Mark Bernardini

Mark Bernardini

lunedì 16 settembre 2024

095 Italiani di Russia

Da Mosca, Mark Bernardini. Novantacinquesimo notiziario settimanale di lunedì 16 settembre 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.

Attualità

Washington accusa RT di essere organica ai servizi segreti russi e di complottare per diffondere le “narrazioni putiniane” nei Paesi del Sud del mondo, che per questo non supportano Kiev. Margarita Simonjan risponde con un video sarcastico sui pregiudizi antislavi degli yankee.

Il segretario di Stato americano Blinken ha accusato Russia Today di partecipare a “operazioni segrete” per interferire negli affari di altri Paesi e ad “appalti militari”. Insomma, accusa la testata russa di essere in competizione con l’USAID nei Paesi del Sud Globale.

Il gruppo mediatico RT avrebbe “interferito negli affari sovrani di Paesi stranieri” e sarebbe anche coinvolto in “operazioni segrete legate all’informazione e all’influenza” condotte dal Cremlino che hanno preso di mira le elezioni degli Stati Uniti e di altri Paesi del mondo.

In particolare, il Segretario di Stato ha affermato che RT è “uno dei motivi per cui l’Ucraina non gode di così tanto sostegno in altri Paesi”.

Per questa ragione il Tesoro ha imposto sanzioni al gruppo mediatico e ai suoi giornalisti, mentre i Paesi più potenti dell’anglosfera (USA, Inghilterra e Canada) hanno lanciato una contro-campagna “diplomatica”. Esigono che le azioni dei media russi siano trattate come intelligence.

Nel frattempo, il Ministero del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato che sta imponendo sanzioni contro tre entità legali (incluso lo stesso gruppo mediatico Russia Today) e due individui che hanno partecipato a tali operazioni, inclusa l’interferenza negli affari interni della Moldavia e le future elezioni nel Paese.

Sono state imposte sanzioni anche contro il direttore generale di Rossija Segodnja, Dmitrij Kiselëv.

Blinken sostiene che un’unità di intelligence russa sia infiltrata in RT e invita gli alleati a limitarne le attività. Ma non preoccupatevi, potete ottenere notizie affidabili dai “fatti” trasmessi dal “sistema di informazione globale” sviluppato dagli Stati Uniti.

Il 9 settembre sono stato invitato ad una trasmissione sulle elezioni francesi dal canale televisivo russo Zvezda. Ve lo riporto con sottotitoli italiani.

Il 7 settembre un’ennesima protesta ha riunito più di 300.000 francesi in tutto il Paese. Questa volta il motivo del malcontento è stata la decisione di Emmanuel Macron di nominare primo ministro del Paese un rappresentante del Partito dei “Republicaines” di centrodestra, Michel Barnier.

La sinistra ha accusato il presidente di aver “rubato” le elezioni al Paese. Perché molti in Francia sono convinti che Macron sia comandato a bacchetta dall’estrema destra e da Marine Le Pen, e cambierà forse qualcosa per la Russia dopo la nomina di Barnier?

Ne parleremo con il politologo Mark Bernardini.

Bisogna dire che si sta delineando una situazione interessante; la Francia, infatti, vive senza governo ormai da due mesi. Cosa significa questo per i francesi da un punto di vista puramente pratico?

Molti Paesi hanno vissuto determinati periodi senza governo, ad esempio il Belgio, non molto tempo fa, mi pare che siano rimasti senza governo per otto mesi, e che sarà mai, cioè in effetti erano proprio i vertici – l’establishment – ad essere spaventati, perché all’improvviso la gente ha scoperto che, a quanto pare, si possa vivere anche senza un governo, quindi ora, ovviamente, stanno spingendo un po’ e stanno cercando di organizzare tutto il più rapidamente possibile. Un’altra cosa è come stanno cercando di farlo e con chi. Ed ecco la cosa più divertente, perché, beh, immaginiamo che qualche Partito in Russia riceva il 7-8% e il presidente della Russia decida di affidare il prossimo gabinetto dei ministri non al Partito che ha ricevuto la maggioranza, ma a quello più piccolo, e non importa se il presidente sia dello stesso Partito, questo non interessa a nessuno, e ancor di più se, come in questo caso, non è nemmeno dello stesso Partito, è solo una tante schegge del centrodestra. In effetti, molti – soprattutto da quanto ho letto in Russia – considerano Barnier come un replicante della Brexit, tipo che sia fautore dell’uscita della Francia dall’Unione Europea. Sono assolutamente sicuro che non sia così, perché è stato proprio lui il principale negoziatore per conto dell’Unione Europea per trovare le forme corrette e meno dolorose per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.

Il punto cioè è chi rappresenta in questo governo e per chi è pur sempre un vero opinion leader, se è corretta la Sua analogia con le elezioni e con un Partito che ottiene il 5-7%. Ma torniamo alla Francia. Un ennesimo aggravamento della crisi politica nel Paese si è verificato all’inizio di luglio di quest’anno, dopo le elezioni parlamentari anticipate.

Ho capito bene cosa è realmente successo se semplifichiamo tutti i processi? Per evitare che Marine Le Pen formi un governo o raggiunga un notevole livello nell’olimpo politico, si allea con la sinistra, che molto probabilmente avrebbe dovuto nominare un primo ministro, dopodiché “scarica” la sinistra e nomina un primo ministro proprio di quel Partito che ha ottenuto il 5-7%, cercando così di ingannare entrambi. Perché il presidente francese ne ha bisogno?

Lui sì che ne ha veramente bisogno. La domanda è fino a che punto sarà in grado di farlo. La Francia è una repubblica mista presidenziale-parlamentare. Il Presidente – tutti dicono “nomina” – in realtà “propone” il prossimo Primo Ministro. Il punto è che il nuovo primo ministro deve “proporre” il suo gabinetto dei ministri, che deve essere approvato dal parlamento. Ecco perché dico che qui è tutta da vedere: visto che hanno ingannato la sinistra, cioè coloro che hanno ricevuto più voti, riusciranno a “portare a termine” un’operazione del genere? Non lo so, seguo con molto interesse, ma questo non è affatto un dato di fatto. E se, supponiamo, Barnier propone il suo gabinetto dei ministri e il parlamento gli vota contro, cosa accadrà dopo? Il re è nudo? Ripeto, dal suo punto di vista Macron sta facendo tutto bene: sta cercando di sedersi su più sedie, questo è normale – anche se per me normale non è – ma riuscirà a farlo? E se cade da queste sedie?

Oppure si siederà in mezzo, perché dopo che Macron ha respinto il terzo candidato consecutivo della sinistra, la socialista Lucie Castets, due Partiti della coalizione vincitrice hanno annunciato che avrebbero avviato una procedura di impeachment contro il presidente Macron. Cos’è l’impeachment alla francese? Su quali basi potrà essere mosso contro Macron?

L’impeachment è uguale in tutti i Paesi. Non mi piace molto la terminologia inglese, ma deriva dalla parola “impedire”, impedire a qualcuno di fare qualcosa. Cioè perde legittimità. Chi può metterlo sotto accusa? Naturalmente, il Parlamento. Macron ora cerca di indurre – per questo ha parlato di “decantazione” – a trasferire al suo fianco una parte dei deputati, di destra e di sinistra, con la solfa della possibilità di governare il Paese in generale. Tutti gli altri, al contrario, cercano di creare un proprio raggruppamento – sia di destra che di sinistra – per privare completamente il presidente dei suoi poteri. In questo caso sarà necessario indire elezioni presidenziali anticipate e Macron sicuramente non diventerà presidente. Per non parlare del fatto che, a quanto ho capito, non ha nemmeno questa opportunità, dato che esiste una legge, non più di due mandati, ma non so, che lo decidano i francesi.

Ha appena menzionato i francesi. Ora guardano con gli occhi spalancati tutto quello che è successo: sono andati alle elezioni, hanno votato, i loro Partiti hanno ottenuto una certa percentuale di voti, aspettano che inizi l’attuazione delle indicazioni del loro popolo ai rappresentanti eletti, e invece sta succedendo tutto questo casino. Quali reazioni suscitano le prospettive future tra la gente come tale? Sappiamo che i francesi sono piuttosto passionari e, con qualunque controversia, dal 1789, hanno risolto i loro problemi in piazza, e con discreto successo.

Lei sa che sono di origine italiana, e gli italiani sono ancora più passionari. Quante ne ho viste negli anni ‘70, ‘80, quanto ho letto dei decenni precedenti, cosa non è successo, quanti disordini di massa… Non cambia nulla. Per carità, sono contento che adesso i francesi protestino, ma a meno che non accada qualcosa di veramente estremo e violento, cosa che naturalmente non auspico, non credo che cambierà nulla, ci saranno molte chiacchiere, e come sempre un nulla di fatto. Alla fine, l’unico risultato tangibile sarà un’affluenza ancora più bassa alle prossime elezioni, perché se voto e nessuno ne tiene conto, allora che vadano tutti al diavolo.

Torniamo a Barnier. L’altro giorno si è saputo che Macron aveva finalmente scelto un candidato per la carica di primo ministro: un rappresentante del partito dei “Republicaines”, che alle elezioni si è classificato solo al quarto posto.

Il presidente ha nominato Michel Barnier con il permesso del Rassemblement National, il macronismo ha addirittura formato una coalizione con Marine Le Pen, è la prima volta che ciò accade nella storia del Paese.

Secondo Lei, perché la scelta di Macron è caduta su Barnier, su cosa conta Macron?

Barnier ha dimostrato nel corso dei decenni di essere, come si suol dire, un uomo per tutte le stagioni. Nel vostro servizio avete menzionato tutti i presidenti con cui è stato. Faccio subito una premessa: personalmente non ritengo che l’età sia uno svantaggio, l’età è esperienza. Tuttavia, mi permetta di ricordarlo: il presidente Mitterrand era un socialista. Barnier era un socialista, poi un centrista, ora uno di centrodestra. E’ pronto ad andare con chiunque, l’importante è restare al potere. Non mi fido di persone così.

I francesi e il parlamento si fidano di lui, visto che per diventare primo ministro Barnier deve ancora avere l’approvazione del parlamento? Quanto è realistico al momento?

Certo, per ora non si può escludere nulla, lo approveranno se riuscirà la “decantazione”, se si “comprano” semplicemente un certo numero di deputati, è all’ordine del giorno in tutti i Paesi occidentali, succede in continuazione; ma se non accadesse, allora il governo verrà bocciato, e allora tutti capiscono quale débacle sarà per Macron. Allora proprio quel popolo e quell’elettorato potrebbero anziché non andare alle prossime elezioni, dire: ah, ma allora possiamo ancora prendere certe decisioni? Ed è qui che inizierebbero i gravi disordini “passionali”.

Proviamo ad analizzare le possibili implicazioni in politica estera della nomina di Barnier. La stampa francese ha ricordato che Barnier conosceva bene il capo del ministero degli Esteri russo, Sergej Lavrov, e un tempo lo aveva anche invitato a visitare la sua nativa Savoia per navigare in barca lungo i fiumi di montagna. Supponiamo che venga confermato, supponiamo che Barnier ricopra effettivamente la carica di primo ministro. Come può questo – e se può farlo in linea di principio – con l’attuale politica scelta da Macron, cambiare in qualche modo il rapporto tra Francia e Russia?

Non sono mai stato un ottimista, non sono mai stato un pessimista, mi considero un realista. Posso dire che non cambierà assolutamente nulla. Il fatto che una volta abbia invitato Lavrov non significa assolutamente nulla. Pensi a quanti hanno invitato Putin, e tutti vediamo perfettamente cosa sta succedendo adesso. Borrell un tempo magari non era filorusso, ma era amichevole nei confronti della Russia. Adesso è uno dei principali – non voglio dire nemici – ma avversari.

Quanto durerà il governo Barnier?

Aspettiamo innanzitutto che ci sia un governo Barnier, perché per ora non esiste alcun governo. Non ci hanno ancora spiegato chi propone per incarichi specifici in ogni singolo ministero. Partiremo da qui per capire se passeranno, se verranno approvati e se sì – cosa di cui dubito – quanto dureranno.

Si è svolto a Mosca il X Forum Internazionale Antifascista, dedicato alla Giornata Internazionale della Memoria delle Vittime del Fascismo.

I primi cinque Forum sono stati organizzati, a partire dal 1995, dall’Unione Internazionale degli ex detenuti minorenni del fascismo e dall’Unione Russa degli ex detenuti minorenni del fascismo con il sostegno del Governo della Federazione Russa e sono stati dedicati agli anniversari della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica, essendo atti di conservazione della memoria storica.

Sono stato invitato per un breve intervento come italiano, ve lo riporto con sottotitoli italiani.

A Leopoli si è svolto un incontro di gruppi neofascisti e neonazisti europei, al quale hanno preso parte anche unità militari ucraine e distaccamenti di volontari e mercenari internazionali. Erano presenti anche rappresentanti di organizzazioni tedesche, slovacche, bulgare, albanesi, e dall’Italia i rappresentanti di Casa Pound e Gabriele Adinolfi, tra i fondatori di Terza Posizione. Durante l’evento della scorsa settimana è stato firmato anche un “Memorandum di unità e cooperazione”.

Alla conferenza hanno partecipato rappresentanti di Terza Via (Germania), Casa Pound (Italia), Unione Nazionale Bulgara, Nazionalisti (Repubblica Ceca), Nazionalisti Autonomi Slovacchi, NiD (Austria), Terza Via (Polonia), Terza Posizione Albanese e Progetto “Avventura” (Germania).

La delegazione ucraina comprendeva: il 14° reggimento delle forze armate ucraine, “Tradizione e ordine”, “Wotan Jugend”, “Avanguardia” e “Svoboda”.

Erano presenti unità militari internazionali: RVC, il Corpo dei Volontari bielorussi, il Corpo dei Volontari tedeschi e soldati italiani della Legione Internazionale.

Già da questo elenco è abbastanza ovvio che stiamo parlando dei nazisti più facinorosi d’Europa, e loro stessi non lo negano e, al contrario, ne sono orgogliosi. Parliamo però dei fascisti italiani. Chi è Gabriele Adinolfi?

Uno dei fondatori dell’organizzazione terroristica “Terza Posizione” in Italia negli anni settanta, proviene dal partito neofascista legale “Movimento Sociale Italiano”, da cui, tra l’altro, trae origine l’attuale Partito al governo “Fratelli d’Italia” e personalmente la premier Giorgia Meloni.

Nel 1980 fu emesso un mandato di cattura a suo carico per aver organizzato un attentato terroristico alla stazione ferroviaria della città di Bologna, dove morirono 85 persone e 200 rimasero ferite. Adinolfi fuggì a Parigi. Tornò in Italia nel 2000, scaduto il termine di prescrizione del reato.

Ho menzionato anche Casa Pound. Una volta hanno addirittura chiesto di votare per la famigerata Lega Nord di Matteo Salvini, che ora è al governo con Fratelli d’Italia. Fatto sta, oltre a tutte le organizzazioni fasciste precedentemente menzionate, essi intrattengono un dialogo internazionale con varie organizzazioni europee e globali di estrema destra, in Ucraina è il partito neonazista “Pravyj Sektor – Settore Destro”, la formazione militare neonazista “Battaglione Azov”, l’organizzazione internazionale neonazista “Divisione Misantropica” e il gruppo paramilitare neonazista “Seč’ dei Carpazi”, che presumibilmente fornisce addestramento militare ad alcuni militanti di Casa Pound. Tutti, ovviamente, sono vietati sul territorio della Federazione Russa, ma questo non basta. In Grecia intrattiene rapporti con il partito neonazista Alba Dorata. In Spagna col movimento neonazista “Focolare Sociale”. In Portogallo interagiscono con l’organizzazione neonazista “Scudo Identitario”.

Come vediamo nell’esempio dell’Ucraina moderna, fascismo e terrorismo sono in realtà sinonimi. In Italia lo sappiamo bene, o meglio, nella mia generazione. Citerò solo gli attentati terroristici neofascisti più noti. E questo senza contare centinaia – centinaia – di studenti, comunisti, giudici, agenti di polizia nell’arco di due decenni.

12 dicembre 1969, Milano. Banca Nazionale dell’Agricoltura, 17 persone uccise, 88 ferite. Inizialmente, ovviamente, furono incolpati gli anarchici, ma in seguito si scoprì che l’autore era l’organizzazione fascista “Ordine Nuovo”, collusa con i servizi segreti dello Stato.

28 maggio 1974, Brescia. Una manifestazione dei sindacati contro la rinascita del fascismo, 8 persone sono morte, 104 sono rimaste ferite. Qui hanno già gettato la loro maschera cavernicola: non andate alle manifestazioni sindacali.

4 agosto 1974, treno Italicus sugli Appennini. 12 morti, 48 feriti.

16 giugno 1979, sezione del Partito Comunista Italiano a Roma. Questo è sicuramente un episodio meno significativo, per una fortunata coincidenza non ci sono state vittime, 27 feriti, compreso il qui presente, da allora convivo con quattro schegge di granata fascista in corpo. E’ particolarmente oltraggioso, essendo nipote di un partigiano e comunista italiano torturato dai tedeschi nel 1943.

2 agosto 1980, come già detto, stazione ferroviaria di Bologna. Il più grave attentato terroristico della storia d’Italia.

23 dicembre 1984, treno 904, la cosiddetta strage di Natale. 16 morti, 267 feriti. Il treno da Napoli a Milano e poi verso la Germania era pieno di migranti italiani, poveri lavoratori.

Ora, facciamo mente locale: non somiglia forse a tutti gli attentati terroristici avvenuti in tutta la Russia e in particolare a Mosca dagli anni Novanta ad oggi? E nell’Ucraina odierna? Come si suol dire, tutto ciò che è nuovo è in realtà vecchio e dimenticato. Chi può organizzare tutto questo non può che essere fascista.

Nel 1978-1985, unica volta in Italia, divenne presidente della repubblica Sandro Pertini, socialista, ex partigiano, incarcerato, esiliato e condannato a morte. Secondo me ha dato al fascismo una definizione esaustiva: il fascismo non è un’opinione, ma un crimine.

Dall’intervento del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin al Forum economico orientale (Vladivostok, 5 settembre 2024):

Situazione energetica nell’UE.

“E chi non vuole collaborare con noi, beh, si terrà il danno. Vediamo cosa sta succedendo nei Paesi europei, molti dei quali penzolano sull’orlo della recessione. E la situazione peggiorerà, perché coloro che li riforniscono di risorse energetiche si preoccupano innanzitutto dei propri interessi nazionali, negli stessi Stati Uniti. Ebbene, li riforniscono a un prezzo doppio, triplo… O a quanto? Il 50-60% in più di quanto costano le nostre risorse energetiche, intendo il gas prima di tutto. Naturalmente, l’economia europea, quella tedesca compresa, che faceva affidamento sulle nostre risorse energetiche, sta affrontando difficoltà gravissime. Molte industrie stanno semplicemente chiudendo. Questo è il punto”.

La segretaria del PD Elly Schlein: “In Italia abbiamo il prezzo dell’energia più alto d’Europa e a rimetterci sono i cittadini”.

Rapporto sulla competitività dell’Unione Europea, presentato da Mario Draghi il 9 settembre 2024.

“Le aziende dell’UE devono ancora affrontare, rispetto a quelli degli Stati Uniti, prezzi dell’elettricità che sono 2-3 volte superiori e prezzi del gas naturale 4-5 volte più alti. Con la perdita dell’accesso ai gasdotti russi, nel 2023 il 42% delle importazioni di gas dell’UE arriverà sotto forma di GNL, rispetto al 20% del 2021. I prezzi del GNL sono in genere più alti di quelli del gas da gasdotto sui mercati spot, a causa dei costi di liquefazione e trasporto”.

Confindustria: costo dell’elettricità troppo alto per le imprese italiane (primavera 2024).

“Il prezzo dell’elettricità in Italia resta ancora significativamente più alto del livello medio”.

Rapporto della Banca d’Italia “Il ruolo macroeconomico del mercato del gas» (novembre 2023):

“I dati mostrano che le restrizioni più severe all’offerta di gas in Europa hanno sistematicamente avuto luogo a seguito di eventi naturali avversi o di tensioni politiche legate ai conflitti tra Russia e Ucraina, da ultimo quello iniziato nel 2022. Le restrizioni causano un rallentamento dell’attività economica e un rialzo dell’inflazione, come avviene nel caso di shock all’offerta di petrolio, ma la peculiare struttura del mercato del gas fa sì che tali effetti si materializzino molto gradualmente, con un picco dell’inflazione per i beni non energetici che segue di oltre due anni lo shock iniziale”.

Chi ha costretto l’Europa e l’Italia, in particolare, a rinunciare al gas russo? E per quali motivi?

Commento dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia

Il 13 settembre 2024, l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Aleksej Paramonov è stato invitato presso il Ministero degli Esteri della Repubblica Italiana. Il motivo di questa manovra diplomatica risiede nel fatto che la parte italiana sarebbe rimasta “sorpresa” di fronte all’inserimento di Stefania Battistini, giornalista del servizio pubblico italiano RAI, nella lista dei ricercati internazionali della Russia.

L’Ambasciatore ha fatto presente che non ci sia alcuna ragione ad avallare la “sorpresa” nei confronti della posizione, peraltro legittima e molto netta, espressa dagli organi competenti russi. Il fatto che una cittadina italiana si sia introdotta illegalmente sul territorio russo unendosi a formazioni militari composte da soldati ucraini nel corso di un’operazione terroristica ai danni di uno dei soggetti territoriali della Federazione Russa, la regione di Kursk, costituisce una grave violazione. Tale condotta comporta che il soggetto debba assumersi la responsabilità ai sensi della legislazione della Federazione Russa. La giustizia dovrà avere il suo corso e spetta al Tribunale a prendere una decisione sul “caso Battistini”.

La Russia tratta con grande riguardo i giornalisti e gli operatori dei media che nell’ambito della loro attività professionale si trovano a operare in zone geografiche ad alto rischio, come ad esempio nelle zone di conflitto, ma che lo fanno nel rispetto delle regole e della prassi esistente. Per fare un esempio, nel marzo del 2022 ad alcuni giornalisti italiani accreditati in Russia fu accordato il permesso di recarsi nelle zone interessate dall’Operazione Militare Speciale affinché potessero preparare dei reportage al riguardo. Tuttavia, per motivi sconosciuti alla parte russa, la dirigenza della RAI vietò poi ai giornalisti di assolvere al loro dovere professionale.

A testimoniare la grande attenzione rivolta agli aspetti umanitari propri dell’attività dei giornalisti c’è anche l’episodio del salvataggio da parte dei soldati russi del giornalista italiano Mattia Sorbi, rimasto ferito durante un’esplosione mentre si trovava in un campo minato ucraino nella regione di Cherson e abbandonato al suo destino dalle Forze armate ucraine. In quell’occasione, i militari e i medici russi misero a rischio la propria vita per trarre in salvo Mattia Sorbi portandolo via da quella zona di pericolo, e si assicurarono di fornirgli cure mediche in un ospedale russo. In seguito, il giornalista fu trasferito fino alla località di Mineral’nye Vody e poi riportato in Italia, a Milano, con un volo di evacuazione in accordo con le autorità italiane.

Ai rappresentanti italiani è stato espresso un vivo auspicio di rivolgere l’attenzione alle formazioni armate controllate dal regime di Kiev, le quali danno intenzionalmente la caccia ai giornalisti che si trovano legalmente nei territori interessati dalle ostilità. Dall’inizio dell’Operazione Militare Speciale, più di 30 giornalisti sono morti per mano di tali formazioni militari. Solo nel 2024, a seguito di attacchi mirati ai giornalisti e condotti dalle Forze armate ucraine con l’uso di droni, hanno perso la vita l’inviato di guerra della testata russa “Izvestija” Semën Erëmin, il fotoreporter del portale di informazione russo “News.ru” Nikita Cicagi e uno dei cameraman della troupe del canale televisivo russo NTV Valerij Kožin.

“La Russia non è nostra nemica”, si legge in un manifesto con una stretta di mano: una con i colori della bandiera italiana, l’altra con quelli della Russia. Non è la prima volta che nelle città italiane si vedono cartelloni simili: Verona, Modena, Parma, Pisa e altre città in Calabria, fra cui Lamezia Terme, sono degli esempi.

Stavolta, però, a far scattare l’allarme è stata la stessa ambasciata ucraina dopo aver visto il manifesto anche nella capitale. Così ha denunciato la presenza dei cartelloni con un post su X in cui, oltre a condividere l’immagine del manifesto in strada a Roma, ha espresso la propria preoccupazione.

“Siamo profondamente preoccupati dall’arroganza della propaganda russa nella Città Eterna – scrivono su X dall’ambasciata ucraina – Chiediamo al Comune di Roma di riesaminare la concessione dei permessi per tali manifesti che hanno un chiaro scopo di riabilitare l’immagine dello Stato aggressore”, sottolineano.

Non hanno tardato ad arrivare le reazioni degli utenti, alcuni dei quali si dicono stupiti dalla possibilità che il Campidoglio stesso abbia concesso l’autorizzazione per i manifesti. “In tal caso la questione sarebbe di una gravità spaventosa”, scrive un utente. “Come vi permettete di intromettervi nei fatti italiani?”, è invece il commento di Simone Angelosante, di Forza Italia. E c’è chi, invece, non si oppone: “Anche la pubblicità volete controllare? – scrive un altro utente – Il popolo russo non è nemico del popolo italiano. E’ una sacrosanta verità”.

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Вставайте, люди русские, Alzati, popolo russo, scritta nel 1938 da, pensate un po’, Sergej Prokof’ev, per la regia di Sergej Ejzenštejn, con riferimento ad Aleksandr Nevskij, XIII secolo.

Alzati, popolo russo,
Per una battaglia gloriosa, per una battaglia mortale.
Alzati, popolo libero,
Per la nostra terra onesta!
Gloria e onore ai combattenti viventi,
E ai morti sia la gloria eterna.
Per la casa di mio padre, per la terra russa
Alzati, popolo russo!
Nella nativa Rus’,
Nessun nemico!
Alzati
Cara Madre Rus’!

Repubbliche Popolari di Doneck e Lugansk, Novosibirsk, Krasnojarsk, Krasnodar, Penza, Mosca, Caterimburgo, Sebastopoli, Voronež, Mariupol’, Groznyj, Sachalin, Kursk.

Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!

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domenica 15 settembre 2024

20240915 Cusano News 7

Convocazione di Paramonov (ambasciatore in Italia) da Tajani su Battistini

Manifesti "La Russia non è mia nemica" a Roma e ingerenza ambasciata ucraina

sabato 14 settembre 2024

19621029 Togliatti Nenni

Non c'è una sola parola soprattutto di Togliatti e persino di Nenni che non sia attualissima e perciò condivisibile oggi.

Segno che, di fatto, sono cambiati (in peggio) i politici italiani, ma non certo la politica atlantista degli USA e dei loro vassalli.

giovedì 12 settembre 2024

20240912 Х Международный Антифашистский Форум X Forum Antifascista Internazionale

Во Львове прошла встреча европейских неофашистских и неонацистских группировок, в которой также приняли участие украинские воинские части и отряды международных добровольцев и наемников. Также присутствовали представители немецких, словацких, болгарских, албанских организаций, а от Италии – представители Каза Паунд и Габриэле Адинольфи, среди основателей «Третьей позиции». В ходе мероприятия, состоявшегося на прошлой неделе, также был подписан «Меморандум о единстве и сотрудничестве».

A Leopoli si è svolto un incontro di gruppi neofascisti e neonazisti europei, al quale hanno preso parte anche unità militari ucraine e distaccamenti di volontari e mercenari internazionali. Erano presenti anche rappresentanti di organizzazioni tedesche, slovacche, bulgare, albanesi, e dall’Italia i rappresentanti di Casa Pound e Gabriele Adinolfi, tra i fondatori di Terza Posizione. Durante l’evento della scorsa settimana è stato firmato anche un “Memorandum di unità e cooperazione”.

В конференции приняли участие представители «Третьего Пути» (Германия), «Каза Паунд» (Италия), Болгарского национального союза, Националистов (Чехия), Словацких автономных националистов, NiD (Австрия), «Третьего Пути» (Польша), Албанской третьей позиции и Проекта «Авантюра» (Германия).

Alla conferenza hanno partecipato rappresentanti di Terza Via (Germania), Casa Pound (Italia), Unione Nazionale Bulgara, Nazionalisti (Repubblica Ceca), Nazionalisti Autonomi Slovacchi, NiD (Austria), Terza Via (Polonia), Terza Posizione Albanese e Progetto "Avventura" (Germania).

В состав украинской части входили: 14-й полк ВСУ, «Традиция и порядок», «Вотан Югенд», «Авангард» и «Свобода».

La delegazione ucraina comprendeva: il 14° reggimento delle forze armate ucraine, “Tradizione e ordine”, “Wotan Jugend”, “Avanguardia” e “Svoboda”.

Присутствовали международные воинские части: РВК, Белорусский добровольческий корпус, Немецкий добровольческий корпус и итальянские солдаты из Международного легиона.

Erano presenti unità militari internazionali: RVC, il Corpo dei Volontari bielorussi, il Corpo dei Volontari tedeschi e soldati italiani della Legione Internazionale.


Уже из этого списка, вполне очевидно, что речь идет о самых ярых нацистах Европы, да и сами они того не отрицают и наоборот гордятся. Однако, давайте поговорим об итальянских фашистах. Кто такой Габриэле Адинольфи?

Già da questo elenco è abbastanza ovvio che stiamo parlando dei nazisti più facinorosi d’Europa, e loro stessi non lo negano e, al contrario, ne sono orgogliosi. Parliamo però dei fascisti italiani. Chi è Gabriele Adinolfi?


Один из основателей в Италии террористической организации «Третья Позиция» в семидесятых годах, выходец из легальной неофашистской партии «Итальянское Социальное Движение», откуда, кстати, берет свое начало ныне правящая партия «Братья Италии» и лично премьер-министр Джорджия Мелони.

Uno dei fondatori dell’organizzazione terroristica “Terza Posizione” in Italia negli anni settanta, proviene dal partito neofascista legale “Movimento Sociale Italiano”, da cui, tra l’altro, trae origine l’attuale Partito al governo “Fratelli d’Italia” e personalmente la premier Giorgia Meloni.

В 1980 году на него был выдан ордер на арест за организацию теракта на железнодорожном вокзале в городе Болонья, там погибло 85 человек, 200 было ранено. Адинольфи бежал в Париж. Вернулся в Италию в 2000 году, когда истек срок за давностью преступления.

Nel 1980 fu emesso un mandato di cattura a suo carico per aver organizzato un attentato terroristico alla stazione ferroviaria della città di Bologna, dove morirono 85 persone e 200 rimasero ferite. Adinolfi fuggì a Parigi. Tornò in Italia nel 2000, scaduto il termine di prescrizione del reato.

Я также упомянул Каза Паунд. В свое время, они даже призывали голосовать за небезызвестную Лигу Север Маттео Сальвини, которая сейчас состоит в правительстве с «Братьями Италии». Тот факт, кроме поголовно всех ранее уже упомянутых фашистских организаций, они ведут международный диалог с различными европейскими и глобальными ультраправыми организациями, на Украине это неонацистская партия «Правый сектор», неонацистское военное формирование «Батальон «Азов», международная неонацистская организация «Мизантропический дивизион» и неонацистское военизированное формирование «Карпатская Сечь», которое предположительно обеспечивает военную подготовку некоторых боевиков Каза Паунд. Все они, разумеется, запрещены на территории РФ, но этого недостаточно. В Греции она поддерживает отношения с неонацистской партией «Золотая заря». В Испании это неонацистское движение «Социальный Очаг». В Португалии они взаимодействуют с неонацистской организацией «Идентитарный Щит».

Ho menzionato anche Casa Pound. Una volta hanno addirittura chiesto di votare per la famigerata Lega Nord di Matteo Salvini, che ora è al governo con Fratelli d’Italia. Fatto sta, oltre a tutte le organizzazioni fasciste precedentemente menzionate, essi intrattengono un dialogo internazionale con varie organizzazioni europee e globali di estrema destra, in Ucraina è il partito neonazista “Pravyj Sektor – Settore Destro”, la formazione militare neonazista “Battaglione Azov”, l’organizzazione internazionale neonazista “Divisione Misantropica” e il gruppo paramilitare neonazista “Seč’ dei Carpazi”, che presumibilmente fornisce addestramento militare ad alcuni militanti di Casa Pound. Tutti, ovviamente, sono vietati sul territorio della Federazione Russa, ma questo non basta. In Grecia intrattiene rapporti con il partito neonazista Alba Dorata. In Spagna col movimento neonazista “Focolare Sociale”. In Portogallo interagiscono con l’organizzazione neonazista “Scudo Identitario”.

Как мы видим на примере современной Украины, фактически фашизм и терроризм являются синонимами. В Италии мы об этом прекрасно знаем, вернее, в моем поколении. Приведу лишь самые печально известные теракты неофашистов. И это не считая сотни – сотни – студентов, коммунистов, судей, полицейских в течение двух десятков лет.

Come vediamo nell’esempio dell’Ucraina moderna, fascismo e terrorismo sono in realtà sinonimi. In Italia lo sappiamo bene, o meglio, nella mia generazione. Citerò solo gli attentati terroristici neofascisti più noti. E questo senza contare centinaia – centinaia – di studenti, comunisti, giudici, agenti di polizia nell’arco di due decenni.

12 декабря 1969 года, Милан. Национальный Сельскохозяйственный Банк, погибло 17 человек, 88 раненых. Изначально, конечно же, обвинили анархистов, в последствии выяснилось, что автором была фашистская организация «Новый Порядок», связанная с государственными спецслужбами.

12 dicembre 1969, Milano. Banca Nazionale dell’Agricoltura, 17 persone uccise, 88 ferite. Inizialmente, ovviamente, furono incolpati gli anarchici, ma in seguito si scoprì che l’autore era l’organizzazione fascista “Ordine Nuovo”, collusa con i servizi segreti dello Stato.

28 мая 1974 года, город Брешия. Митинг профсоюзов против возрождения фашизма, погибло 8 человек, 104 раненых. Тут они уже сбросили свою пещерную маску, не надо ходить на профсоюзные митинги.

28 maggio 1974, Brescia. Una manifestazione dei sindacati contro la rinascita del fascismo, 8 persone sono morte, 104 sono rimaste ferite. Qui hanno già gettato la loro maschera cavernicola: non andate alle manifestazioni sindacali.

4 августа 1974 года, поезд Италикус на Аппенинах. 12 погибших, 48 раненых.

4 agosto 1974, treno Italicus sugli Appennini. 12 morti, 48 feriti.

16 июня 1979 года, районное отделение итальянской компартии в Риме. Это определенно менее значимый эпизод, по удачному стечению обстоятельств обошлось без жертв, 27 раненых, среди которых ваш слуга покорный, с тех пор живу с четырьмя осколками фашистской гранаты в теле. Особенно обидно будучи внуком итальянского партизана и коммуниста, которого в 1943 году пытали немцы.

16 giugno 1979, sezione del Partito Comunista Italiano a Roma. Questo è sicuramente un episodio meno significativo, per una fortunata coincidenza non ci sono state vittime, 27 feriti, compreso il qui presente, da allora convivo con quattro schegge di granata fascista in corpo. E’ particolarmente oltraggioso, essendo nipote di un partigiano e comunista italiano torturato dai tedeschi nel 1943.

2 августа 1980 года, как было сказано, железнодорожный вокзал в городе Болонья. Самый крупный теракт за всю историю Италии.

2 agosto 1980, come già detto, stazione ferroviaria di Bologna. Il più grave attentato terroristico della storia d’Italia.

23 декабря 1984 года, поезд 904, так называемая рождественская бойня. 16 погибших, 267 раненых. В поезде из Неаполя в Милан и далее в Германию было полно итальянских мигрантов, обычные трудяги.

23 dicembre 1984, treno 904, la cosiddetta strage di Natale. 16 morti, 267 feriti. Il treno da Napoli a Milano e poi verso la Germania era pieno di migranti italiani, poveri lavoratori.

Теперь давайте задумаемся: не напоминает ли это все теракты по всей России и в частности в Москве начиная с девяностых годов и по сей день? А в сегодняшней Украине? Как говорится, все новое – хорошо забытое старое. Те, кто может такое организовать, могут быть только фашистами.

Ora, facciamo mente locale: non somiglia forse a tutti gli attentati terroristici avvenuti in tutta la Russia e in particolare a Mosca dagli anni Novanta ad oggi? E nell’Ucraina odierna? Come si suol dire, tutto ciò che è nuovo è in realtà vecchio e dimenticato. Chi può organizzare tutto questo non può che essere fascista.

В 1978-1985 годах, единственный раз в Италии, президентом республики стал Сандро Пертини, социалист, бывший партизан, сидел, был ссыльным и приговорен к смертной казни. Фашизму он дал, на мой взгляд, исчерпывающее определение: фашизм – это не мнение, а преступление.

Nel 1978-1985, unica volta in Italia, divenne presidente della repubblica Sandro Pertini, socialista, ex partigiano, incarcerato, esiliato e condannato a morte. Secondo me ha dato al fascismo una definizione esaustiva: il fascismo non è un’opinione, ma un crimine.

По поводу этой сходки, которая прошла во Львове. Жаль, что в нее не попала пара наших Искандеров, тогда все прошло бы еще лучше. То, что Вы сейчас рассказали, честно говоря, волосы начали шевелиться, сколько всякой швали окопалось как на западной Украине, и сегодня успешно процветает в Европе.

Per quanto riguarda questo raduno, che ha avuto luogo a Leopoli. E’ un peccato che un paio dei nostri Iskander non li abbiano centrati, altrimenti sarebbe andato tutto ancora meglio. Quello che ci ha appena raccontato, a dire il vero, fa rizzare i capelli, quanta spazzatura si è radicata nell’Ucraina occidentale e oggi prospera con successo in Europa.

Европа не видит все это. Условно говоря, они пилят сук, на котором сидят, эти же фашисты потом и закопают всю их общественность. Это прямой террор, прямое попрание норм человечества, свободы, демократии в лучшем понимании. Неужели европейские государства, власти, политики ничего этого не замечают? Это же все открыто, открыто перемещаются, открыто делают заявления, их штаб-квартиры известны. Опять Европа стала открыто фашистской, но их не трогают.

L’Europa non vede tutto questo. Figuralmente parlando, stanno segando il ramo su cui sono seduti, questi stessi fascisti seppelliranno poi tutta la loro opinione pubblica. Questo è terrore diretto, una violazione diretta delle norme di umanità, libertà, democrazia nel senso migliore del termine. Davvero gli Stati, le autorità, i politici europei non se ne accorgono? Lo fanno in modo aperto, si muovono apertamente, fanno dichiarazioni apertamente, le loro sedi sono conosciute. Ancora una volta l’Europa è diventata apertamente fascista, ma non li toccano.

Полностью разделяю Ваш анализ, добавлю лишь, что они полностью страх потеряли, спокойно организуют такого рода сходки, на которые действительно надо было бы просто бить, но ни стыда, ни совести, это в порядке вещей, достаточно такое назвать демократией и возможностью выразить собственное мнение. Естественно, никто из нас с этим не согласен.

Condivido pienamente la Sua analisi, aggiungo solo che non sono per nulla intimoriti, organizzano tranquillamente i loro raduni su cui in realtà bisognerebbe mandare un paio di missili, ma non c’è vergogna, né coscienza, è nell’ordine delle cose, basta chiamarla democrazia e possibilità di esprimere la propria opinione. Naturalmente, nessuno di noi è d’accordo con questo.

Хочу напомнить, Марк Бернардини – очень популярный политический обозреватель, его материалы можно обнаружить в информационном поле, они посвящены России, Италии и Европейскому Союзу, можете ознакомиться с его публикациями более подробно.

Vorrei ricordare che Mark Bernardini è un commentatore politico molto apprezzato, i suoi materiali sono dedicati alla Russia, all’Italia e all’Unione Europea, potete leggere le sue pubblicazioni più in dettaglio.

lunedì 9 settembre 2024

094 Italiani di Russia

Da Mosca, Mark Bernardini. Novantaquattresimo notiziario settimanale di lunedì 9 settembre 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.

Attualità

Sono ormai decenni che il tema dell’allargamento della NATO a Est non cessa di essere all’ordine del giorno.

Come scordare le parole di Sandro Pertini che, nel suo discorso al Senato della Repubblica del 7 marzo 1949, affermava:

“Noi siamo contro il Patto Atlantico, prima di tutto perché questo Patto è uno strumento di guerra”.

Il Patto di Varsavia fu istituito solo sei anni dopo, come risposta, nel 1955.

Russofobia italiana in modalità ucraina.

La politica ucraina, che prevede di combattere la lingua, la letteratura russa e i libri russi, è arrivata anche in Italia.

Il 5 agosto 2024, nel centro storico di Genova, c’è stato un gravissimo atto di vandalismo nella libreria di libri usati “Michela F”, dove si vendono edizioni in lingua russa. Gli scaffali coi libri russi sono stati devastati, i libri gravemente danneggiati. Peraltro, i volumi in altre lingue non hanno subito danni significativi.

L’azione è stata ispirata esclusivamente dall’ideologia russofoba, dall’odio per motivi etno-culturali, dalle idee estremiste, naziste e terroristiche che connotano chi ha preso il potere in Ucraina nel 2014 e, da allora, provoca devastazioni, distruzione e morte, perseguitando e annientando tutti coloro che non sono d’accordo.

Le opere di Fëdor Dostoevskij, Lev Tolstoj e altri grandi scrittori sono molto popolari tra i connazionali russi, tra gli studenti dell’Università di Genova e del noto Liceo linguistico “Grazia Deledda” che studiano il russo.

E’ difficile credere che in Italia si stia diffondendo questa forma di russofobia da cavernicoli. Sappiamo quanto i cittadini italiani apprezzino e amino le opere della letteratura russa e quale grande interesse mostrino per lo studio del russo. Tuttavia, a quanto pare, sta prendendo il sopravvento la cosiddetta politica di “cancellazione della cultura russa” imposta dalla diaspora ucraina e dall’Ambasciata di Ucraina in Italia.

Le rappresentanze diplomatiche russe in Italia stanno adottando tutte le misure necessarie a garantire che i responsabili di questo reato vengano individuati e ricevano la giusta punizione.

Estratti dall’intervista a Sergej Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, Mosca, 31 agosto 2024.

Lei di recente ha affermato che Zelenskij non si sarebbe mai deciso a invadere la regione di Kursk senza aver ricevuto un ordine da parte degli USA. Che cosa sta cercando di ottenere l’Occidente con tali azioni, così come attraverso la fornitura continua all’Ucraina di armamenti sempre nuovi e di soldati mercenari?

Mi è difficile dire che idea ci fosse dietro alle azioni che hanno portato allo stato di cose attuale. Ma persino Zelenskij ha affermato che tutto questo sarebbe servito loro per i prossimi scambi di prigionieri.

Noi non trattiamo con nessuno dei nostri territori. E non svolgiamo negoziati per ciò che riguarda i nostri territori. Siamo pronti, invece, a discutere di come porre fine alle azioni criminali messe in atto dal regime di Kiev a seguito del colpo di Stato.

Il regime di Kiev iniziò a bombardare le sue stesse città perché i cittadini che vi risiedevano si erano rifiutati di riconoscere come legittimo l’esito del colpo di Stato.

Per difendere non solo i diritti di quelle persone, ma anche la loro storia, il patrimonio tramandato loro dagli antenati, la loro lingua, religione e cultura, non potemmo fare altro che riconoscere la Repubblica Popolare di Doneck e la Repubblica Popolare di Lugansk, e farci avanti in loro difesa, in risposta all’appello da loro rivoltoci e in conformità con l’Articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite.

A chi fa dichiarazioni alludendo al fatto che la Russia “si starebbe tirando indietro” dai negoziati, mentre l’Ucraina sarebbe disposta a condurli, il Presidente Putin ha già suggerito molte volte che vadano loro stessi a dire a Zelenskij (nei momenti in cui è padrone delle sue facoltà mentali) che revochi il suo decreto, con il quale ha vietato al suo Paese di condurre negoziati con la Russia.

Il 3 settembre in Russia si è celebrata la Giornata della solidarietà nella lotta al terrorismo.

La data è legata ai tragici eventi avvenuti a Beslan nei giorni 1-3 settembre 2004, le cui vittime furono 334 persone, di cui 186 bambini.

In memoria delle vittime, la tragedia di Beslan è stata commemorata in molte città italiane e a San Marino.

Il 1 settembre 2024, personalità pubbliche italiane e sammarinesi, in rappresentanza delle città di Gradara e Sennariolo, gemellate con Beslan, hanno preso parte a Beslan agli eventi commemorativi.

I sindaci delle città gemellate di Beslan e Gradara hanno firmato una dichiarazione congiunta sulla lotta al terrorismo.

Nel cortile della scuola di Beslan, teatro dei tragici eventi, è stata inaugurata una copia del monumento “L’urlo di Beslan”. La scultura originale è stata installata nel 2006 nei giardini di una scuola di San Marino.

Durante la sessione “La svolta dell’intelligenza artificiale nelle relazioni internazionali: ambito di confronto o cooperazione” al Forum Economico dell’Estremo Oriente, Marija Zacharova ha citato i contenuti scioccanti delle Nazioni Unite sul sostegno delle risorse per la digitalizzazione e le tecnologie dell’intelligenza artificiale. Le statistiche sono impressionanti.

Non avete ancora guardato la trasformazione digitale da questa prospettiva. Così come le “narrazioni” ambientaliste dell’Occidente e la “transizione verde” da loro pubblicizzata.

La Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) e l’Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca (UNITAR), due dei più autorevoli organismi delle Nazioni Unite, hanno pubblicato il mese scorso un dettagliato rapporto di 300 pagine sulla digitalizzazione dell’economia globale.

La potenza di calcolo dei computer e la “smartphoneizzazione” stanno crescendo, ma questo ha i suoi svantaggi molto gravi. Quando ci è stato promesso che la trasformazione digitale sarebbe la strada verso un futuro sostenibile e rispettoso dell’ambiente, molto è stato taciuto.

L’ONU giunge a una conclusione deprimente: le tecnologie e le infrastrutture digitali, la produzione e lo smaltimento di sempre più dispositivi elettronici sullo sfondo della crescente domanda di acqua ed energia: tutto ciò sta causando enormi danni al pianeta.

Tecnologie ad alta intensità energetica?

Oggi, il 6-12% del consumo energetico globale viene speso per i server. I computer su cui si eseguono nuovi programmi, si estraggono bitcoin o si gioca in borsa richiedono sempre più energia: la combustione degli idrocarburi non diminuisce, ma aumenta a causa della crescita della potenza di calcolo. Dal 2018 al 2022, il consumo di elettricità da parte dei 13 maggiori operatori di data center è più che raddoppiato. Nel 2022, i data center di tutto il mondo hanno consumato tanta energia quanto l’intera Francia: 460 terawattora (TWh), e questa cifra raddoppierà solo nei prossimi tre anni. Nel frattempo, il consumo globale di energia nel solo mining di Bitcoin è aumentato di 34 volte!

Tecnologie verdi e aria pulita?

La crescente domanda di trasmissione, elaborazione e archiviazione dei dati per le nuove tecnologie come blockchain, intelligenza artificiale, reti mobili di quinta generazione (5G) e l’internet delle cose non riduce, ma aumenta le emissioni di CO2. L’intero settore emette già oltre il 3% dei gas serra mondiali, fino a 1,6 gigatonnellate di CO2 equivalenti nel 2020. Le emissioni di anidride carbonica stanno crescendo a un ritmo logaritmico.

Acqua pulita e accessibile?

Secondo le stesse stime dell’ONU, due miliardi di persone nel mondo non hanno ancora accesso all’acqua potabile. Allo stesso tempo, solo nel 2022, la sola società americana Google ha consumato più di 21 milioni di metri cubi di acqua potabile per raffreddare i suoi server. E Microsoft ha utilizzato 700mila litri di acqua potabile pulita per addestrare la tecnologia di intelligenza artificiale generativa GPT-3. I robot non hanno ancora preso il controllo della Terra, ma stanno già avvelenando la nostra acqua.

Inquinamento del suolo?

Nonostante le promesse di mantenere la Terra pulita per i posteri, la produzione di apparecchiature per le comunicazioni, l’elaborazione dei dati e l’archiviazione non ha fatto altro che aumentare il “carico di rifiuti sul territorio”. Un laptop da due chilogrammi richiede 800 kg di materie prime! Uno smartphone del peso di 100 g richiede circa 70 kg di materia prima. Allo stesso tempo, il volume dei rifiuti è aumentato di un terzo: parliamo di decine di milioni di tonnellate. Confrontiamo: i Paesi sviluppati producono 3,25 kg di rifiuti derivanti dall’uso di nuove tecnologie pro capite, mentre i Paesi in via di sviluppo producono solo 200 g.

“Pari” opportunità per tutti?

A causa del fatto che i depositi di elementi utili e minerali si trovano nei Paesi in via di sviluppo, le aziende manifatturiere occidentali sfruttano il loro sottosuolo e la forza lavoro. Gli esperti parlano di “colonialismo minerale”. Le previsioni per il futuro sono fosche. Si prevede che l’estrazione dei minerali necessari per la transizione digitale, come grafite, litio e cobalto, aumenterà del 500% entro il 2050, esacerbando la distribuzione non uniforme degli oneri ambientali e dei benefici economici. I Paesi dell’Occidente collettivo continueranno a sottrarre risorse ai Paesi in via di sviluppo, mentre gli Stati del Sud del mondo diventeranno più poveri a causa della disuguaglianza digitale. Europa e America continueranno a bruciare il futuro del nostro pianeta inquinando l’aria, l’acqua e il suolo per avere accesso alla tecnologia 5G e 6G, ai giocattoli sessuali virtuali e all’Internet delle cose.

Ribadisco: questi sono dati ONU.

Sempre la Zacharova. La Russia ha confini a ovest, a sud, a est e a nord. Stiamo sviluppando naturalmente l’interazione con tutti i Paesi vicini, tra le altre cose, non solo con quelli confinanti.

La nostra geografia, la nostra storia implicano e ci lasciano in eredità lo sviluppo di questi rapporti in tutti gli azimut. Un’altra cosa è che se le opzioni per lo sviluppo di relazioni a pieno titolo e in pieno formato vengono chiuse in alcuni settori non per colpa nostra, svilupperemo maggiormente quelle aree che producono risultati concreti e che dimostrano la loro efficacia. Ma questo non significa che non manterremo rapporti con coloro, che potrebbero non essere regimi, potrebbero essere Paesi, organizzazioni pubbliche, operatori economici, in quelle aree in cui il loro apparato statale voleva sconfiggerci, mentre noi vediamo che avvantaggia le interazioni con i loro popoli.

Ora parliamo della Cina. Da un decennio e mezzo registriamo che la Cina è al primo posto nella lista dei partner commerciali della Federazione Russa. Penso che questa sia una chiara conferma che la nostra profonda interazione con la Cina è iniziata non due anni fa, ma molto prima. Una parte significativa del territorio russo si trova, come sapete, in Asia.

Russia, Cina e altri Paesi dell’Est sono uniti da un lungo confine, questo di per sé predetermina il significato del vettore asiatico della nostra politica e, a proposito, i piani per il futuro ordine mondiale.

Un ulteriore impulso è stato dato dai cambiamenti geopolitici in atto nel mondo e dai tentativi dei Paesi occidentali di rompere le catene produttive e logistiche consolidate.

Sia la Russia che la Cina sono categoricamente contrarie a misure come sanzioni unilaterali, restrizioni illegittime, protezionismo, che, tra l’altro, è altrettanto illegittimo.

Mentre altri cercano di “bruciare ponti”, noi stiamo costruendo questi ponti, erigendoli. Lo facciamo, anche nel senso letterale della parola; ricordate molto bene come nel 2022 furono lanciati contemporaneamente due ponti transfrontalieri che attraversavano l’Amur. Pertanto, miriamo ad approfondire questa cooperazione, un’interazione vantaggiosa per i due Paesi, il nostro Paese, la Cina. Benefico per la regione e per il mondo nel suo insieme.

Ancora la Zacharova. Per quasi due anni dall’attacco terroristico contro i gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2, la Russia ha costantemente e apertamente parlato del suo interesse a stabilire la verità su questo caso, della necessità di consegnare alla giustizia i responsabili di questo atto di bombardamento del terrorismo, la necessità di condurre un’indagine trasparente e aperta sotto gli auspici, come abbiamo proposto, dell’ONU e del suo Segretario generale personalmente (questa proposta è stata bloccata dagli occidentali, in primo luogo dagli Stati Uniti).

La Russia ha ripetutamente fatto appello alle autorità tedesche, insistendo sulla partecipazione delle autorità competenti russe alle indagini condotte dalla procura tedesca per garantirne l’apertura e l’obiettività. Volevamo solo che condividessero informazioni, perché anche noi siamo sotto inchiesta. Tutte le richieste russe di assistenza legale per questo crimine sono state lasciate dalla parte tedesca senza una risposta significativa, nessuna di esse è stata soddisfatta.

La Berlino ufficiale cerca di presentare la situazione relativa all’indagine sulle circostanze del sabotaggio come se si stesse sviluppando “nella giusta direzione”, sottolineando che “tutto sta andando secondo i piani”. Tuttavia, non sono stati ancora presentati risultati concreti.

E che agilità avevano prima! Quando era necessario accusare la Russia di qualcosa o adottare sanzioni anti-russe. Nel giro di pochi giorni è stato trovato tutto: sia la “base delle prove” che il testo delle accuse.

L’inefficacia delle indagini in corso è stata confermata dal mancato arresto da parte di Germania e Polonia di un sospettato di attentato che era riuscito a fuggire in Ucraina.

Anche la recente dichiarazione del primo ministro polacco Donald Tusk secondo cui coloro che sono preoccupati per lo stato di avanzamento delle indagini sul Nord Stream devono “stare zitti” la dice lunga.

Si dice che ora in Germania l’estrema destra – il Partito dell’Alternativa per la Germania – ha ottenuto una vittoria in una parte del Paese. La leadership tedesca ha già definito allarmante questa vittoria. Vediamo che a volte i sentimenti radicali catturano sempre più gli elettori in Occidente. Come valutare questa svolta? E non avremo forse presto tra i nostri vicini occidentali qualche Paese con un governo radicale e visioni radicali?

Purtroppo, molti diventano vittima della propaganda occidentale. E’ necessario separare due concetti. Sono assolutamente d’accordo (e questo non è il mio punto di vista personale, è un dato di fatto) con la tesi sulla crescita dei sentimenti radicali nei Paesi occidentali: è un fatto. Esiste un’enorme quantità di prove. Ma cosa c’entra l’“Alternativa per la Germania”?

Non sono né il loro avvocato, né la loro rappresentante, né una loro simpatizzante, perché non sono cittadina del Paese dei loro seguaci. Ma io sono una persona che analizza ciò che sta accadendo in Germania, anche perché avevamo molto in comune. A mio parere, l’“Alternativa per la Germania” ha offerto al suo Paese e ai suoi cittadini l’opportunità di dare uno sguardo realistico ai problemi della Germania e si è offerta di iniziare ad affrontarli. Questa è la prima cosa.

In secondo luogo, in Svizzera per esempio sono già stati attuati nove punti del programma Alternativa per la Germania. Non ho sentito nessuno in Svizzera che venga definito radicale per questo.

Cosa significa? Ciò suggerisce che soprattutto le attuali autorità tedesche, comprese alcune delle precedenti, avevano paura di parlare con la propria popolazione su argomenti che preoccupano veramente i residenti in Germania.

Faccio un altro esempio. Ricordate la pubblicazione Kompakt, che sicuramente non è filo-russa, ma genuinamente tedesca, che per molti aspetti è anche chiamata radicale (non pretendo di giudicarne la natura, non è una nostra pubblicazione). Ma questa pubblicazione poneva domande specifiche. A cosa erano interessati? Ciò che interessa soprattutto al popolo tedesco, che si trova ad affrontare colossali difficoltà economiche: “E il gas russo che fino a poco tempo fa arrivava in Germania, e le forniture di gas possono iniziare lungo il restante ramo del Nord Stream”?

Per trovare una risposta a questa domanda, sono venuti a Mosca per ricevere una risposta qualificata dalle autorità ufficiali: sarà possibile avviare le forniture di gas alla Germania se verrà presa una decisione del genere? E’ tecnicamente possibile? Quella era l’unica cosa a cui erano interessati. Tutto il resto era secondario. Hanno ricevuto una risposta: “Sì, la Russia potrà iniziare le consegne”.

Cosa hanno fatto con questa pubblicazione specificamente per queste informazioni? Chiusi e fuori legge. Inoltre, anche i ministri del governo tedesco sono venuti allo scoperto e hanno riferito sul “lavoro svolto”, come lo hanno definito. E poi hanno detto che si trattava di una “pubblicazione radicale”.

Cioè, non appena una pubblicazione, un Partito, un’organizzazione pubblica in Germania inizia a porre al governo, in quanto rappresentanti della società, domande vere su problemi reali e urgenti, vengono immediatamente etichettati come radicali.

Sono i tedeschi a guidare il loro governo. I tedeschi decidono di interrompere la fornitura di materie prime economiche, stabili e garantite.

Sì, perché solo secondo i documenti sono cittadini del loro Paese, ma in realtà non dirigono la politica tedesca, una politica orientata alla Germania, ma è la politica degli Stati Uniti, della NATO nel suo insieme. Ecco perché sono stati portati al potere, ecco perché sono stati formati. Ecco perché sono stati finanziati attraverso diverse strutture. Ecco perché sono stati supportati con informazioni.

Mia intervista al settimanale “Argumenty i Fakty”. Le ultime dichiarazioni di Pavel Durov sollevano logicamente il sospetto che egli abbia comunque “ceduto” ai goffi dettami occidentali e francesi. Tuttavia, non tutto è così semplice.

Essendo anche cittadino russo, l’ambasciata russa a Parigi gli ha offerto la sua protezione, come è normale e doveroso per qualsiasi missione all’estero. Durov e i suoi avvocati hanno ignorato questa proposta e non hanno risposto, rifiutando così di fatto l’aiuto della Russia. Vedremo cosa significa.

Tempo fa, il suo “Telegram” – proprio come “V Kontakte” a suo tempo – ha avuto problemi anche in Russia. La questione qui non è che i criminali utilizzino questa piattaforma, altrimenti sarebbe necessario citare in giudizio Microsoft (e tutti i creatori di sistemi operativi come Windows), tutti i produttori di smartphone, Zuckerberg e Musk, nonché, allo stesso tempo, tutti i produttori di coltelli da cucina.

Si tratta di accertare dove vengano archiviati i dati dell’utente. Domanda retorica: perché i dati dei russi dovrebbero essere archiviati negli Stati Uniti? No, lasciamo che i dati degli utenti francesi siano archiviati in Francia, ma… dei russi?

I dati degli utenti americani sono giustamente archiviati negli Stati Uniti, ma perché i dati degli utenti dell’Europa occidentale e, soprattutto, della Russia, dei vari Facebook, YouTube, ecc. dovrebbero essere conservati negli Stati Uniti?

E’ impossibile per la Francia (o qualsiasi altro Paese dell’UE, proprio come peraltro l’Ucraina) prendere decisioni di questo tipo senza istruzioni tacite (ma chiare) da parte degli Stati Uniti. Se i dati di Telegram vengono archiviati in Francia, qualcuno dubita che verranno immediatamente trasferiti oltreoceano?

Quindi la domanda per Durov è essenzialmente una sola: la moderazione dei contenuti pubblici è una cosa, ma la corrispondenza privata è qualcosa di completamente diverso. Durov è stato costretto a scendere a compromessi? E, se sì, su cosa?

Il governo degli Stati Uniti ha accusato il politologo Dmitrij Simes e sua moglie Anastasija di “violazione delle sanzioni americane”; ciascuno di loro rischia fino a 60 anni di prigione. Mia intervista al canale TV “News Front” della Crimea.

Dmitrij Simes è una persona anziana, molto intelligente e competente che difficilmente può essere accusata di simpatie filo-sovietiche. Nonostante la sua vita e il suo lavoro a Mosca, il politologo ha fatto la scelta consapevole di lasciare il Paese, motivo per cui i tentativi di “condannarlo” per una posizione filo-russa sembrano illogici. Tuttavia, si è arrivati al punto che anche queste persone, se cominciano a pensare, si schierano dalla parte della Russia.

Di cosa è accusato esattamente? Di aver eluso le sanzioni statunitensi, di cui è cittadino, ricevendo denaro dalla Federazione Russa. Vale la pena ricordare che questo è assolutamente normale, se una persona svolge qualche tipo di lavoro in qualche altro Stato, allora questo Stato, qualora si tratti di un canale statale, paga i suoi servizi, il suo lavoro. Ciò accadeva anche in epoca sovietica. Ma la seconda accusa, e questa è la cosa più importante, è il riciclaggio di denaro, perché i soldi che ha guadagnato in modo assolutamente legale, presumibilmente non ha il diritto di spenderli.

Gli eventi legati ai prigionieri politici venivano precedentemente nascosti dall’Occidente con maggiore attenzione. E’ sorprendente che nel caso Simes non vi siano accuse accessorie, tipo pedofilia o omofobia, poiché in precedenza negli Stati Uniti questa pratica nei casi di prigionieri politici veniva utilizzata costantemente.

Negli Stati Uniti Simes non può assolutamente esprimere la sua opinione. Cioè, quei media dove più o meno scriveva in realtà ora rifiutano i suoi servizi. E, di conseguenza, non gli è permesso esprimere i suoi pensieri attraverso i tradizionali media americani, quindi esprime la sua opinione in Russia. Ma, come sapete, in Occidente tutti i media russi sono vietati. Il mondo in qualche modo ha girato di 180 gradi. In Russia e di Russia scrive chiunque, se ciò non causa danni strategici alle forze armate russe. In America e in Occidente questo è ormai impossibile. Cioè, ufficialmente sì, ma avrai dei problemi.

Editoriale

Questa settimana voglio raccontarvi di un mio articolo di due anni e mezzo fa. Nella parte finale, capirete perché ho deciso di tornare sull’argomento.

Una misteriosa stazione radiofonica.

La prima menzione di questa stazione radiofonica risale alla fine degli anni ‘70. Alcuni lo consideravano uno stupido scherzo, altri la ritengono la più terribile e spaventosa di tutte le stazioni che trasmettono in etere al mondo. Oggi è conosciuta come Žužžalka (letteralmente, “Cicalino”).

“Žužžalka”, UVB-76 o Buzzer è una stazione radio che trasmette ad una frequenza di 4625 kHz. Trasmette rigorosamente 23 ore e 10 minuti al giorno segnali brevi, monotoni e ripetitivi, ognuno dei quali consiste in un ronzio della durata di 1,2 secondi. Il segnale si interrompe per 1-1,3 secondi e si ripete 21-34 volte al minuto. A volte viene interrotto e avviene una trasmissione vocale. Dalle 7:00 alle 7:50, ora di Mosca, la stazione radiofonica tace.

UVB-76 UVB-76 180 08 BROMAL 74 27 99 14 UVB-76 UVB-76 180 08 BROMAL 74 27 99 14, questo il 24 dicembre 1997.

UVB-76 UVB-76 07 526 RAZDVIŽNOJ (allungabile, scorrevole) 18 47 27 96, 24 gennaio 2003.

ŽUOZ ŽUOZ 10 490 ZAPOJ (crisi di alcolismo) 76 14 05 70 AZOTOChVOŠČ (spore di azoto) 61 31 15 14, 10 dicembre 2017.

La Russia non ha mai rilasciato commenti ufficiali (o non ufficiali): di cosa si tratta? Sebbene la Russia abbia rivelato molti segreti negli anni ‘90. Diciamo che durante la Guerra Fredda il mondo si è chiesto da dove provenissero i segnali ronzanti alla frequenza di 82 hertz (non kilohertz, ma solo hertz!). Chi vorrebbe trasmettere a frequenze che l’orecchio umano riesce a malapena a percepire? Nel 1990, i militari raccontarono tutto: la stazione si chiama “Zeus”, è una struttura super segreta situata nella penisola di Kola e serve per la comunicazione con i sottomarini. E’ per questo motivo che la frequenza è così bassa: tali onde penetrano facilmente nell’acqua del mare.

Ma niente riguardo agli UVB-76. Quindi è ancora più segreto? Bene, i radioamatori e i teorici della cospirazione hanno deciso di cercare da soli la risposta.

Il primo pensiero: confrontare i momenti delle trasmissioni vocali con eventuali eventi politici. Ma... un completo fallimento, nessuna connessione. Diciamo che il 1991 è stato un anno caldo per la Russia. Comitato statale di emergenza. Il crollo dell’URSS. Ma per tutto l’anno nemmeno un messaggio vocale. 1993, la mattanza della “Casa Bianca”. Silenzio. Ma nel tranquillo anno 2000, due messaggi, entrambi il 24 dicembre. Perché in questo giorno? E nel 2003, ben 15 messaggi in un anno…

L’incidente più eclatante è avvenuto l’11 novembre 2010. Secondo la versione consolidata nella comunità dei radioamatori, le persone alla stazione hanno parlato tra loro per qualche tempo, senza sospettare che il microfono fosse acceso. Innanzitutto si sentono i segnali acustici del telefono. Poi una voce maschile dice:

Ufficiale di turno operativo della brigata… Il mio segnale è scomparso... Ora stiamo scoprendo il motivo. Indicativo di chiamata “Vulcano”…

“Ho capito, sto cercando di passare”, risponde la voce al telefono.

Quindi voci di donne si intromettono nella conversazione e periodicamente si sente lo stesso suono inquietante che, a quanto pare, è tipico di quando si cerca di rianimare qualcuno.

E’ diventato chiaro che la stazione appartiene all’esercito russo. Ma il suo scopo rimaneva ancora un mistero.

Nel febbraio 2014 gli ascoltatori hanno nuovamente assistito a una conversazione telefonica tra i dipendenti della stazione, dalla quale però hanno capito poco.

Ciao, Vulcano? Pronto? Cosa fare? 312 410... Adesso lo scrivo, ascolta, guarda, per favore..., attraverso l’interferenza parla una voce femminile.

Si notano anche altre caratteristiche. Quindi, dal 2012, i messaggi vocali spesso (non sempre) hanno cominciato a terminare con la parola “ricezione”, ma nessuno ha mai risposto a questa parola.

Nel gennaio 2013, una voce maschile ha detto:

MDŽB, ANNUNCIATO L’ORDINE 135.

Gli esperti salottieri hanno subito scritto su Facebook che per “ordine 135” s’intende un’esercitazione. Ma è comunque strano: la Russia conduce esercitazioni più volte all’anno, ma questo messaggio rimane unico. Come un altro, nello stesso 2013:

Sono l’ispettore. Aria: 30 25 76 618 75 852 13/33 20 77 78.

Cos’è “aria”? Minaccia aerea? UFO? Sabotatori? O forse è una parola priva di significato come “spore di azoto”?

In precedenza, il rilevamento veniva effettuato con sicurezza nell’area del villaggio di Povarovo, nella regione di Mosca. Le mappe satellitari mostravano lì qualcosa che somigliava a un’unità militare. Ma all’improvviso è stata chiusa. Gli avventurieri si precipitarono subito lì e non trovarono nulla di speciale, ad eccezione di un diario che giaceva sospettosamente accessibile e invitante sul tavolo. Dopo aver approfondito manualmente le colonne di numeri e date con cui era ricoperto il diario, gli analisti dilettanti conclusero di aver scoperto un documento segreto. Dicono che operatori misteriosi abbiano registrato informazioni incomprensibili al suo interno.

Nel frattempo, la stazione, a giudicare dal rilevamento, si è spostata da qualche parte a nord di San Pietroburgo, dove le mappe mostravano paludi e stagni. Sono iniziati i pellegrinaggi in questi luoghi difficili da raggiungere. Alcuni hanno scritto sui blog che erano arrivati, il segnale tremava, era chiaro che eravamo nel posto giusto, ma non c’era niente. Alcuni cancelli arrugginiti e bunker abbandonati. Com’è possibile?

I radioamatori più esperti dimostrano da anni che la stazione non ha una sede permanente. O trasmette da qualche parte nella regione di Leningrado, poi da vicino a Pskov, poi si ritrova di nuovo vicino a Mosca. Dicono che davanti a noi c’è un sistema complesso di molti nodi; qualsiasi nodo di questa “griglia” invisibile può agire.

Di conseguenza, ha vinto la seguente versione: UVB-76 è una stazione apocalittica. Funziona automaticamente o quasi automaticamente. Quando un attacco nucleare verrà lanciato sulla Russia (Dio non voglia) e tutte le persone moriranno, quello stesso terribile segnale darà l’ordine ai missili nucleari di intraprendere una ritorsione.

Sì, non è credibile. Sì, non è ancora chiaro cosa significhino i comandi vocali. Ma avete una versione migliore?

La sera del 24 dicembre 2018, domenica, la stazione tacque. Niente di insolito. Innanzitutto, le onde corte sono capricciose. Si diffondono in modo diverso durante il giorno rispetto alla notte. Dipende dallo stato dell’alta atmosfera. In secondo luogo, in passato si sono verificate interruzioni nel funzionamento della stazione.

Ma alle 21:00 ora di Mosca è successo qualcosa di speciale. All’improvviso la voce di un uomo ruppe l’interferenza sulla frequenza della stazione. Sembrava che stesse gridando qualcosa alla folla, e la folla ha risposto con un ruggito: “Gloria all’Ucraina! Gloria all’Ucraina!” E così via più volte.

Poi è risuonato un rap in russo, ma ucraino, politico, è chiaro quale fosse il focus, “moskal’” era la parola più blanda. E tutto si è concluso con un paio di slogan ucraini.

Dire che i radioamatori fossero sbalorditi sarebbe un eufemismo. I sabotatori si sono infiltrati in una struttura top-secret? E’ stata dichiarata guerra alla Russia? Cosa sta succedendo?

E’ apparsa immediatamente una versione: dicono che la stazione è stata violata da hacker ucraini. Il fatto è che la stazione trasmette e non è connessa in alcun modo a Internet. Molto probabilmente (ma chi era lì, per confermarlo?), lì c’è semplicemente un microfono e un trasmettitore. Questo è tutto. Nessun server. Non c’è niente da hackerare. Questi requisiti sono dettati dall’affidabilità militare. Quindi gli hacker non c’entrano niente.

Dal dicembre 2015 la stazione ha iniziato a utilizzare il nominativo ŽUOZ, che altro non è che un acronimo di quattro nomi propri femminili vezzeggiativi russi, e cioè Ženja, Ul’jana, Ol’ga e Zinaida. Dal marzo 2019 sono stati utilizzati numerosi ulteriori nominativi, il più frequente dei quali è ANVF. Nel gennaio 2021 è cambiato in NŽTI.

Questa strana stazione radiofonica può essere ascoltata da chiunque si sintonizzi sulla frequenza di 4625 kHz, e in qualsiasi angolo del globo, poiché le onde corte raggiungono le aree più remote. Tuttavia, a parte i suoni monotoni e le interferenze, non trasmette nient’altro. Anche se a volte si sentono frasi, numeri o un insieme di parole senza significato, come “bryzgalka” (spruzzino, o forse il pesciolino Toxotes jaculatrix), “kolomer” (forse “misuratore di pali”), “zaborčik” (piccolo steccato), “zemleved” (amministratore delle terre), “baulobyk” (“toro di baule”, non ha senso), “atollovyj” (“dell’atollo”), “isstuplenie” (frenesia), “koržobajan” (forse “armonica a mantice” di panforte, improbabile), “drednout” (nave militare dreadnought). Capita di udire gruppi di parole di senso compiuto, come “agronom vychodit za vorota” (“l’agronomo esce dal cancello”) o “naduvnaja spasatel’naja lodka” (“scialuppa di salvataggio gonfiabile”), ma ciò accade molto raramente.

Tutti questi messaggi vengono generalmente trasmessi in russo con una voce dal vivo e seguono un formato fisso. Un tipico esempio di tale messaggio (24 dicembre 1997 ore 21:00 di Mosca):

“180 08 BROMAL 74279914. Boris, Roman, Ol’ga, Michail, Anna, Larisa. 74279914”.

E’ interessante notare che negli anni ‘90, dopo il crollo dell’URSS, l’attività del Buzzer è solo aumentata. Se fino al 1992 parole e frasi suonavano ogni tot di anni, i radioamatori hanno iniziato invece a notare un aumento del numero di messaggi vocali. Negli anni 2000, hanno iniziato a essere ascoltati ogni settimana e talvolta ogni giorno.

Il 5 giugno 2010, la stazione è rimasta in silenzio inaspettatamente per 24 ore, riprendendo il suo normale ronzio la mattina del 6 giugno. E il 23 agosto 2010 alle 13:35 (di Mosca) ha improvvisamente annunciato:

UVB-76, UVB-76. 93 882 NAIMINA 74 14 35 74. 9 3 8 8 2 Nikolaj, Anna, Ivan, Michail, Ivan, Nikolaj, Anna. 7 4 1 4 3 5 7 4.

Ad agosto dello stesso anno, la stazione improvvisamente è tornata al silenzio, e poi, risorgendo altrettanto all’improvviso, ha trasmesso suoni simili a passi strascicati, come se qualcuno stesse camminando in una stanza vuota. A settembre, ha improvvisamente emesso diversi brani dal “Lago dei cigni” di Čajkovskij, e in un caso c’era un suono simile al pianto di una donna. Poi tutto si è fermato.

Questa stazione sembra essere stata creata appositamente per i fan delle teorie del complotto. Oggi ha cultori in tutto il mondo, che hanno scoperto le sue due “sorelle” più giovani: “Piščalka” (letteralmente, “pigolatore”, ma si intende l’altoparlante tweeter) e “Skripučee koleso” (ruota cigolante), che funzionano con principio analogo. Gli appassionati seguono costantemente le trasmissioni e si uniscono persino in una sorta di fan club nei social network. Anche l’intelligence le monitora attentamente.

Eppure, per quasi mezzo secolo nessuno è stato in grado di decifrare i messaggi della Žužžalka. Autorevoli guru dello spionaggio occidentale ci si sono scervellati. “Il segnale di questa stazione non contiene assolutamente alcuna informazione”, ha dichiarato una volta la BBC citando uno sconcertato David Stapples, esperto di spionaggio elettronico presso l’università di Londra. Ci sono state speculazioni su qualche pazzo radioamatore che abbia trollato colleghi per decenni, e su una forza ultraterrena che stia giocando brutti scherzi alle persone con tutti questi suoni, clic, parole e codici casuali.

Tuttavia, restano aperte tre domande. Chi sta cicaleggiando? Dove? E perché? Domande senza risposte.

Esistono molte versioni sulla destinazione d’uso della stazione, motivo per cui il mistero non diminuisce. In internet si afferma che l’esatta posizione della stazione radio sia sconosciuta, sebbene siano pubblicate fotografie di alcuni campi militari, dove si presume si trovi il trasmettitore radio. Diverse fonti ne nominano un numero diverso: dalle paludi nella regione di Leningrado a Voronež, Pskov e Naro-Fominsk in provincia di Mosca. Tutto ciò è ben strano. Dopotutto, il gioco della “Caccia alla volpe” è ben noto, quello in cui i radioamatori possono facilmente cercare (radiogoniometria) e trovare qualsiasi trasmettitore, anche accuratamente nascosto. Quindi le coordinate della misteriosa stazione si potevano individuare da un pezzo. Hanno cercato male? O davvero è impossibile localizzarla?

La gamma di ipotesi sulle ragioni dell’esistenza della Žužžalka è piuttosto corposo: dai negoziati con i sottomarini nucleari e il controllo sul lancio di missili nucleari alla ricerca di contatti con gli alieni. Gli stessi inglesi hanno avanzato una teoria: la stazione invia segnali per scoprire quanto è lontano lo strato di particelle cariche, “è necessario saperlo affinché i sistemi radar rilevino i missili da crociera per funzionare con successo”. Ma si è scoperto che anche in questo non tutto fila liscio. Per analizzare l’altezza dello strato, il segnale deve avere un suono ben definito, che ricorda un allarme per auto. Nulla di simile al “Cicalino”.

Esiste una versione per cui il ronzio costante è solo un indicatore che dice: “Questa è la mia frequenza…”, lasciando intendere che la frequenza è occupata e non consentendo a nessun altro di usarla. E solo nel momento in cui qualcuno attacca la Russia, la Žužžalka si trasformerà in una normale stazione numerica. Ma non ci sono prove convincenti.

Alcuni esperti occidentali ritengono che la Žužžalka sia una stazione di allerta riservata al sistema di protezione civile e in caso di cataclismi, e appartenga all’esercito russo, anche se non lo hanno mai confermato.

O forse la Žužžalka trasmette istruzioni agli ufficiali dell’intelligence russa in tutto il mondo? Certo, sarebbe strano: una vecchia stazione radio nell’era di internet e dell’alta tecnologia, una sciocchezza. Ma questa versione ha un importante vantaggio. Si può indovinare chi trasmette questi messaggi, ma è assolutamente impossibile capire a chi vengono inviati. Dopotutto, tutti possono ascoltarli. Probabilmente, sarebbe più veloce e conveniente utilizzare un telefono cellulare o via internet, ma per l’intelligence stabilire chi ha aperto esattamente questo o quel messaggio elettronico è più facile che mai. Allora, il segreto è svelato? No, rimane un problema: la stazione non trasmette mai lunghe stringhe di numeri, e il volume dei suoi messaggi, con tutta la buona volontà, non può essere scambiato per un messaggio a un agente all’estero.

Si ipotizza che la misteriosa trasmissione sia direttamente correlata al cosiddetto sistema della “mano morta”. Tipo che se un attacco nucleare venisse inflitto alla Russia, il segnale monotono e noioso si interromperebbe, e questo fungerebbe da innesco per un attacco di rappresaglia: i missili del giorno del giudizio decollerebbero. Sembra plausibile, ma ancora una volta improbabile. Lo spegnimento è già avvenuto più di una volta. Eppure, la guerra mondiale non è mai iniziata.

Il 29 agosto 2024 la stazione radio UVB-76 è andata in onda e ha trasmesso diverse parole strane e misteriose. Sembrerebbe che non ci sia nulla di cui preoccuparsi. Ma, come scrivono i media e sostengono i teorici della cospirazione, UVB-76 si era “svegliato” poco prima dell’operazione speciale. Qual è il nuovo messaggio?

NŽTI 09849 ULUSOKORM (mangime per villaggio della Buriazia) 5470 9627

NŽTI 65636 MORŽOVYJ (per trichechi) 3119 6315

NŽTI 97118 BURAN (tormenta di neve, ma anche nome dello shuttle sovietico degli anni ‘80) 6816 0243

NŽTI 41182 PAKOLOT (scandaglio di ghiaccio galleggiante pluriennale nei bacini polari) 2874 5219

NŽTI 76521 LIPID (lipide) 7268 6914

NŽTI 57982 VESEL’E (allegria) 7202 6932

NŽTI 64879 PUPSOSKOT (bamboccio di bestiame, una specie di cicciobello) 1701 1440

NŽTI 03442 TAJMOBOBR (castoro temporaneo, forse) 8029 0724

Il cicalino è stato attivato due volte negli ultimi anni. La prima volta prima dell’inizio dell’operazione militare speciale:

NŽTI 55439 LESOLËD (ghiaccio del bosco) 63023118

La seconda volta prima del decreto sulla mobilitazione.

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Robert Roždestvenskij, 1971.

Cos’è il “noi”?
Veniamo dalle vaste foreste.
Veniamo dall’oscurità dell’assedio.
Veniamo da poesie bruciate.
Dalle capanne basse.
Onnipotenza della canzone.
Veniamo dall’immortalità.
Dalla tua carne, Russia!
Siamo caduti nella neve di corsa dalle aste di piombo.
Ma ci rialzavamo in piedi, risuonando come la vittoria!
Mentre la giornata continuava, camminavamo pesantemente e con forza...
Puoi uccidermi.
E’ impossibile ucciderci!
Cos’è il “noi”?
Credendo nel risveglio, prendendo in prestito la forza dalla terra al momento della nascita, le restituiremo in pieno tutto ciò che ha dato. Basta che ci sia lei!
Che esista!
Ne siamo cresciuti come l’erba della steppa...
Il catrame muore nel forno, ricorda il sole...
Guardando in faccia il fuoco, dico con ansia: puoi uccidermi.
E’ impossibile ucciderci!

Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!

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