Mark Bernardini

Mark Bernardini

giovedì 25 aprile 2024

Библиотека Иностранной Литературы

Литературный вечер посвящённый 100-летию писателей фронтовиков.

Мое выступление. Все же, советую посмотреть полную запись.

25 апреля

Сегодня 25 апреля 2024 года, в Италии – государственный национальный праздник, день освобождения от фашизма. Уже много лет, тем более, при нынешнем правительстве, его стараются очернить, дескать, Муссолини тоже сделал много хорошего, партизаны были просто кровавыми бандитами, это день скорби, не освобождения, а оккупации американцами, и прочий оскорбительный бред.

Ну, я из другого поколения, моего деда тогда сослали на пять лет, а в 43-м его пытали гестаповцы. Лично я, много лет спустя, в 79-м, был жертвой фашистского теракта, с тех пор во мне сидят четыре осколка от гранаты. Для меня это не история в учебниках, а моя жизнь.

mercoledì 24 aprile 2024

20240424 НТВ Место встречи

Опасные игры: в Германии репетируют будущую войну с Россией, а прибалты угрожают ударами по российским городам. Неужели НАТО готовится к третьей мировой войне?

domenica 21 aprile 2024

074 Italiani di Russia

Settantaquattresimo notiziario settimanale di lunedì 22 aprile 2024 degli italiani di Russia. Buon 25 aprile, buon ascolto e buona visione.

Attualità


Gli USA hanno approvato aiuti finanziari all’estero. Sono stati votati separatamente i tre pacchetti finanziari, più nuove sanzioni all’Iran.

Dopo molti mesi di proroghe la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato sabato sera tre pacchetti di aiuti finanziari ai Paesi esteri per un totale di 95 miliardi di dollari, che saranno convertiti in armi, munizioni e tecnologie militari, destinati all’Ucraina, a Israele e a Taiwan. Il Congresso ha votato separatamente ciascuna delle tre proposte, presentate dallo speaker repubblicano Mike Johnson.

La parte principale dei 95 miliardi, ovvero più di 60 miliardi, andrà per l’assistenza all’Ucraina, che senza il denaro americano non ce la fa a resistere all’offensiva dell’esercito russo. Altri 26 miliardi sono stati stanziati per gli aiuti militari a Israele, mentre una parte non meglio precisata potrà essere utilizzata per l’assistenza ai civili nella Striscia di Gaza. Infine 8 miliardi di dollari sono i finanziamenti, destinati a rafforzare le strutture militari di Taiwan e di alcuni altri “alleati degli Stati Unti nell’Indo-Pacifico”.

Le proposte passeranno ora al Senato, dove la maggioranza democratica prevede un voto rapido – entro martedì 26 aprile – dopodiché i documenti finiranno sulla scrivania di Joe Biden, per la firma definitiva. La proposta di aiuti all’Ucraina prevede che la Casa Bianca potrà chiedere al governo di Kiev un risarcimento da 10 miliardi di dollari per l’assistenza finanziaria fornita al Paese, con una clausola che consente però di far decadere il prestito a partire dal 2026. Vale a dire che la decisione dovrà essere presa dal nuovo presidente degli Stati Uniti, che verrà eletto in novembre del 2024.

Oltre ai tre pacchetti di aiuti miliardari, le proposte votate dalla Camera dei rappresentanti includono anche un provvedimento per facilitare la vendita degli asset russi, congelati in seguito all’inizio dell’operazione militare in Ucraina, che dovranno essere trasferiti a Kiev per “finanziare la ricostruzione dopo la fine del conflitto armato”. Ci sono anche nuove sanzioni all’Iran e una proposta per costringere la società cinese ByteDance a uscire dalla piattaforma TikTok.

L’assegnazione dell’assistenza militare da parte degli Stati Uniti a Ucraina, Israele e Taiwan aggraverà la crisi globale: l’assistenza militare al regime di Kiev è una sponsorizzazione diretta di attività terroristiche, a Taiwan – un’ingerenza negli affari interni della Cina, a Israele – un’ingerenza diretta che porta all’intensificazione di un aggravamento senza precedenti nella regione.

Ma parliamo concretamente di cifre. Quindi, quanto e per cosa? Importo totale: 60,84 miliardi di dollari.

23,2 miliardi di dollari – per ricostituire le scorte di beni e servizi per la difesa forniti all’Ucraina – cioè assegnati agli USA.

11,3 miliardi di dollari – per le attuali operazioni militari statunitensi nella regione – dunque, ancora per gli USA. Ma che tipo di operazioni ci sono nella regione?

13,8 miliardi di dollari – per l’acquisizione di moderni sistemi di difesa. Oh, di nuovo per gli USA! Ai loro produttori del complesso militare industriale!

1,6 miliardi di dollari in finanziamenti militari esteri per l’Ucraina e altri alleati regionali. In cosa lo spenderanno? Compreranno qualcosa… E dove? Bingo! Di nuovo negli Stati Uniti!

Totale: 49,9 miliardi di dollari.

Qualche cosina va anche all’Ucraina:

9,5 miliardi di dollari per “sostegno economico all’Ucraina e ai Paesi colpiti dall’invasione russa”. Ma anche da questa cifra si prenderanno tanta roba, perché… anche il supporto per le consulenze (consulenti ben pagati, ovviamente statunitensi è importante.

7,849 miliardi di dollari sono destinati specificatamente alle necessità economiche dell’Ucraina (esclusi i pagamenti delle pensioni). Se proprio fosse necessario, onoreranno gli interessi dei prestiti e storneranno quindi i soldi in cassa. Cioè agli USA. Eh, ma è un prestito, no?

1,575 miliardi di dollari per “varie misure di assistenza economica”. Probabilmente un bonus per l’amministrazione coloniale affinché non si senta sola soletta.

Poi ci sono le briciole.

26 milioni di dollari per “supervisionare e garantire la responsabilità degli aiuti e delle attrezzature inviate in Ucraina”. Un po’ pochini per una supervisione vera…

5 milioni di dollari al Dipartimento di Stato degli USA per gestire l’assistenza alla difesa. Beh! Questo è abbastanza onesto!

300 milioni di dollari per rafforzare la sicurezza delle frontiere e la gestione legale dell’Ucraina. Il confine è già sotto il controllo americano? Oppure lo rafforzeranno logisticamente e tecnicamente, pagando quindi di nuovo se stessi.

100 milioni di dollari sosterranno gli sforzi di sminamento, antiterrorismo e antiproliferazione. Gli Usa contro il terrorismo? Api contro miele?

25 milioni di dollari per l’Ufficio delle iniziative di transizione dell’USAID. Di nuovo ad uno statunitense: un civile della CIA.

50 milioni di dollari per superare la crisi della sicurezza alimentare globale. Che articolo misterioso! Supereranno la crisi alimentare con 50 milioni? O la crisi non è grave, oppure non hanno capito come formulare una voce da 50 milioni.

Non finisce qui:

149 milioni di dollari per l’Amministrazione nazionale per la sicurezza nucleare degli Stati Uniti in risposta alle minacce nucleari in Ucraina. Ecco perché Kiev attacca continuamente la centrale nucleare di Zaporož’e! Sono indispensabili delle presunte minacce! Soldi per gli USA!

481 milioni di dollari al Dipartimento della Salute e dei Servizi Sociali degli Stati Uniti per assistere gli ucraini con passaporti umanitari nell’ambito del programma U4U. Divertente. Di nuovo agli USA…

60 milioni di dollari per programmi diplomatici. Gite, buffet...

8 milioni di dollari per programmi diplomatici per l’Ufficio dell’Ispettore Generale del Dipartimento di Stato. Grazie per essere così umile. Di nuovo agli USA.

39 milioni di dollari per spese operative dell’USAID. Sì, hanno spese operative. Per gli USA.

10 milioni di dollari per l’Ufficio dell’Ispettore Generale dell’USAID. Terza voce per l’USAID. Ben fatto! Ancora una volta per gli USA!

98 milioni di dollari al Dipartimento dell’Energia statunitense per l’acquisto, lo sviluppo e la produzione di isotopi radioattivi. Perché hanno bisogno degli isotopi? Non importa. Sempre per gli USA.

Ma a Kiev sono felicissimi! L’omo biango gli ha dato qualcosa.


C’è anche un altro aspetto da considerare. Ma come, il capo del Parlamento statunitense non era un Trumpiano di ferro? Mike Johnson ha inferto un duro colpo a Donald Trump. Senza batter ciglio, ha tradito gli interessi fondamentali dei trumpisti, che lo hanno portato alla presidenza della Camera dei Rappresentanti del Congresso americano. Ovvero, lo stanziamento di fondi per rafforzare il confine meridionale degli Stati Uniti. Ora non ha assolutamente senso che l’amministrazione Biden scenda a compromessi con i repubblicani su questo tema. In sostanza, è un tradimento politico. Il Partito Repubblicano sta subendo una scissione e alcuni membri repubblicani del Congresso di fatto hanno cambiato casacca passando ai democratici. Beh, ma questo in Italia è un meccanismo arcinoto.

In sostanza, il sistema politico americano ha cessato di essere bipartitico. Adesso c’è solo il Partito Democratico con Joe Biden a capo. E tutto questo per sconfiggere la Russia sul campo di battaglia.

Non c’è dubbio che il flusso di armi, munizioni ed equipaggiamenti sia già in pieno svolgimento verso l’Ucraina, sia via mare che via terra. Sarebbe molto bello diradarli nelle zone e nelle basi di concentramento, nei nodi ferroviari e nei porti.

Mano nella mano, il Partito Democratico degli Stati Uniti e l’entourage dell’ucronazista Zelenskij hanno fatto la loro scommessa più importante, senza riguardo per i propri Paesi. Pertanto, l’intensità delle battaglie nell’estate-autunno del 2024 supererà di gran lunga la fallita controffensiva del 2023. Per non parlare della moltiplicazione del terrorismo in Russia da parte delle strutture militari ucraine con il pieno sostegno dei servizi segreti occidentali. Ed è improbabile che la guerra si limiti solo all’Ucraina, dal momento che ingenti fondi sono stati stanziati sia a Israele che a Taiwan. Così stanno le cose.


Il 19 aprile 2024 sono stato invitato ad intervenire ad un dibattito a Torino di “Democrazia Sovrana e Popolare”, dopo la proiezione del film sul Donbass “Il testimone”.

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Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Per una volta, niente politica o sociale. O forse sì. Perché è una canzone d’amore, e non importa se per i fidanzati, i coniugi, i genitori o i figli. D’amore e forse anche alla primavera incombente, perché qui le mezzestagioni esistono ancora. Anche questo è politica. La canzone è Вместе и навсегда, “Insieme e per sempre”. Non so nemmeno a quando risalga, ma sospetto ad appena una decina di anni fa.


Come ogni volta, una gran varietà di regioni. Mosca e regione, Mariupol’ (Repubblica Popolare di Doneck), Soči, Joškar-Ola (Repubblica di Marij-El), Togliattigrad (sugli Urali), Tjumen’ (Siberia), Voronež, Krasnodar, Sol’cy (regione di Novgorod), Saransk (Repubblica di Mordovia), Novokuzneck (regione di Kemerovo, Siberia), Vladimir (che fa parte delle città russe del cosiddetto “Anello d’oro”). Prevengo anche i soliti detrattori malelingue: a un certo punto c’è un coro in divisa. No, non sono militari, anche se non ci sarebbe nulla di male, sono lavoratori della metropolitana di Mosca.

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venerdì 19 aprile 2024

Ucraina, il testimone

Il 19 aprile 2024 sono stato invitato ad intervenire ad un dibattito a Torino di “Democrazia Sovrana e Popolare”, dopo la proiezione del film sul Donbass “Il testimone”. Il dibattito è durato meno di un’ora, quindi ve lo propongo per intero, compresi gli interventi di Andrea Lucidi e Vincenzo Lorusso.

Facciamo un esempio italiano di un secolo fa. Il fascismo si affermò perché pochi vi si opposero, come non si opposero alle truppe naziste tedesche, finché restarono alleate di Mussolini. La Resistenza quella vera, di massa, iniziò quando, nel 1943, gli alleati si trasformarono in invasori. Vi ricordo tutto questo perché tale reazione tipica di qualunque popolo è quel che ora provano i russi, dopo trent’anni di avvicinamento della NATO ai confini russi, nonostante le reiterate promesse del contrario, “non un palmo verso est”, dopo il colpo di Stato in Ucraina, dopo che un popolo fratello, con cui assieme combatterono contro l’invasore nazista, si è trasformato esso stesso in un Paese nazista, e ricordare il 2 maggio 2014 a Odessa non è superfluo, con 48 antifascisti bruciati vivi al Palazzo dei Sindacati. E più l’Occidente collettivo insiste con le forniture di armi, soldi e sanzioni, più i russi serrano le file, si sentono coesi, senza se e senza ma.

Le sanzioni, oltre che incrementare tale sentimento, sono anche inefficaci: la Russia ha rapidamente sostituito le importazioni occidentali con la produzione interna, ed ha dirottato le proprie esportazioni, soprattutto di materie prime ma non solo, verso oriente e verso il sud globale, Asia, Africa, America Latina. Quest’anno in Russia si prevede una crescita dell’economia del 3,6%, mentre nella locomotiva d’Europa, la Germania, dello 0,9%. Tutti gli altri, Italia compresa, in recessione. Per non parlare della disoccupazione, che qui è di poco superiore al 2%, praticamente inesistente. Aiutatemi a ricordare a quanto sia arrivata in Italia, soprattutto al Meridione, soprattutto tra i giovani. Nel frattempo, l’Europa non riesce più a sostenere il ritmo di un impoverimento oggettivo, persino tra gli occupati. D’altra parte, già dieci anni fa dicevo che gli Stati Uniti, economicamente, avevano tre concorrenti economici: la Russia, la Cina e l’Unione Europea. Il piano di far scontrare ed indebolire Russia ed Europa per poi affrontare la Cina era piuttosto evidente già allora. All’epoca mi ridevano dietro e mi davano del complottista.

Si dice spesso che in Russia non ci sia libertà di stampa, di parola e che non si possa accedere a quanto si scrive in Occidente. E’ vero l’esatto contrario. Io non ho difficoltà alcuna, volendo, a leggere in internet i giornali italiani o vedere i canali televisivi del mainstream italiano. Repubblica, Corsera, Stampa, le TV via satellite, RAI eccetera, e per gli esteri Le Monde, El País, visto che conosco cinque lingue… No, non conosco il tedesco, ma francamente non ne soffro. Il problema è che mi sono stufato, cerco di evitare di farmi venire l’ulcera. Mi risulta che invece per gli italiani sia un problema consultare Russia Today, Sputnik, Pervyj, RTR Planeta, Russia 24 e gli altri canali, sia in russo che in inglese. Anzi, soprattutto in inglese. Annullati tutti gli account in YouTube. Se fate una ricerca in Google, che so io, su Naval’nyj, vi escono tutti i canali in russo con sede in occidente. Su cosa scriva Wikipedia, stendiamo un pietoso velo, quella è davvero una setta. Un mese fa al fronte ucraino è morto un ucraino, che incidentalmente si è scoperto essere l’amministratore di Wikipedia russa. E se provate a cercare la redazione russofona di Facebook, scoprirete che sono tutti ucraini.

Per non parlare di quel che combinano in Ucraina. Disciolti tutti i Partiti, oscurati tutti i canali russofoni, chiusi tutti i media di opposizione, chiuse tutte le televisioni, sulle cui frequenze ora trasmette un unico canale governativo. Provate a immaginare: RAI 1, 2, 3, 4, 5, News 24, Rete 4, Canale 5, Italia 1, La 7, Sky e quant’altri che trasmettono a reti unificate il segnale dell’ammiraglia RAI 1. No, non Mattarella a Capodanno, ma proprio tutto l’anno da due anni.

Finalmente, i processi elettorali. In Russia, le presidenziali si sono svolte regolarmente un mese fa, e non credete alle menzogne sul candidato unico, ce n’erano altri tre. Il Partito Comunista, quello liberaldemocratico ed uno asistemico. Se poi, per la coesione di cui parlavo prima, la gente vota per Putin, non c’è da stupirsi né da recriminare. Si chiama democrazia, cioè potere al popolo, in greco antico. In Ucraina, il mandato presidenziale di Zelenskij è terminato il 1° aprile. Che fare? Annullare le elezioni, perché, si dice, c’è la guerra. Ma va? Il pagliaccio cocainomane è giunto al potere vincendo su Porošenko con lo slogan “presidente di pace”. Complimenti. Peraltro, anche l’oligarca Porošenko per vincere, pochi anni prima, si era autoproclamato “presidente di pace”. E’ proprio un vizio.

Ma veniamo all’Europa. E’ ovvio, con 27 Paesi-membri, che ogni anno da qualche parte si voti. Tuttavia, come sapete, ogni quattro anni si vota per il Parlamento Europeo, che pur se con poteri limitatissimi, ha un impatto psicologico non indifferente. Fateci caso: se al potere c’è il centrosinistra, si grida al pericolo fascista; se invece al potere c’è il centrodestra, o la destra sic et simpliciter, come in Italia, si grida al pericolo comunista. La sostanza è, invece, che chiunque sia attualmente al potere, per rimanerci deve soggiacere ai diktat statunitensi, e fornire ogni ben di dio a quella masnada di ladri, assassini e farabutti che si trovano a Kiev. Pensateci, fra meno di due mesi. Non vedo molta differenza fra il socialdemocratico Sholz, la postfascista Meloni, la democristiana Von Der Leyen, il centrista Macron, il conservatore Sunak, o il socialista Borrell. Charles Michel, Consiglio Europeo, centrodestra. Mark Rütte, Olanda, centrodestra. Roberta Metsola, Parlamento Europeo, centrodestra. Una bella masnada di comunisti, a sentire Meloni, Salvini e Tajani. A proposito, ma Salvini in Italia non viene spacciato per amico di Putin? Allora come mai i leghisti europarlamentari hanno votato a favore di tutte le sanzioni contro la Russia degli ultimi dieci anni? Predicare bene e razzolare male?

Poi però ci saranno le presidenziali negli Stati Uniti, di cui si parla ormai da un anno, manco fossimo il loro 51° Stato. Difficile prevederne l’esito: se fossero regolari, è evidente la vittoria di Trump. Ma regolari non sono quasi mai state, con il sistema dei “grandi elettori”, gli omicidi dei presidenti e dei candidati scomodi, i processi giudiziari orchestrati ad hoc. E Trump comunque non sarebbe certo un bel regalo. Semplicemente, è meno peggio di Biden, ma è ben magra consolazione. Con posizioni imprevedibili, o forse sì, su Israele, Cina, Venezuela, Cuba, Medio Oriente, Sud America. Quel che però attende il mondo intero in caso di rielezione di Biden lo sappiamo benissimo. Mala tempora currunt, e purtroppo non riguarda solo quel Paese, nel qual caso sarebbero affari loro.


L’Unione Europea tutta insieme è poco più grande della sola Russia europea. Mosca da sola è più grande di tutto il Belgio. Quando vi dicono che Putin vuole invadere l’Europa, pensate anche a questo. E’ un Paese che dall’altra parte confina con gli Stati Uniti, cioè con l’Alaska, ci sono 89 regioni ed undici fusi orari. I BRICS ormai rappresentano il 37% del PIL mondiale, altro che G7. L’unico modo per l’Europa occidentale di rimettersi un minimo in sesto è quello di fare pace con la Russia. Ma non sono ottimista, finché c’è questo establishment a Bruxelles. Ecco perché le elezioni di giugno hanno un’importanza strategica, non più tattica. Votare, e votare esclusivamente in base alle posizioni su Russia e Ucraina. Anche quando gli Stati Uniti massacravano il Vietnam, gli altri erano accusati di essere perciò “rossi”. La risposta era “meglio rossi che morti”. E’ passato mezzo secolo, poco e niente è cambiato.