Mark Bernardini

Mark Bernardini

domenica 24 dicembre 2023

057 Italiani di Russia

Cinquantasettesimo notiziario settimanale di lunedì 25 dicembre 2023 degli italiani di Russia. Buon Natale cattolico per chi ci crede, buon ascolto e buona visione con la nostra ultima puntata del 2023.

Attualità

C’è una notizia, citata da due delle maggiori agenzie di informazione della Russia, RIA Novosti e Russia Today, che riguarda l’Italia. Personalmente, ritengo che sia più un’operazione di facciata, di scarsa o nulla realizzabilità, ma è comunque una notizia, e come tale ve la riporto. E’ più interessante l’analisi successiva condotta approfittando dell’occasione.

Il capo della Camera di commercio italo-russa, Ferdinando Pelazzo, ha affermato che la CCIR intende varare entro il 14 febbraio 2024 un sistema che consentirà alle aziende russe di acquistare in rubli merci italiane autorizzate all’importazione in Russia.

Secondo Pelazzo, la Camera potrà preparare proposte al consiglio di amministrazione sugli strumenti per attuare tale iniziativa entro il 14 febbraio.

“E praticamente dal giorno dopo tutto funzionerà”, ha detto.

In precedenza, il primo vice primo ministro russo Andrej Belousov aveva affermato che la quota dei pagamenti del Paese in rubli e valute amichevoli nel 2023 è aumentata al 65%.

“Il nostro consiglio di amministrazione si riunirà il 14 febbraio del prossimo anno. Siamo convinti che il 14 febbraio offriremo l’intero strumento al nostro consiglio di amministrazione e quasi dal giorno dopo tutto funzionerà. Dobbiamo solo riferire e ottenere il via libera”, ha detto Pelazzo.

Ha aggiunto che restano ancora alcune “questioni finanziarie”, ma c’è ancora tempo prima della data stabilita.

Pelazzo aveva precedentemente riferito che il sistema consente a un acquirente russo di pagare beni italiani in rubli alla CCIR, e la Camera stessa potrebbe poi trasferire questi soldi dal suo conto in un Paese terzo all’Italia.

“Ci siamo accordati con una banca di un Paese terzo che abbiamo scelto: l’Armenia... Non controlliamo solo i pagamenti, ma anche la logistica. Ora i costi per l’invio di merci attraverso l’Armenia e attraverso l’Europa sono più o meno gli stessi. Il Paese non è molto lontano dall’Italia, possiamo monitorare l’intero processo in modo più trasparente”, ha detto il responsabile della CCIR.

Secondo lui, ora la CCIR sta per aprire un conto in una banca armena, ma ha incontrato difficoltà: l’Armenia non è membro della Convenzione dell’Aja sull’Apostille, ma ha aderito alla Convenzione di Minsk, quindi quando si traduce la documentazione è necessario coinvolgere traduttori accreditati presso l’ambasciata armena.

“Abbiamo dedicato molto tempo ad ottenere alcune autorizzazioni. In particolare abbiamo verificato se ci fossero obiezioni da parte della Banca Centrale d’Italia. Abbiamo ottenuto il via libera, quindi ora siamo in fase di apertura del conto”, sottolinea Pelazzo.

Le sanzioni occidentali stanno penalizzando pesantemente non la Russia, ma in primo luogo i Paesi Europei e soprattutto il “made in Italy”. Nei giorni scorsi l’Unione europea ha adottato il 12° pacchetto di sanzioni contro la Russia, ampliando la lista di prodotti la cui esportazione verso la Russia sarà vietata. Nel 2014 il Cremlino, rispondendo alla politica sanzionatoria degli Stati Uniti e dei loro alleati europei, ha sottoposto all’embargo l’export verso la Russia di molti tipi di prodotti industriali, ma soprattutto di generi alimentari europei, dalla frutta fresca ai prodotti ittici, ai salumi e ai formaggi.

Inoltre il Regolamento UE 428/2022 ha introdotto l’anno scorso un divieto di esportazione verso la Russia dei “beni di lusso”. Tale misura comprende numerose merci caratteristiche del “made in Italy”, come vini, prodotti alimentari, abbigliamento e gioielli del valore superiore a 300 euro per articolo. Il risultato è che il 49% del “made in Italy” esportato verso la Russia è stato soggetto alle sanzioni e agli embarghi, danneggiando seriamente gli interessi economici di migliaia di aziende italiane. Nel 2021, l’anno precedente all’inizio del conflitto armato con l’Ucraina, l’Italia si era confermata uno dei principali partner commerciali della Russia, raggiungendo un aumento del 43,89% di interscambio rispetto al 2020.

Sempre Pelazzo ha affermato che le nuove sanzioni anti-russe dell’UE mettono a rischio parte del commercio tra Italia e Russia, il nuovo sistema di revisione dei codici doganali potrebbe portare ad un divieto automatico anche per le merci che non sono soggette a restrizioni.

“Se prima certe merci erano sanzionate, poi dopo un esame approfondito ne erano esentate, ora leggo che è prevista una sorta di “arrotondamento” dei codici doganali”, ha spiegato Pelazzo.

Ciò porterà a far sì che un ampio elenco di merci che prima non erano incluse nell’elenco delle sanzioni ricadranno sotto il codice doganale comune, poiché sono stati considerati speciali “sottocodici”.

Riceviamo e pubblichiamo il messaggio di fine anno del Presidente di GIM Unimpresa Vittorio Torrembini:

L’anno che sta per concludersi è stato assai complicato e pieno di incertezze. Il clima geopolitico internazionale si è ulteriormente aggravato con la incredibile vicenda di Gaza. Per il momento non si intravedono segnali che lascino pensare ad un miglioramento della situazione. Tuttavia noi continueremo a sostenere il lavoro delle nostre aziende e gli sforzi che da più parti vengono fatti per arrivare ad una risoluzione dei gravi problemi che ci affliggono. Nel 2024 avremo un nuovo Ambasciatore, la Dr.ssa Cecilia Piccioni, che crediamo continuerà il generoso lavoro del Dr. Giorgio Starace che ha dovuto lasciare Mosca in modo repentino.

Colgo questa occasione per ringraziare tutti i funzionari della nostra Ambasciata, con il Ministro Pietro Sferra Carini che avrà il compito di dirigere la nostra Missione Diplomatica fino all’arrivo della nuova Ambasciatrice. Il Console Favilli con tutto il suo staff per il difficile lavoro che stanno portando avanti per la nostra comunità, i colleghi della Camera di Commercio Italo Russa con il Presidente Pelazzo per il lavoro di collaborazione che stiamo portando avanti. Un grande ringraziamento a tutti voi che con grande impegno e generosità sostenete il lavoro della nostra Associazione e un particolare grazie alla nostra Direttrice Anita Mengon per l’impegno quotidiano a favore di tutti gli Associati!

Buon 2024, che sia un anno di pace e di prosperità!

Intervista a Sergej Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, alla trasmissione russa “Bol’šaja Igra” (“Il Grande Gioco”). Per l’ennesima volta, ringrazio per la traduzione l’ambasciata russa in Italia.

(Mosca, 18 dicembre 2023)

Possiamo dire che il fallimento dell’offensiva ucraina ha ridato spazio alla diplomazia e all’interesse per i negoziati con la Russia?

Perché c’è stato un cambiamento nelle narrazioni occidentali? In primo luogo, i soldi stanno finendo. In Ucraina sono stati “pompati” circa 200 miliardi di dollari o di euro (a seconda di come li si conta). Si tratta di una cifra decine di volte superiore a quella promessa (e nemmeno versata) ai Paesi africani.

Il motivo principale è che il popolo americano e la popolazione dei Paesi europei cominciano a rendersi conto che non hanno nulla da guadagnarci. Inoltre, hanno iniziato a sentire l’impatto negativo della “ucrainizzazione” dell’intera agenda che l’Occidente sta promuovendo sulla scena internazionale: deindustrializzazione in Germania, trasferimento della produzione negli Stati Uniti, perdita dei mercati russi.

Il cambiamento della narrativa su ciò che sta accadendo “ai margini” della battaglia in Ucraina non ha ancora portato a un’intensificazione della diplomazia costruttiva con la Russia. E’ corretto?

Cambiare la narrazione non cambia l’essenza della politica occidentale. Loro continuano a considerare la Russia un avversario, una minaccia e, come ha detto il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin, persino un nemico.

Periodicamente, i politici europei e americani si lasciano andare a una “freudiana” rigida determinazione a non deporre le armi, a non arrendersi e a “finire” la Russia.

Per anni abbiamo creduto, ci siamo fidati, siamo stati creduloni. Da questa “radice dell’attendibilità” si possono trarre molte parole. Più di una volta ci siamo convinti che l’Occidente non avesse le mani pulite, ma ogni volta, secondo la tradizione del nostro popolo, abbiamo sperato nel meglio, perdonato, dimenticato, deciso di non sollevare uno scandalo.

[…]

Punti chiave:

Capiamo perfettamente (come abbiamo detto molti anni fa) che tutto questo non riguarda l’Ucraina, ma il contenimento della Russia. Kiev era necessaria solo per creare uno strumento di costante minaccia militare alla Federazione Russa, uno strumento di annientamento della nostra influenza fino a distruggere le tradizioni, la lingua, la cultura russa e persino gli stessi russi fisicamente.

Ogni giorno sentiamo dire che gli americani (e anche altri Paesi occidentali lo ripetono) non partecipano alle ostilità ma si limitano a “sostenere” l’Ucraina, che sta conducendo una guerra “giusta” per la sua sovranità, la sua integrità territoriale e i valori europei. Ci sono molti fatti, anche video, sui mercenari provenienti dalla Polonia e da altri Paesi europei. Anche da alcuni Paesi del Medio Oriente, in cui gli americani, in particolare in Siria, mantengono ancora la base militare di Al-Tanf, dove i militanti dell’ISIS si sentono a loro agio. Alcuni dei quali sono già “sbucati” in Ucraina.

La nostra nuova versione della Concezione della politica estera utilizza per la prima volta l’espressione “la Russia è uno Stato-civiltà”. Questo ci impegna in molte cose. È la dichiarazione di un fatto oggettivo che conferma che siamo un tutt’uno.

Non abbiamo dispute territoriali con i Paesi della NATO. In realtà, non abbiamo dispute territoriali con nessun altro. Anche con il Giappone, tutte le dispute territoriali sono state chiuse.

Ancora una volta, per fare un paragone: l’Europa e gli Stati Uniti stanno ora “girando” in Medio Oriente, invitando libanesi, iraniani, iracheni e siriani a fare tutto il possibile per evitare che la guerra a Gaza si estenda ai territori vicini. Forse dovrebbero applicare lo stesso fervore per evitare che ciò accada in Ucraina.

Mosca è stata addobbata ed è pronta per le feste di fine anno. Il centro cittadino, da sempre, è il luogo che più attrae gli abitanti e gli ospiti della capitale. Qui ogni adulto, ogni bimbo troverà quello che fa al caso suo. Sulla Piazza Rossa c’è la giostra o la pista di pattinaggio su ghiaccio, si può bere un tè caldo con le tradizionali prelibatezze invernali o visitare gratuitamente la mostra degli alberi di Natale del GUM, il celebre centro commerciale moscovita, e tutto questo col sottofondo musicale.

Il conflitto in Ucraina deve essere risolto con mezzi politici, è fiducioso il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto. Ha espresso questa opinione durante la visita al contingente italiano della NATO in Polonia.

E già mi verrebbe da chiedere retoricamente: che diavolo ci fa un contingente italiano in Polonia? Voi lo sapevate?

“Parallelamente all’azione militare e al sostegno all’Ucraina, è importante valutare i percorsi che porteranno a una soluzione politica”, ha affermato il ministro.

Ciò che non può essere ottenuto con mezzi militari può essere ottenuto sul fronte diplomatico, ritiene Crosetto.

E qui siamo alla totale inversione delle cause e degli effetti: a me risultava, infatti, che quando non si riesce a raggiungere un risultato diplomatico si fa la guerra, mentre per il ministro se non si raggiunge un risultato in guerra allora si ricorre alla diplomazia.

«Con mezzi politici per ottenere risultati e arrivare alla pace», cita l’ANSA. Allo stesso tempo, il 4 novembre, Crosetto aveva osservato che non era ancora giunto il momento per una tregua politica in Ucraina.

Dunque, niente diplomazia, giusto?

Un’illuminante analisi per bocca di Marija Zacharova, la portavoce del ministero degli esteri russo.

Il 12 dicembre la Commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen, ha presentato il “Pacchetto per la difesa della democrazia”. E’ un altro passo verso l’introduzione di una legge europea sugli agenti stranieri, che obbligherà tutti i lobbisti di influenza straniera a sottoporsi a una procedura di registrazione e a presentare relazioni periodiche obbligatorie alle autorità di vigilanza.

Che ci crediate o no, questa è una versione ancora più dura dell’American Foreign Agents Registration Act (FARA). E lo ha fatto la Commissione Europea, che per molti anni ha criticato la Russia per “l’allontanamento dalla democrazia” in relazione alla comparsa del termine “agente straniero”.

Il Pacchetto di Ursula von der Leyen opera come parte di un programma più ampio e completo, denominato “Piano d’azione per la democrazia europea”.

Il Piano della Commissione Europea prevede il rafforzamento della democrazia in Europa (per qualche motivo, attraverso il controllo sugli agenti stranieri), e affinché tale Piano possa finalmente funzionare, Ursula von der Leyen ha introdotto il Pacchetto.

Grazie agli sforzi di un ex ginecologo, la democrazia nell’UE è protetta in modo affidabile dal Piano e dal Pacchetto. Non resta che accettare l’Ucraina tra le proprie fila.

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Tempo addietro, vi ho già parlato di un cartone animato famosissimo in Unione Sovietica, quando ancora i cartoni si facevano a mano. “Nu, pogodi”, con gli eterni amici nemici, il lupo e il coniglio. Una puntata del 1974 conteneva una canzoncina di Capodanno, e visto che siamo sotto le feste ve la riporto.

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