Mark Bernardini

Mark Bernardini

domenica 26 maggio 2024

079 Italiani di Russia

Settantanovesimo notiziario settimanale di lunedì 27 maggio 2024 degli italiani di Russia. A proposito, domenica prossima, 2 giugno, buona festa della Repubblica antifascista nata dalla Resistenza. E non venitemi a dire che non ci hanno liberati, e che secondo qualcuno i risultati furono falsificati, e altre simili amenità che sanno di stantio. Godetevi la festa, punto. Buon ascolto e buona visione.

Attualità


Il 24 maggio, assieme ad una delegazione interministeriale, Putin ha incontrato Lukašenko a Minsk. Anche stavolta si è parlato di visita improvvisa, nonostante fosse programmata da tempo e nonostante che si siano incontrati ultimamente decine di volte. Il fatto è che Putin è superattivissimo, quasi tutti i giorni si incontra con qualcuno al Cremlino o si reca lui stesso da qualche parte, su scala nazionale e internazionale. Di questo però in Italia non si parla, e così i pennivendoli atlantisti possono scrivere: mistero su Putin, non si vede da giorni, ha il cancro, l’infarto, il Parkinson, l’Alzheimer, e magari tutto insieme contemporaneamente, a quel punto io accendo il televisore e quasi per certo vedo Putin in diretta all’ennesimo incontro. Talvolta, l’incontro è talmente significante, talvolta cruciale, che non se ne può non parlare, e allora diventa a sorpresa, come è stato pochi giorni fa all’incontro col presidente cinese Xi Jinping.

Ciò che accomuna i due incontri di questi giorni è il fatto che, certo, si è parlato anche di difesa, di sicurezza, di Ucraina, soprattutto sollecitati dai giornalisti alle conferenze stampa conclusive, ma l’ordine del giorno principale di entrambe le tornate è stato quello economico, dei rapporti commerciali bilaterali. Mi spiace per gli atlantisti (non mi spiace affatto), l’agenda non viene dettata da voi e dai vostri desiderata.

Mi sono segnato alcuni punti che mi hanno interessato particolarmente. Qualcuno dirà: hanno interessato te, a noi checcefrega? Appunto, cambiate canale, nessuno vi punta un Kalašnikov alla tempia costringendovi a guardare questo notiziario. Per coloro che invece sono interessati a conoscere gli estratti da queste trattative, Putin ha detto:

Vorrei sottolineare che la bilancia commerciale bilaterale cresce costantemente di anno in anno. La Russia, in quanto principale partner economico della Bielorussia, rappresenta circa il 60% della bilancia commerciale estera bielorussa. Alla fine dello scorso anno, il fatturato commerciale è aumentato di oltre il 5% e ha raggiunto il record di 46,5 miliardi di dollari. Li contiamo in dollari, eppure oltre il 90% di tutti i pagamenti nelle transazioni commerciali russo-bielorusse vengono effettuati nelle nostre valute nazionali. Ciò significa che possiamo affermare che il commercio e gli investimenti reciproci sono protetti dall’influenza di Paesi terzi e dalle tendenze negative dei mercati valutari globali.

La Russia ha investito più di cinque miliardi di dollari nell’economia bielorussa. Nella repubblica operano duemilacinquecento aziende russe; vengono realizzati progetti comuni in settori strategicamente importanti, come la produzione di automobili e macchine utensili, macchine agricole, microelettronica e aviazione civile. La cooperazione in agricoltura, nel complesso agroindustriale di Russia e Bielorussia, si sta sviluppando attivamente in quelle aree che sono prioritarie per noi in questo settore e si completano armoniosamente l’una con l’altra, fornendo cibo e dirigendo in modo affidabile e ininterrotto la popolazione dei nostri Stati; le eccedenze si indirizzano verso i mercati esteri.

Il settore prioritario della cooperazione bilaterale è l’energia. Il nostro Paese fornisce tradizionalmente petrolio e gas alla Bielorussia a condizioni molto favorevoli e preferenziali. Nel novembre 2023, il più grande progetto comune è stato completato con successo: la costruzione di una centrale nucleare bielorussa. La stazione funziona a pieno regime. Ad oggi, le sue due unità hanno generato più di 30 miliardi di kilowattora di elettricità e siamo certamente determinati a continuare ad aiutare i nostri amici bielorussi a sviluppare la propria industria nucleare, nonché a rafforzare la cooperazione nei settori high-tech correlati: digitalizzazione, medicina nucleare e la creazione di sistemi di accumulo dell’energia.

Lukašenko ha sottolineato: Stiamo facendo tutto ciò che loro, i Paesi occidentali, hanno fatto prima di noi e stanno facendo ora. Addestrano piloti stranieri, in particolare gli americani addestrano piloti tedeschi in Germania con vettori di armi nucleari, in particolare bombe, se parliamo di aeroplani e missili. Non facciamo niente di speciale, ci prepariamo, ci alleniamo, dobbiamo farci trovare pronti. Il mondo è instabile, pericoloso, non possiamo perdere questo colpo, come è avvenuto a metà del secolo scorso. Non lo permetteremo, dovrebbero saperlo. Non siamo noi a provocare, ad aggravare la situazione, noi non abbiamo bisogno della guerra, oggi abbiamo parlato solo di prospettive pacifiche. Ecco perché parliamo di pace, ma teniamo asciutta la nostra polvere da sparo.

Alla domanda sulle trattative con l’Ucraina, Putin ha risposto: la Russia non ha mai rifiutato questi negoziati. Inoltre, noi in Bielorussia avevamo avviato questi negoziati contemporaneamente, per poi trasferirli, su richiesta della parte ucraina, in Turchia, a Istanbul. Siamo giunti ad accordi, abbiamo elaborato un progetto di accordo, inoltre, il capo del gruppo negoziale da parte ucraina ha siglato gli estratti di questi possibili accordi, cioè, in linea di principio, questo generalmente andava bene per la parte ucraina e andava bene per la parte russa. C’erano dei punti che dovevano essere migliorati, ma in generale, ripeto, se questo documento è firmato dalla parte ucraina, significa che la parte ucraina ne è rimasta soddisfatta.

Per ragioni ben note, dopo l’arrivo a Kiev dell’allora primo ministro britannico Boris Johnson, la parte ucraina ha respinto questi accordi e ne ha interrotto l’attuazione. Inoltre, ha annunciato che i negoziati si sarebbero fermati – lo hanno detto pubblicamente, non siamo stati noi a fermare questi negoziati, li hanno fermati loro – e si è proibito di continuare questi negoziati. Noi non abbiamo vietato niente a nessuno, siamo per le trattative.

Successivamente, sempre su istigazione e sottomissione dei loro sponsor occidentali, i proprietari, l’obiettivo è stato fissato: ottenere la sconfitta strategica della Russia e la vittoria sulla Russia sul campo di battaglia. Ora vediamo che le discussioni sulla necessità di tornare ai negoziati sono riprese. Che tornino pure. Ma che tornino non sulla base di ciò che vuole un solo Paese, ma sulla base di quegli accordi di natura fondamentale che sono stati raggiunti durante difficili negoziati in Bielorussia e Turchia, e sulla base delle realtà odierne che si sono sviluppate “in situ”. Noi siamo pronti.

Con chi negoziare? Questa, ovviamente, non è una domanda peregrina. Naturalmente siamo consapevoli che la legittimità dell’attuale capo di Stato è venuta meno. Penso che uno degli obiettivi della conferenza annunciata, la conferenza in Svizzera, sia proprio che la comunità occidentale, sponsor dell’attuale regime di Kiev, confermi la legittimità dell’attuale o non più attuale capo di Stato. Ma queste iniziative di pubbliche relazioni non contano per i documenti legali. Naturalmente ne avremo bisogno se si arriva a questo, e parto dal fatto che i negoziati di pace devono essere ripresi, e non con l’aiuto di ultimatum, ma con l’ausilio del buon senso, e devono basarsi sul buon senso. Ma se si arriva a questo, ovviamente dobbiamo capire con chi abbiamo bisogno e con chi possiamo trattare per firmare documenti giuridicamente vincolanti, e poi dobbiamo essere completamente sicuri di avere a che fare con autorità legittime. A questa domanda si deve rispondere nella stessa Ucraina, innanzitutto, credo, dalla posizione del parlamento, della Corte costituzionale o di altri organi governativi.

E Lukašenko a quel punto ha aggiunto: tanto, né l’attuale presidente né quello futuro, risolveranno questi grandi problemi che affliggono lo Stato ucraino e il popolo ucraino. Sapete chi deciderà: molto è già stato deciso da oltreoceano, e quello che non è stato deciso lo decideranno dopo.

Immancabile la contingenza: la morte del presidente iraniano Raisi. Si osserva una strana tendenza tra tutti i leader che non sono d’accordo con l’Occidente collettivo. Recentemente il primo ministro georgiano ha affermato che uno dei commissari europei lo ha minacciato della sorte del primo ministro slovacco se fosse approvata la legge sugli agenti stranieri. Si tratta di un nuovo ordine mondiale o di una nuova politica dell’Occidente collettivo?

Putin: Non posso commentare ciò che ha detto qualche commissario europeo. Ci sono molti commissari lì, cambiano costantemente e ne dicono di ogni sorta. Una “bufera di neve politica”. E’ semplicemente vergognoso. Purtroppo, l’irresponsabilità dei funzionari di medio livello, soprattutto in questo settore, è in aumento. Spesso lo riscontriamo noi stessi. Possiamo provare solo rammarico. Non posso commentare nulla in questa parte, ma per quanto riguarda la politica estera dell’Iran, sono decisioni sovrane dell’Iran stesso. L’Iran è una grande potenza regionale e svolge un ruolo significativo negli affari mondiali, ma, a mio avviso, dopo questa tragedia difficilmente assisteremo a qualche cambiamento nella politica estera della leadership iraniana, tenendo presente che le basi fondamentali dello Stato iraniano sono abbastanza stabili, durevoli, affidabili. Abbiamo ottimi rapporti con l’Iran come Stato, con il popolo iraniano e con la leadership iraniana. Personalmente non vedo alcun possibile cambiamento serio di sorta, ma, ovviamente, spero che rimanga la continuità nella direzione russa della politica iraniana e nella direzione della nostra cooperazione sulle principali questioni internazionali.

Lukašenko: Riguardo alla morte del nostro caro amico. Ho incontrato Raisi più di una volta e penso che fosse una persona normale e gentile che ha avuto un dialogo franco e onesto con noi ed era preoccupata per lo sviluppo del proprio Stato e per la sua protezione; gli interessi del suo stesso popolo.

Com’è andata, cosa è successo. Come persona, e non come presidente, dirò: la posizione vile e disgustosa degli Stati Uniti ha portato a questo. Intendo innanzitutto le sanzioni. Questi furfanti non avevano il diritto di imporre sanzioni contro navi, aerei, elicotteri e altri mezzi di trasporto. Hanno introdotto sanzioni, secondo me, contro gli aerei russi, contro di noi, contro, ad esempio, il mio aereo. Non danneggeranno Putin perché il suo aereo è russo. E’ normale? Avete venduto all’Iran quell’elicottero. Non importa se era 40 o 50 anni fa. Potrebbe aver volato solo tre volte in 50 anni e sembrava andare bene se fosse stato adeguatamente manutenuto. Ma hanno vietato alle loro aziende di manutenerlo. Anche questa è colpa loro. Sono tutti credenti e, se sono credenti, che sappiano: prima o poi giungerà la nemesi. Ciò conferma ancora una volta ciò che la Russia e gli altri Paesi che la sostengono stanno facendo oggi, con la distruzione del mondo unipolare. Sarà, questo, un mondo multipolare. Questi pazzi stanno avvicinando un mondo multipolare con le loro azioni. Contenti? Hanno rubato i soldi, in questo caso dalla Russia e non solo. Qualche nave è stata arrestata, una petroliera è stata portata via, le merci sono state portate via: tutto è permesso, loro son forti. Ma io dico, se siete credenti, io non sono un mistico, ma verrà il momento, risponderanno di tutto questo, e risponderanno per intero, non si nasconderanno oltreoceano.

Putin: A proposito, gli accompagnatori hanno volato su due elicotteri di fabbricazione russa.


Dal sito di Giubbe Rosse, Mike Johnson alla Corte Penale Internazionale: “comandiamo noi”. Senza troppi giri di parole, lo speaker della Camera statunitense Mike Johnson ha detto: “non permetteremo a nessun organismo internazionale di interferire con la nostra sovranità. Se consentiamo oggi che venga fatto con Israele, domani toccherà a noi”. Poi la minaccia finale: “La Corte penale internazionale non si azzardi ad andare avanti nella sua richiesta di arresto per i leader internazionali, altrimenti questo diventerà un problema internazionale più grande”. Non che dubitassimo che questa sia sempre stata la reale visione del diritto internazionale da parte degli Stati Uniti. Ma fa pur sempre un certo effetto sentirselo dire in faccia dallo speaker della Camera con i tipici toni del bulletto di quartiere. Per contro, la legge della strada ci suggerisce anche un’altra cosa: quando il bullo di quartiere è costretto a minacciare apertamente ritorsioni per farsi rispettare, significa che il suo potere è ormai agli sgoccioli.


Ed ecco le risposte del Ministro degli Esteri Sergej Lavrov alle domande dei media. Domanda: Come commenta la dichiarazione rilasciata da Mike Johnson sull’utilizzo delle armi americane contro la Russia?

Per molto tempo gli USA hanno affermato di non incoraggiare tale possibilità. Poi, hanno detto che non intendevano permetterlo e suggerivano all’Ucraina di non usarle. Ma, di fatto, loro ci stanno facendo la guerra. Le armi americane sono già state utilizzate su diversi obiettivi anche al di fuori dei confini che delimitano la zona del conflitto.

Washington sta cercando di rilasciare delle dichiarazioni che siano rassicuranti per l’opinione pubblica o per i membri della NATO, in modo da far credere che la decisione non sia ancora stata presa. Ma è solo una tattica. Perché noi sappiamo per certo che le armi fornite sia dagli americani che da altri Paesi occidentali colpiscono obiettivi situati sul territorio russo, in particolar modo infrastrutture civili e quartieri residenziali. Tutto questo ce l’hanno loro sulla coscienza.


Marija Zacharova a raffica. Il primo ministro estone Kaja Kallas: “Alcuni Paesi della NATO stanno già addestrando i soldati delle forze armate ucraine direttamente sul territorio dell’Ucraina”. Alcuni Paesi stanno già ricevendo indietro i loro istruttori. Stanno semplicemente zitti al riguardo. Spero che la coraggiosa Kaja prima o poi ci svelerà i dettagli.


La portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Adrienne Watson, in un commento ai media: “Il Presidente sostiene fermamente la soluzione dei due Stati, e lo ha fatto durante tutta la sua carriera. Crede che uno Stato palestinese dovrebbe essere creato attraverso negoziati diretti tra le parti, non attraverso il riconoscimento unilaterale”. Cosa c’entra il presidente americano con il Kosovo? Mi ricordate quando si sono concluse le “negoziazioni bilaterali dirette tra le parti”? Ovviamente non se lo ricorderà. Non ci sono stati negoziati tra Belgrado e Priština, che si sarebbero conclusi con il riconoscimento dell’indipendenza della regione, né un referendum legittimo nello stesso Kosovo. Ma c’è stata una sfilata di riconoscimenti unilaterali illegittimi della presunta indipendenza, guidata prima da Bush Jr., poi dall’allora capo di Biden, Obama.

Il 21 maggio il ministro degli Esteri tedesco Annalena Bärbock in un’intervista ha detto letteralmente alla televisione ZDF quanto segue: “Metà del mondo lavora ogni giorno solo per difendere la pace. Ma ciò richiede anche un presidente russo che, purtroppo, non voglia parlare affatto. Ciò è stato dimostrato dalle recenti esercitazioni nucleari russe e dai continui attacchi alle infrastrutture”. Primo. Letteralmente ogni giorno, l’UE, gli USA, la Gran Bretagna e tutto questo gruppo criminale organizzato della NATO prendono decisioni per aumentare le forniture di armi alla zona di conflitto. Se questo è ciò che intendono seriamente con “difendere la pace”, allora le tesi del Ministero degli Esteri tedesco sono scritte dall’intelligenza artificiale, nella quale non hanno scaricato altro che comunicati stampa dal sito web del Dipartimento di Stato. Secondo. La Russia ha accettato immediatamente i negoziati non appena Kiev glielo ha chiesto, nella primavera del 2022. Poi l’allora primo ministro britannico Boris Johnson venne da Zelenskij e convinse i rappresentanti del regime di Kiev a interromperli. Ecco una citazione diretta del capo della delegazione negoziale ucraina, David Arachamija: “Quando siamo tornati da Istanbul, Boris Johnson è venuto e ha detto che non avremmo firmato nulla con loro affatto. Combattiamo e basta”. Terzo. Sotto la pressione degli Stati Uniti, nel settembre 2022, Zelenskij ha firmato un decreto che vieta qualsiasi negoziato con Mosca.


Stoltenberg ha invitato i Paesi della NATO a rimuovere le restrizioni sugli attacchi del regime di Kiev contro obiettivi in tutta la Russia. Questo è tutto quello che devono sapere tutti coloro che sono invitati alla presunta “conferenza di pace” in Svizzera.


Biden: “In quanto nazione insostituibile, unica superpotenza mondiale e principale democrazia mondiale… l’America è più forte quando guidiamo non solo con l’esempio della nostra forza, ma con la potenza del nostro esempio”. Per qualche motivo non viene fatta alcuna menzione della stampa dei dollari e del debito nazionale. Ma la cosa divertente è che nel 1912, il candidato presidenziale democratico Woodrow Wilson affermò in un discorso elettorale che “nessuno è insostituibile”. Wilson vinse le elezioni.


Una notizia che attendevamo con impazienza. Il tabloid britannico The Times ritiene che dietro l’attentato alla vita del primo ministro della Repubblica Slovacca Robert Fico… ci sia la Russia. Confessate: anche voi aspettavate, vero?

Economia


Nel periodo gennaio-aprile, secondo i dati cinesi, la Russia ha aumentato le forniture di petrolio alla Cina del 16,6% su base annua. Il costo del petrolio acquistato nei primi quattro mesi dell’anno è stato pari a 22,16 miliardi di dollari, ovvero il 25,4% in più rispetto al periodo gennaio-aprile 2023. In termini monetari, il petrolio rappresenta la metà di tutte le esportazioni russe verso la Cina.


Una notizia emblematica. L’Italia è diventata il principale acquirente di gas russo nell’UE. Secondo il Servizio statistico europeo, negli ultimi mesi le forniture di gas alla penisola sono aumentate di 2,6 volte, attestandosi a 238,5 milioni di euro. Si tratta del dato più alto da febbraio 2023. Sono aumentate anche le importazioni di Spagna, Belgio e Grecia, e in totale il volume delle forniture di gas russo ai paesi dell’UE è aumentato del 2,3%.


Sono stato intervistato dal canale russo REN TV. I depositi esistenti attualmente nell’Unione Europea non sono sufficienti per fornire il gas che gli servirà successivamente, cioè nella stagione invernale, ecco perché da vari anni esiste un accordo fra l’UE e l’Ucraina. Per il fabbisogno occorre l’energia. Cos’è l’energia? E’ l’elettricità. E da dove viene l’elettricità? Certo esistono, per esempio, le centrali idroelettriche, ma è una minima parte. La parte del leone ricade sulla generazione elettrica con il gas. Con i sottotitoli.

Musica


Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Siamo al 1940, canzone diventata famosa nel 1944. Una formazione di partigiani. Un ragazzo che si innamora di una partigiana scura moldava, quando si era tutti insieme.

Cantata da ragazzi di oggi, Kostroma, Mosca, Caterimburgo, Saratov, Čeljabinsk, Rostov sul Don, Taškent e Samarcanda in Uzbekistan, Sebastopoli e Kerč’ in Crimea, Krasnojarsk, Mordovia, Baku in Azerbajdžan, Alma Ata in Kazachstan, Kaluga, Udmurtia, Krasnodar, Penza, Smolensk.

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