Quarantanovesimo notiziario settimanale
di lunedì 30 ottobre 2023 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona
visione.
Attualità
Gli eventi della settimana appena
trascorsa, in particolare l’attacco alla centrale nucleare di Kursk da parte
dei droni ucraini, dimostrano che la situazione della sicurezza nucleare rimane
“potenzialmente pericolosa”, e non solo nella centrale nucleare di Zaporož’e.
Lo ha affermato il direttore generale dell’AIEA Rafael Grossi, assicurando che
l’agenzia continuerà a fare tutto ciò che è in suo potere per contribuire a
prevenire un disastro nucleare durante un conflitto militare.
La stessa AIEA ha affermato di
essere a conoscenza delle notizie russe riguardanti il ritrovamento di tre
veicoli aerei senza pilota nell’area della centrale nucleare di Kursk, nel sud
della Russia. Gli esperti sanno anche che uno dei droni è esploso, provocando
lievi danni alla facciata dell’edificio dove è immagazzinato il combustibile
nucleare esaurito.
“E’ stato riferito che non ci
sono vittime e il livello di radiazioni nel sito della centrale nucleare di
Kursk non supera gli standard stabiliti”, ha affermato l’AIEA in una nota. In
precedenza, il servizio stampa della centrale nucleare di Kursk aveva riferito
che la sera del 26 ottobre la difesa aerea aveva fermato un attacco di tre
droni ucraini alla stazione. Hanno affermato che l’attacco non ha influenzato
il funzionamento della struttura.
Sul posto sono arrivati gli
specialisti dell’Agenzia medica e biologica russa che hanno effettuato
misurazioni di controllo. Hanno confermato che il fondo radioattivo a Kurčatov
e nella centrale nucleare di Kursk è al livello dei valori naturali. La
stazione stessa non ha subito alcun danno e funziona normalmente.
La rappresentante ufficiale del
Ministero degli Esteri russo, Marija Zacharova, ha sottolineato: quanto
accaduto dimostra che non esistono restrizioni per il regime di Kiev, compresa
la commissione di atti di terrorismo nucleare. Ha osservato che l’Ucraina,
avendo effettuato un attacco a una centrale nucleare, si è messa alla pari con
le organizzazioni terroristiche più odiose. Di particolare preoccupazione è che
questo crimine non avrebbe potuto essere commesso senza il permesso dei
curatori occidentali di Kiev.
Aggiungo personalmente: ma gli
Stati Uniti non avevano giurato e spergiurato di essersi messi d’accordo con
gli ucraini che le armi statunitensi sarebbero state usate solo a scopi di
difesa in territorio ucraino? Qualcuno aveva forse il benché minimo dubbio che
tali promesse sarebbero state disattese?
Le operazioni di terra dell’IDF nella Striscia di Gaza sono coperte da aerei statunitensi e NATO.
A meno di 100 km a ovest della
costa libanese si trova un aereo da ricognizione Boeing RC-135V Rivet Joint con
il nominativo HOMER42.
Si precisa che l’aereo è
decollato dalla base dell’aeronautica americana Souda Bay, sull’isola greca di
Creta.
Accanto a lui c’è un aereo da
ricognizione britannico Boeing P-8A Poseidon MRA1 (numero di riconoscimento
RFR7040) dalla base aerea di Sigonella in Italia.
In precedenza, il portavoce dell’IDF,
il contrammiraglio Daniel Hagari, aveva affermato che le forze israeliane
stavano ampliando la portata delle manovre di terra nella Striscia di Gaza.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, durante la decima sessione speciale di emergenza per la protezione del popolo palestinese, ha adottato una risoluzione sulla “Protezione dei civili e rispetto degli obblighi legali e umanitari”.
120 paesi hanno votato a favore
della risoluzione, tra cui Federazione Russa, Cina, Turchia ed Emirati Arabi
Uniti. E’ stato sostenuto anche da un certo numero di Paesi europei. Allo
stesso tempo, 45 Stati si sono astenuti dal partecipare al voto, tra cui
Canada, Germania, Ucraina, Georgia, Italia, Giappone, Polonia e Serbia.
Al documento si sono opposti 14
paesi, in particolare Stati Uniti, Israele, Austria, Ungheria, Croazia e
Repubblica Ceca. Il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen ha definito
disgustosa la posizione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Secondo
lui, lo Stato ebraico intende distruggere Hamas “nello stesso modo in cui il
mondo ha affrontato i nazisti e l’ISIS”.
Il documento è stato elaborato da
un gruppo di Paesi arabi con il sostegno di altri Stati, inclusa la Russia.
Richiede una tregua umanitaria immediata.
Il rappresentante permanente
della Russia all’ONU Vasilij Nebenzja, nel suo discorso sulle ragioni del voto,
ha osservato che all’Assemblea generale ha prevalso la voce di tutti i membri
sensibili della comunità internazionale. Allo stesso tempo ha osservato che il
Consiglio di Sicurezza dell’ONU non è stato in grado di prendere alcuna
decisione a causa della posizione delle delegazioni occidentali.
“Questa non è una vittoria di una
qualche posizione nazionale. Questa è una vittoria del buon senso, della
giustizia e di considerazioni umane. Questa è un’incarnazione tangibile dell’enorme
preoccupazione per la sorte dei civili a Gaza e in Israele che ci unisce tutti.
Questa risoluzione è il minimo di ciò che possiamo e dobbiamo fare per loro”,
ha affermato.
A suo avviso è necessario inviare
un segnale chiaro e unico sulla necessità di porre fine tempestivamente alla
violenza e di ritornare ai negoziati pacifici.
“Il loro risultato dovrebbe
essere la creazione di uno Stato palestinese sovrano entro i confini del 1967,
con capitale a Gerusalemme Est, che coesista in pace e sicurezza con Israele.
Ciò, più di ogni altra cosa, contribuirà alla sicurezza degli Stati del Medio
Oriente, compreso Israele, e alla pace nella regione”, ha sottolineato Nebenzja.
A sua volta, il vicepresidente
del Senato russo, Konstantin Kosačëv, ha osservato che il voto all’ONU
ha diviso il mondo in modo del tutto inaspettato.
“Si scopre che nel mondo c’è
ancora abbastanza spazio per reazioni sincere, anche se molto diverse. La
coscienza nella politica mondiale non è stata ancora del tutto relegata negli
archivi, come sembrava di recente”, ha scritto sul suo canale Telegram.
Musica
Proseguiamo con le canzoni legate
in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia. Stavolta, la prendo alla
lontana, molto alla lontana. A cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, due
fratelli berlinesi, i fratelli Grimm, linguisti e filologi, si dilettavano a rielaborare
le fiabe della tradizione popolare tedesca, scrivendo “Hänsel e Gretel”, “Cenerentola”,
“Il principe ranocchio”, “I musicanti di Brema”, “Raperonzolo”, “Cappuccetto
Rosso” e “Biancaneve”. Come vedete, non furono un’invenzione dello statunitense
Walt Disney, e anzi, a voler scavare, “Cenerentola” e “La bella addormentata
nel bosco”, sono sì parte del patrimonio europeo, ma da molto prima dei
fratelli Grimm, con una precedente trasposizione letteraria nell’opera in
lingua napoletana “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile, che li precede
di più di due secoli.
Mi voglio soffermare sui “Musicanti
di Brema”. In breve, la trama, da Wikipedia: un asino, un cane, un gatto e un
gallo, vissuti in quattro diverse fattorie, sono stati sempre trattati male dai
loro padroni, che, una volta invecchiati, volevano sbarazzarsi di loro.
Decidono allora di abbandonare il proprio territorio e fuggire. Dopo essersi
incontrati, decidono di andare insieme a Brema, per vivere senza padroni e
provare a diventare musicisti nella banda della città.
E qui torniamo a noi. Nel 1969,
in Unione Sovietica fu girato un omonimo cartone animato, tuttora molto
popolare tra i bambini russi. Ciò che però rimane nella storia è la musica che
lo accompagna, basti ricordare che in vinile vi fu una tiratura di 28 milioni
di copie in due anni. Non posso farvi sentire e vedere tutto per intero,
altrimenti bisognerebbe farne una puntata a parte, ma vi propongo un breve “pot
purrie”, rende abbastanza bene il periodo quando i cartoni animati si disegnavano
a mano, non c’erano i computer.
Tra gli ascoltatori e gli
spettatori, sta crescendo il numero dei russi residenti in Italia, penso che
questo piccolo omaggio li farà tornare bambini. Coloro che seguono questo
notiziario da più tempo dovrebbero riconoscere a un certo punto la voce
inconfondibile di Muslim Magomaev, di cui vi ho parlato varie volte.
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