Mark Bernardini

Mark Bernardini

lunedì 30 settembre 2024

097 Italiani di Russia

Da Mosca, Mark Bernardini. Novantasettesimo notiziario settimanale di lunedì 30 settembre 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.

Attualità

Togliere i manifesti “La Russia non è nostra nemica” appesi a Roma cinque giorni prima della scadenza del contratto sembrava insufficiente. Alcuni parlamentari propongono di coinvolgere i servizi segreti per sapere esattamente chi ha speso quali soldi e come. Cioè trovarli, fare gli elenchi di proscrizione e punirli. Le confessioni personali di comuni cittadini che non appartengono ad alcun gruppo o associazione politica e che hanno raccolto fondi per questa iniziativa da tutto il mondo… non contano. Non è convincente. C’è urgentemente bisogno di una versione politicamente corretta, in pieno accordo con la linea generale! I primi indizi “dove cercare” li fornisce il quotidiano Repubblica. Propaganda russa. A Milano! Asja Emel’janova, ad esempio, corrispondente della TV di Stato russa, monitora da vicino e segna sulla mappa gli spostamenti oltre il confine russo e le storie di tutti i corrispondenti italiani! Emel’janova in merito commenta: “Voglio far scoprire l’America a Repubblica. Leggere i giornali del mattino, guardare i comunicati stampa, seguire le pubblicazioni su argomenti russi è il lavoro dei corrispondenti all’estero. Parte del nostro lavoro. I colleghi italiani a Mosca stanno facendo la stessa cosa. Sono pronta a dimostrare agli investigatori quello che vogliono. Sicuramente non verranno trovate tracce di colla da affissione di manifesti. Sì, abbiamo seguito uno striscione mobile con la scritta “La Russia non è nostra nemica”, lo confessiamo”.

Dall’intervento del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin alla Settimana Russa dell’Energia

(Mosca, 26 settembre 2024)

Il mondo contemporaneo è entrato in un’epoca di cambiamenti radicali e irreversibili. Si sta formando un modello di sviluppo multipolare in grado d’innescare una nuova ondata di crescita globale per tutto il XXI secolo. Tuttavia, la crescita principale non si concentrerà in Europa e in Nord America, che stanno gradualmente perdendo posizioni nell’economia mondiale, ma nei Paesi BRICS e in quegli Stati che desiderano aderire alla nostra unione e che vedono le prospettive della cooperazione paritaria nel rispetto degli interessi nazionali di ognuno.

Il ministro degli esteri russo è intervenuto all’assemblea generale dell’ONU.

Qualche giorno fa, tra le mura di questo edificio si è tenuto un forum chiamato il “vertice del futuro”.

La Russia ha reagito con comprensione all’idea del Segretario Generale di convocarlo, poiché la crisi della nostra Organizzazione si sta aggravando e bisogna fare qualcosa al riguardo. Onestamente siamo stati coinvolti nei preparativi per il vertice. Anche se, a dire il vero, non avevo particolari illusioni. Nella storia moderna delle Nazioni Unite si sono verificati molti eventi ambiziosi culminati in dichiarazioni rumorose presto dimenticate.

Come fecero una volta Kofi Annan e Ban Ki-moon, l’attuale segretario generale delle Nazioni Unite A. Guterres ha presentato la sua iniziativa con lo slogan di un “reset” della cooperazione globale. Bellissimo slogan, chi è contrario? Ma di che tipo di cooperazione globale possiamo parlare quando l’Occidente ha calpestato tutti quei “valori immutabili” della globalizzazione di cui ci hanno parlato per tanti anni da tutte le piattaforme, convincendoci che garantiranno a tutti parità di accesso ai benefici della civiltà moderna.

Dov’è finita l’inviolabilità della proprietà, la presunzione di innocenza, la libertà di parola, l’accesso alle informazioni, la concorrenza leale nei mercati secondo regole chiare e immutabili?

Il Segretario Generale parla di cooperazione globale proprio nel momento in cui i Paesi occidentali hanno lanciato una vera e propria guerra di sanzioni contro una buona metà, se non la maggior parte, degli Stati del mondo, e contro il dollaro, che ci è stato pubblicizzato come proprietà e beneficio di tutta l’umanità, è stata crudelmente trasformata in un’arma.

Non è troppo tardi per dare nuova vita alle Nazioni Unite. Ma questo non può essere fatto con l’aiuto di vertici e dichiarazioni avulse dalla realtà, ma attraverso il ripristino della fiducia basata sul principio statutario: l’uguaglianza sovrana di tutti gli Stati. Tuttavia, per ora, la fiducia è minata, anche a causa delle azioni dell’Occidente volte a creare, aggirando le Nazioni Unite, formati ristretti sotto il suo controllo per risolvere questioni importanti, come la governance di Internet o la definizione del quadro giuridico per l’uso delle tecnologie di intelligenza artificiale. Dopotutto, questi problemi riguardano il futuro di tutta l’umanità e devono essere considerati su base universale, senza discriminazioni e senza il desiderio di ottenere vantaggi unilaterali. Dobbiamo cioè negoziare onestamente, con la partecipazione di tutti i membri delle Nazioni Unite.

Abstract del discorso:

• Oggi, il mondo si trova ancora una volta di fronte a gravi sfide che richiedono l’unificazione degli sforzi, piuttosto che il confronto e la sete di dominio globale.

• E’ ovvio per la maggioranza mondiale che il confronto e l’egemonismo non risolveranno un singolo problema globale. Limitano solo artificialmente il processo oggettivo di formazione di un ordine mondiale multipolare.

• La Russia si schiererà sempre dalla parte del lavoro collettivo, dalla parte della verità e del diritto, della pace e della cooperazione nell’interesse del rilancio degli ideali stabiliti dai padri fondatori.

• Il livello senza precedenti di arroganza e aggressività della politica occidentale nei confronti della Russia non solo annulla l’idea stessa di “cooperazione globale” promossa dal Segretario Generale, ma blocca anche sempre più il funzionamento dell’intero sistema di governance globale, compreso il Consiglio di Sicurezza.

• Il Segretariato delle Nazioni Unite non può rimanere estraneo agli sforzi volti a stabilire la verità in situazioni che incidono direttamente sulla sicurezza globale, e deve rispettare pienamente l’Articolo 100 della Carta, agire in modo imparziale ed evitare la tentazione di stare al gioco dei singoli Stati – specialmente quelli che si richiamano apertamente non alla cooperazione, ma alla divisione del mondo in un “giardino fiorito” e una “giungla” o in “chi cena alla tavola democratica” e “chi si ritrova nel menu”.

• Vorrei ricordare, anche ai miei colleghi del Segretariato delle Nazioni Unite, che la Carta non riguarda solo l’integrità territoriale. Il primo articolo della Carta proclama l’obbligo di rispettare i principi di uguaglianza e di autodeterminazione dei popoli.

• Un ordine mondiale più equo implica certamente una maggiore rappresentanza del Sud del mondo nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Riaffermiamo la nostra posizione a sostegno delle candidature del Brasile e dell’India, prendendo allo stesso tempo una decisione positiva sulle note iniziative dell’Unione Africana.

A seguire, conferenza stampa di Lavrov.

In totale, io e i miei colleghi abbiamo tenuto 7 eventi multilaterali e 28 cicli di conversazioni bilaterali. Durante questi incontri abbiamo discusso tutte le principali questioni all’ordine del giorno nelle relazioni della Russia con i Paesi interessati e abbiamo osservato come vengono attuati gli accordi dei nostri leader sugli affari bilaterali e regionali.

Molta attenzione è stata riservata ai problemi del Medio Oriente: gli ultimi focolai di conflitto nei territori palestinesi, in Libano, in Siria, i problemi in territorio iracheno, la situazione con i tentativi di coinvolgere l’Iran per provocare una grande guerra in Medio Oriente. Abbiamo parlato dei conflitti nella regione del Sahara-Sahel, nel Sudan, in altre parti dell’Africa e in Afghanistan.

Abbiamo sfruttato questa opportunità per trasmettere la nostra attuale valutazione di ciò che sta accadendo riguardo alla crisi ucraina.

Le nostre iniziative per formare un’architettura di sicurezza eurasiatica indipendente, meccanismi di pagamento che non dipendano dai capricci e dai desiderata dell’Occidente, e idee per riformare le istituzioni globali al fine di riflettere in esse il peso reale dei Paesi della maggioranza mondiale, il Sud e l’Est globali stanno trovando una buona risposta.

Desidero congratularmi con tutti per la Giornata internazionale dell’accesso universale all’informazione celebrata oggi. E’ stato proclamato dall’UNESCO nel 2015 e ha stabilito il diritto di ognuno di cercare, ricevere e diffondere liberamente informazioni.

Abstract dalle risposte alle domande:

• Daremo il benvenuto a qualsiasi iniziativa che porti al risultato desiderato. E può esserci solo un modo: risolvere questo problema eliminando le cause profonde della crisi ucraina. Consistono innanzitutto nel fatto che, nonostante le assicurazioni che ci sono state fornite, la NATO ha continuato ad espandersi, l’Occidente non ha rispettato i suoi obblighi, approvati al massimo livello dell’OSCE, secondo i quali nessuno avrebbe dovuto rafforzare la propria sicurezza a scapito della violazione della sicurezza di qualsiasi altro Paese.

• I diritti umani sono un principio della Carta delle Nazioni Unite che è stato gravemente violato. Anche la Costituzione ucraina prevede l’obbligo di rispettare i diritti delle minoranze nazionali in tutti i loro aspetti. Nell'interpretare il principio di integrità territoriale non si può ignorare il suo rapporto con il principio di autodeterminazione dei popoli.

• Ho ricordato oggi all’Assemblea Generale che la lingua russa (dall’educazione della prima infanzia fino alle università) è stata legalmente sterminata in Ucraina. Tutti i media in lingua russa sono stati espulsi dall’Ucraina o sono stati chiusi. In ambito culturale i libri in russo vengono buttati fuori dalle biblioteche, come avvenne nella Germania di Hitler.

• Non si tratta di come gli eventi in Medio Oriente, queste tragedie (senza esagerare) influenzeranno o meno la nostra posizione sulla scena internazionale. Vogliamo solo salvare la vita delle persone.

• Quello che è successo ieri a Beirut è un altro omicidio politico. Ho sentito il presidente degli Stati Uniti Joe Biden dire che questa era la decisione giusta. Ciò significa che hanno un atteggiamento leggermente diverso riguardo a come comportarsi nei conflitti e da cosa lasciarsi guidare.

• Gli Stati Uniti vogliono monopolizzare i processi non solo in Medio Oriente. Vogliono guidare anche la regione dell’Indo-Pacifico. Vengono assemblate varie strutture a blocchi: AUCUS, Quad, Quartet (Nuova Zelanda, Australia, Giappone e Corea del Sud). Anche le Filippine sono coinvolte in qualcosa di simile.

• E’ stato dimostrato dai fatti che gli ucraini collaborano con organizzazioni terroristiche che combattono il governo legittimo del Mali. Questo non è l'unico punto del pianeta. Sul territorio della Siria, nella zona di de-escalation di Idlib, Hayat Tahrir al-Sham è ancora al comando. Anche gli ucraini hanno legami con loro. Reclutano militanti per mandarli sui campi di battaglia o aiutarli a preparare provocazioni.

• Zelenskij sta facendo di tutto per provocare il coinvolgimento dei Paesi della NATO nelle operazioni di combattimento diretto. Poi semplicemente si farà da parte e guarderà cosa crede lo salverà.

Oggi è la Giornata internazionale dell’accesso universale alle informazioni. E voi non avete accesso alle informazioni che “fluttuano” apertamente su Internet e sui social network.

A Istanbul, nell’aprile 2022, è stato raggiunto un accordo secondo cui avremmo cessato le ostilità e firmato un accordo con gli ucraini. Ancor prima che tutto questo fallisse, ci è stato chiesto, come gesto di buona volontà, di ritirare le truppe dalla periferia di Kiev, compreso il villaggio di Buča. Lo abbiamo fatto pensando di avere a che fare con persone perbene e non con bugiardi. Ma, ovviamente, siamo stati ingannati.

C’è un video in Internet in cui, dopo che le truppe russe se ne sono andate, il sindaco di questa città dice con orgoglio alla telecamera che hanno ripreso il controllo sulla loro piccola patria, che ora sono i padroni, non ci sono russi lì.

Sono passati due giorni. All’improvviso la squadra della “gloriosa” agenzia mediatica BBC mostra riprese televisive non da qualche parte nel seminterrato, ma dall’ampia via centrale di Buča, dove sono stesi i corpi. Si diceva che quando i russi erano qui avessero commesso un simile crimine. Ripeto, è successo due giorni dopo la nostra partenza da lì.

Nuove sanzioni sono state annunciate in relazione a questa “storia”. Da allora è inutile contare su qualsiasi indagine. Hanno preferito la strada più semplice. Abbiamo chiesto se fosse possibile vedere un elenco dei nomi delle persone i cui cadaveri erano stati mostrati dalla BBC. Ci fu silenzio. Ho chiesto ad Antonio Guterres. Gliel’ho raccontato di nuovo ieri. Ha risposto che ci avrebbero ricontattato. Ma si sono già rivolti al regime ucraino. Nessuno dice loro niente. Se non denuncia significa che ha qualcosa da nascondere. Anche l’Ufficio dell'Alto Commissario per i Diritti Umani ci ha contattato su nostra richiesta. Nessuno dice niente. La questione è chiusa. Il presidente Biden lo ha descritto come un “massacro”, “Putin è un macellaio”. Non ci sono segreti per noi qui. Questa è una purissima provocazione.

Esattamente lo stesso di Navalnyj. Quando si è ammalato e i tedeschi hanno chiesto di affidarlo a loro per le cure, abbiamo fatto subito passare il loro aereo e lo hanno portato via. Non sono state rispettate nemmeno le formalità aeronautiche necessarie. Lo hanno tenuto in un ospedale civile, dove non hanno trovato nulla su di lui. Poi è stato trasferito in un ospedale militare, dove hanno trovato questa sostanza: Novičok. Più tardi sembrò guarito, ritornò e morì qui.

Mentre era lì, abbiamo chiesto ai tedeschi di mostrare degli esami che dimostrassero che era stato avvelenato con questa sostanza. I tedeschi dissero che era un segreto, che avrebbero fornito questa analisi all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. Siamo andati lì. Ci è stato detto che i tedeschi proibivano loro di mostrarcelo. Non vi sembra strano? Quando è scoppiato il tumulto dopo la morte di Navalnyj, lo abbiamo ricordato nuovamente ai tedeschi e abbiamo chiesto se potevamo vedere qual era il test e come è stato trattato prima del suo ritorno in Russia? In risposta: completo silenzio.

La stessa cosa per l’avvelenamento degli Skripal’ a Salisbury. Nessuna informazione, nonostante le richieste ufficiali del nostro comitato investigativo e dell’ufficio del procuratore generale ai loro colleghi in Gran Bretagna.

La “feccia” mediatica è stata spezzata, la Russia è stata incolpata di tutto, e poi è scomparsa dalle prime pagine e dagli schermi televisivi. Lo sappiamo. Parleremo ancora di Buča e Navalnyj e chiederemo la verità.

Se siete interessati, organizzate un’inchiesta giornalistica. Chiedete agli ucraini perché non si riesce a ottenere questi nomi. Amici miei, siete professionisti. Spero che lo troviate interessante. Provate a scoprirlo.

Videomessaggio del presidente russo V.V. Putin in occasione della Giornata della riunificazione delle Repubbliche Popolari di Doneck e Lugansk e delle regioni di Zaporož’e e Cherson con la Russia.

Cari amici! Cari cittadini russi!

Oggi, 30 settembre, celebriamo il Giorno della riunificazione con la Russia delle Repubbliche Popolari di Doneck e Lugansk e delle regioni di Zaporož’e e Cherson.

Mi congratulo di cuore con tutti i cittadini del nostro Paese per questo evento davvero epocale. Ci siamo arrivati attraverso anni e prove difficili, sapevamo in quali condizioni insopportabili di continui bombardamenti e blocco ha vissuto il Donbass per otto lunghi anni, a che tipo di oppressione erano sottoposti gli abitanti della Novorossija.

Si sono opposti al colpo di Stato armato di Kiev, hanno respinto la dittatura neonazista, che voleva strapparli per sempre alla loro patria storica, alla Russia.

Non abbiamo abbandonato i nostri fratelli e sorelle, abbiamo cercato di raggiungere una soluzione pacifica al conflitto più difficile. Sapete come sono finiti questi negoziati: bugie, falsificazioni e inganni da parte delle élite occidentali, che durante questo periodo hanno trasformato l’Ucraina nella loro colonia, in un trampolino di lancio militare rivolto contro la Russia.

Hanno sistematicamente instillato odio e nazionalismo radicale, incitato all’ostilità verso tutto ciò che è russo, hanno fornito armi, inviato mercenari e consiglieri, hanno preparato l’esercito ucraino per una nuova guerra, in modo che ancora una volta, come nella primavera e nell’estate del 2014, organizzassero un’azione punitiva nel sud-est.

Non solo il Donbass, ma anche la Crimea e altre regioni russe sono state identificate come obiettivi. L’ulteriore sviluppo degli eventi ha confermato pienamente la necessità e la validità di un’operazione militare speciale, il suo carattere veramente liberatorio.

Vorrei rivolgermi ora agli abitanti delle regioni della Repubblica Popolare di Doneck, della Repubblica Popolare di Lugansk, di Zaporož’e e di Cherson.

Grazie per la vostra perseveranza, determinazione e fermezza, per aver trasmesso di generazione in generazione i nostri valori spirituali, la memoria storica, le tradizioni e la cultura e, soprattutto, il grande amore per la Patria, che è il principale sostegno nella vita di tutti noi.

Oggi, tutti insieme difendiamo un futuro sicuro e prospero per i nostri figli e nipoti, il nostro destino comune, il ricordo delle conquiste e delle vittorie dei nostri grandi antenati, la lealtà alle loro tradizioni e alleanze.

Questi sentimenti danno forza ai partecipanti all’operazione militare speciale. Combattendo ora nel Donbass e in Novorossija, difendendo i confini di Kursk, Belgorod, Brjansk, stanno difendendo tutta l’enorme, bellissima Russia che amiamo. Siamo orgogliosi dei nostri eroi e facciamo di tutto per sostenerli.

Nei territori liberati, le imprese vengono attivamente ristrutturate, vengono costruiti edifici residenziali, ospedali, scuole e asili nido. Tutte le regioni russe sono incluse in questo lavoro. I rappresentanti delle grandi e piccole imprese fanno molto. I volontari, le organizzazioni pubbliche e religiose e i Partiti parlamentari danno un enorme contributo.

Ringrazio tutti i cittadini del Paese per questa unità e spirito patriottico. La verità è dalla nostra parte. Tutti gli obiettivi pianificati verranno raggiunti.

Buona festa del ricongiungimento!

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

«Жди меня, и я вернусь», “Aspettami e tornerò”, 1941. Non c’è una storia speciale. L’autore era appena andato in guerra e la donna che amava era dietro le linee. E le scrisse una lettera in versi.

Aspettami e tornerò.

Solo, aspetta molto

Aspetta quando ti rendono triste

Le piogge gialle,

Aspetta che soffi la neve

Aspetta che faccia caldo

Aspetta quando gli altri non aspettano,

Dimenticando ieri.

Aspetta quando da luoghi lontani

Non arriverà alcuna lettera

Aspetta finché non ti annoi

A tutti coloro che aspettano insieme.

Aspettami e tornerò

Non desiderare il bene

A tutti quelli che sanno a memoria

Che è tempo di dimenticare.

Credano il figlio e la madre

Nel fatto che non ci sono

Lascia che gli amici si stanchino di aspettare

Si siederanno accanto al fuoco

Berranno un vino amaro

In onore dell’anima…

Aspetta. E insieme a loro

Non avere fretta di bere.

Aspettami e tornerò

Contro tutte le morti.

Chi non mi ha aspettato, che dica pure

E’ stato fortunato.

Non capiscono quelli che non se lo aspettavano,

Come in mezzo al fuoco

Col tuo aspettarmi

Mi hai salvato.

Come io sia sopravvissuto lo sapremo

Solo tu ed io,

Semplicemente, tu sapevi aspettare

Come nessun altro.

Lugansk, Volgograd, Krasnodar, Doneck, Rostov.

Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!

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