Mark Bernardini

Mark Bernardini

martedì 14 novembre 2000

Il Satirycom 'Cavaliere mi consenta'

Nel suo bilocale caotico, da single, dove vive e lavora, al terzo piano di una casa popolare in via Orti, a Porta Romana, in mezzo montagne di libri e riviste appoggiate dappertutto, portaceneri carichi di cicche di sigarette, bottigliette di vodka qua e là, vestiti dove capita, vecchi manifesti sovietici alle pareti, gagliardetti rossi col profilo di Lenin sulla scrivania, Mark Bernardini, 38 anni, affermato interpretetraduttore dal russo all'italiano e dall'italiano al russo, guarda con soddisfazione la homepage del suo sito oggetto di culto della satira antiberlusconiana, catapultato ormai ai primi posti nella classifica generale dei siti Internet più visitati ogni giorno in Italia (pornografia, imbattibile, naturalmente esclusa). Realizzato così, in solitudine, per puro divertimento, la sua creatura (http://www.noberluska.net) che raccoglie tutte le immagini che fanno il verso alla campagna elettorale di Forza Italia, è ormai oggetto di studio per i sociologi della comunicazione. Basti pensare che il sito è già stato consultato, dal 10 ottobre di quest'anno, da più di 706 mila persone, con punte da 10 mila collegamenti al giorno e un record di 80 mila collegamenti in una sola giornata. Un fenomeno destinato ad entrare nella storia del costume politico del Paese, con sviluppi ancora imprevedibili. Giustamente orgoglioso della sua invenzione Mark Bernardini racconta divertito («ma sono travolto anche da ondate di insulti e da numerose minacce») come l'idea gli sia esplosa tra le mani. Come non ce la faccia fisicamente più a rispondere a tutti i messaggi che riceve e con quali difficoltà si stia organizzando per archiviare un patrimonio fatto da molte centinaia di immagini, a partire dalle prime fortunatissime due: il volto sorridente di Silvio Berlusconi con l'irresistibile testo «La forza di un sogno. Levarcelo dai coglioni» e l'altro con lo slogan efficace «Città più sicure» accompagnato dal faccione di Berlusconi dietro alle sbarre. Un po' di biografia. Bernardini nasce 38 anni fa a Praga, da padre italiano, di Roma, e mamma russa. «Mark con la cappa non è un vezzo o un soprannome. E non ha nulla di americano avverte subito. E' il mio vero nome, di origine slava. Sono nato in una famiglia comunista. Mio nonno, Timoteo, torturato dalla Gestapo, iscritto al Pci, aveva un'osteria a Roma, a San Giovanni, dove andavano spesso a mangiare Togliatti e molti dirigenti di allora. Mio padre nel 56, a 24 anni, decise di andare a studiare all'università di Mosca Filologia Slava. Lì conobbe mia madre. Io nacqui a Praga dove ci eravamo trasferiti perché mio padre era andato a lavorare alla redazione locale della rivista «Problemi della pace e del socialismo». Perfettamente bilingue, doppio passaporto, con una vita trascorsa in parti uguali tra l'Italia e la Russia, Mark Bernardini non nasconde certo la sua passione politica e le sue idee saldamente comuniste. Ha un passato di militanza nella Fgci e nel Pci. E' transitato da Rifondazione comunista e oggi è iscritto al Partito dei comunisti italiani. Ma precisa: «Non sono mai stato filosovietico». Appassionato navigatore di Internet, un pallino per l'informatica e un grande amore per i cori («sono stato tra i 280 elementi che hanno cantato in Duomo il Requiem di Verdi») il 2 ottobre Bernardini riceve per posta elettronica, da amici, le prime due immaginicaricatura, fatte in casa, della campagna elettorale berlusconiana. «Mi piacciono e decido di inviarle, a mia volta, ad altri amici, per farci due risate. Ma il tam tam in rete è frenetico. Passano 3 o 4 giorni e le stesse due immagini finiscano per tornare a me, attraverso altri conoscenti, dopo aver fatto, evidentemente, un lunghissimo giro. Nel frattempo, sulla falsariga delle prime due, comincino ad arrivarmi altre immagini. Una carrellata di cosiddetti «impegni concreti» come «vendervi fumo» o «diffondere l'incubo comunista». Bernardini intuisce che questo tipo di satira, immediata, spontanea e graffiante, sembra fatta apposta per Internet. Così il 10 ottobre decide, per gioco, di aprire un sito interamente dedicato, al quale poter inviare e dal quale poter scaricare tutti i contributi creativi che vengono in mente. E' un'esplosione di fuochi d'artificio. Il popolo di Internet, antiberlusconiani, ma non solo, corre a collegarsi. «I contatti arrivano da tutto il mondo, anche da luoghi impensabili assicura Bernardini, che mostra sul video quello che dice. Ben 98 accessi dalla Città del Vaticano, forse qualche monsignore o qualche giornalista dell'Osservatore Romano, 152 dal Ministero della Difesa degli Stati Uniti d'America, servizi segreti?, 128 dalla Casa Bianca, magari qualche segretaria di Clinton. E collegamenti da luoghi impensabili, dal Libano, da Israele, dal Giappone, dal su Africa, dalla Cina, dall'Uganda, da Trinidad e Tobago». Più numerosi i contatti dal lunedì al venerdì, con picchi nelle visite tra le 14 e le 15. «Evidentemente è dopo mangiato, al momento del caffè, che scatta il desiderio in chi lavora al computer di rilassarsi con un po' alleggerendo il peso della politica». Quanto durerà la valanga di messaggi è difficile dirlo. Per il momento il fenomeno è in continua crescita. Anche se cominciano, purtroppo, parallelamente, i messaggi pieni di insulti e di minacce. Per esempio: «Pensavamo che gentaglia come te fosse stata spazzata via, ma sei ancora in Italia», con tanto di croce celtica, oppure «Tornatene in Russia». Bernardini non sembra preoccuparsene più di tanto e si diverte, invece, ad archiviare i faccioni sorridenti di Berlusconi con nuove, infinite, promesse. Ultime chicche appena arrivate: «Un dovere morale: Umberto Bossi direttore dello Zingarelli». E ancora: «Meno tasse per tutti (se io pagassi le mie)».

[La Repubblica, Carlo Brambilla]