Mark Bernardini

Mark Bernardini

lunedì 29 gennaio 2024

062 Italiani di Russia

Sessantaduesimo notiziario settimanale di lunedì 29 gennaio 2024 degli italiani di Russia. In via eccezionale, sarà quasi monografico. Perché? Perché c’è stato il 27 gennaio. E cos’è il 27 gennaio? Sì, è la giornata internazionale della memoria dell’Olocausto. E perché proprio il 27 gennaio? Perché, con buona pace di Roberto Benigni, quel giorno, nel 1945, l’Armata Rossa, e non gli Stati Uniti, liberarono gli ormai pochi sopravvissuti nel campo di concentramento nazista di Auschwitz. Esattamente un anno prima, il 27 gennaio 1944, ha liberato dall’assedio, durato quasi tre anni, la città di Leningrado, la attuale San Pietroburgo. Ecco perché i saluti romani in via Acca Larentia a Roma sono stati così al centro dell’attenzione in Russia: con i fascisti non si scherza. Buon ascolto e buona visione.

Attualità

Il Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergej Lavrov è intervenuto alla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sull’Ucraina.

I punti chiave:

E’ abbastanza ovvio per la stragrande maggioranza degli esperti imparziali che il fattore chiave che ostacola la ricerca di modi per risolvere pacificamente la crisi ucraina è il continuo sostegno dell’Occidente al regime di Kiev, nonostante la sua evidente agonia e l’incapacità di portare a termine il compito impostogli di infliggere un “sconfitta strategica” contro la Russia.

Nonostante il completo fallimento delle forze armate ucraine sul campo di battaglia, i sostenitori occidentali del regime di Kiev con ostinazione maniacale continuano a spingerlo a continuare l’insensato confronto militare.

Siamo stati costretti a lanciare l’operazione militare contro un regime criminale che si era allontanato troppo dal senso di impunità e che non voleva, nonostante i nostri numerosi e pluriennali sforzi, abbandonare la guerra contro i propri cittadini nel sud e nel sud-est dell’Ucraina e la politica di discriminazione totale nei confronti degli ucraini di lingua russa, che in questo Paese costituiscono ancora la maggioranza.

Probabilmente è giunto il momento che gli europei – mi rivolgo alla loro parte sensibile – si sveglino e comprendano che con l’aiuto del regime di Zelenskij, gli Stati Uniti non solo stanno conducendo una guerra contro la Russia, ma stanno anche risolvendo l’obiettivo strategico di indebolire drasticamente l’Europa come concorrente economico.

Nonostante la censura più severa, sta emergendo la verità su come vivono in Crimea e in altri territori recentemente riuniti alla Russia. Contrariamente alle previsioni dei propagandisti di Kiev, russi, ucraini e altre nazionalità vivono lì in pace e armonia. E proprio come si addice ai fratelli e ai buoni vicini, vivranno dopo la realizzazione degli obiettivi dell’operazione militare speciale, sia con mezzi militari che pacifici. Permettetemi di ricordarvi che non abbiamo mai abbandonato quest’ultima e siamo sempre rimasti pronti ai negoziati.

La maggioranza degli ucraini sta cominciando a capire chi è il loro vero nemico e chi li ha ingannati per molti anni, spaventandoli con la Russia, diffondendo bugie sul nostro Paese e “cancellando” la nostra storia comune.

Dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa in merito all’abbattimento del velivolo da trasporto militare russo IL 76

Nella mattina del 24 gennaio, il regime di Kiev ha compiuto un nuovo attacco terroristico, che ha provocato l’abbattimento di un velivolo da trasporto militare russo IL 76, precipitato nelle vicinanze del villaggio di Jablonovo, situato nel distretto di Koroča, nella regione di Belgorod. Il velivolo, partito dall’aeroporto militare di Čkalovskij e diretto a Belgorod, trasportava 65 militari delle Forze Armate Ucraine ai fini di uno scambio concordato in precedenza. Tutti i 65 militari ucraini, nonché i 6 membri dell’equipaggio e i 3 ufficiali russi che si trovavano a bordo, hanno perso la vita.

L’aereo è stato abbattuto per mano ucraina, colpito con missili antiaerei lanciati dalla zona situata nei pressi del centro abitato di Lipcy, nella regione di Char’kov.

Abbiamo assistito all’ennesima atrocità commessa dalla cricca criminale di Zelenskij, la quale subito dopo lo schianto dell’aereo, mostrando tutto il suo odio per il genere umano, ha annunciato la sua “peremoga” (“vittoria” in ucraino), affermando che l’abbattimento era stato opera delle “valorose forze armate ucraine”. Tuttavia, non appena è emerso che a bordo dell’aereo c’erano dei militari ucraini diretti verso il luogo dello scambio, la retorica proveniente dagli uffici delle autorità di Kiev è cambiata: è stato allora che hanno cominciato a negare il proprio coinvolgimento nella catastrofe.

A Kiev erano perfettamente a conoscenza dello scambio che sarebbe avvenuto di lì a poco. Conoscevano il tragitto e le modalità con le quali i prigionieri di guerra sarebbero stati fatti arrivare a destinazione. L’attacco all’aereo è stato un atto premeditato e compiuto in maniera consapevole. E tale attentato mostra chiaramente l’incapacità al negoziato del regime di Kiev. In base agli accordi precedentemente raggiunti, lo scambio sarebbe dovuto avvenire nel pomeriggio presso il posto di blocco di Kolotilovka, al confine tra Russia e Ucraina.

Non è la prima volta che la giunta militare di Zelenskij fa scempio dei suoi stessi militari finiti tra i prigionieri di guerra. Il 29 luglio del 2022, i banderisti condussero a sangue freddo un attacco missilistico contro un centro di detenzione situato a Elenovka, nella Repubblica Popolare di Doneck, nel quale, al momento dei fatti, erano detenuti i prigionieri di guerra del battaglione “Azov”. A causa dell’attacco, morirono oltre 50 persone e più di 70 rimasero ferite.

Condanniamo fermamente l’atto terroristico compiuto dal regime di Kiev nella regione di Belgorod. Tutti gli individui coinvolti, compresi gli organizzatori e gli esecutori tra le fila dei militari ucraini e dei funzionari civili, saranno individuati e saranno immancabilmente puniti come meritano, in conformità con la legislazione russa.

Quanto accaduto dimostra per l’ennesima volta l’essenza criminale della dittatura neonazista di Kiev. I suoi “capi” restano indifferenti di fronte alla vita umana. Vedono le persone come “beni sacrificabili” e le uccidono seguendo le disposizioni che arrivano dai loro padroni occidentali, usando le armi che l’Occidente fornisce loro.

E’ del tutto evidente che il regime criminale di Zelenskij, allevato dagli USA e dai suoi satelliti della NATO, rappresenta una grave ed effettiva minaccia non solo per la Russia, ma anche per l’Ucraina stessa, per i suoi cittadini comuni, e per il mondo intero. E lo stato di agonia in cui adesso versa tale regime lo rende capace di commettere le più mostruose atrocità.

Riteniamo che le organizzazioni internazionali, i governi nazionali e l’intera comunità mondiale debbano condannare questo atto terroristico e gli altri crimini commessi dal regime di Kiev. Il loro silenzio equivarrà ad appoggiare le sue barbarie e i suoi metodi terroristici.

La confisca dei profitti dagli asset russi da parte dell’Unione Europea avrà un impatto negativo sull’euro, ha affermato Fabio Panetta, capo della Banca Centrale Italiana.

Le relazioni internazionali fanno parte di un “gioco ripetitivo”: trasformare una valuta in un’arma ne riduce inevitabilmente l’attrattiva e incoraggia l’emergere di alternative, ha affermato al Financial Times.

Il politico ha ricordato che lo yuan cinese ha superato l’euro come valuta mondiale.

A dicembre, la Commissione europea ha approvato un meccanismo di “immobilizzazione delle entrate” provenienti dai beni russi congelati. L’iniziativa consente di utilizzare nell’interesse dell’Ucraina le imposte sui redditi percepiti grazie ai beni russi congelati in Occidente.

Il vice ministro degli Esteri russo Sergej Rjabkov ha affermato che la parte russa non esclude misure di ritorsione speculari in caso di confisca dei suoi beni.

Il 27 gennaio 2024, si è celebrato l’Ottantesimo anniversario della liberazione definitiva di Leningrado dall’assedio nazista, il più sanguinoso dell’intera storia dell’umanità.

L’assedio della città da parte della Germania nazista è stato un genocidio premeditato del popolo sovietico, dei cittadini di Leningrado di diverse etnie (russi, bielorussi, ucraini, tatari, ebrei e molte altre).

Hitler aveva pianificato la totale distruzione di Leningrado. Lo dimostra la relativa direttiva: “Il Führer ha deciso di cancellare Leningrado dalla faccia della Terra [...]. Si prevede un serrato accerchiamento della città, la quale, mediante cannonate di ogni calibro e continui bombardamenti aerei, andrà rasa al suolo”.

Per gli 872 giorni dell’orribile assedio (dall’8 settembre 1941 al 27 gennaio 1944), Leningrado è stata colpita da circa 150.000 proiettili e da più di 100.000 bombe. Sono morte più di milione di persone, di cui 600.000 a causa della fame.

872 giorni di fame e freddo, di lotta per la sopravvivenza, giorni di resistenza, di spargimento di sangue e di sofferenze, che sono divenuti un emblema del coraggio e dell’eroismo.

ll 27 gennaio si è celebrata la Giornata internazionale in memoria delle vittime dell’Olocausto, istituita il 1 novembre del 2005 con una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La Russia è stata uno dei coautori di tale risoluzione.

In questo giorno si svolgono in tutto il mondo eventi commemorativi che segnano l’importanza ancora attuale della lotta alla xenofobia, al razzismo e alle altre forme di intolleranza.

Il 27 gennaio del 1945, nel corso dell’”Operazione Vistola-Oder”, le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Secondo i dati disponibili, durante il periodo in cui il campo di concentramento fu in funzione, vi transitarono almeno 1 milione e 300 mila persone: di queste, circa 1 milione e 100 mila furono sterminate.

La frase presente all’ingresso del campo di concentramento, che recita “Il lavoro rende liberi” (in tedesco: Arbeit macht frei) mostra tutta la mancanza di umanità e l’estremo cinismo dei criminali nazisti.

Quel giorno, i soldati dell’Armata Rossa salvarono in totale più di 7.000 prigionieri.

Durante la Seconda guerra mondiale, a causa dell’invasione tedesca, nei territori occupati dalla Germania nazista furono deliberatamente trucidati quasi 20 milioni di persone, di cui 7 milioni e 400 mila circa erano cittadini sovietici. Circa 6 milioni di ebrei furono sterminati dai nazisti unicamente a causa della loro appartenenza etnica.

La Risoluzione A/RES/60/7 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite afferma: “L’Olocausto, che portò allo sterminio di un terzo della popolazione ebraica e di un numero incalcolabile di persone appartenenti ad altre minoranze, servirà sempre da monito per tutti i popoli sui pericoli insiti nell’odio, nel fanatismo, nel razzismo e nel pregiudizio”.

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Vista la puntata, inevitabile il riferimento alla guerra passata. Zemljanka, letteralmente “rifugio sotterraneo”, eseguita in treno locale ai giorni nostri, in provincia di Mosca.

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