Mark Bernardini

Mark Bernardini

venerdì 5 luglio 2024

Orbán da Putin al Cremlino

Charles Michel ha affermato che “la presidenza ungherese di turno del Consiglio dell’UE non ha il mandato per i contatti con la Russia a nome dell’Unione europea”. Orbán ha giustamente risposto che l’Ungheria non ha bisogno di tale mandato, poiché agisce per proprio conto. Ma non è questo il punto, ovviamente. Innanzitutto non è chiaro (è chiarissimo) a nome di chi Michel stia parlando. Lui è il capo del Consiglio europeo (e i suoi poteri scadranno presto), e l’Ungheria presiede il Consiglio dell’Unione europea dal 1 luglio: non vanno confuse queste due strutture completamente diverse; Il Belgio, da dove proviene Michel, ha terminato i suoi poteri il 30 giugno. E in generale, cito testualmente l’articolo 15.6 dell’attuale versione del Trattato sull’Unione europea, tra i compiti del capo del Consiglio europeo figura quello di “rappresentare l’Unione europea sulla scena internazionale, fatto salvo il ruolo dell’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza”.

In sostanza, Orbán ha assunto attivamente le sue funzioni. Aveva già visitato Kiev e per qualche motivo Michel questo non lo ha commentato. Orbán ha dichiarato: “La missione di pace continua. La prossima tappa è Mosca”. Cosa c’è di sbagliato in questo?

Negoziati con il primo ministro ungherese Viktor Orbán

Vladimir Putin sta tenendo colloqui al Cremlino con il primo ministro ungherese Viktor Orbán, arrivato in Russia in visita di lavoro.

5 luglio 2024 14:00 Mosca, Cremlino

* * *

V. Putin: Caro signor Primo Ministro! Cari colleghi!

Benvenuti a Mosca, in Russia.

Capisco che questa volta lei è arrivato non solo come nostro partner di lunga data, ma anche come Presidenza del Consiglio dell’UE. Spero che avremo l’opportunità di scambiare opinioni sulla costruzione delle relazioni bilaterali in questa difficile situazione e, naturalmente, parlare delle prospettive per lo sviluppo della più grande crisi europea, intendo in direzione ucraina.

So che di recente, il 2 luglio, credo, era a Kiev ed è venuto qui per discutere tutte le sfumature della situazione che si è sviluppata nella direzione di Kiev, nella direzione ucraina. Sono al suo servizio.

Probabilmente saprà del mio discorso recentemente tenuto a Mosca alla direzione del Ministero degli Affari Esteri. Espone le nostre posizioni riguardo ad una possibile soluzione pacifica. E, naturalmente, sono pronto a discuterne con lei e parlare di alcune sfumature. Spero che mi farà conoscere la sua posizione e quella dei vostri partner europei.

Per quanto riguarda le relazioni bilaterali, purtroppo stiamo registrando un forte calo del fatturato commerciale, superiore al 35%. Ma nel complesso c’è qualcosa su cui lavorare. Abbiamo progetti importanti in corso.

In ogni caso, siamo molto lieti di vederla e abbiamo di che parlare.

Benvenuto, signor Primo Ministro.

V. Orbán (tradotto): Caro signor Presidente!

Grazie per avermi ospitato oggi. Questo non è il nostro primo incontro negli ultimi dieci anni, è già l’undicesimo. Ma questo è più speciale dei precedenti.

Come ha già accennato, dal 1° luglio l’Ungheria è diventata presidente del Consiglio dell’UE a rotazione. Prima del nostro ultimo incontro, era prima della guerra, era febbraio 2022. E’ proprio questo che distingue questi nostri due incontri.

Le sono molto grato che anche in condizioni così difficili ha accettato di ricevermi. Devo dirle che il numero di Paesi che possono dialogare con entrambe le parti in conflitto sta rapidamente diminuendo. Presto l’Ungheria diventerà, a quanto pare, l’unico Paese in Europa che potrà parlare con tutti. Vorrei cogliere l’occasione per discutere con lei una serie di questioni importanti. Vorrei anche conoscere la sua posizione su una serie di questioni importanti per l’Europa.

Grazie.

Dichiarazioni alla stampa a seguito dei negoziati con il primo ministro ungherese Viktor Orbán

Al termine dei negoziati, il presidente russo e il primo ministro ungherese hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa.

5 luglio 2024 17:00 Mosca, Cremlino

V. Putin: Caro signor Primo Ministro! Signore e signori!

Si sono appena conclusi i negoziati molto intensi con il Primo Ministro ungherese, Viktor Orbán.

E’ importante che, anche nell’attuale difficile situazione geopolitica, continuiamo il dialogo.

Come in molti incontri precedenti, abbiamo avuto una conversazione veramente utile e schietta sia sugli aspetti attuali dell’interazione bilaterale che, naturalmente, sulle questioni urgenti dell’agenda internazionale e regionale, compresa la situazione intorno all’Ucraina.

Vorrei sottolineare che Russia e Ungheria continuano la cooperazione in una serie di settori, principalmente nel settore energetico. E i principi chiave sono il sano pragmatismo e il vantaggio reciproco.

Proseguono i lavori sul progetto chiave comune per l’ampliamento della centrale nucleare di Paks. La messa in servizio della quinta e della sesta unità più che raddoppierà la capacità di questa centrale. Ciò migliorerà l’approvvigionamento energetico dell’economia ungherese, fornendo alle imprese industriali e alle famiglie energia poco costosa e pulita. Nella costruzione di nuove unità vengono utilizzate solo le soluzioni ingegneristiche e tecnologiche più avanzate e i requisiti di sicurezza fisica e ambientale sono pienamente garantiti.

Continuiamo a sostenere l’interazione nella medicina e nell’industria farmaceutica. Siamo favorevoli a continuare a lavorare nei settori prioritari di cooperazione.

Naturalmente c’è stato uno scambio di opinioni abbastanza approfondito, diretto e onesto sulle attuali questioni internazionali, compreso il conflitto ucraino. Abbiamo anche parlato dei possibili modi per risolverlo.

Il Primo Ministro ha parlato dei suoi recenti incontri a Kiev, dove ha avanzato una serie di proposte e, in particolare, ha chiesto un cessate il fuoco per creare le condizioni per l’inizio dei negoziati con la Russia.

Per quanto riguarda la Russia, ho più volte affermato che siamo sempre stati e rimaniamo aperti alla discussione di una soluzione politica e diplomatica. D’altro canto, però, sentiamo parlare di riluttanza a risolvere la questione esattamente in questo modo. E gli sponsor dell’Ucraina continuano a cercare di usare questo Paese e il suo popolo come un ariete, una vittima nello scontro con la Russia.

Considerando lo stato delle cose, anche tenendo conto di ciò che abbiamo sentito oggi dal Primo Ministro, Kiev non è ancora pronta ad abbandonare l’idea di condurre una “guerra fino alla vittoria”.

A mio parere il regime di Kiev non ammette proprio l’idea della cessazione delle ostilità anche perché in questo caso scompare il pretesto per prolungare la legge marziale. E se dovessero abolire la legge marziale, si dovranno tenere le elezioni, che non si sono svolte nei tempi stabiliti. Ma le possibilità di vincerle per i governanti ucraini che hanno perso rating e legittimità sono vicine allo zero.

E la nostra iniziativa di pace è stata delineata di recente nel mio incontro con la direzione del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa. La sua attuazione, a nostro avviso, consentirebbe di fermare le ostilità e di avviare i negoziati. Inoltre, questa non dovrebbe essere solo una tregua o una sospensione temporanea del fuoco, né una sorta di pausa che il regime di Kiev potrebbe utilizzare per recuperare le perdite, riorganizzarsi e riarmarsi. La Russia sostiene la fine completa e definitiva del conflitto. Le condizioni per ciò, come ho già detto, sono state esposte nel mio intervento al Ministero degli Esteri. Stiamo parlando del ritiro completo di tutte le truppe ucraine dalle repubbliche popolari di Doneck e Lugansk, dalle regioni di Zaporož’e e Cherson. Ci sono altre condizioni. Ma questo è un argomento da considerare in modo abbastanza approfondito nel corso di un possibile lavoro congiunto.

Signore e signori,

Tenendo conto del fatto che l’Ungheria presiede il Consiglio dell’Unione Europea dal 1° luglio, Orbán ed io abbiamo avuto uno scambio di opinioni sullo stato delle cose nelle relazioni tra Russia e Unione Europea, che attualmente sono al loro punto più basso. Abbiamo parlato anche dei possibili principi di una futura, anch’essa possibile, architettura di sicurezza in Europa.

In generale, i negoziati sono stati tempestivi e, credo, utili per entrambe le parti. Naturalmente, il Primo Ministro ha presentato il punto di vista occidentale che peraltro conoscevamo, anche dal punto di vista degli interessi dell’Ucraina. Tuttavia, siamo grati al signor Primo Ministro per aver visitato Mosca. Lo percepiamo come un tentativo di ripristinare il dialogo e dargli ulteriore slancio.

Grazie.

V. Orbán (tradotto): Signore e signori!

Caro signor Presidente!

Oggi ho incontrato il Presidente della Russia per l’undicesima volta. La particolarità di questo incontro è che si svolge durante una guerra, in un momento in cui l’Europa ha davvero bisogno di pace. Per l’Europa la pace è la cosa più importante. Riteniamo che il compito principale dei prossimi sei mesi della nostra presidenza europea sia la lotta per la pace.

Ho detto al signor Presidente che il più grande sviluppo dell’Europa è avvenuto proprio nel decennio pacifico. Ora in Europa viviamo all’ombra della guerra da due anni e mezzo. Ciò sta causando enormi difficoltà in Europa. Non possiamo sentirci sicuri; vediamo immagini di distruzione e sofferenza. Questa guerra ha già cominciato ad avere un impatto sulla crescita economica e sulla nostra competitività.

In generale, come ho già detto al signor Presidente, l’Europa ha bisogno di pace. Negli ultimi due anni e mezzo ci siamo resi conto che senza diplomazia, senza canali di comunicazione, non raggiungeremo la pace. La pace non arriverà da sola, bisogna lavorare per ottenerla.

Sono stati proprio i modi per raggiungere la pace quelli di cui ho discusso oggi con il signor Presidente. Volevo sapere qual è la strada più breve per porre fine alla guerra. Volevo sentire e ascoltare l’opinione del signor Presidente su tre questioni importanti: cosa pensa delle iniziative di pace attualmente disponibili, cosa pensa anche del cessate il fuoco e dei negoziati di pace, in quale sequenza possono svolgersi, e la terza cosa che mi interessava, è la visione dell’Europa dopo la guerra. Sono grato al signor Presidente per la conversazione aperta e onesta.

Signore e signori!

Negli ultimi due anni e mezzo non c’è stato praticamente nessun Paese che potesse entrare in contatto con nessuna delle due parti in guerra. L’Ungheria è uno dei pochissimi Paesi di questo tipo. Ecco perché questa settimana ero a Kiev ed ecco perché ora sono a Mosca.

Ho imparato per esperienza che le posizioni sono molto distanti tra loro. Ci sono molti passi da compiere per avvicinarsi alla fine della guerra. Tuttavia, abbiamo fatto il passo più importante: abbiamo stabilito un contatto. E continuerò a lavorare in questa direzione.

Grazie.

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