventato presidente della Repubblica popolare cinese, ho scelto proprio la Russia come primo Paese per la mia prima visita all'estero. Me lo ha ricordato e fino ad oggi queste immagini sono ben conservate nel mio cuore.

La parte cinese presta grande attenzione allo sviluppo delle relazioni sino-russe, poiché questo ha una sua logica storica, poiché siamo i più grandi Paesi vicini. Siamo partner di interazione e cooperazione strategica globale, ed è questo status che determina che dovrebbero esserci strette relazioni tra i nostri Paesi.

Immediatamente dopo la positiva conclusione del XX Congresso del PCC, nonché dopo la recente sessione del Parlamento cinese, dopo la mia rielezione a Segretario generale del PCC e anche a Presidente della Repubblica popolare cinese, mi ha subito inviato telegrammi di congratulazioni. Ancora una volta, le esprimo la mia profonda gratitudine.

So che l'anno prossimo si svolgeranno le elezioni presidenziali nel vostro Paese. Grazie alla sua forte leadership, negli ultimi anni la Russia ha compiuto progressi significativi nel raggiungimento di risultati e prosperità per il Paese. Sono sicuro che il popolo russo la sosterrà con forza nelle sue buone imprese.

In effetti, mentre andiamo avanti, i nostri Paesi condividono molti obiettivi uguali o simili.

Entrambi i nostri Paesi stanno attualmente compiendo grandi sforzi per raggiungere il nostro obiettivo di sviluppo e prosperità. Ad esempio, abbiamo posto l’obiettivo di eseguire la modernizzazione del modello cinese. Anche la Russia ha fissato obiettivi ambiziosi per lo sviluppo del Paese. Sono sicuro che con la nostra collaborazione e stretta interazione raggiungeremo sicuramente questi obiettivi insieme.

Le sono anche molto grato per il fatto che negli ultimi anni, riguardo allo sviluppo e alla costruzione della Cina, avete sempre avuto un atteggiamento positivo nei nostri confronti, ci sostenete sempre e, naturalmente, lo sentiamo, vi siamo grati.

Nello sviluppo della cooperazione strategica internazionale sino-russa, dobbiamo, da un lato, raggiungere l'obiettivo di garantire giustizia e uguaglianza nel mondo e, dall'altro, raggiungere ulteriore sviluppo e prosperità in questo processo nei nostri Paesi.

Vi sono molto grato per le vostre ottime iniziative, per il fatto che oggi terremo un pranzo amichevole in formato uno a uno, in modo che durante questa comunicazione possiamo scambiarci domande di natura bilaterale, così come tutte le questioni di reciproco interesse.

20230320 Giornale radio L'attimo fuggente

Il proletariato non ha null'altro da perdere, fuorché le proprie catene.

Fonte: Giornale radio, L'attimo fuggente

Гаагский трибунал

«Решения МУС никак не повлияют на международную деятельность России» — Марк Бернардини

Политолог Марк Бернардини в эфире программы «Мнение» оценил новость об ордере на арест Путина.

«У нас в России были две реакции, как они смеют и кому какое дело. Если подойти по-научному, Гаагский трибунал не признается Россией, Китаем, Индией, Израилем и даже США. Есть заявление Болтона, когда он был при власти о том, что им даже в голову не приходило судить, кого-то из граждан США, иначе им будут заблокированы банковские счета и наложены санкции на тех, кто будет сотрудничать с судьями Гаагского трибунала», – отметил политолог.

По словам Марка Бернардини, когда Байден полетел в Киев, никому и в голову не пришло бомбить Киев, также, как и когда Путин летал в Мариуполь.

«Риторика Запада говорит о том, что в странах Гаагского трибунала, человек, которого объявили в розыск будет задержан. Они об этом говорят потому, что у Германии сейчас пошатнувшиеся позиции. В очередной раз Германия доказала свою несамостоятельность, в этом случае стоило бы промолчать, учитывая военное время», — подчеркнул эксперт.

В студии программы «Мнение» агентства News Front политолог Марк Бернардини и постоянный ведущий программы — Алексей Давыдов.

Источник: News Front

domenica 19 marzo 2023

017 Italiani di Russia

Diciassettesimo notiziario settimanale di lunedì 20 marzo 2023 degli italiani di Russia. In Russia le mezze stagioni esistono ancora, qui a Mosca sta arrivando la primavera. Lo si vede dal fatto che in due giorni i marciapiedi si sono asciugati, e sono ricomparse le vecchiette sulle panchine accanto ai portoni. In Italia, tradizionalmente, i pensionati vanno a commentare i cantieri aperti, in Russia, le vecchiette discettano su chiunque entri o esca dai palazzi. Stavolta, inusualmente, molte notizie riguardanti l’Italia. Buon ascolto e buona visione.

Attualità

In Cina è iniziato un nuovo piano quinquennale. Importante per il mondo intero. Bene, per la Russia, la cooperazione con la Cina è una priorità assoluta. Allora, dove sta andando la Repubblica Popolare Cinese e quali sono i suoi obiettivi per il futuro?

Una decina di giorni fa, i deputati dell’Assemblea nazionale del popolo hanno rieletto all’unanimità Xi Jinping alla carica di presidente cinese per un terzo mandato quinquennale. Questo succede per la prima volta in Cina. Così i deputati hanno ricordato i meriti del presidente Xi alla guida della Cina negli ultimi dieci anni. Vladimir Putin si è congratulato con il suo collega cinese per la sua elezione al terzo quinquennio. Il telegramma contiene anche le seguenti parole: “Sono certo che, agendo insieme, garantiremo la crescita di una fruttuosa cooperazione russo-cinese in vari campi. Continueremo a coordinare il lavoro congiunto sulle questioni più importanti dell’agenda regionale e internazionale”.

L’Assemblea nazionale ha anche eletto un nuovo capo del Consiglio di Stato. Il capo del Consiglio di Stato è il primo ministro. Li Qiang, un ex leader del partito di Shanghai con una vasta esperienza nella modernizzazione e nelle riforme economiche della metropoli, 63 anni, un’età molto giovane per gli standard cinesi. Certo, nella squadra di Xi gli obiettivi che il nuovo primo ministro deve affrontare sono complessi: garantire una crescita di almeno il 5% del PIL, creare più di dieci milioni di posti di lavoro e intensificare il commercio estero di fronte alle imminenti sanzioni statunitensi.

Ovviamente, la maggior parte del commercio sarà reindirizzata verso la Russia. Ciò significa un aumento del fatturato commerciale del 15% annuo e il rafforzamento di partenariati strategici, anche nel campo degli investimenti reciproci.

La politica cinese non è di quelle che riserva sorprese. Qui dicono sempre: la prevedibilità e la stabilità sono importanti. Quindi la rielezione del presidente della RPC è stata, piuttosto, una formalità, fissando la decisione del congresso del Partito, e l’attuale capo della RPC è andato al suo terzo mandato presidenziale.

Rito solenne: la guardia d’onore, la Costituzione, il giuramento… E quell’enorme credibilità del Partito e del popolo, che il leader cinese ha nuovamente promesso di assolvere. “Sarò fedele alla Patria e al popolo. Accetto la leadership del popolo e lavorerò sodo per costruire un Paese socialista moderno e potente che sia prospero, democratico, civile, armonioso e bello”, ha detto Xi Jinping.

Il Paese crede alle sue parole. In effetti, nei dieci anni al potere, Xi ha cambiato radicalmente il suo aspetto. E non si tratta solo di rafforzare lo status di seconda economia mondiale. Anche nell’arena internazionale la Cina è diventata qualcosa da ascoltare e con cui fare i conti. Questo è anche nel programma di Xi sulla rinascita della nazione cinese.

Dopo aver costruito una rigida verticale di potere da un lato, Xi ha annunciato un ringiovanimento della verticale stessa. Pertanto, una nuova squadra condurrà anche la Cina in una nuova – come si dice qui – “era”. E per l’approvazione dell’Assemblea nazionale, Xi propone un nuovo premier: Li Qiang. Quello precedente – Li Keqiang – va in pensione per raggiunti limiti di età. Ma la continuità del corso rimarrà. E questa è la crescita dell’economia, che anche sotto la più forte pressione degli Stati Uniti, secondo le previsioni, raggiungerà il 5% e la completa indipendenza tecnologica. Per questo, il sostegno alla scienza e all’innovazione, per cui la Cina ha speso tre trilioni di yuan solo l’anno scorso, è di 450 miliardi di dollari.

E anche in questo gli USA vedono una minaccia diretta. Al Congresso degli Stati Uniti, hanno nuovamente interrogato le agenzie di intelligence sull’impatto della tecnologia cinese sulla sicurezza.

“La rivoluzione tecnologica non è solo l’arena principale per la competizione con la RPC, è anche il fattore principale che determina il nostro futuro come servizio di intelligence”, ha affermato William Burns, direttore della CIA.

“I timori americani, come la maniacale ricerca di spyware in ogni cosa cinese, a Washington, anche nelle gru portuali, hanno visto una potenziale sorveglianza e si stanno preparando a limitare ulteriormente l’esportazione di chip verso la Cina. Pechino la definisce paranoia e un problema esclusivamente di Washington. E preferisce concentrarsi sulla propria crescita”, scrive il mondo dei media.

Cinque anni fa, l’indicatore di solvibilità in Cina era tacitamente considerato “l’indice delle ciliegie”, che solo pochi potevano permettersi. Ora le ciliegie sono su ogni tavola e i cinesi acquistano facilmente beni di lusso, per non parlare delle piccole cose piacevoli.

Kunming è il più grande mercato dei fiori non solo in Cina, ma in tutta l’Asia. Inoltre, secondo il piano del Partito Comunista, la Cina dovrebbe prosperare. Un sapore speciale, ovviamente, sono i mercati notturni. Una tipica invenzione asiatica. Ma un paio di anni fa, le autorità cinesi hanno persino tentato di vietarle: dicono, questo non si adatta al moderno Catai. E ora loro stessi li stanno riportando nelle strade delle città. Dopotutto, si è scoperto che nulla salva l’economia tanto quanto la sua attività più piccola. Anche se, guardando una tale scala, non viene da chiamarla “piccola”. E questa è solo una piccola città di Jinghong per gli standard cinesi nell’estremo sud della Cina. Circa 200mila abitanti. Ma mentre il sole tramonta, l’intera piazza del mercato di Xinguang è come un gigantesco formicaio.

Il nuovo capo della diplomazia cinese ha formulato tutto chiaramente sui rapporti con la Russia. Pechino e Mosca non sono amiche contro qualcuno e creano un equilibrio strategico nel mondo: “Con il lavoro congiunto di Cina e Russia, il mondo riceverà una forza trainante verso il multipolarismo. E più il mondo diventa instabile, più è importante che Cina e Russia sviluppino costantemente le loro relazioni”.

Pechino pone a Washington una domanda diretta: perché non è consentito fornire armi alla Russia, mentre agli Stati Uniti è consentito fornirle a Taiwan? E mette in guardia gli americani dal ripetere lo scenario ucraino in Asia e dall’attraversare la “linea rossa” sulla questione di Taiwan. Inoltre, l’influenza sull’isola degli USA è in aumento. Le autorità taiwanesi si sono lasciate sfuggire ancora una volta: “Il ministro della Difesa di Taiwan, Qiu Guocheng, ha confermato durante le ultime audizioni parlamentari che Taiwan e gli Stati Uniti hanno avviato negoziati per istituire sull’isola una “riserva di emergenza di munizioni americane, che eleverebbe di fatto lo status di Taiwan allo stesso che Washington fornisce ai suoi principali alleati al di fuori della Nato”.

Mentre il nuovo presidente della Camera dei Rappresentanti Usa sta ancora decidendo se ripetere la “sortita” di Pelosi e i generali Usa continuano letteralmente i loro giochi, simulando una possibile battaglia con Pechino nello stretto, i militari taiwanesi si esercitano a respingere una possibile operazione di sbarco dell’Esercito cinese. Sebbene Pechino abbia già affermato che un aumento del budget della difesa di oltre il 7% riguarda la difesa e tiene conto dell’attività americana nella regione. Per quanto riguarda la riunificazione con Taiwan, avverrà comunque. In modo pacifico.

Anche a Taipei ci sono già state manifestazioni contro l’indipendenza dell’isola. Pechino ha assunto un atteggiamento attendista. Tanto più che il prossimo anno ci saranno le elezioni a Taiwan e il partito Kuomintang, favorevole al riavvicinamento a Pechino, ha tutte le possibilità di vincere. Ma se la pressione si intensifica, la diplomazia cinese ha promesso di rispondere duramente.

“Non mancano la gentilezza e la generosità nella diplomazia cinese. Ma se ci troviamo di fronte a sciacalli o lupi, i nostri diplomatici non hanno altra scelta che affrontarli faccia a faccia e difendere la nostra patria”, ha detto il ministro degli Esteri cinese Qin Gang.

Quindi il programma di Xi è chiaro: equanimità, solidarietà, lotta. Il corso che il capo eletto della RPC attuerà come minimo nei prossimi cinque anni.

Lunedì 20 marzo, Xi arriva a Mosca per una due giorni di colloqui con Putin. Difficile fare previsioni circostanziate, infatti, a differenza di molteplici chiromanti occidentali che si fanno chiamare esperti politologi, non ne facciamo. Di certo si discuterà di rapporti bilaterali, soprattutto economici. Ma non potrà essere eluso l’argomento Ucraina.

La versione americana sugli attentatori ucraini al Nord Stream ispira molti meme divertenti. Ma a livello ufficiale, l’Occidente non ci prova nemmeno di dubitare di una “balla” così macroscopica del fratello maggiore. Non si sa se ridere o intristirsi. Fa ridere la versione impotente delle esplosioni del Nord Stream pubblicata all’inizio della settimana scorsa da un gruppo di giornalisti sul New York Times, citando alcune informazioni di anonimi funzionari statunitensi. Secondo loro, un gruppo di attivisti filoucraini su un piccolo yacht a vela di 15 metri, noleggiato con passaporti bulgari falsi in Polonia, è andato oltre l’orizzonte del mare e ha fatto saltare in aria tre gasdotti transcontinentali. Il gruppo sarebbe stato composto dal capitano, da due sommozzatori, da due assistenti che hanno tirato a bordo i subacquei al ritorno dalla profondità e da una dottoressa. Solo sei persone. E, secondo il tedesco Spiegel, due tonnellate di esplosivo. Elementare Watson!

In realtà, è una vergogna. Ma la versione è stata subito supportata in Germania attraverso la compagnia televisiva ARD, e poi in Gran Bretagna attraverso il Times. Ampio e coordinato. Quelli che fanno i meme sono stati i primi a rispondere. In fondo al tubo rotto, c’è una sega con una bandiera americana sul manico e un passaporto ucraino chiaramente piantato. Diversi investigatori provenienti da Germania, Svezia e Danimarca non vedono la sega a distanza ravvicinata. Tutt’intorno, navi americane, e però dicono che siano stati gli ucraini.

In generale, da queste frottole si deduce solo una cosa: gli europei vengono presi per scemi. L’opinione pubblica viene messa su una falsa pista per distogliere i sospetti dagli Stati Uniti, poiché poche settimane fa il leggendario giornalista investigativo Seymour Hersh ha pubblicato una storia molto avvincente in cui l’America è colpevole. Ed è stata un’operazione di combattimento molto difficile, che solo un gruppo di sommozzatori militari molto addestrati potrebbe eseguire a una profondità di 90 metri utilizzando aerei, navi speciali e complesse attrezzature pesanti ingombranti e cariche sagomate con esplosivi, che non sono venduti all’alimentari. E nemmeno sul mercato delle armi nere. Per non parlare delle informazioni di intelligence che dovevano essere disponibili.

Questo yacht a vela da diporto si chiama “Andromeda”, modello Bavaria S-50, che lo Spiegel tedesco ce lo racconta in modo che pensiamo che non siano affatto americani. Sembra che lo yacht sia stato persino perquisito. E pare che sul tavolo siano state trovate addirittura tracce di esplosivo. Cioè, dalle miniere sottomarine si è semplicemente versato o trasudato. O gli esplosivi sono stati impacchettati direttamente in mare o qualcosa del genere? Come dobbiamo immaginarlo? E non hanno nemmeno eliminato le prove da soli. Questi sono gli squallidi attivisti filoucraini. Ma comunque, come hanno? Fa niente che la capacità di carico di questo yacht sia di tre tonnellate, compresi passeggeri ed equipaggio. Cioè, due tonnellate di esplosivo, una montagna di bombole di miscela respiratoria, una camera a pressione per la decompressione, martelli pneumatici per rimuovere la spessa protezione in cemento del tubo e centinaia di metri di tubi di gomma ad alta pressione per uno strumento del genere. Naturalmente, c’è anche un compressore e un potente generatore elettrico. Non è un po’ troppo per Andromeda, creata per camminarci sopra in bikini?

Qualcosa sta cominciando a muoversi tra alcuni tedeschi: “Dobbiamo ricordare che un’operazione del genere è estremamente difficile da portare a termine. Occorrono mappe accurate, abilità per immergersi in profondità, molto in profondità, ed esplosivi molto speciali che possono essere lavorati sott’acqua. E’ molto costoso, e stiamo parlando di centinaia di chili, quindi non è una piccola bomba che qualcuno ha fatto in casa”.

Altri, invece, sguazzano in questa confusione e non fanno che esacerbare il caos informativo. Come il deputato democristiano del Bundestag, della CDU, al potere nella coalizione, Roderich Kizevetter, la cui versione è che erano pescatori che pescavano con la dinamite. Ma la cosa principale è che l’Ucraina vince. “Potrebbero essere persone che stavano pescando nel Mar Baltico con esplosivi, potrebbe essere un’operazione sotto false flag, potrebbe essere una pista falsa. Dobbiamo aspettare prove ufficiali. Non dobbiamo essere distratti dal nostro obiettivo principale, per l’Ucraina che vincerà”, ha detto Kiesewetter.

Tutti però avvertono all’unanimità: non è stata la Kiev ufficiale. No, non è Kiev, non è Zelenskij, mica puoi far litigare Ucraina e Germania. Lo seconda fornisce alla prima i suoi carri armati. Sennò non glieli dà. Quindi non è stata Kiev. Ma un gruppo di attivisti filoucraini. Lo yacht è stato ritrovato e gli aggressori sembravano addirittura identificati, ma non sono stati interrogati. Per ora.

Eppure, scrive il New York Times, c’è ancora molto di oscuro e contraddittorio. Ad esempio: “Il governo ucraino e l’intelligence militare hanno affermato di non essere coinvolti negli attentati e di non sapere chi ci fosse dietro. I funzionari statunitensi hanno affermato di non sapere molto sugli aggressori e sulla loro affiliazione. Nessuna specifica nemmeno sui membri del gruppo o su chi ha diretto e pagato l’operazione, nessun funzionario statunitense ha rivelato la natura dell’intelligence, come è stata ottenuta o qualsiasi dettaglio sul peso delle prove in essa contenute, o una combinazione tra loro. Molto probabilmente, sommozzatori esperti che, a quanto pare, non hanno lavorato per i servizi militari o di intelligence, hanno aiutato con l’installazione degli esplosivi.

Tutto di questo tenore. Una fesseria. Una portavoce della CIA ha rifiutato di commentare. Il procuratore federale tedesco ha evitato le domande. Funzionari svedesi e danesi affermano che nelle indagini “non ci sono risultati”. Cioè, l’opinione pubblica viene semplicemente ingannata, dirottata nella direzione sbagliata.

L’inglese Times annusa una certa fregatura. Ma come, così semplice? Un camion con esplosivi dall’Ucraina attraverso la Polonia alla Germania? A tutta birra? La notizia che gli ucraini potrebbero aver attraversato la Polonia su un camion pieno di esplosivo per sabotare un oleodotto tedesco dalla Germania rischia di irritare l’opinione pubblica tedesca.

Tuttavia, nelle pubblicazioni su funzionari americani anonimi che hanno fornito alcune torbide informazioni sulle esplosioni del Nord Stream, ci sono almeno due punti positivi: le esplosioni sono definite un crimine, il che è già grazia ricevuta, e gli autori sono dei malfattori, bontà loro, che cioè, la valutazione di quanto accaduto è inequivocabile; il tema delle esplosioni al Nord Stream, come che sia, resta nel campo dell’informazione, e gli Stati Uniti non hanno la forza di metterlo semplicemente a tacere, insabbiarlo.

La Russia e i suoi alleati nel mondo multipolare svolgeranno sicuramente un’indagine su questo “crimine del secolo”, altrimenti l’impunità diventerà la norma.

Il Pentagono ha confermato che il drone precipitato nel Mar Nero stava svolgendo una missione di ricognizione. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti non hanno specificato se il drone trasportasse un’arma.

Un veicolo aereo senza pilota americano MQ-9 che si è schiantato nel Mar Nero era in missione di ricognizione nella regione. Lo ha annunciato in una conferenza stampa il portavoce del Pentagono Patrick Ryder. “Per quanto riguarda gli obiettivi dell’MQ-9, era impegnato in esplorazione, sorveglianza e ricognizione”, ha detto Ryder. Ha aggiunto che i rappresentanti del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti non hanno comunicato direttamente con le autorità russe in merito all’incidente, ma il Dipartimento di Stato ha espresso preoccupazione per l’incidente al governo russo. Secondo Ryder, tali velivoli hanno iniziato a svolgere missioni di ricognizione nella regione anche prima dell’inizio dell’operazione militare speciale in Ucraina. Alla domanda se il drone trasportasse un’arma, il portavoce non ha dato una risposta diretta. “Non entrerò nei dettagli di questo particolare aereo poiché è noto che l’MQ-9 ha la capacità di trasportare armi”, ha detto Ryder.

Martedì 14 marzo, il comando europeo delle forze armate statunitensi ha riferito dell’incidente con il drone MQ-9 Reaper nel Mar Nero. Secondo il ministero della Difesa russo, i caccia russi che sono stati sollevati in aria per identificare un drone non identificato, che si è rivelato essere un aereo americano, non sono stati coinvolti nella sua caduta in acqua.

Sintomatico il fatto che nel frattempo gli USA stiano vendendo a caro prezzo una decina di questi droni a Taiwan: se sono così inefficaci, che basta fargli la pipì addosso con un po’ di cherosene, che li comprano a fare?

A margine, ci si consenta una domanda ingenua e retorica: che diavolo ci faceva il drone statunitense nel Mar Nero, a ridosso della Federazione Russa? Sì, perché, come giustamente ha notato l’ambasciatore russo negli USA Antonov, riuscite a immaginare che un simile aereo, un drone, appaia improvvisamente vicino a New York o San Francisco? Quale sarebbe la reazione dei media americani e del Pentagono?

A proposito del mandato di cattura emesso dalla Corte dell’Aja ai danni di Putin, vale la pena ricordare che quest’ultima non è riconosciuta non solo dalla Russia, ma dalla Cina, dall’India, da Israele, e soprattutto, guarda un po’, proprio dagli Stati Uniti (e così siamo quasi a 3 miliardi di popolazione su 8). Sentite cosa diceva il 10 settembre 2018 l’allora consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Bolton a Washington alla Federalist Society, una potente associazione di conservatori giuristi.

L’organismo per i diritti dell’Aja “inspiegabile” e “completamente pericoloso” per gli Stati Uniti, Israele e altri alleati, qualsiasi indagine sui membri del servizio statunitense sarebbe “un’indagine del tutto infondata e ingiustificabile”.

“Se il tribunale si dovesse scagliare contro di noi, Israele o altri alleati degli Stati Uniti, non ce ne staremo con le mani in mano”.

Gli Stati Uniti sono pronti ad imporre sanzioni finanziarie e accuse penali ai funzionari del tribunale se procederanno contro qualsiasi americano.

“Vieteremo ai suoi giudici e procuratori di entrare negli Stati Uniti. Sanzioneremo i loro fondi nel sistema finanziario statunitense e li perseguiremo nel sistema penale degli Stati Uniti”.

“Faremo lo stesso con qualsiasi azienda o Stato che assista un’indagine della Corte penale internazionale contro gli americani”.

Italia

E veniamo alla penisola italiana, allo Stivale, al Belpaese. Il ministro della difesa Guido Crosetto si è distinto per la sua sparata circa il coinvolgimento russo, ed in particolare della Wagner, nell’aumento dei flussi migratori, suscitando non poca ilarità un po’ ovunque. Tuttavia, ha raggiunto il suo scopo: far parlare di se su scala internazionale.

Prigožin, il capo della Wagner, non è un politico. Personalmente, avrei evitato il turpiloquio pubblico, io stesso lo uso solo in privato, ma se badiamo più al contenuto anziché alla forma, ha qualche ragione da vendere. Vi faccio ascoltare l’originale e poi la mia traduzione letterale.

[…]

Per il turpiloquio, ho il conforto di un mattatore storico della televisione italiana, Gianfranco Funari.

[…]

Successivamente, Crosetto stesso ha diffuso una notizia: il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo Dmitrij Medvedev avrebbe messo una taglia di 15 milioni di euro sulla sua testa, ovviamente subito ripresa da tutte le testate mainstream italiane. Capirai, non gli pareva vero. Medvedev in effetti spesso perde delle ottime occasioni per tacere, ma stavolta c’è un particolare non di poco conto: non ha mai detto né fatto nulla del genere. Né poteva essere altrimenti: le taglie erano e sono tuttora comminate nel Far West statunitense, non certo in Russia. Dunque, qual era lo scopo di Crosetto, nel propagare questa balla mastodontica? Cui prodest? Talmente semplice e banale da risultare disarmante: guadagnare qualche punto politico internamente in Italia, diventare un intoccabile, farsi esprimere solidarietà su scala euroccidentale. Eppure, è così facile sbugiardarlo…

Economia

C’è un ottimo servizio di Michail Antonov, corrispondente della VGTRK (l’analogo della RAI russa) da Berlino. I media tedeschi hanno fatto di tutto per presentare un nemico monolitico, e ora stanno facendo ancora di più per convincere i tedeschi della necessità di sacrificare il loro benessere per sconfiggerlo. Ma qualunque cosa Scholz dica e scriva sui giornali, persino in Occidente dubitano di queste notizie trionfali.

A Bruxelles, in una riunione informale dei ministri della difesa dell’UE, la questione principale è stata la ricerca di opportunità per aumentare la fornitura di armi all’Ucraina. Raschiando il fondo del barile. I giornalisti dell’edizione britannica dell’Economist suggeriscono che l’Ucraina si stia preparando per una controffensiva ad aprile, dopo la fine del disgelo primaverile. “Pertanto, il flusso di armi si è trasformato da un ruscello in un fiume”, dice l’articolo.

Con un’abbondanza di vari incontri e dichiarazioni, la principale notizia in Europa questa settimana è stata la presentazione del “gruppo filo-ucraino”, che si suppone sia dietro agli attentati al Nord Stream. I media occidentali hanno fatto molti sforzi per crederci loro stessi e per convincerne il pubblico. E però è interessante non solo che abbiano cercato di vendere al pubblico questa loro verità sugli attacchi, ma anche come sia stato fatto: né prima né durante, ma subito dopo la visita di Scholz a Biden, perché, sullo sfondo di una tale “notizia sensazionale mondiale”, il riserbo che circondava l’incontro sarebbe sembrato fuori luogo. E così Scholz non si è ancora espresso personalmente su questo argomento. Salvo il fatto che, in un’intervista alla CNN, si sia vantato che la Germania se la cava molto bene senza il gas russo: “Ci siamo assicurati la nostra indipendenza dalla fornitura di gas, carbone e petrolio dalla Russia. Ci siamo riusciti, e non è successo niente di quel che la gente si aspettasse. Non c’è crisi economica in Germania, così come non c’è carenza di gas, e c’è una certa stabilità sociale”.

In una parola, tutto, secondo Scholz, è in ordine. Non è chiaro perché allora le grandi industrie stiano fuggendo negli Stati Uniti, dove il gas per l’industria è sei volte più economico: l’azienda chimica BASF sta fuggendo, il gigante dell’ingegneria Siemens sta fuggendo e le divisioni innovative di Mercedes, BMW, Porsche e Volkswagen, Evonik li stanno inseguendo. I prossimi sono quelli della produzione di acciaio e alluminio. E i loro lavoratori rimangono in Germania. E loro, a differenza del cancelliere, non stanno affatto bene. Altrimenti, se ne starebbero chiusi in casa.

Venerdì, i siderurgici bavaresi hanno portato una bara per le strade di Meitingen in lutto per l’economia e la prosperità tedesche. I partecipanti alla manifestazione contro la guerra a Miltenberg hanno evidenziato una vasta gamma di emozioni sui loro manifesti: non si trattava solo della “coalizione Scholz che distrugge la ricchezza dei tedeschi”, ma anche del fatto che “gli amici non fanno saltare in aria i gasdotti”, “chi fornisce armi non vuole la pace”, e c’era anche “non sono in guerra con la Russia”.

“La guerra non inizia mai con una dichiarazione di guerra o con un primo colpo. La guerra inizia con la creazione di un’immagine unidimensionale del nemico e la sua costante diffusione sia all’interno che all’esterno del Paese. Di conseguenza, il primo colpo è stato sparato dalla NATO, dalle redazioni di FAZ, Spiegel, ARD”, ha detto uno dei manifestanti.

E’ vero che i media tedeschi hanno fatto molto per dipingere un nemico in piena crescita. Ma qualunque cosa Scholz dica e scriva sui giornali, anche in Occidente dubitano delle notizie vittoriose. Ecco, ad esempio, Bloomberg: “La crisi è finita, così dicono da Bruxelles a Londra. L’Europa ha vinto, Vladimir Putin ha perso. Vorremmo che tutto fosse così semplice. Il nuovo contesto energetico significa prezzi dell’energia molto più bassi rispetto al picco della crisi nel 2022. Ma è probabile che i prezzi rimarranno più alti per lungo tempo rispetto ai livelli pre-crisi, il che significa che le aziende europee dovranno affrontare una perdita di competitività a lungo termine e la regione dovrà affrontare un’inflazione radicata. Non è un motivo per essere felici”.

Il governo dei socialdemocratici e dei “verdi” ha piani estremamente ambiziosi: Scholz promette agli elettori un secondo “miracolo economico”: il primo è avvenuto dopo la guerra nella Germania Ovest, una crescita dell’8% all’anno. Tutto sarà basato sulla digitalizzazione e sulle tecnologie verdi. Ma un giorno, non ora. Quest’anno, il PIL crescerà di due decimi di punto percentuale o diminuirà di sei decimi, le previsioni sono le più disparate. Una delle poche industrie che sarà sicuramente in attivo è il complesso militare-industriale.

“L’Ucraina chiede più munizioni occidentali. Ma gli alleati stanno affrontando molti problemi, attualmente solo un terzo della quantità desiderata sembra essere realistico. Anche se i Paesi della NATO lo volessero, non potrebbero fornire all’Ucraina un milione di proiettili, perché i depositi di munizioni nei Paesi occidentali sono pieni a malapena”, scrivono i media.

All’inizio della settimana, i ministri della difesa dell’UE hanno cercato di rivedere ciò che effettivamente hanno e che potrebbe essere utile per la guerra in Ucraina. L’obiettivo massimo è trovare quel milione di proiettili di artiglieria. Urgentemente. Josep Borrell, che per un equivoco è capo della diplomazia europea, ha suggerito di non essere avidi e di svuotare completamente gli arsenali: “I membri dell’UE, fortunatamente per loro, non sono in guerra, quindi possono aspettare l’arrivo di nuove munizioni. Non vedo in questo alcun pericolo. Perché mai dovrebbe essere pericoloso?”.

Borrell non ha paura di niente. Ma il ministro della Difesa tedesco è preoccupato. Pistorius, che si è guadagnato la sua fama durante la settimana scalando un campo di allenamento innevato da qualche parte in Lituania, è pronto a dare quasi tutto, ma per ogni evenienza lascia un po’ alla Bundeswehr, l’esercito tedesco. E poi, contemporaneamente alla “deindustrializzazione” non pianificata, ha luogo la strisciante “smilitarizzazione” della Germania. Non passa settimana che Pistorius non pensi ai Leopard tedeschi inviati in Ucraina: può sembrare che strappi ogni carro armato dal cuore.

Oltre all’impaziente attesa dell’”arma miracolosa” tedesca, che in realtà sarà entro la fine di marzo o all’inizio di giugno, questa settimana a Kiev erano attesi nuovamente ospiti: il segretario generale delle Nazioni Unite Gutierres, che è arrivato per discutere dell’affare del grano, e il primo ministro della Finlandia Marin. La sua visita è coincisa con un magnifico funerale di alcuni eminenti nazisti del Partito “Settore di Destra”. Marin ha espresso le condoglianze e il fermo sostegno del popolo finlandese agli ucraini. Proprio in una conferenza stampa congiunta con lei, Zelenskij è stato colto di sorpresa dalla domanda, cosa ne pensa della versione riguardante la traccia ucraina negli attentati al Nord Stream?

“Non abbiamo niente a che fare con questo. Fa solo il gioco della Russia”, ha detto Zelenskij.

Apparentemente, ricordando che i giornali americani e tedeschi erano la fonte delle informazioni, Zelenskij voleva correggere l’errore politico. Tipo: pubblicazioni, ovviamente, rispettate, ma comunque non siamo noi. Ha proposto di guardare chi trae vantaggio dall’incolpare Kiev. No, non chi ha fatto saltare in aria i gasdotti, cioè gli Stati Uniti, ma solo la Russia. Ma presto sarà finita. In realtà, solo nel famigerato “mondo dell’Ucraina”, Zelenskij ha incaricato di risolvere la questione della ridenominazione della Russia in Moscovia. Tuttavia, ci si aspettano vittorie più convincenti da Kiev in Occidente.

“Vogliamo che l’Ucraina vinca questa guerra e siamo assolutamente uniti su questo e in questo momento ciò significa dare loro supporto e addestrare i militari alla controffensiva e avere un vantaggio decisivo sul campo di battaglia”, ha affermato Rishi Sunak, primo ministro della Gran Bretagna.

Il primo ministro britannico è venuto a Parigi per la prima volta da molti anni: i rapporti erano molto freddi dopo la Brexit, ma ora ci sono obiettivi comuni, incluso l’invio di Kiev in una controffensiva che spaventerà la Russia e la costringerà a negoziare. In Europa, non vogliono davvero che la guerra si trascini per un altro anno. Certo, con un avvertimento molto importante. “Condividiamo la convinzione comune che la migliore soluzione a questo conflitto sia quella di fornire ai nostri amici ucraini la migliore situazione possibile in modo che essi stessi scelgano il momento e le condizioni per futuri negoziati”, ha affermato il presidente francese.

I politici occidentali dotano deliberatamente l’Ucraina di una soggettività che non possiede. L’errore di Macron, Sunak e Scholz, che hanno ripetutamente rilanciato tali formulazioni, è diverso: affermano di poter decidere qualcosa da soli nell’attuale scontro con la Russia. Tuttavia, forse sono contenti non solo di ingannare, ma anche di ingannarsi.

Venerdì il portavoce di Scholz ha detto che il cancelliere era soddisfatto dell’andamento delle indagini sugli attentati terroristici al Nord Stream, cioè può ritenersi soddisfatto della versione che è stata chiaramente lanciata dai servizi segreti americani per nascondere il ruolo degli Stati Uniti in tutta questa storia. E’ anche possibile che, in una certa misura, le autorità tedesche siano coinvolte nella creazione di tale cortina informativa. Per quanto riguarda il ruolo dell’Ucraina, chiaramente non esiste un crimine che i suoi padroni sarebbero disposti ad attribuirle.

Un progetto logistico e infrastrutturale di importanza strategica: al XVII Congresso dell’Unione russa degli industriali e degli imprenditori (RSPP), il presidente Vladimir Putin ha invitato le imprese a investire nello sviluppo del corridoio di trasporto Nord-Sud. Quali sono le prospettive per la nuova rotta commerciale? E quali sono i vantaggi rispetto a percorsi alternativi?

Il corridoio nord-sud ha un grande potenziale e il suo principale vantaggio è una riduzione considerevole della distanza di trasporto e una conseguente riduzione dei costi di trasporto delle merci, soprattutto sullo sfondo della guerra delle sanzioni scatenata dai Paesi occidentali.

Inoltre, il corridoio in questione, fornirà un’ulteriore opportunità di espandere il flusso merci verso oriente. Nonostante la complessità degli allineamenti e delle contraddizioni geopolitiche, molti partecipanti al commercio mondiale sono interessati al progetto e vorrebbero prenderne parte.

Putin ha anche fatto un appello agli investitori russi: “il progetto è redditizio, preferenziale e molti dei nostri partner, compresi quelli del mondo arabo, stanno mostrando un interesse sempre più attivo per questo”. Il progetto “funzionerà allo stesso modo del Canale di Suez, del Bosforo e dei Dardanelli” e sarà sempre richiesto.

Il corridoio Nord-Sud può passare lungo diversi percorsi. Il punto di partenza è a San Pietroburgo. Da lì, su rotaia, le merci vengono spedite a sud. Inoltre, il viaggio prosegue lungo il Mar Caspio: dal porto di Astrachan’ le merci vengono consegnate al porto iraniano di Anzali, sul Caspio, e poi in India.

Il vantaggio principale di questo corridoio è evidente: lungo la rotta marittima meridionale attraverso il Canale di Suez, da San Pietroburgo a Mumbai, le merci viaggiano per un mese o anche un mese e mezzo. Attraverso il Mar Caspio, i tempi di consegna delle merci saranno di due o tre settimane.

Sono possibili altre due opzioni di percorso via terra: un corridoio orientale attraverso il Kazachstan e la Turcmenia, o uno occidentale attraverso l’Azerbajdžan. Entrambi si concludono con un’uscita anche in territorio iraniano.

La capacità totale della nuova rotta commerciale, secondo stime approssimative, sarà di oltre 30 milioni di tonnellate di merci all’anno.

L’idea di far aggirare il flusso delle merci attraverso il canale di Suez e gli stretti turchi del Bosforo e dei Dardanelli è nata molto tempo fa, addirittura ai tempi di Pietro il Grande si discuteva del progetto del “fiume iraniano”.

Negoziati del genere si svolsero tra Iran e Unione Sovietica. Inutile dire che uno dei principali oppositori del corridoio di trasporto sono stati gli Stati Uniti. Gli americani hanno sempre cercato di impedire alla Russia di farsi strada verso l’Oceano Indiano. Compreso, usando una pressione sanzionatoria sull’Iran o su coloro che vorrebbero investire nei progetti della Repubblica islamica.

Un altro fattore che ha influenzato la possibilità di utilizzare questo corridoio è che molti spedizionieri indiani hanno paura di inviare le loro merci in transito attraverso l’Iran. Gli indiani sono preoccupati che questa “traccia iraniana” sia individuabile da qualche parte nei loro documenti di spedizione, e temono l’eventualità di un qualche tipo di restrizione secondaria da parte degli Stati Uniti.

Di recente, i media occidentali hanno sollevato un polverone, avendo appreso che la Russia, da parte sua, sta espandendo i canali di navigazione sul Volga e l’Iran sta espandendo le rotte ferroviarie verso il porto di Chabahar, сhe si affaccia sul golfo dell’Oman. L’establishment americano è furioso che i due Paesi stiano costruendo una rotta commerciale a dispetto delle sanzioni.

Interviste

Anche questa settimana, ho partecipato a varie conferenze, tavole rotonde e trasmissioni televisive e radiofoniche russe e italiane. Ecco quanto ho detto a Luca Telese nell’Attimo fuggente di Giornale radio e poi a Cusano News 7.

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia. Stavolta è il turno di… No, voglio farvi una sorpresa, tanto più che si tratta di meno di un minuto, visto che oggi il notiziario è già andato molto per le lunghe.

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giovedì 16 marzo 2023

Морские гады. Специальный репортаж

Почему в деле о взрыве «Северных потоков» стала фигурировать Украина?

И зачем Вашингтон целенаправленно переводит стрелки на Киев?

Полный выпуск передачи: Звезда

mercoledì 15 marzo 2023

Чтение произведений в оригинале

Круглый стол «Чтение произведений в оригинале и размышления о разных подходах к переводам» на примере перевода Муравьева Владимира Сергеевича романа-эпопеи «Властелина колец» английского писателя Джона Ро́нальда Ру́эл То́лкина, в Академии Рудомино в Библиотеке иностранной литературы.

Лингвистический ресурсный центр Академии «Рудомино» провел Круглый стол об иностранной литературе, переводах на русский язык и с русского языка на другие в рамках Фестиваля «Всемирный день чтения вслух в "Иностранке"».

Круглый стол собрал представителей профессионального сообщества, библиотекарей, учителей языков и литературы, исследователей, переводчиков, писателей, студентов.

Одной из целей мероприятия была оптимизация взаимодействия с профессиональным сообществом, привлечение новой аудитории в библиотеки.

Провела Круглый стол Жанна Михайловна Клышко, кандидат психологических наук, руководитель Лингвистического ресурсного центра Академии «Рудомино» во Всероссийской государственной библиотеке иностранной литературы, учитель английского языка высшей категории с двадцатипятилетним стажем и опытом работы методистом издательства учебной литературы.

Полная трансляция: Культура.рф

domenica 12 marzo 2023

016 Italiani di Russia

Sedicesimo notiziario settimanale di lunedì 13 marzo 2023 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.

Attualità

A Tbilisi la popolazione è scesa in piazza per protestare contro il disegno di legge sugli agenti stranieri.

La settimana appena trascorsa, a Tbilisi, il parlamento aveva adottato una legge sugli agenti stranieri “Sulla trasparenza dell’influenza straniera”, questo evento ha fatto scendere in piazza migliaia di manifestanti. I manifestanti hanno lanciato bottiglie molotov contro la polizia e hanno sfondato le barriere all’ingresso del parlamento.

La presidente georgiana Salome Zurabišvili, mentre si trovava negli Stati Uniti, si è rivolta ai manifestanti. Ha annullato tutti gli incontri programmati in relazione alle proteste a Tbilisi e ha fatto appello a tutte le persone presenti in corso Rustaveli, preannunciando il suo diritto di veto alla legge in questione. Ha registrato il suo discorso davanti alla Statua della Libertà di New York.

Chi è Salome Zurabišvili? Nata in Francia, nel 1952, in una famiglia di emigranti politici georgiani che hanno lasciato la Georgia dopo il 1921.

Dal 1974 ha lavorato nel sistema del ministero degli Esteri francese.

Dal 1974 al 1977 è stata la terza segretaria dell’ambasciata francese in Italia, dal 1977 al 1980 è stata la seconda segretaria della missione permanente della Francia presso l’ONU.

Dal 1980 al 1984 ha lavorato come dipendente del Centro di analisi e previsione dell’Ufficio centrale del ministero degli esteri francese.

Dal 1984 al 1988 è stata Primo Segretario dell’Ambasciata di Francia negli Stati Uniti.

Dal 1989 al 1992 è stata Seconda Segretaria dell’Ambasciata in Ciad.

Nel 1992 è stata nominata Primo Segretario della Missione Permanente della Francia presso la NATO e nel 1993 Vice Rappresentante Permanente della Francia presso l’Unione Europea.

Dal 1996 è consulente tecnica del gabinetto del ministero e dal 1997 ispettore del ministero degli Esteri francese.

Dal 1998 al 2001 ha lavorato presso il Dipartimento del Ministero degli Affari Esteri sui temi della strategia, della sicurezza e del disarmo.

Nel 2001 è stata nominata capo del Segretariato generale della difesa nazionale della Francia per gli affari internazionali e la strategia.

Nel 2003 è diventata Ambasciatrice Straordinaria e Plenipotenziaria di Francia in Georgia.

Saakašvili (dopo la sedicente “Rivoluzione delle rose”) le ha conferito la cittadinanza georgiana e l’ha nominata capo del ministero degli Esteri georgiano.

Salome Zurabišvili, dopo aver trascorso i suoi anni migliori nelle strutture di intelligence strategica e pianificazione militare della Francia, e da lì entrare nella leadership politica della Georgia (dopo il colpo di stato e il rovesciamento di Ševardnadze), è, ovviamente, assolutamente “persona neutrale e indipendente” sulla questione dell’influenza straniera e gli agenti di questa influenza straniera in Georgia.

Perché prestiamo attenzione a questo Paese ex sovietico? La legge sugli agenti stranieri è stata proposta al Parlamento non dall’opposizione, bensì dal Partito al potere. E allora come mai la Presidente si schiera con i manifestanti?

L’immarcescibile Josep Borrell ha affermato che tale legge è inconciliabile con i valori dell’Unione Europea. Sarà per questo che gli USA non fanno parte dell’UE? Sì, perché, giova specificarlo, questo progetto di legge è una mera traduzione dall’inglese della legge statunitense, in vigore addirittura dal 1938.

Se si prende il testo di legge e lo si confronta, allora ci si rende conto che è una pallida copia rispetto a come sono regolate le attività delle organizzazioni no profit negli USA, in Francia, India, Israele. Per violazione di una legge simile negli Stati Uniti, c’è una multa fino a 250mila dollari USA e fino a 5 anni di reclusione con tanto di procedimento penale. In Georgia gli importi sono incommensurabilmente inferiori: circa 9mila dollari Usa e nessun procedimento penale.

Insomma, non precipitatevi a schierarvi, a fare il tifo da stadio per gli uni o per gli altri: come si dice a Roma, da quelle parti, il più onesto c’ha la rogna.

Venerdì scorso, il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, ha rilasciato una lunga intervista al giornalista statunitense Dmitrij Seins per la trasmissione “Bol’šaja Igra” (“Il Grande Gioco”) del “Primo canale” televisivo russo. Trovate la mia traduzione simultanea su Visione TV, e il testo completo nel mio blog. L’ambasciata russa a Roma ha sintetizzato molto efficacemente i punti chiave dell’intervista.

La Russia è stata dichiarata una “minaccia” esistenziale e immediata che deve essere superata il prima possibile. La prossima minaccia – sempre nella formulazione “una sfida permanente a lungo termine per l’Occidente nel mondo” – è la Cina.

Non si può tornare al vecchio. Non abbiamo bisogno di farcene convincere. Abbiamo da tempo tratto tutte le conclusioni per noi stessi. Il mondo non ha imparato nulla dalla storia tra le due guerre mondiali.

Contro la Russia vengono utilizzate espressioni, retorica e azioni estremamente aggressive, che si esprimono principalmente in sanzioni illegali e senza precedenti. Mostrano che l’Occidente ha davvero deciso da solo che questa è una guerra non per la vita, ma per la morte.

La filosofia “o con noi o con la Russia” è stata covata dall’Unione Europea fin dall’inizio della situazione geopolitica che si è sviluppata dopo la scomparsa dell’URSS.

Sulla situazione in Georgia: è molto simile al “Majdan” di Kiev. Non c’è dubbio che la legge sulla registrazione delle organizzazioni non governative che ricevono finanziamenti esteri per un importo del 20% del loro budget fosse solo una scusa per iniziare un tentativo di cambiare il potere con la forza.

In Georgia l’opposizione non solo può, ma è obbligata a fare ciò che vuole, mentre in Moldavia si condannano le proteste contro l’attuale governo. Perché l’opposizione in Georgia riflette gli interessi dell’Occidente, mentre l’opposizione in Moldavia ne riflette gli altri, e il governo e il presidente riflettono gli interessi occidentali in questo Paese.

Sull’attentato terroristico ai due Nord Stream: non sanno cosa obiettare, soprattutto dopo che Seymour Hersh ha pubblicato i risultati della sua ricerca e ha promesso di continuare a pubblicare stime e conclusioni aggiuntive. Per noi, questo è stato un ulteriore fattore che ci ha costretto a presentare una risoluzione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che ora è in discussione, e che metteremo sicuramente ai voti. Comunque, questo flagrante attacco terroristico non rimarrà senza indagini.

Economia

L’efficacia delle sanzioni occidentali contro la Russia è discutibile, dato che gli scaffali dei supermercati russi sono pieni di prodotti freschi, mentre i britannici devono far fronte alla carenza di uova e verdure. Questa opinione è stata espressa dalla giornalista Sue Reid in un articolo pubblicato martedì sul quotidiano Daily Mail.

Il giornale ha pubblicato fotografie di scaffali affollati di negozi a Perm’, indicando che queste immagini contrastano fortemente con i tempi di quarant’anni fa, quando, al contrario, l’Unione Sovietica ha subito la penuria di cibo negli ultimi anni della sua esistenza. La giornalista ha sottolineato che i supermercati britannici stanno attualmente imponendo restrizioni sul numero di pomodori e cetrioli disponibili per l’acquisto. Inoltre, come ha sottolineato, i russi non hanno recentemente sperimentato l’impennata dei prezzi del carburante e dell’elettricità, a differenza dei residenti nel Regno Unito.

Alla fine di febbraio, il presidente della British National Farmers Union, Minette Butters, ha affermato che il regno potrebbe affrontare una carenza di pomodori, cetrioli e cavolfiori nel mezzo di una crisi nel settore agricolo a causa dell’elevata inflazione. A suo avviso, la mancanza di manodopera, l’aumento dei prezzi, l’interruzione delle catene di approvvigionamento alla luce del conflitto in Ucraina e le conseguenze dell’uscita del paese dall’Unione Europea incidono negativamente sulle attività degli agricoltori locali. Butters ha sottolineato che i raccolti scarsi nei paesi tradizionalmente produttori di ortaggi come il Portogallo e l’Italia stanno costringendo il Regno Unito a fare più affidamento sui propri coltivatori che stanno affrontando la crisi economica.

Secondo i dati ufficiali, a gennaio l’inflazione nel Regno Unito è stata del 10,1% su base annua. Il servizio statistico nazionale del Regno Unito definisce l’aumento delle tariffe elettriche a seguito della guerra di sanzioni tra l’Occidente e la Federazione Russa sul conflitto in Ucraina il fattore principale dell’aumento dei prezzi nel Paese.

Interviste

Anche questa settimana, ho partecipato a varie conferenze, tavole rotonde e trasmissioni televisive e radiofoniche russe e italiane. Ecco quanto ho detto a Cusano News 7.

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia. E’ il turno di Riccardo Fogli. Guardando quanti vi ho fatto ascoltare nelle ultime settimane, al di là del fatto che ciò non corrisponda ai miei gusti personali, e che siano perlopiù dimenticati in Italia (Milva, Ricchi e Poveri, Al Bano, Toto Cutugno, ecc.), c’è una cosa che li unisce tutti: la tipica musicalità italiana, che purtroppo in patria è scomparsa, basti pensare alle ultime edizioni di Sanremo, compresa soprattutto l’ultima.

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