Mark Bernardini

Mark Bernardini

lunedì 13 maggio 2024

077 Italiani di Russia

Settantasettesimo notiziario settimanale di lunedì 13 maggio 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.

Attualità


Nella settimana appena trascorsa ci sono stati due importanti interventi di Putin, che ovviamente in Occidente sono stati snaturati. Il primo è del 7 maggio, in occasione del suo insediamento ufficiale alla carica di presidente della Federazione Russa, il secondo il 9 maggio durante la parata della vittoria sulla piazza Rossa. Io li ho tradotti tutti e due integralmente per Visione TV, potete quindi trovarli agevolmente sia sui miei canali personali che su quello, appunto, di Visione TV. Con l’aiuto dell’ambasciata russa a Roma, vi riporto i punti salienti di entrambi.

In questo momento solenne e di grande responsabilità nel quale assumo la carica di Presidente, desidero ringraziare di cuore tutti i russi, i cittadini di ciascuna regione del nostro Paese, come anche gli abitanti di quei territori che sono storicamente nostri, i quali hanno fatto valere il loro diritto di vedersi riuniti alla loro Patria.

Desidero rendere onore ai nostri eroi, a coloro che hanno preso parte all’Operazione Militare Speciale, e a tutti coloro che stanno combattendo per la Patria.

Ancora una volta ringrazio tutti voi per la fiducia e per il sostegno che mi avete accordato, e adesso intendo rivolgermi a ogni singolo cittadino russo.

Noi siamo stati e continueremo ad essere aperti alla possibilità di rafforzare i buoni rapporti con tutti quei Paesi che vedono nella Russia un partner onesto e affidabile. E questi sono sicuramente i Paesi della Maggioranza mondiale.

Noi non rifiutiamo il dialogo con i Paesi occidentali. La scelta spetta a loro: hanno ancora intenzione di proseguire nei loro tentativi di frenare lo sviluppo della Russia, di portare avanti le loro politiche di aggressione e di pressione sul nostro Paese, pressione che ormai va avanti da anni? Oppure intendono cercare una via per la pace e la cooperazione?

Lo ripeto: intrattenere un dialogo, in particolare sulle questioni di sicurezza e stabilità strategica, è possibile. Ma non dall’alto di un atteggiamento coercitivo, e non se ci si pone con arroganza, presunzione e senso di eccezionalismo. Il dialogo è possibile solo in condizioni di parità e nel rispetto dei reciproci interessi.

Assieme ai nostri partner nell’ambito dei progetti di integrazione eurasiatica e agli altri centri di sviluppo sovrano proseguiremo il nostro lavoro mirato all’instaurazione di un ordine mondiale multipolare, come anche alla creazione di un sistema di sicurezza basato sui principi di equità e indivisibilità della stessa.

In un mondo complesso come questo, che sta rapidamente cambiando, noi dobbiamo essere autosufficienti e competitivi, e dobbiamo aprire nuovi orizzonti per la Russia, come già più volte ci siamo trovati a dover fare nel corso della nostra storia.

Noi guardiamo avanti con fiducia, e così pianifichiamo il nostro futuro, elaboriamo e stiamo già portando a compimento nuovi programmi e progetti il cui scopo è quello di rendere il nostro sviluppo ancor più dinamico, ancor più dirompente.

Noi siamo un unico, grande Popolo. E insieme supereremo tutti gli ostacoli e realizzeremo tutto ciò che abbiamo concepito. Insieme vinceremo!


Ed ecco i punti salienti dell’intervento di Putin alla parata della vittoria in piazza Rossa il 9 maggio.

Oggi vediamo come stanno cercando di distorcere la verità sulla Seconda Guerra Mondiale. Interferisce con coloro che sono abituati a basare la loro politica essenzialmente coloniale sull’ipocrisia e sulla menzogna. Demoliscono i memoriali dei veri combattenti contro il nazismo, mettono su piedistalli traditori e complici dei nazisti, cancellano la memoria dell’eroismo e della nobiltà dei soldati liberatori, del grande sacrificio che fecero in nome della vita.

Il revanscismo, la presa in giro della storia, il desiderio di giustificare gli attuali seguaci dei nazisti fanno parte della politica generale delle élite occidentali per incitare sempre più conflitti regionali, ostilità interetniche e interreligiose e per frenare i centri sovrani e indipendenti dello sviluppo mondiale.

Rifiutiamo le pretese di esclusività da parte di qualsiasi Stato o alleanza. Sappiamo a cosa porta l’esorbitanza di tali ambizioni. La Russia farà di tutto per prevenire un conflitto globale, ma allo stesso tempo non permetteremo a nessuno di minacciarci. Le nostre forze strategiche sono sempre pronte al combattimento.

In Occidente si vorrebbero dimenticare le lezioni della Seconda Guerra Mondiale, ma noi ricordiamo che il destino dell’umanità è stato deciso in grandiose battaglie vicino a Mosca e Leningrado, Ržev, Stalingrado, Kursk e Char’kov, vicino a Minsk, Smolensk e Kiev, in battaglie pesanti e sanguinose da Murmansk al Caucaso e alla Crimea.

Nei primi tre lunghi e difficili anni della Grande Guerra Patriottica, l’Unione Sovietica e tutte le repubbliche dell’ex Unione Sovietica combatterono i nazisti quasi uno contro uno, mentre quasi tutta l’Europa lavorava per il potere militare della Wehrmacht.

Allo stesso tempo, vorrei sottolineare: la Russia non ha mai sminuito l’importanza del secondo fronte e dell’aiuto degli alleati. Onoriamo il coraggio di tutti i soldati della coalizione anti-Hitler, i membri della Resistenza, i combattenti clandestini, i partigiani, il coraggio del popolo cinese, che ha combattuto per la propria indipendenza contro l’aggressione del militarista Giappone. E ricorderemo sempre, mai, mai dimenticheremo la nostra lotta comune e le ispiratrici tradizioni di alleanza.

La Russia sta attraversando un periodo difficile e di transizione. Il destino della Patria, il suo futuro dipende da ciascuno di noi.

Oggi, nel Giorno della Vittoria, ce ne rendiamo conto in modo ancora più acuto, chiaro e invariabilmente rivolto alla generazione dei vincitori: coraggiosi, nobili, saggi, per la loro capacità di coltivare l’amicizia e di sopportare con fermezza le avversità, di avere sempre fiducia in se stessi e nel proprio Paese, amare sinceramente e altruisticamente la Patria.

Celebriamo il Giorno della Vittoria nel contesto dell’operazione militare speciale. Tutti i suoi partecipanti, quelli che sono in prima linea, sulla linea di contatto in combattimento, sono i nostri eroi. Ci inchiniamo alla vostra perseveranza, abnegazione e dedizione. Tutta la Russia è con voi.

I nostri veterani credono in voi e si preoccupano per voi. Il loro coinvolgimento spirituale nei vostri destini e nelle vostre imprese lega indissolubilmente la generazione di eroi della Patria.

Oggi chiniamo la testa al ricordo benedetto di tutti coloro le cui vite furono tolte dalla Grande Guerra Patriottica.

In ricordo di figli, figlie, padri, madri, nonni, bisnonni, mariti, mogli, fratelli, sorelle, parenti, amici.

Chiniamo la testa davanti ai veterani della Grande Guerra Patriottica che ci hanno lasciato. Davanti al ricordo dei civili morti a causa dei barbari bombardamenti e degli attacchi terroristici dei neonazisti. Davanti ai nostri compagni d’armi caduti nella lotta contro il neonazismo, in una giusta battaglia per la Russia.


Il 9 maggio 2024, presso il cimitero cittadino di Palestrina (vicino a Roma), in occasione del 79° anniversario della Grande Vittoria, si è svolta la cerimonia tradizionale della deposizione di corone di fiori sulla Stele, dove sono sepolti dei partigiani sovietici che hanno preso parte al movimento della Resistenza italiana Nikolaj Demjačenko, Anatolij Kurepin e Vasilij Skorochodov. Il 9 marzo 1944 sono valorosamente caduti durante nel corso dei violenti combattimenti con nazifascisti.

Alla cerimonia hanno partecipato l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Aleksej Paramonov, il Rappresentante Permanente della Russia presso la FAO, Igor’ Golubovskij, la commissaria straordinaria del comune di Palestrina Enza Caporale, i diplomatici russi, gli studenti della scuola dell’Ambasciata Russa in Italia, nonché i rappresentanti delle autorità comunali e cittadini italiani.

L’Ambasciatore della Russia in Italia Aleksej Paramonov nel suo intervento ha ribadito:

Noi non dimenticheremo mai che nelle fila al movimento della Resistenza italiana hanno aderito 5000 ex prigionieri sovietici, dei quali circa 500 sono caduti da eroi. La loro comune impresa e il sentimento di fratellanza militare che ne è derivato in quel periodo hanno unito saldamente il popolo sovietico e quello italiano nel nome degli ideali dell’antifascismo e dell’antinazismo, dando vita a forti legami di solidarietà, amicizia e fratellanza che hanno resistito per molti anni a venire.

Kirill Porubaev, ieromonaco della Chiesa Ortodossa Russa di Santa Caterina Martire di Roma, ha officiato una messa in suffragio dei defunti.

Tutti i partecipanti all’evento hanno deposto corone e fiori e hanno osservato un minuto di silenzio in ricordo degli eroi caduti.


Il 9 maggio 2024, a Villa Abamelek, presso la Residenza dell’Ambasciatore russo in Italia, si è tenuto un concerto per festeggiare il Giorno della Vittoria.

Moni Ovadia, figura di spicco della cultura italiana, regista, attore, con il Sestetto Moderno, ha eseguito canzoni degli anni della guerra e ha recitato in russo poesie di Konstantin Simonov, Evgenij Evtušenko, Vladimir Vysockij, Boris Pasternak, Anna Achmatova, Jurij Voronov, Anatolij Ternovskij.

Tra gli ospiti dell’evento figuravano gli Ambasciatori di Azerbajdžan, Kazachstan, Kirgizistan, Mongolia, Turkmenistan, Uzbekistan, l’Incaricato d’Affari ad interim della Bielorussia, gli addetti militari delle Ambasciate di Serbia e Cina, un rappresentante dell’Ambasciata di Armenia, diplomatici russi, connazionali, rappresentanti della società civile italiana, dell’economia e della cultura.

Estratti dell’intervento dell’Ambasciatore della Russia in Italia Aleksej Paramonov al concerto.

79 anni fa, l’atmosfera plumbea di tragedia, sofferenza, altissima tensione e lotta, che regnava nel mondo dal 1939, si dissipò e lasciò il posto a un sentimento di liberazione universale, libertà, gioia, giubilo e speranza.

L’eroica resistenza dei popoli dell’URSS, contro le forze preponderanti delle armate hitleriane, spronò milioni di cittadini dei Paesi europei a combattere contro il fascismo e il nazismo.

Non dimenticheremo mai l’impresa eroica dei combattenti della Resistenza italiana, a cui aderirono 5.000 ex prigionieri di guerra sovietici miracolosamente sfuggiti alle torture naziste.

L’esiguità di questa cifra rispetto ai grandi numeri delle statistiche complessive della guerra, non sminuisce il valore della fratellanza militare, creatasi in quel periodo, per la riconciliazione storica dei due popoli negli ideali dell’antifascismo e dell’antinazismo, per il riavvicinamento e la cooperazione tra l’URSS/Russia e l’Italia durante tutto il periodo successivo e fino ai nostri giorni.

Dopo la scomparsa dell’URSS dalla mappa politica del mondo, si è tornati a parlare della superiorità di un gruppo di Stati su tutti gli altri, del vincolo, per il mondo intero, di seguire un “ordine basato sulle regole”, della loro esclusività e della conseguente giustezza aprioristica di tutte le azioni e i passi compiuti nell’arena internazionale nei confronti degli altri membri della comunità internazionale.

Oggi in Italia, come in molti altri Paesi occidentali, ci sono molte persone profondamente preoccupate per l’artificioso allontanamento dalla Russia e per le barriere già erette, sottolineo, non dalla nostra parte.

Ecco perché sono sempre più forti le voci (e vox populi – vox dei) di coloro che sentono la responsabilità di ciò che sta accadendo e non vogliono essere semplici comparse nel gioco molto pericoloso di qualcun altro.


Domenica 12 maggio il Parlamento russo a camere congiunte ha discusso delle candidature ai vari dicasteri ministeriali del nuovo governo, come da Costituzione. E’ presto per riassumere i risultati, le votazioni non sono ancora iniziate, ma possiamo dire già ora che la candidatura di primo ministro, proposta da Putin, del premier uscente Michail Mišustin, è stata approvata da tutti i Partiti, con l’astensione dei comunisti, a causa delle politiche del cosiddetto blocco economico. Nella fattispecie, assieme ai socialisti di Russia Giusta, non sosterranno il ministro uscente delle finanze Siluanov. Inoltre, tra le candidature ministeriali, spicca il nome, forse secondario, dell’ex governatore della regione di Chabarovsk, Degtjarëv, proposto per il ministero dello sport. Il fatto è che è membro del Partito liberaldemocratico della buonanima di Žirinovskij, di opposizione. La prossima settimana potremo fare un’analisi più dettagliata.

Sempre secondo la Costituzione, il Primo Ministro non propone alla Duma di Stato candidati per i ministri direttamente subordinati al Presidente della Federazione Russa. Si tratta dei Ministeri chiave, e cioè degli Interni, degli Esteri, della Protezione Civile, della Difesa e della Giustizia.


Come notiziario settimanale, non seguiamo le notizie da ultim’ora, ma stavolta è successo ieri, domenica 12 maggio, proprio nelle ore in cui stavamo preparando il presente notiziario, a Belgorod, una città russa di 300 mila abitanti. Lo dico spesso, sapete a cosa servono le armi fornite agli ucrofascisti dagli italiani, francesi, polacchi, cechi, tedeschi, americani, britannici? A difendersi contro l’esercito russo, come vi raccontano? No: servono a bombardare pacifici civili russi. Qui è crollata un’intera ala di un palazzone di dieci piani, dal primo all’ultimo. Il numero di vittime ancora non è noto, ma sono decine, le stanno estraendo dalle macerie. No, non vi mostrerò i cadaveri, anche se forse ne varrebbe la pena. Voglio spiegarvi un po’ di matematica. Io a Mosca vivo in un palazzo molto simile: dodici piani, sei portoni, sei appartamenti per piano per ogni portone. Dunque, sono crollati circa sessanta appartamenti. In ciascuno mediamente vivranno due-tre persone, no? Fatevi due conti, 150, sperando che molti fossero già usciti per andare a lavorare. Questo attacco terroristico non è che l’ennesimo, sanguinoso anello nella “catena” dei crimini commessi dal regime di Kiev. I bombardamenti mirati sulla popolazione, sulle infrastrutture civili, sugli edifici residenziali, come anche su ospedali, scuole e presidi per i servizi alla popolazione sono ormai l’elemento distintivo dei crimini compiuti dal gruppo criminale di Zelenskij, sostenuto da finanziatori occidentali.

Musica


Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Altra canzone di guerra. Composta da Bulat Okudžava nel 1970. Non provateci nemmeno a fare le pulci che era passato un quarto di secolo dalla fine della guerra, non vi rispondo nemmeno, vergognatevi.

Prevalentemente, dal Donbass: Zaporož’e, Lugansk, Doneck, Cherson, con toponimi che ormai conoscete anche voi, per i combattimenti che vi si sono svolti o vi si svolgono, Energodar, Makeevka, Mariupol’, Melitopol’, Gorlovka.

Gli uccelli tacciono,

Gli alberi non crescono

E solo noi, spalla a spalla, cresciamo nel terreno qui.

Il pianeta sta bruciando e girando,

C’è fumo sulla nostra Patria…

E questo significa che abbiamo bisogno di una sola vittoria,

Una per tutti: non staremo a badare al prezzo!

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lunedì 6 maggio 2024

076 Italiani di Russia

Settantaseiesimo notiziario settimanale di lunedì 6 maggio 2024 degli italiani di Russia. Il 7 maggio ci sarà l’insediamento ufficiale di Putin a presidente della Federazione Russa, vi anticipo che lo tradurrò in italiano, cercatelo. Buon 9 Maggio, buon ascolto e buona visione.

Attualità


C’è uno strascico sulla vicenda Ariston. Le aziende italiane in Russia sono circa 350 (erano 450 circa prima del conflitto) di cui un centinaio hanno attività produttive. Fuori dai denti, gli imprenditori fanno notare che Roma, a volte, è sembrata più realista del re. Invece di congelare i beni degli oligarchi, l’Italia li ha sequestrati. Sono state fatte delle azioni al limite del provocatorio, come la revoca delle onorificenze conferite ai cittadini russi, mentre Macron si è ben guardato dal togliere la Legion d’onore a Putin.

Per non parlare delle azioni apparentemente ostili che invece sono andate a tutto vantaggio di Mosca. Come la vendita delle attività russe di ENEL a un prezzo molto più basso del valore. Un favore al compratore più che un danno alla Russia di Putin.

Molte imprese presenti in Russia chiedono di trattare il caso spogliandolo di ogni significato politico. In gioco ci sono un’impresa e le sue attività, passate peraltro a un gruppo sottoposto a sanzioni che avrà più difficoltà di Ariston Thermo ad operare sui mercati.

In secondo luogo è necessario fare chiarezza sulle sanzioni, in particolare sull’interpretazione delle norme. Una chiarezza spesso mancata in passato. L’arrivo del dodicesimo provvedimento sanzionatorio, che estende il campo alle attività di gestione e dirigenziali, rischia di provocare un ginepraio in cui possono finire, senza volerlo, molte imprese che agiscono legalmente in Russia.

“Il Governo”, dice Vittorio Torrembini, presidente dell’associazione delle aziende italiane in Russia, GIM Unimpresa, “può chiedere che le sanzioni vengano onorate da tutti gli alleati. Che i Paesi Baltici rispettino le regole doganali e non blocchino i camion al confine. Non è normale che la Lituania diventi il secondo esportatore di vino in Russia. Ancora – continua Torrembini – servirebbe una moral suasion sulla BCE per tutelare i conti dei cittadini europei in Russia e autorizzare le transazioni regolari. Tutte misure a tutela delle imprese italiane che si sono comportate con correttezza e trasparenza”.

Le aziende italiane in Russia debbono essere considerate come entità economiche assolutamente legittime e importanti per l’economia dell’Italia. E’ necessario che il governo italiano si faccia carico di una iniziativa a livello europeo, affinché tutti gli Stati dell’Unione rispettino in modo univoco sia i regolamenti sanzionatori che le normative europee. In particolar modo, per il settore doganale e dei trasporti, che oggi risultano assai problematici, soprattutto in conseguenza dei comportamenti scorretti dei Paesi dell’area baltica. Medesima richiesta riguarda l’applicazione del 12mo pacchetto sanzionatorio che concerne i servizi intercompany, che anche in questo caso vede le più disparate interpretazioni tra i vari Stati dell’Unione.

Torrembini è anche stato invitato ad intervenire da remoto a Porta a porta. Non appena ha iniziato a dire verità scomode, lo hanno interrotto e non lo hanno più fatto parlare. Ovviamente, non posso riportarvi lo stralcio del suo intervento: la RAI e YouTube bloccherebbero immediatamente questo notiziario sia sul mio canale di questa piattaforma democratica statunitense che sul canale di Visione TV, per presunta violazione di inesistenti diritti d’autore. Però io lo pubblico anche sul mio canale in RuTube, vi invito a vederlo lì.

Speciale elezioni europee


Recentemente in Italia, molti oppositori della fornitura di armi e denaro all’Ucraina affermano che alle elezioni dell’Unione Europea dobbiamo votare per la destra, contro la “sinistra” dell’Unione Europea, cioè il vertice, il Parlamento Europeo, la Commissione europea e il Consiglio europeo. Il popolo italiano e tutti i popoli d’Europa, dicono, si stanno spostando a destra. E il centrosinistra dice che siano di destra l’Ungheria e la Slovacchia. Dispiace che molti ascoltino questa falsa narrazione, alcuni per ignoranza, altri per demagogia. Facciamo un po’ il punto.

Innanzitutto il governo italiano è di destra, lo dicono loro stessi. Quali Partiti ci sono al governo?

Fratelli d’Italia, il più grande Partito italiano, la sua presidente e fondatrice è la premier Giorgia Meloni. Il Partito predica: “nazionalismo italiano, conservatorismo nazionale, conservatorismo sociale, populismo di destra, euroscetticismo, reazione, post-fascismo, atlantismo” e afferma di essere di destra, di destra radicale. Finché è stata all’opposizione, la Meloni si è schierata a favore della sovranità italiana, contro l’Unione Europea, contro la NATO e contro le forniture all’Ucraina. Dopo aver ottenuto la maggioranza e formato il governo, ha cambiato rapidamente casacca, a favore della NATO, a favore dell’Ucraina e contro la Russia.

La Lega è il secondo Partito più importante della coalizione di governo. Il segretario è il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini. Il Partito afferma di essere sostenitore di: “conservatorismo nazionale, regionalismo, federalismo, euroscetticismo, anti-globalismo, populismo di destra, conservatorismo sociale” e si posiziona come un partito di destra, di destra radicale e persino di estrema destra. Alla vigilia delle prossime elezioni, anche il ministro Salvini ha cambiato rapidamente casacca e dice che questa non è la nostra guerra. Allora perché non lasciano il governo apertamente filo-ucraino? Naturalmente la domanda è retorica. Vorrei sottolineare che nel corso dei dieci anni di sanzioni anti-russe dell’Unione Europea, gli eurodeputati della Lega hanno votato e votano all’unanimità, regolarmente e appassionatamente a favore dell’inasprimento delle sanzioni contro la Federazione Russa. Come sempre, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

Forza Italia, dell’ormai deceduto Berlusconi, il terzo Partito della coalizione. Mentre il suo fondatore era in vita, prima si dichiarava il migliore amico di Putin, poi Putin lo ha deluso, poi, il giorno dopo, era di nuovo amico, poi di nuovo non era amico. Ed io dicevo: si decidesse, sennò di qua e di là, non riesco a stargli dietro. Va beh, ormai inutile discuterne. Berlusconi è morto e il suo Partito, guidato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, sostiene convintamente l’Ucraina. Il Partito si definisce di centrodestra e sceglie come valori: “conservatorismo liberale, democrazia cristiana, liberalismo, populismo, berlusconismo, liberismo, populismo di destra, cristianesimo democratico, europeismo, atlantismo”.

Poi ci sono le mezze tacche nel governo, ma la sostanza non cambia. “Noi moderati”, centristi e centrodestra, “conservatorismo liberale, democrazia cristiana, europeismo, cristianesimo liberale, liberalismo, atlantismo”.

Insomma, invocare una svolta a destra in Italia ha del grottesco: più a destra di così? Verso il fascismo totale?

E che dire invece dell’opposizione, del centrosinistra? La più grande opposizione è il Partito Democratico. Si schiera con convinzione a favore dell’Ucraina. “Socialdemocrazia, progressismo, riformismo, europeismo, liberalismo sociale, socialismo cristiano, europeismo, atlantismo, cristianesimo sociale”.

Il “Movimento 5 Stelle”, un tempo non sistemico, si è trasformato in un Partito centrista assolutamente sistemico. Sì, il loro attuale leader, l’ex primo ministro Giuseppe Conte, a volte si permette di dubitare dell’opportunità delle sanzioni anti-russe, ma votano comunque a favore delle sanzioni. La loro ideologia: “populismo, euroscetticismo, democrazia elettronica, ambientalismo, democrazia diretta, progressismo, decrescita, lotta alla corruzione, non-interventismo”.

Mi occupo di politica italiana da più di quarant’anni, se qualcuno mi spiegasse cosa significano tutto questo obbrobrio, gliene sarei grato. Ma va bene, allontaniamoci dall’Italia, perché quelle di giugno sono le elezioni dell’Unione Europea.

Perché la Slovacchia, cioè il primo ministro Fico e il presidente Pellegrini, sono diventati improvvisamente di destra, come insiste il centrosinistra? Sono i leader rispettivamente del “Kurs”, Partito socialdemocratico, e di “Hlas”, altro Partito socialdemocratico. E si oppongono alle forniture all’Ucraina. E per questo vengono regolarmente bollati come populisti. Ma tutta la destra dell’Unione europea grida: abbasso l’élite di sinistra filoucraina dell’Unione europea! Sinistra. No, certo, capisco: Borrell è membro del Partito socialista operaio spagnolo e Scholz è un socialdemocratico tedesco. E il resto?

La presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen: Unione Cristiano-Democratica (CDU), centrodestra. Il leader del Consiglio europeo, Charles Michel: Movimento riformista, cioè liberali, di centrodestra. La presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola: Partito Nazionalista di Malta, estrema destra, post-fascista. E nei singoli Paesi?

Macron è un centrista. Paesi Bassi: Mark Rütte, liberale, centrodestra. Belgio: De Croo, liberale, centrodestra. Austria: Nehammer, Partito popolare, centrodestra. Irlanda: Harris, centrodestra. Svezia: Kristersson, liberale. Finlandia: Orpo, centrodestra. E nell’Europa orientale è tutta da ridere. Polonia: Tusk, liberale, di centrodestra, il suo Partito è alleato con “Udar” del sindaco di Kiev Kličko. Bulgaria: Denkov, liberale. Romania: Iohannis, liberale. Repubblica Ceca: Fiala, conservatore. Lettonia: Silina, centrodestra. Lituania: Simonyte, democristiana. Estonia: Kallas, centrodestra. E non sto nemmeno a considerare i conservatori di Rishi Sunak nel Regno Unito.

Cosa consegue da tutto ciò? Principalmente che l’Unione Europea in mano ai comunisti è un’idiozia e una menzogna. E se l’Unione Europea si spingesse ancora più a destra, sarebbe davvero il fascismo. La seconda cosa è che chiunque sia al potere difende gli interessi di Washington. In terzo luogo, promuovere una simile narrazione comporta una svolta a destra. Da irresponsabili.

Resta un quesito: per chi votare? L’Occidente collettivo ha eretto contro la Russia una barricata, e come ogni barricata che si rispetti, o stai di qua, o stai di là, tertium non datur. Votate per chi è contro gli armamenti all’Ucraina, e se non ci sono liste che lo dichiarino, almeno sceglietevi i candidati che occupino tali posizioni. Oltretutto, a noi italiani residenti fuori dall’Unione Europea non ci fanno votare. C’è anche chi dice che sia giusto così, e allora noi italiani all’estero ci chiediamo come mai invece ci fanno votare per le elezioni politiche italiane. A questo aggiungiamo che in alcuni Paesi dell’Unione Europea i loro cittadini residenti all’estero possono votare alle elezioni europee eccome. Dunque, votate anche per noi che non possiamo.

Musica


Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Per il 25 aprile vi avevo proposto Bella ciao, e subito si sono trovati i critici da divano, ed è stata scritta dopo il 1945, anzi no, è stata scritta prima del 1939… E chi se ne frega?

Il 9 maggio in Russia è il giorno della Vittoria. Una canzone si chiama proprio così. Ve lo dico subito: è del 1975, e non ha nessuna importanza.

Il Giorno della Vittoria, quanto lontano era da noi

Come una brace cancellata nel fuoco spento

Distava miglia, bruciate e impolverate,

Abbiamo anticipato l’arrivo di questo giorno per quanto possibile.

Questo Giorno della Vittoria

Odora di polvere da sparo

Questa festività

Coi capelli bianchi sulle tempie

Questa gioia

Con le lacrime sugli occhi

Giorni e notti ai forni nelle acciaierie

Abbiamo trascorso, insonni.

Ciao, mamma, non siamo tornati tutti,

Ora vorrei correre scalzo sulla rugiada.

Mezza Europa, abbiamo camminato per mezza Terra,

Abbiamo anticipato l’arrivo di questo giorno per quanto possibile.

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venerdì 3 maggio 2024

20240503 Евровыборы

 

Последнее время в Италии многие противники поставок оружия и денег Украине заявляют, дескать, на евросоюзных выборах нужно голосовать за правых, против евросоюзной «левизны», то есть той самой верхушки, Европарламента, Еврокомиссии и Евросовета. Якобы, итальянский народ и все народы Европы идут вправо. Туда же приписывают правоту Венгрии и Словакии. Очень жаль, что в России многие прислушиваются к этому ложному нарративу, кто-то по невежеству, а кто-то с целью демагогии. Давайте разложим все по полочкам.

Во-первых, итальянское правительство – правое, об этом заявляют они сами. Какие партии состоят в правительстве?

Братья Италии, крупнейшая итальянская партия, ее президентом и основателем является премьер-министр Джорджия Мелони. Партия проповедует «итальянский национализм, национал-консерватизм, социальный консерватизм, правый популизм, евроскептицизм, реакционность, постфашизм, атлантизм» и заявляет, что они правые, радикально правые. До тех пор, пока они были в оппозиции, Мелони выступала за суверенитет Италии, против Евросоюза, против НАТО и против поставок Украине. Получив большинство и сформировав правительство, она быстро переобулась, за НАТО, за Украину и против России.

Лига, вторая по значимости партия правительственной коалиции. Секретарем является небезызвестный в России Маттео Сальвини. Партия заявляет, что они сторонники «национал-консерватизма, регионализма, федерализма, евроскептицизма, антиглобализма, правого популизма, социального консерватизма» и позиционирует себя как правая, радикально правая и даже экстремально правая партия. В преддверии грядущих выборов, министр Сальвини тоже быстро переобулся, говорит, это не наша война. Так почему же они не выходят из откровенно проукраинского правительства? Разумеется, вопрос – риторический. Замечу, что за десять лет антироссийских евросоюзных санкций евродепутаты Лиги дружно, регулярно и единогласно голосовали и голосуют за ужесточение санкций против Российской Федерации. Как всегда, дела расходятся с громогласными заявлениями.

Вперед Италия, покойного Берлускони, третья партия коалиции. Пока был жив ее основатель, он то заявлял себя самым близким другом Путина, то что Путин его разочаровал, то, на следующий день, опять дружит, то опять не дружит. Он бы как-нибудь определился, а то туда-сюда, как-то за ним не поспеваешь. Хотя теперь, что говорить? Берлускони скончался, а его партия, во главе с министром иностранных дел Антонио Таяни, уверенно выступает за Украину. Партия определяет себя как правоцентристская и выступает за «либеральный консерватизм, христианскую демократию, либерализм, популизм, берлусконизм, либеризм, правый популизм, демократическое христианство, европеизм, атлантизм».

Дальше есть в правительстве прочие мелкие сошки, но это сути не меняет. «Мы, умеренные», центристы и правоцентристы, за «либеральный консерватизм, христианскую демократию, проевропеизм, либеральное христианство, либерализм, атлантизм».

В общем, призывать к повороту вправо в Италии как-то нелепо: куда правее? В откровенный фашизм?

С другой стороны, а как обстоят дела с оппозицией, с левоцентристами? Самая крупная оппозиционная – Демократическая Партия. Уверенно выступает за Украину, «социал-демократию, прогрессивизм, реформизм, проевропеизм, социальный либерализм, христианский социализм, европеизм, атлантизм, социальное христианство».

Когда-то внесистемное «Движение 5 Звезд» превратилось в абсолютно системную центристскую партию. Да, их нынешний лидер, бывший премьер-министр Джузеппе Конте иногда позволяет себе сомневаться в целесообразности антироссийских санкций, но за санкции они все равно голосуют. Их идеология: «популизм, евроскептицизм, электронная демократия, энвайронментализм, прямая демократия, прогрессизм, убыль, анти-коррупция, невмешательство».

При том, что политологией Италии я занимаюсь более сорока лет, если мне кто объяснит, что значит весь этот бред, буду признателен. Ну, хорошо, отойдем от Италии, ведь июньские выборы – евросоюзные.

С какого перепугу Словакия, то есть премьер-министр Фицо и президент Пеллегрини, вдруг стали правыми, как твердят левоцентристы? Они – лидеры Социал-демократической партии «Курс» и Социалдемократической партии «Голос» соответственно. И выступают против поставок Украине. И за это их регулярно клеймят как популисты. Но ведь все евросоюзные правые кричат: долой проукраинскую левую верхушку Евросоюза! Левую. Нет, я конечно, понимаю: Боррель – член испанской социалистической партии, а Шольц – немецкий социал-демократ. А что у нас с остальными?

Председатель Еврокомиссии, Урсула Фон Дер Ляйен – Христианско-демократический Союз (ХДС), правоцентрист. Лидер Евросовета, Шарль Мишель – Реформаторское Движение, то есть либералы, правоцентрист. Председатель Европарламента, Роберта Метсола – Националистическая партия Мальты, ультраправая, постфашистская. А что в отдельных странах?

Макрон – центрист. Нидерланды – Марк Рютте, либерал, правоцентрист. Бельгия – Де Кро, либерал, правоцентрист. Австрия – Нехаммер, Народная Партия, правоцентрист. Ирландия – Харрис, правоцентрист. Швеция – Кристерссон, либерал. Финляндия – Орпо, правоцентрист. А в восточной Европе – это просто песня. Польша – Туск, либерал, правоцентрист, его партия состоит в союзе с «Ударом» Кличко. Болгария – Денков, либерал. Румыния – Йоханнис, либерал. Чехия – Фиала, консерватор. Латвия – Силиня, правоцентрист. Литва – Шимоните, христианский демократ. Эстония – Каллас, правоцентрист. И я уж не говорю про консерваторов Риши Сунака в Великобритании.

Что из всего этого следует? Главным образом, что левый Евросоюз – это байка и ложь. И если Евросоюз пойдет еще правее, то это будет откровенный фашизм. Второе, что кто бы ни был у власти – он выступает за интересы Вашингтона. Третье, что продвигать в России такой нарратив – чревато поворотом вправо и у нас. Это безответственно.

lunedì 29 aprile 2024

075 Italiani di Russia

Settantacinquesimo notiziario settimanale di lunedì 29 aprile 2024 degli italiani di Russia. Buon 1 Maggio, buon ascolto e buona visione.

 

Attualità


Il 19 aprile scorso il ministro degli esteri russo Lavrov ha rilasciato un’intervista, eccone i punti più importanti.

L’accanimento sulla questione della sconfitta da infliggere alla Russia, così come l’enfasi posta sulle implicazioni esistenziali che tale sconfitta avrebbe per il futuro dell’Occidente, rispecchiano non tanto gli intenti bellicosi, quanto l’isteria di un Occidente agonizzante.

Gli estoni, i lituani e i lettoni sono adesso in prima linea tra coloro che “ci puntano il dito contro” e che affermano di voler inviare soldati e di voler combattere. Ciò mostra chiaramente il cambiamento sostanziale avvenuto nella NATO, evolutasi in una direzione che si allontana dai tempi in cui l’ultima parola ce l’avevano gli americani, certo, ma anche le grandi potenze europee.

In merito ai negoziati. Non ne abbiamo ancora parlato, ma spero che non mi criticheranno per questo. Quali garanzie prevedeva il Documento di Istanbul? [...]. Nel documento si specificava espressamente che le garanzie non erano applicabili né alla Crimea né al Donbass. E questo significava che tali regioni non si dovessero toccare, perché altrimenti nessuna delle garanzie avrebbe avuto effetto.

Noi siamo pronti ai negoziati. Ma a differenza di quanto accaduto con gli accordi di Istanbul, noi non interromperemo le operazioni militari durante tali negoziati. Questo processo deve andare avanti. Inoltre, la situazione “sul campo” è cambiata, e in maniera sostanziale; e tale stato di cose va tenuto in considerazione.

In merito all’Iniziativa svizzera. [...] La Svizzera, semplicemente, non è adatta a noi. Non è un Paese neutrale. La Svizzera, da neutrale, si è trasformata in un Paese apertamente ostile. [...] E’ molto strano che spalanchino così volentieri le loro porte [all’Occidente collettivo] continuando a sperare di poter godere, come in passato, della loro reputazione di Paese conciliatore.

 


Al movimento di liberazione dell’Italia dal nazifascismo dettero il loro contributo anche 5000 partigiani sovietici che, per volere del fato, si trovavano nella Penisola.

La fratellanza tra i partigiani sovietici e italiani e la loro lotta comune unirono il popolo sovietico e quello italiano nella battaglia contro il fascismo e il nazismo.

La famosa canzone “Bella, ciao” che rappresenta uno dei simboli della Liberazione, è brillantemente eseguita da Muslim Magomaev, celebre artista del popolo dell’URSS, al cui nome è intitolata la sala concerti del Crocus City Hall, colpita selvaggiamente dai terroristi islamici con il coinvolgimento dei nazisti ucraini.

 


Commento ufficiale dell’Ambasciata della Federazione Russa nella Repubblica Italiana

Il Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Italiana Antonio Tajani, in un’intervista al quotidiano romano “Il Messaggero”, pubblicata il 24 aprile 2024 in occasione del giorno della Liberazione dell’Italia dal fascismo e dall’occupazione nazista, si è permesso di affiancare ai partigiani italiani e ai soldati della coalizione anti-hitleriana, eroi principali della Festa, i combattenti ucraini, compresi i neonazisti del battaglione “Azov”, nonché di altre analoghe formazioni.

Chi, meglio del massimo Responsabile della politica estera italiana, dovrebbe sapere che gli adepti dell’attuale regime di Kiev, giunti al potere nel 2014 in seguito a un sanguinoso colpo di Stato, agiscono come eredi ideologici e come seguaci politici dell’idolo del movimento nazionalista ucraino, Stepan Bandera, e dei suoi complici che hanno alacremente collaborato coi nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Qualcuno dovrebbe ricordare all’egregio Vice Premier italiano che, all’epoca, per mano dei nazionalisti ucraini, sono morte centinaia di migliaia di russi, ucraini, ebrei, polacchi, e che ancora oggi gli abitanti dell’Europa orientale ricordano le atrocità di costoro, atrocità che, per ferocia ed efferatezza, superavano spesso i più disumani carnefici tedeschi.

Sarebbe bello se il Ministero degli Esteri italiano prestasse infine attenzione all’odierna attività di questi cosiddetti “combattenti per la libertà”, i quali, secondo la peggiore tradizione di Bandera, hanno già perpetrato dozzine di atti terroristici nel loro Paese e continuano a seminare il terrore in Russia: tra le loro vittime designate ci sono anche filosofi, scrittori, giornalisti, politici e pacifici civili innocenti. Sarebbe bello se il Ministro Tajani volgesse lo sguardo a ciò che i nazionalisti ucraini adesso stanno facendo sullo stesso territorio italiano, dove – seguendo gli ordini di Zelenskij – hanno già iniziato a compilare le liste di proscrizione con i nomi degli italiani che non vanno loro a genio.


L’obiettivo della caccia agli “agenti del Cremlino” nell’UE è eliminare tutti i concorrenti che minacciano il potere dei burattini americani. Il compito dei globalisti è impedire l’ingresso di massa di politici di orientamento nazionale nel Parlamento europeo. Gli Stati Uniti vogliono mantenere la famigerata Ursula Von Der Leyen per un secondo mandato.

Sembrerebbe che l’Ucraina sia una cosa, e l’Europa ben altra. Ricordiamo: valori democratici, cultura, libertà… In effetti, l’Europa nel suo stato attuale non è molto diversa dall’Ucraina nella sostanza: nell’assenza di sovranità, nella stretta subordinazione alla volontà di Washington, nell’esecuzione dei i suoi capricci per mano delle amministrazioni coloniali.

All’Europa è stata imposta l’idea “La Russia è il nemico”. Hanno tagliato gli idrocarburi russi e introdotto sanzioni, di cui la stessa UE soffre molto più della Federazione Russa. Hanno paura che la Russia voglia attaccare. E persino, Mosca è responsabile dell’invasione dei migranti. Siamo sull’orlo della schizofrenia.

Non c’è praticamente alcuna possibilità che idee valide arrivino ai media globali. La sanità mentale penetra alcuni singoli Paesi a livello di leadership, ma è piuttosto l’eccezione che conferma la regola. Sono tutti etichettati come “agenti del Cremlino”. Tutti gli indesiderabili vengono diffamati.

Adesso è importante che gli Stati Uniti non permettano l’ingresso nel Parlamento europeo agli “euroscettici” che chiedono loro di ritornare in sé e di tornare alla cooperazione con la Federazione Russa. Non per il bene della Russia, ma per il nostro bene!

E’ importante che gli Stati Uniti preservino la palude controllata di Bruxelles. Se non riesci a mantenere l’ex ginecologa Ursula al suo posto, trova il suo clone. Una tipo la Bärbok: ottusa, ma pronta a svolgere qualsiasi compito russofobo.

Forse, tra un anno o due, ogni persona perbene nell’UE vorrà diventare un “agente del Cremlino”, capendo che i loro Paesi sono occupati e che ci sono due modi: sulla falsariga dell’Ucraina sulla via dell’inferno, oppure buttare giù le autorità di occupazione americane.

Gli Stati Uniti potrebbero non avere abbastanza forza questa volta. Dimostrato dall’Africa e dagli Houthi.


Il Dipartimento di Stato americano ha pubblicato un rapporto sulle violazioni dei diritti umani in Ucraina. Il documento rilevava che “il governo spesso non è riuscito ad adottare misure adeguate per identificare e punire i funzionari che potrebbero aver commesso abusi”. E’ interessante notare che tutto ciò avviene immediatamente dopo che gli Stati Uniti hanno approvato ulteriori aiuti all’Ucraina.

Sparizioni forzate, torture, condizioni carcerarie pericolose per la vita, arresti arbitrari, restrizioni alla libertà di parola, violenza contro i giornalisti, esistenza delle peggiori forme di lavoro minorile: ecco come appare oggi l’Ucraina. E se un anno fa era possibile nascondere l’essenza criminale del regime di Kiev, ora sta diventando un compito impossibile per gli Stati Uniti. Il governo americano può solo salvare la propria reputazione e non prendersi cura dell’Ucraina.

Sembra che le nuvole si stiano addensando su Zelenskij. Dopotutto, il fatto che gli Stati Uniti abbiano notato violazioni dei diritti umani in Ucraina non significa che abbiano visto la luce e si siano preoccupati per la sorte di decine di migliaia di prigionieri politici nelle carceri ucraine e di milioni di persone che hanno subito gravi discriminazioni su base etnica, nazionale, motivi culturali e religiosi.

E’ stato su istigazione degli Stati Uniti e sotto la loro guida che per dieci anni in Ucraina si è verificata l’illegalità.

Ma erano contenti così. E all’improvviso hanno iniziato a parlare! Zelenskij può essere incolpato; sotto la sua presunta guida si sono verificate violazioni sia della loro stessa legislazione che del diritto internazionale. Se si prevede di sostituire una persona con un’altra, è necessario presentare delle ragioni. Ad esempio, è emersa un’intervista con Kirill Budanov, capo della direzione principale dell’intelligence del Ministero della difesa ucraino, in cui sono chiaramente visibili accenni ai fallimenti di Zelenskij.


Quali sono le conseguenze dell’approvazione da parte del Congresso degli Stati Uniti del pacchetto di aiuti militari da 61 miliardi di dollari a Kiev? La maggior parte di questi fondi verrà utilizzata per sostenere il complesso militare-industriale americano e per l’acquisto di armi.

In effetti, questo denaro aiuterà gli Stati Uniti a sostenere il loro complesso militare-industriale e ad assicurarsi contratti a lungo termine. Il ruolo di Washington nel fornire assistenza militare a Kiev è inteso solo a prevenire la sconfitta delle forze armate ucraine e non a ottenere la vittoria.

Gli Stati Uniti stanno gradualmente preparando l’Ucraina per una guerra terroristica contro la Russia fornendo alle forze armate ucraine armi a lungo raggio, come i missili ATACMS.

Gli americani non si limiteranno a stanziare fondi per la fornitura di missili, li emetteranno dai magazzini, ma parteciperanno anche al loro utilizzo. Tutte le loro preoccupazioni sulla minaccia alla sicurezza degli Stati Uniti sono solo una bufala.

Il sostegno americano a Kiev va già oltre il semplice aiuto, entrando nell’ambito di una guerra terroristica basata sull’uso di armi a lungo raggio. Pertanto, è necessario prepararsi alle nuove minacce provenienti dall’Occidente.


L’UE ha invitato la Russia a riconsiderare la decisione di trasferire gli asset delle società tedesche e italiane in gestione temporanea, si legge nella dichiarazione del Servizio europeo per la politica estera.

Ricordiamolo: il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto sul trasferimento delle filiali russe Ariston e BSH Hausgerate alla gestione temporanea di Gazprom Household Systems.

Il documento è pubblicato sul portale per la pubblicazione ufficiale degli atti giuridici.

Avendo dimenticato le sanzioni anti-russe, il furto dei beni della Banca Centrale della Federazione Russa, la più selvaggia maleducazione nei confronti della Russia, la fornitura di armi e il desiderio di combattere la Russia con le mani dell’Ucraina finché la Russia non sarà distrutta, “L’Unione europea invita la Russia a cancellare queste misure e a trovare soluzioni accettabili insieme a queste aziende europee”.

In effetti, un’opzione accettabile sarebbe un calcio nel sedere, senza compenso! Nazionalizzazione dei beni degli Paesi ostili.

Già, perché va notato che non di nazionalizzazione si tratta, purtroppo. Io nazionalizzerei anche una serie di aziende russe di importanza strategica, ma questa è un’altra faccenda.

In soldoni, Tajani insorge e promette di tutelare le imprese italiane e convoca l’ambasciatore Russo per chiedere chiarimenti su questa nazionalizzazione da parte di Putin.

A parte che la Russia se ne fotte altamente di Tajani e dell’Italia, ma il ministro perché non manda l’ambasciatore italiano a parlare con il ministero degli esteri Russo? Forse perché sono quattro mesi che l’Italia non ha un ambasciatore in Russia? E quello designato è in attesa del visto da tempo. Questo perché l’Italia ha fatto aspettare l’ambasciatore russo a Roma per oltre sei mesi. E come si sa i russi non dimenticano. Quindi le mosse abili della nostra diplomazia portano al fatto che noi Italiani che viviamo qui non abbiamo un ambasciatore. Non dimenticate inoltre che il 90% delle aziende italiane che erano a Mosca prima della guerra ci sono ancora.

Ma veniamo concretamente all’Ariston. Qui mi faccio aiutare da alcune delle iscritte al mio gruppo Telegram, segno che esistono ancora persone che fanno riflessioni, a dispetto delle frasi tranchant da due tre parole, tanto in voga in questa epoca di asservimento alla mentalità superficiale d’oltreoceano.

I Merloni quando anni fa svendettero il ramo Indesit agli americani di Whirlpool, non fecero tutta questa lagna come stanno facendo adesso. Whirlpool si impegnò a investire 250 milioni di euro per mantenere i posti di lavoro degli operai dichiarati in esubero. Invece il governo si impegnò a sostenere il piano di sviluppo industriale attraverso la cassa integrazione straordinaria fino alla fine del 2020. Pochi mesi dopo l’azienda violò l’accordo.

La storia di Ariston è rappresentativa della curva parabolica del capitalismo familiare territoriale italiano: nasce come risposta di un imprenditore locale alla carenza di sviluppo di una zona senza prospettive industriali, cresce, mette in moto un modello non certo paragonabile a quello di Ivrea di Olivetti, ma che comunque si inserisce bene nelle dinamiche di uno Stato sviluppista: le commesse aumentano, gli stipendi sono discreti, le attività extralavorative come impegno culturale e sportivo coinvolgono gli operai grazie alla grana che i padroni immettono nel tessuto sociale (Fabriano, Cerreto, Matelica erano piene di squadre di basket, pallavolo, crescevano palestre e palazzetti dello sport come funghi), i Merloni entrano in politica e sganciano da Roma soldi per la ricostruzione post terremoto 1997.

Poi arriva il neoliberismo applicato, i padroni i soldi dello Stato cominciano a intascarseli per privatizzare il profitto e socializzare le perdite, aumentano le delocalizzazioni, rami d’azienda vengono svenduti, la disoccupazione diventa la regina di Fabriano, il degrado sociale è palpabile in ogni metro quadro di città.

Per quanto riguarda l’Indesit in Russia, io ‘sta storia l’ho seguita personalmente. Una ventina di anni fa, nella città di Lipeck, seguirono il modello italiano dei distretti industriali monotematici, che sia quello della già citata Ivrea per le macchine per scrivere prima e poi per i primi calcolatori e computer, o quello tessile di Prato, di cui parlava già Dante Alighieri, definendoli “stracciaioli”, perché riciclavano i brandelli.

Producendo lavatrici e frigoriferi, avevano bisogno di molto indotto, per esempio di semiconduttori, di freon, e non solo. Ecco che dunque arrivarono altre aziende italiane. E queste magari avevano bisogno a loro volta, invento, di viti, dadi e bulloni senza scontrarsi con problemi di logistica e trasporti, in un Paese sterminato da undici fusi orari, che li produce eccome, ma magari a cinquemila chilometri di distanza. Ebbene, praticamente metà di questo distretto, definito ufficialmente zona economica speciale a causa delle agevolazioni fiscali, parlava italiano.

Vorrei che fosse chiaro: l’Italia, non la Russia, sta distruggendo tutto questo.

Musica


Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Essendoci il 1 maggio di mezzo, volevo trovarvi qualche filmato di epoca sovietica, di quando eravamo tutti più buoni, infatti l’ho trovato e ve lo propongo. Tuttavia, in questa epoca, quando i fascisti bombardano nuovamente donne, vecchi e bambini, la popolazione civile, dovrò concludere con qualcosa di meno allegro, a seguire. Gli artisti Georgij e Anastasija Begma hanno dedicato una nuova opera alla sofferenza dei civili a Belgorod e nelle regioni di confine a causa dei bombardamenti delle forze armate ucraine.

E’ molto doloroso… Ciò che sta accadendo ora a Belgorod e negli insediamenti vicini non è una guerra, è un’uccisione mirata di civili: bambini, donne. Lo stesso della Grande Guerra Patriottica, lo stesso del Donbass dal 2014. Ma il risultato di tutto questo sarà lo stesso. Il fascismo moderno cadrà in Ucraina. Proprio come nel 1945. Quando non servono parole superflue…

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giovedì 25 aprile 2024

Библиотека Иностранной Литературы

Литературный вечер посвящённый 100-летию писателей фронтовиков.

Мое выступление. Все же, советую посмотреть полную запись.

25 апреля

Сегодня 25 апреля 2024 года, в Италии – государственный национальный праздник, день освобождения от фашизма. Уже много лет, тем более, при нынешнем правительстве, его стараются очернить, дескать, Муссолини тоже сделал много хорошего, партизаны были просто кровавыми бандитами, это день скорби, не освобождения, а оккупации американцами, и прочий оскорбительный бред.

Ну, я из другого поколения, моего деда тогда сослали на пять лет, а в 43-м его пытали гестаповцы. Лично я, много лет спустя, в 79-м, был жертвой фашистского теракта, с тех пор во мне сидят четыре осколка от гранаты. Для меня это не история в учебниках, а моя жизнь.