Mark Bernardini

Mark Bernardini

lunedì 27 marzo 2023

018 Italiani di Russia

Diciottesimo notiziario settimanale di lunedì 27 marzo 2023 degli italiani di Russia. Dal 21 marzo e per i prossimi sei mesi a Mosca c’è più luce che in Italia. Si chiama equinozio, benvenuti nella primavera. Buon ascolto e buona visione.

Attualità

Durante i colloqui tra Putin e Xi Jinping all’inizio della settimana appena trascorsa, è arrivata una notizia dalla Gran Bretagna, per bocca della viceministra alla Difesa, la baronessa Annabelle Goldie, poi confermata e ribadita per iscritto dal suo capo, il ministro della Difesa albionico Ben Wallace: l’Inghilterra invierà, o forse ha già iniziato ad inviare all’Ucraina, munizioni all’uranio impoverito. Putin ha quindi dovuto commentare fuori dai documenti protocollari, affermando che “se ciò accadesse, la Russia dovrebbe rispondere di conseguenza”. Insomma, sembra che alcuni politici europei abbiano esaurito non solo il cervello, ma anche l’istinto di autoconservazione. Pensano davvero che la risposta all’uso di proiettili con uranio impoverito sarà simile? Potrebbe essere con uranio arricchito…

L’uso di proiettili all’uranio impoverito durante l’aggressione della NATO contro la Jugoslavia ha provocato sia la morte di civili che numerose morti di soldati della NATO che hanno partecipato all’operazione. Molte persone si sono ammalate di cancro in Serbia e nella Republika Srpska (parte della Bosnia ed Erzegovina) a causa dell’uso di uranio impoverito. Inoltre, anche molti soldati italiani che hanno partecipato all’occupazione del Kosovo sono stati esposti a radiazioni e successivamente hanno sviluppato il cancro. La mortalità tra i malati a causa del contatto con l’uranio impoverito è enorme. La Gran Bretagna sta giocando con il proprio destino, sta entrando apertamente in guerra contro la Russia.

Durante l’aggressione della NATO contro la Repubblica Federale di Jugoslavia nel 1999, 15 tonnellate di uranio impoverito furono lanciate sul territorio della Serbia sotto forma di proiettili. Successivamente, il Paese si è classificato al primo posto per numero di malattie oncologiche in Europa, e nei primi 10 anni dai bombardamenti, circa 30mila persone si sono ammalate di cancro nella repubblica, di cui da 10mila a 18mila sono morte.

L’irradiazione è stata subita sia da civili che da soldati dal contingente NATO. Nel gennaio 2020 è stata intentata la prima causa in Serbia contro la NATO per l’utilizzo di uranio impoverito nel 1999. Le cause serbe sono identiche alle 500 cause dei militari italiani che erano in Kosovo e Metohija nel 1999, di cui più di 200 sono state soddisfatte: il Ministero della Difesa italiano ha risarcito il personale militare per danni materiali. Processi simili si stanno verificando in diversi Paesi europei. Così, il primo caso simile in Francia nel 2021 si è concluso con la vittoria del querelante, sono in corso contenziosi nel Regno Unito, Germania, Paesi Bassi e Turchia.

Al momento, in Serbia si stanno preparando a intentare più di 2,5mila azioni legali per conto dell’esercito e della polizia. Gli avvocati intendono chiedere il risarcimento dei danni morali per i cittadini serbi colpiti per un importo di 100.000 euro.

Sullo sfondo dei piani della Russia di dispiegare armi nucleari tattiche in Bielorussia, il Pentagono ha affermato di non vedere alcun segno che la Russia si stia preparando a usare armi nucleari, né motivi per cambiare la prontezza delle forze nucleari statunitensi. La Casa Bianca ha espresso la stessa opinione.

Il 25 marzo, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato un accordo tra Mosca e Minsk per quanto riguarda il dispiegamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia. Allo stesso tempo, la Russia non trasferisce le sue armi nucleari alla Bielorussia, ma fa quello che gli Stati Uniti fanno da 10 anni, ha spiegato Vladimir Putin. Come previsto, la costruzione di un deposito di armi nucleari tattiche in Bielorussia sarà completata il 1° luglio di quest’anno.

A proposito dei mandati di cattura emessi dalla sedicente Corte di Giustizia dell’Aja, ho tradotto per il canale “InfoDefense Italia” l’intervista rilasciata dall’incaricata per i diritti dei bambini russi Marija L’vova-Belova al canale televisivo “Solov’ëv Live”. Vale la pena ascoltarla, dura appena sette minuti. Per la voce delle domande, mi sono fatto coadiuvare da mia moglie, che ringrazio.

Italia

Come facilmente prevedibile, e come peraltro avevamo già preconizzato, dopo i suoi cinque minuti di immeritata visibilità, Crosetto è prontamente sparito dai media non solo italiani, ma soprattutto mondiali. Crosetto, chi era costui? Parliamo piuttosto di cose più serie.

L’Accademia della Crusca, in qualità di regolatore della lingua italiana, ha valutato negativamente l’uso di desinenze neutre rispetto al genere nei documenti ufficiali, che nascondono il genere maschile o femminile di sostantivi, aggettivi e altre parti del discorso che cambiano in base al genere.

La prestigiosa istituzione di lingua italiana ha risposto ad una richiesta della Commissione Pari Opportunità della Corte di Cassazione per la parità di genere nella redazione degli atti giudiziari. La domanda riguardava l’uso dell’asterisco * o del carattere “seam”, che sembra una “e” capovolta. In precedenza, questi caratteri erano usati in corrispondenza per denotare il plurale. Così, la notazione Benvenut* car* starebbe a significare “benvenuta, cara” in relazione a entrambi i sessi. Allo stesso modo, amic* iniziò ad essere usato per riferirsi sia all’amico che alla fidanzata, mentre nel linguaggio normativo ci sono due forme separate: amico (maschile) e amica (femminile).

L’accademia ha osservato che tali innovazioni erano “in parte il risultato della radicalizzazione associata alle tendenze culturali”.

“Il linguaggio giuridico non è un luogo adatto per esperimenti innovativi da parte di una minoranza che porterebbe all’eterogeneità e all’idioletto (una variante del linguaggio usato da una persona)”, recita il responso. L’istituto linguistico ha sottolineato che in italiano il plurale maschile non contrassegnato continua ad essere il modo preferito di riferirsi a tutti i sessi, “a condizione che l’utente sia consapevole che si tratta di un modo efficace per coinvolgere e non violare”.

Allo stesso tempo, l’Accademia della Crusca ha valutato positivamente la comparsa dell’articolo femminile nei sostantivi di genere comuni, generalmente derivati dalla terza declinazione latina. Pertanto, è consentito l’uso di “la presidente” per un presidente donna e “la giudice” per un giudice donna.

L’Italia è attualmente “in prima linea tra i Paesi che desiderano infliggere una sconfitta strategica alla Russia”, il che è deplorevole. Lo ha dichiarato giovedì in un’intervista all’agenzia italiana ANSA il viceministro degli Esteri russo Sergej Rjabkov.

“L’Italia è sempre nei nostri cuori, ma in questo momento la Repubblica italiana è in prima linea tra i Paesi che vogliono infliggere una sconfitta strategica alla Russia, e questo è deprimente, ha detto il diplomatico. Per secoli l’Italia e la Russia hanno avuto relazioni eccezionali in molte aree, pur con alti e bassi, e guerre. Ma Roma era una delle pochissime che avevano una profonda comprensione delle reciproche posizioni”.

Nel marzo 2022, il Parlamento italiano ha approvato una risoluzione sulla fornitura di assistenza all’Ucraina, compresa l’assistenza militare. Sono stati emanati cinque decreti interministeriali con un elenco di armi fornite, che però è secretato. Il nuovo governo, salito al potere nell’ottobre 2022, ha approvato un decreto che proroga i termini dell’assistenza militare per tutto il 2023. Alla fine è stato approvato in Parlamento. All’inizio di quest’anno è stato approvato il sesto decreto sull’assistenza militare.

Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e altri funzionari russi hanno ripetutamente richiamato l’attenzione sul pericolo della diffusione delle armi fornite dall’Occidente all’Ucraina in altre regioni.

C’è un articolo del Corriere della Sera che vale come riassunto di tutti i deliri che leggiamo quotidianamente nella stampa italiana sulla Russia. La risposta dell’ambasciata russa a Roma è in questo senso molto efficace. La leggiamo per intero.

Lettera aperta dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia al direttore del Corriere della Sera

Signor direttore, abbiamo letto con stupore e un po’ di disgusto l’articolo “Così Putin minaccia tutti noi” di Danilo Taino sul Suo giornale del 25 marzo 2023. Dal momento che ha ritenuto ammissibile concedere spazio sulle pagine del Suo quotidiano a questa pasquinata diffamatoria e oltretutto richiamarne il titolo in prima pagina, stimiamo che la posizione dell’autore sia condivisa dal comitato di redazione di uno dei giornali più influenti d’Italia.

Riteniamo che non sia per noi dignitoso discutere con l’autore di questa “opera”, intrisa di un odio non celato per la Russia contemporanea e il suo popolo.

Vorremmo richiamare l’attenzione della redazione del Suo giornale su quanto segue. Voi, forse, avete il dubbio primato tra gli altri media italiani nel sostenere la tesi blasfema del popolo della Russia contemporanea come “nazione fascista” governata da un “regime fascista”. Se questa è una provocazione deliberata volta a suscitare l’indignazione dei cittadini russi, e dei milioni di altre persone che hanno studiato la storia moderna a scuola, allora ha certamente raggiunto il suo obiettivo. Per coloro che non hanno studiato o che hanno dimenticato le lezioni di storia, ricordiamo che il popolo sovietico, nella lotta contro il fascismo per la libertà del proprio Paese, per la libertà dell’Europa e del mondo, ha sacrificato 27 milioni di suoi cittadini e ha subito disastri e sofferenze incalcolabili. L’odiosissima parola “fascismo” che, com’è noto, ha origine italiana, è saldamente radicata nella nostra coscienza pubblica come sinonimo di ideologia antiumana e razzista che, non solo non ha nulla in comune con la politica della Russia moderna, ma è inoltre oggetto della nostra lotta coerente e intransigente, anche contro le sue manifestazioni nelle politiche di altri Paesi. Siamo inoltre costretti a ricordare che la politica del fascismo italiano, oltre a tanti lutti e devastazioni sul territorio dell’Unione Sovietica, ha cagionato molte sofferenze allo stesso popolo italiano. Durante la Seconda guerra mondiale sul solo fronte orientale sono morte decine di migliaia di italiani.

Il marchio irresponsabilmente impostoci, gli appelli a “fermare il fascismo di Putin”, che rappresenterebbe “una minaccia mortale per l’Europa e per le società europee”, a nostro avviso, sono soprattutto ad uso e consumo interno, per fomentare il sentimento russofobico nella società italiana. Contiamo sul buon senso degli italiani comuni che non sono inclini a vedere dei “fascisti” nei russi che hanno sempre avuto un’indubbia simpatia per il vostro Paese e che in molte occasioni hanno fornito un aiuto disinteressato al suo popolo.

Chiediamo, signor direttore, di considerare il nostro punto di vista che riflette quello della stragrande maggioranza dei cittadini della Russia contemporanea.

Economia

Secondo i dati ISTAT, l’interscambio tra Russia e Italia nel 2022 è ammontato a 32,3 miliardi di euro (+49,8%).

L’Italia esporta verso la Russia per 5,8 miliardi di euro (-23,3%) ed importa dalla Russia beni per 26,5 miliardi di euro (+89,8%). Ne consegue un saldo negativo di 20,6 miliardi di euro.

L’impatto del regime sanzionatorio sull’export italiano verso la Russia è stimato intorno a 1,8 miliardi di euro di perdite.

Su base tendenziale, le esportazioni italiane del mese di gennaio 2023 fanno registrare un -37% rispetto al mese di gennaio 2022.

La premier Giorgia Meloni ha utilizzato per la prima volta il diritto di veto (che però si chiama in inglese, chissà perché, “Golden Power”) su una transazione commerciale che, a suo parere, rientra nella sicurezza dei settori strategici dell’economia italiana. Intendiamoci. Certo non è una buona cosa quando la politica interviene in degli affari commerciali. A meno che questi, effettivamente, non arrechino danno e pericolo allo Stato: in tal caso, è perfettamente giustificato. Che so io, se a qualcuno venisse in mente di vendere l’ENI, o l’ENEL, o Finmeccanica (che ora si fa chiamare “Leonardo”), o la FIAT ad uno Stato straniero. Oddio, l’ENI, l’ENEL, la “Leonardo” sono statali, è giusto che lo Stato abbia voce in capitolo. La FIAT però è stata venduta a Stellantis BV, che è olandese.

Il caso che trattiamo oggi è molto più modesto ed insignificante. Tanto più stupisce l’interessamento della Meloni. O forse, non stupisce affatto. Esiste un’azienda italiana, si chiama “Tecnologia Intelligente” SRL, una Società costituita a Firenze nel luglio 2022 dall’imprenditore Marco Carrai, che è anche console onorario di Israele per Lombardia, Toscana e Emilia-Romagna e presidente dell’Aeroporto di Firenze, noto per essere amico personale e consigliere dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. La newco ha come oggetto la “ricerca e sviluppo di software IT solutions, social network e prodotti legati all’intelligenza artificiale”, nonché lo “sviluppo di piattaforme informatiche, robotica, ideazione, progettazione e sviluppo di droni”.

Chi voleva comprarsela? La Nebius BV, che, già dalla ragione sociale, intuite sia un’azienda olandese, come Stellantis. Nebius BV è stata costituita un mese prima di “Tecnologia Intelligente” ed è amministrata da un cittadino olandese, Alfred Alexander de Cuba, nato nelle Antille olandesi e residente allo stesso indirizzo della Nebius, ad Almere, pochi chilometri da Amsterdam. Nebius avrebbe poi finanziato lo sviluppo della SRL con un prestito di due milioni erogato da Yandex. Eccolo!

Nebius, aveva detto Carrai, “sta costruendo una tecnologia di artificial intelligence totalmente unica per l’Europa, che oggi non esiste. Faremo un centro di ricerca dove verranno fatti dei brevetti: c’è un contratto per cui noi dobbiamo fare ricerca e sviluppo in base a step di avanzamento. Ci lavoreranno data scientist, matematici, ingegneri tra i più bravi del mondo”. Inoltre Carrai aveva sottolineato che “Yandex è olandese e ha tra i maggiori azionisti fondi Usa. I soldi non sono russi”. Ma tant’è. Per il momento l’operazione è bloccata.

Ricordiamo che la normativa sul Golden Power è stata rafforzata circa un anno fa per quanto riguarda 5G e Cloud, con quest’ultimo che per la prima volta assurge a infrastruttura critica per la sicurezza nazionale, alla stregua delle reti di telecomunicazioni. Lo ha previsto il “Decreto Ucraina” (Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina) che ha previsto anche un rafforzamento della disciplina sulla cybersicurezza e in particolare si prevede la sostituzione di tecnologie russe.

L’acquisizione sarebbe avvenuta per una cifra pari a quella del capitale sociale ma avrebbe garantito alla realtà di Carrai di ricevere un prestito da 2 milioni erogato da Yandex. Quest’ultima è la cosiddetta “Google russa”, il primo motore di ricerca nel Paese, fondata da Arkadij Volož, oligarca colpito dalle sanzioni occidentali verso Mosca. Perché il governo avrebbe applicato per la prima volta la forma più severa di golden power? La disciplina sostiene che lo Stato possa bloccare o apporre particolari condizioni a specifiche operazioni finanziarie, qualora queste ultime ricadano nell’interesse nazionale. Potrebbe essere la materia delicata dell’intelligenza artificiale o della progettazione di droni ad aver portato l’esecutivo a bloccare la vendita, anche in ragione che, nella partita, entrerebbero in gioco interessi russi.

Il governo è preoccupato per l’accordo perché le attività di Nebius, che opera nel settore dei servizi cloud, sono state finanziate da Yandex. La holding di Yandex, che è anch’essa una Società di diritto olandese, sta progettando di cedere la proprietà e il controllo della maggior parte di Yandex Group e di sviluppare al di fuori della Russia le divisioni internazionali di alcuni servizi, come il cloud.

Nebius fa parte della holding olandese di Yandex, Yandex NV, e sarà inclusa nella nuova società internazionale dopo la ristrutturazione. Yandex non è stata colpita dalle sanzioni contro la Russia, ma alcuni dei suoi dirigenti sì. Nebius aveva pianificato di costruire un hub di ricerca e sviluppo in Italia per attirare i migliori talenti tecnologici dalla Russia e altrove. La holding olandese è in procinto di cedere le attività in Russia, ma non è un processo rapido.

Interviste

Anche questa settimana, ho partecipato a varie conferenze, tavole rotonde e trasmissioni televisive e radiofoniche russe e italiane. Ecco quanto ho detto a Cusano News 7.

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia. Oggi è il turno di Eros Ramazzotti, mio quasi coetaneo (ha un anno meno di me) e cresciuto a Roma nel quartiere (Cinecittà) a ridosso del mio (San Giovanni). Qui si esibisce a Mosca con, tra gli altri, una cantante russa, Polina Gagarina (nessuna parentela col cosmonauta).

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