Mark Bernardini

Mark Bernardini

lunedì 31 agosto 2020

Мой очередной бан в Фашбуке

В Фейсбуке и ВКонтакте я с 2007 года, то есть 13 лет. Тем, кто читает меня давно, известно, что статистически Фейсбук банит меня ежеквартально, четыре раза в год, в общей сложности на 52 месяца. Иными словами, за 13 лет мне заткнули рот более четырех лет. Особо абсурдно это выглядело в конце 2019 года, когда меня отстранили за то, что в 2016 году я заявил, что Пушкин был негром: с трехлетним опозданием они постановили: нужно было сказать, что он был цветным или, может быть, не совсем белым. Кстати, за тот же 13-летний период во «В контакте» меня забанили ноль (ноль!) раз. Хотя я пишу одно и то же во всех социальных сетях. Вот только Фейсбук – американский, а ВКонтакте – российский.

Что случилось на этот раз? 25 августа 2020 года, комментируя статью Данило Крискуоло, я поспорил с неким Эрнесто Эверарди насчет Белоруссии и Навального. Когда у него закончились аргументы, он показал свой сокровенный расистский характер, заявив, что мое расхождение во мнениях связано с тем, что я живу в России, где, учитывая климат, у меня мозги замерзли. Стереотип обезоруживающей банальности, за который в ИКП (а мы оба выходцы из более несуществующей Итальянской Коммунистической Партии) любого незамедлительно вышвырнули бы из партии. Я ответил: «Вот если бы тебе из-за границы сказали, что, как итальянец, ты питаешься исключительно спагетти и пиццей, ты мафиози, ни черта не делаешь с утра до вечера и круглый день играешь на мандолине, как бы ты отреагировал?». Что ж, я думаю, вы уже догадались: этого русофоба никто не тронул, а меня забанили на месяц за… запугивание и издевательства.

А теперь поясню небольшую деталь. Когда вас банят, вы не можете одобрять запросы на членство в группах, которыми вы управляете, а также не можете удалить в них спам и устранить спамеров. Вопрос о том, какое отношение имеет бан к этому дальнейшему ограничению, очевидно, относится к категории загадок Фашбука.

К счастью, моя жизнь протекает в реальном мире, а не в виртуальном, но все равно обидно. В сентябре я бы, конечно, хотел поговорить с вами о Белоруссии, Навальном, ковиде. И я обязательно это сделаю, еще не родился тот, кто сможет засунуть мне кляп в рот. Вы можете читать меня в моем блоге на Яндекс Дзене (кстати: основной, на платформе blogspot, уже несколько лет аннигилирован Фашбуком, официально как спам), а также В Контакте (профиль и группа “Итальянцев в России”), Одноклассниках (профиль и группа "Итальянцев в России"), Телеграмме, Твиттере, Инстаграмме, ВатсАппе. В Фашбуке увидимся к концу сентября. А может и нет.

Mio ennesimo ban in Fasciolibro

Sono iscritto a Facebook e V Kontakte dal 2007, cioè da 13 anni. Come sanno quanti mi seguono da più tempo, statisticamente Facebook mi banna trimestralmente, quattro volte all’anno, per un totale di 52 mesi. In altre parole, su 13 anni, sono rimasto imbavagliato per più di quattro anni. Memorabile la terzultima volta, a fine 2019, quando fui sospeso per avere affermato nel 2016 che Puškin era negro: con tre anni di ritardo, stabilirono che dovevo dire fosse di colore, o magari diversamente bianco. Per inciso, nel medesimo periodo di 13 anni, su V Kontakte sono stato bannato zero (zero!) volte. Eppure, scrivo le stesse cose in tutti i social network. Solo che Facebook è statunitense, mentre V Kontakte è russo. Ve lo consiglio, anche in esso potete scegliere la lingua italiana, come in Facebook.

Cosa è successo questa volta? Il 25 agosto 2020, commentando un articolo di Danilo Criscuolo, mi sono scontrato con tale Ernesto Everardi su Bielorussia e Naval’nyj. Quando è rimasto a corto di argomenti, ha mostrato la sua intima natura razzista, affermando che la mia diversità di opinioni sia dovuta al mio vivere in Russia, dove, visto il clima, mi si è congelato il cervello. Uno stereotipo di una banalità disarmante, che però nel PCI (da cui proveniamo entrambi) sarebbe stato sufficiente per essere sbattuti fuori dal Partito seduta stante. Gli ho risposto domandando: “se, dall'estero, ti dicessero che, come italiano, ti nutri esclusivamente di spaghetti e pizza, sei mafioso, non hai voglia di fare un cazzo, e passi la giornata a suonare il mandolino, come reagiresti?”. Bene, penso che abbiate già indovinato: il razzista in questione non è stato toccato, mentre il sottoscritto è stato bannato per un mese per… intimidazioni e bullismo.

Adesso vi spiego anche un piccolo dettaglio. Quando si è bannati, non si possono approvare le richieste di iscrizione nei gruppi che amministrate, né potete in essi eliminare lo spam ed eliminare gli spammatori. La domanda su quale sia l’attinenza del ban con questa ulteriore limitazione è ovviamente nel novero dei misteri di Fasciolibro.

Per fortuna, la mia vita si svolge nel mondo reale, non virtuale, ma è comunque un peccato. Nel corso di settembre, avrei voluto sicuramente parlarvi di Bielorussia, di Naval’nyj, di Covid in Russia, di referendum per il taglio dei parlamentari. E lo farò sicuramente, deve ancora nascere chi riuscirà a tapparmi la bocca. Potrete leggermi nel mio blog su Yandex Zen (a proposito: quello principale, che sarebbe questo qui, su blogspot, già da qualche anno è stato annichilito su Fasciolibro ufficialmente come spam), e poi in V Kontakte (profilo e gruppo “Italiani di Russia”), Odnoklassniki (profilo e gruppo "Italiani di Russia"), Telegram, Twitter, Instagram, WhatsApp. Su Fasciolibro ci rileggiamo a fine settembre. Forse.

giovedì 20 agosto 2020

Quotidiano comunista?

Il calciatore Paolo Sollier, noto
per la sua militanza politica in
Avanguardia Operaia, sfoglia una
copia de il manifesto nel 1975

A proposito dell'intossicazione di Naval'nyj, leggo nei media italiani per l'ennesima volta che sarebbe il principale oppositore di Putin. Rivolgiamoci ai numeri, quelli delle ultime elezioni parlamentari, 2016 (sbarramento al 5%):

Russia Unita (il partito di Putin, di maggioranza): 54,20%

Partito Comunista (Zjuganov, opposizione): 13,34%

Partito Liberal-Democratico (Žirinovskij, opposizione): 13,14%

Russia Giusta (Mironov, socialisti, opposizione): 6,22%

Comunisti della Russia (Surajkin, gruppettari, opposizione): 2,27%

Jabloko (Javlinskij, liberal, opposizione): 1,99%

...

Naval'nyj, con uno dei suoi innumerevoli Partiti, nel 2011 prese lo 0,73% (che mi risulta essere un prefisso telefonico marchigiano), nel 2016 non è riuscito manco a raccogliere un numero sufficiente di firme per presentarsi.

Le deduzioni fatevele da soli.

Per questo mio messaggio in Fasciolibro, chiamato in causa (taggato), sono stato attaccato, sbertucciato e insultato da tale Yurii Colombo, pennivendolo del Manifesto. Nel rispondergli per le rime, tale Lanfranco Caminiti ha cancellato i miei commenti e mi ha bloccato, così hanno proseguito il linciaggio mediatico nei miei confronti senza possibilità di replica.

Il qui presente «illustre sconosciuto», «falsario», «putiniano» e quant'altro (parole sue), fu descritto proprio dal suo quotidiano il 3 novembre 2000 nel seguente modo:

La fabbrica dei falsi cavalieri

Intervista a Mark Bernardini, curatore del sito internet che raccoglie centinaia di manifesti berlusconiani "rifatti"

ALBERTO BURBA - MILANO

"Senti un po' questa: «Socialisti al forno e comunisti di contorno». Ma credi che abbia tempo per rispondere a un cretino che in un'ora mi ha già scritto tre volte?".

Chi parla è Mark Bernardini, nato a Praga da padre italiano e madre russa, classe 1962, comunista di ferro. Chi scrive è invece un perfetto ignoto che si cela dietro un indirizzo di posta elettronica. Anche Mark, prima del 10 ottobre, era uno sconosciuto. Trascorreva la sua vita tra Milano, dove abita, e Ivrea, Mosca, Rimini, Roma, dove svolge la professione di interprete bilingue russo-italiano. Adesso il suo nome è sulla bocca di tutti. O, meglio, sullo schermo di tutti, cioè del popolo di Internet e della posta elettronica. Cosa è successo il 10 ottobre? Sulla rete sono cominciate a circolare le immagini "taroccate" dei manifesti pre-elettorali con cui Silvio Berlusconi ha tappezzato le città italiane. Risultato: il leader di Forza Italia, sostenitore dello slogan "città più sicure", si è ritrovato lui stesso dietro le sbarre oppure in versione fricchettona con uno spinello in bocca o mentre rivela che sua "zia monaca era comunista". Attraverso una catena di Sant'Antonio post-moderna, i messaggi hanno iniziato a fare il giro degli uffici e delle case private, delle redazioni e delle università. E' stata una valanga senza precedenti, alimentata dall'effetto moltiplicatore dell'e-mail, che permette di spedire un messaggio a un numero infinito di indirizzi. Mark Bernardini ha immediatamente fiutato il potenziale di questo evento. E ha raccolto tutte le immagini, archiviandole nel suo sito Internet No Berluska. Nel giro di pochi giorni il sito è diventato, grazie alle spontanee segnalazioni dei lettori, l'archivio dei berlusca-manifesti ritoccati. E mezzo milione di "persone per bene", come ama definirle Mark, si sono deliziate davanti alle 650 immagini finora archiviate. Alle 12 e 20 di lunedì 30 ottobre le pagine consultate ammontavano a 507.899. Cinque minuti più tardi il contatore segnava 330 accessi in più: una visita ogni 0,9 secondi. Per capire le ragioni di un successo che fa invidia agli uomini-marketing della New economy, il manifesto ha incontrato Mark nella sua casa milanese. Tra un brindisi con vodka Smirnoff e una citazione del "Maestro e Margherita" di Mikhail Bulgakov, Mark ci ha raccontato come ha vissuto i suoi venti giorni di celebrità.

Come ti definisci? Un editore improvvisato? Un privato cittadino politicamente impegnato?

Un formidabile archivista che ha in mente quel sogno espresso dalla prima modifica apportata a un manifesto: levarcelo dai coglioni.

Come è iniziato il tuo lavoro di archiviazione?

I primi giorni di ottobre ho ricevuto, via e-mail, un sacco di immagini ritoccate. Allora, il 10, ho pensato di creare una pagina su Internet per segnalare le immagini che già avevo ricevuto. L'obiettivo era evitare che continuassero a girare doppioni e permettere a tutti di copiare le immagini che non avevano ancora ricevuto. E' nato tutto da questa idea. Il resto è storia.

Hai contattato qualcuno per promuovere la tua iniziativa o il caso è scoppiato da solo?

Due giorni dopo l'attivazione del sito sono rimasto stupito dal numero di accessi: mille (adesso siamo a oltre 500mila, ndr). Allora ho pensato di contattare qualche testata politicamente vicina a me: il manifesto, Rinascita, Liberazione. Ma non ho ricevuto risposta. Mi hanno citato solo alcuni siti Internet come BuioBuione, Clarence, Bengodi. Anche Repubblica.it (l'edizione on-line) ha scritto un buon articolo, ma senza indicare il mio indirizzo. Poi, a successo avviato, sono arrivate a valanga le interviste e i servizi: Repubblica, il Corriere, Canale 5, Striscia la Notizia, Radio Capital, Fatti e Misfatti, addirittura Libero, che mi ha dedicato due paginoni. E la sinistra dove stava? A guardare? E' per questo che perdiamo troppo spesso, perché arriviamo in ritardo anche su cose che ci appartengono, lasciandoci fregare dalla destra. Quindi, se devo esprimere il mio giudizio sulla spontaneità di questo fenomeno, su una scala da uno a dieci direi... cinquanta.

Censuri qualche spot?

Beh, sì. Come si fa a pubblicare un manifesto tutto rosa con su scritto "Berlusconi è un finocchio"?

Uno dei messaggi che ti sono arrivati dice "Ma chi ti paga"? Insomma, per chi lo fai?

Una precisazione: molti mi scrivono dandomi del disoccupato, del perditempo. Probabilmente io lavoro da ben prima che questi ragazzi iniziassero anche a parlare. Veniamo allora alla domanda sul perché lo faccio: perché sono comunista e perché ci credo.

C'è un legame tra il tuo passato da attivista della Fgci e questo nuovo modo di fare politica?

Quando ero più giovane organizzavo i comitati per la pace e stampavo volantini e manifesti. Ho sempre creduto nella divulgazione e nell'informazione. Oggi che i mezzi sono cambiati credo ancora in quell'idea. Internet è un mezzo stupendo per fare informazione, entra nelle case e fa sì che il fruitore dei contenuti diventi protagonista. E allora, visto che le mie idee sono le stesse di venti anni fa, rispondo di sì. C'è un legame tra il modo di fare politica venti anni fa e il modo di farla oggi.

Hai ricevuto intimidazioni o messaggi poco graditi?

Sì, il mio indirizzo di posta elettronica e il mio numero di telefono sono visibili sulla mia pagina web. Di messaggi strambi ne ricevo a profusione, chi offende, chi minaccia di farmela pagare. Ma non sono impaurito. L'unica cosa che mi preoccupa un po' sono i virus che hanno iniziato a mandarmi. Io sono superprotetto, aggiorno i miei antivirus con cadenza settimanale, ma ho dovuto avvisare le 120 persone che partecipano in rete al nostro gruppo di discussione su politica ed elezioni. Non è detto che tutti siano aggiornati sui nuovi virus. Poi ci sono quelli che mi invitano a tornare in Russia. Ma lo sanno che quel paese, adesso, è più capitalista del nostro? Anche il telefono è ormai fuori uso. Se non riconosco sul display chi mi chiama non rispondo. Stanotte perfino alle 5.12 si sono messi a chiamare. Ma non ricevo solo intimidazioni o insulti, ci sono anche donne che mi scrivono "come si fa a non amarti?".

Anche Silvio Berlusconi ha dichiarato di essersi divertito. Da milanista dice che la sua vignetta preferita è "Meno tasse per Totti". Condividi?

Sicuramente è una tra le più belle. Ma secondo me, per il sottile messaggio politico, le migliori sono quelle sulla Ferrari, che per antonomasia è rossa, e quella che recita "al bando il rosso", dove tutti i colori sono stati azzurrati.

Credi di aver creato un "casus" politico-tecnologico?

Non ne sono sicuro, ma se così fosse ne sarei ben lieto perché significherebbe che c'è in giro ancora gente che vuole ragionare sulle innumerevoli cose che ci sono sempre da fare, utilizzando anche le nuove tecnologie.

E in futuro? Cosa pensi di fare con il tuo archivio?

Sicuramente lo lascerò in linea, a disposizione di tutti. Poi, quando si saranno calmate le acque (adesso ricevo mediamente 50 immagini al giorno), organizzerò un sondaggio per votare la più bella.

Cosa pensi dell'idea di Berlusconi di premiare gli autori delle migliori vignette?

E' così che deve fare!

Yurii Colombo, dov'eri nel 2000? Devi solo vergognarti...

mercoledì 12 agosto 2020

Antifascismo

Oggi, 12 agosto 2020, anniversario della strage nazifascista di S.Anna di Stazzema, nel corso della trasmissione “Prisma” su Radio Popolare, sentivo un ascoltatore che scriveva che essere antifascisti oggi significa dare addosso (cito con parole mie) a Russia, Bielorussia e Turchia (strano che abbia omesso anche la Corea del Nord), perché soprattutto in Russia nessuno è libero e tutti sono costretti a subire il regime. Il conduttore, Alessandro Braga, ha anche aggiunto di suo che dovremmo ricordarcelo ogni volta che accendiamo il gas in cucina.

Il sottoscritto, oltre che essere nipote di un confinato (1927-1930) e torturato (1943) dai fascisti e dai nazisti, è stato egli stesso una delle vittime dell’attentato fascista alla sezione PCI Esquilino di Roma nel 1979. Vorrei sommessamente ricordare che Russia e Bielorussia facevano parte dell’Unione Sovietica, e che furono proprio i sovietici a liberare dai nazifascisti tutta l’Europa orientale fino a Berlino. Ma non importa, veniamo all’oggi.

In Russia io ci vivo nuovamente da 18 anni, ma non voglio limitarmi alla mia esperienza personale. Gli italiani iscritti all’AIRE in Russia sono circa 5.000, ovvero residenti permanentemente in questo vasto Paese. Nessuno di questi ha mai espresso un’idea del genere, debbo dedurne o che Putin abbia reclutato 5.000 italiani al soldo del regime, o che siamo tutti timorosi di non diventare invisi, oppure che chi parla in questo modo in Russia non ci sia mai stato. Poi c’è l’ipotesi che invece sia semplicemente in malafede, ma per ora non voglio prenderla in considerazione.

martedì 11 agosto 2020

Осень (Гуччини)

Гусь плещется в грязи
собака лает по команде
дождь идет и не идет
ползучий туман открывает и покрывает улицы

Контур засохших деревьев
разбивающихся под треск ветвей
на горе то и дело стреляют
и падают несведущие звери в смертельном вое

Осень бросает в сон
дневной свет - это миг
он врывается и быстро исчезает
яркая метафора нашей жизни

Осень размывает черты
расточает за день несколько дней
и кажется, что это праздная игра
но быстро сжигает неторопливые дни

Запах дыма и дымки
пригородная слякоть
просторы гнилых листьев
и падает молча, покидая жизнь навсегда

Запереться дома и ждать
кого-то или чего-то делать
того, что никогда не будет сделано
того, что известно, не существует и не позвонит

Запереться дома и считать
ускользающие часы
думая о тайне
многих «я буду», ставших навсегда «я был»

Запереться дома и смотреть
книгу, фото, газету
и не думать, что гложет невнятно
«я делаю» и превращает в «я помню»

Ночь наступила внезапно
тьма, пронизанная
быстро проехавшей машиной
оставив в тишине только свой темный голос

Шум появляется и исчезает
образ сумерек
бесцельного беганья
времени, играющего с тобой в кошки-мышки

Истории, считавшиеся важными
рассыпаются за несколько мгновений
прошлые образы и впечатления
удаляются, как твое лето

Одеться в грядущую ночь
оставив разум блуждать
в устрашающей и ожидаемой пустоте
зная, что это твоя осень
которая теперь наступила...

Франческо Гуччини, «Осень», 2000 г.

Перевод: Марк Бернардини