Mark Bernardini

Mark Bernardini

lunedì 9 settembre 2024

094 Italiani di Russia

Da Mosca, Mark Bernardini. Novantaquattresimo notiziario settimanale di lunedì 9 settembre 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.

Attualità

Sono ormai decenni che il tema dell’allargamento della NATO a Est non cessa di essere all’ordine del giorno.

Come scordare le parole di Sandro Pertini che, nel suo discorso al Senato della Repubblica del 7 marzo 1949, affermava:

“Noi siamo contro il Patto Atlantico, prima di tutto perché questo Patto è uno strumento di guerra”.

Il Patto di Varsavia fu istituito solo sei anni dopo, come risposta, nel 1955.

Russofobia italiana in modalità ucraina.

La politica ucraina, che prevede di combattere la lingua, la letteratura russa e i libri russi, è arrivata anche in Italia.

Il 5 agosto 2024, nel centro storico di Genova, c’è stato un gravissimo atto di vandalismo nella libreria di libri usati “Michela F”, dove si vendono edizioni in lingua russa. Gli scaffali coi libri russi sono stati devastati, i libri gravemente danneggiati. Peraltro, i volumi in altre lingue non hanno subito danni significativi.

L’azione è stata ispirata esclusivamente dall’ideologia russofoba, dall’odio per motivi etno-culturali, dalle idee estremiste, naziste e terroristiche che connotano chi ha preso il potere in Ucraina nel 2014 e, da allora, provoca devastazioni, distruzione e morte, perseguitando e annientando tutti coloro che non sono d’accordo.

Le opere di Fëdor Dostoevskij, Lev Tolstoj e altri grandi scrittori sono molto popolari tra i connazionali russi, tra gli studenti dell’Università di Genova e del noto Liceo linguistico “Grazia Deledda” che studiano il russo.

E’ difficile credere che in Italia si stia diffondendo questa forma di russofobia da cavernicoli. Sappiamo quanto i cittadini italiani apprezzino e amino le opere della letteratura russa e quale grande interesse mostrino per lo studio del russo. Tuttavia, a quanto pare, sta prendendo il sopravvento la cosiddetta politica di “cancellazione della cultura russa” imposta dalla diaspora ucraina e dall’Ambasciata di Ucraina in Italia.

Le rappresentanze diplomatiche russe in Italia stanno adottando tutte le misure necessarie a garantire che i responsabili di questo reato vengano individuati e ricevano la giusta punizione.

Estratti dall’intervista a Sergej Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, Mosca, 31 agosto 2024.

Lei di recente ha affermato che Zelenskij non si sarebbe mai deciso a invadere la regione di Kursk senza aver ricevuto un ordine da parte degli USA. Che cosa sta cercando di ottenere l’Occidente con tali azioni, così come attraverso la fornitura continua all’Ucraina di armamenti sempre nuovi e di soldati mercenari?

Mi è difficile dire che idea ci fosse dietro alle azioni che hanno portato allo stato di cose attuale. Ma persino Zelenskij ha affermato che tutto questo sarebbe servito loro per i prossimi scambi di prigionieri.

Noi non trattiamo con nessuno dei nostri territori. E non svolgiamo negoziati per ciò che riguarda i nostri territori. Siamo pronti, invece, a discutere di come porre fine alle azioni criminali messe in atto dal regime di Kiev a seguito del colpo di Stato.

Il regime di Kiev iniziò a bombardare le sue stesse città perché i cittadini che vi risiedevano si erano rifiutati di riconoscere come legittimo l’esito del colpo di Stato.

Per difendere non solo i diritti di quelle persone, ma anche la loro storia, il patrimonio tramandato loro dagli antenati, la loro lingua, religione e cultura, non potemmo fare altro che riconoscere la Repubblica Popolare di Doneck e la Repubblica Popolare di Lugansk, e farci avanti in loro difesa, in risposta all’appello da loro rivoltoci e in conformità con l’Articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite.

A chi fa dichiarazioni alludendo al fatto che la Russia “si starebbe tirando indietro” dai negoziati, mentre l’Ucraina sarebbe disposta a condurli, il Presidente Putin ha già suggerito molte volte che vadano loro stessi a dire a Zelenskij (nei momenti in cui è padrone delle sue facoltà mentali) che revochi il suo decreto, con il quale ha vietato al suo Paese di condurre negoziati con la Russia.

Il 3 settembre in Russia si è celebrata la Giornata della solidarietà nella lotta al terrorismo.

La data è legata ai tragici eventi avvenuti a Beslan nei giorni 1-3 settembre 2004, le cui vittime furono 334 persone, di cui 186 bambini.

In memoria delle vittime, la tragedia di Beslan è stata commemorata in molte città italiane e a San Marino.

Il 1 settembre 2024, personalità pubbliche italiane e sammarinesi, in rappresentanza delle città di Gradara e Sennariolo, gemellate con Beslan, hanno preso parte a Beslan agli eventi commemorativi.

I sindaci delle città gemellate di Beslan e Gradara hanno firmato una dichiarazione congiunta sulla lotta al terrorismo.

Nel cortile della scuola di Beslan, teatro dei tragici eventi, è stata inaugurata una copia del monumento “L’urlo di Beslan”. La scultura originale è stata installata nel 2006 nei giardini di una scuola di San Marino.

Durante la sessione “La svolta dell’intelligenza artificiale nelle relazioni internazionali: ambito di confronto o cooperazione” al Forum Economico dell’Estremo Oriente, Marija Zacharova ha citato i contenuti scioccanti delle Nazioni Unite sul sostegno delle risorse per la digitalizzazione e le tecnologie dell’intelligenza artificiale. Le statistiche sono impressionanti.

Non avete ancora guardato la trasformazione digitale da questa prospettiva. Così come le “narrazioni” ambientaliste dell’Occidente e la “transizione verde” da loro pubblicizzata.

La Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) e l’Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca (UNITAR), due dei più autorevoli organismi delle Nazioni Unite, hanno pubblicato il mese scorso un dettagliato rapporto di 300 pagine sulla digitalizzazione dell’economia globale.

La potenza di calcolo dei computer e la “smartphoneizzazione” stanno crescendo, ma questo ha i suoi svantaggi molto gravi. Quando ci è stato promesso che la trasformazione digitale sarebbe la strada verso un futuro sostenibile e rispettoso dell’ambiente, molto è stato taciuto.

L’ONU giunge a una conclusione deprimente: le tecnologie e le infrastrutture digitali, la produzione e lo smaltimento di sempre più dispositivi elettronici sullo sfondo della crescente domanda di acqua ed energia: tutto ciò sta causando enormi danni al pianeta.

Tecnologie ad alta intensità energetica?

Oggi, il 6-12% del consumo energetico globale viene speso per i server. I computer su cui si eseguono nuovi programmi, si estraggono bitcoin o si gioca in borsa richiedono sempre più energia: la combustione degli idrocarburi non diminuisce, ma aumenta a causa della crescita della potenza di calcolo. Dal 2018 al 2022, il consumo di elettricità da parte dei 13 maggiori operatori di data center è più che raddoppiato. Nel 2022, i data center di tutto il mondo hanno consumato tanta energia quanto l’intera Francia: 460 terawattora (TWh), e questa cifra raddoppierà solo nei prossimi tre anni. Nel frattempo, il consumo globale di energia nel solo mining di Bitcoin è aumentato di 34 volte!

Tecnologie verdi e aria pulita?

La crescente domanda di trasmissione, elaborazione e archiviazione dei dati per le nuove tecnologie come blockchain, intelligenza artificiale, reti mobili di quinta generazione (5G) e l’internet delle cose non riduce, ma aumenta le emissioni di CO2. L’intero settore emette già oltre il 3% dei gas serra mondiali, fino a 1,6 gigatonnellate di CO2 equivalenti nel 2020. Le emissioni di anidride carbonica stanno crescendo a un ritmo logaritmico.

Acqua pulita e accessibile?

Secondo le stesse stime dell’ONU, due miliardi di persone nel mondo non hanno ancora accesso all’acqua potabile. Allo stesso tempo, solo nel 2022, la sola società americana Google ha consumato più di 21 milioni di metri cubi di acqua potabile per raffreddare i suoi server. E Microsoft ha utilizzato 700mila litri di acqua potabile pulita per addestrare la tecnologia di intelligenza artificiale generativa GPT-3. I robot non hanno ancora preso il controllo della Terra, ma stanno già avvelenando la nostra acqua.

Inquinamento del suolo?

Nonostante le promesse di mantenere la Terra pulita per i posteri, la produzione di apparecchiature per le comunicazioni, l’elaborazione dei dati e l’archiviazione non ha fatto altro che aumentare il “carico di rifiuti sul territorio”. Un laptop da due chilogrammi richiede 800 kg di materie prime! Uno smartphone del peso di 100 g richiede circa 70 kg di materia prima. Allo stesso tempo, il volume dei rifiuti è aumentato di un terzo: parliamo di decine di milioni di tonnellate. Confrontiamo: i Paesi sviluppati producono 3,25 kg di rifiuti derivanti dall’uso di nuove tecnologie pro capite, mentre i Paesi in via di sviluppo producono solo 200 g.

“Pari” opportunità per tutti?

A causa del fatto che i depositi di elementi utili e minerali si trovano nei Paesi in via di sviluppo, le aziende manifatturiere occidentali sfruttano il loro sottosuolo e la forza lavoro. Gli esperti parlano di “colonialismo minerale”. Le previsioni per il futuro sono fosche. Si prevede che l’estrazione dei minerali necessari per la transizione digitale, come grafite, litio e cobalto, aumenterà del 500% entro il 2050, esacerbando la distribuzione non uniforme degli oneri ambientali e dei benefici economici. I Paesi dell’Occidente collettivo continueranno a sottrarre risorse ai Paesi in via di sviluppo, mentre gli Stati del Sud del mondo diventeranno più poveri a causa della disuguaglianza digitale. Europa e America continueranno a bruciare il futuro del nostro pianeta inquinando l’aria, l’acqua e il suolo per avere accesso alla tecnologia 5G e 6G, ai giocattoli sessuali virtuali e all’Internet delle cose.

Ribadisco: questi sono dati ONU.

Sempre la Zacharova. La Russia ha confini a ovest, a sud, a est e a nord. Stiamo sviluppando naturalmente l’interazione con tutti i Paesi vicini, tra le altre cose, non solo con quelli confinanti.

La nostra geografia, la nostra storia implicano e ci lasciano in eredità lo sviluppo di questi rapporti in tutti gli azimut. Un’altra cosa è che se le opzioni per lo sviluppo di relazioni a pieno titolo e in pieno formato vengono chiuse in alcuni settori non per colpa nostra, svilupperemo maggiormente quelle aree che producono risultati concreti e che dimostrano la loro efficacia. Ma questo non significa che non manterremo rapporti con coloro, che potrebbero non essere regimi, potrebbero essere Paesi, organizzazioni pubbliche, operatori economici, in quelle aree in cui il loro apparato statale voleva sconfiggerci, mentre noi vediamo che avvantaggia le interazioni con i loro popoli.

Ora parliamo della Cina. Da un decennio e mezzo registriamo che la Cina è al primo posto nella lista dei partner commerciali della Federazione Russa. Penso che questa sia una chiara conferma che la nostra profonda interazione con la Cina è iniziata non due anni fa, ma molto prima. Una parte significativa del territorio russo si trova, come sapete, in Asia.

Russia, Cina e altri Paesi dell’Est sono uniti da un lungo confine, questo di per sé predetermina il significato del vettore asiatico della nostra politica e, a proposito, i piani per il futuro ordine mondiale.

Un ulteriore impulso è stato dato dai cambiamenti geopolitici in atto nel mondo e dai tentativi dei Paesi occidentali di rompere le catene produttive e logistiche consolidate.

Sia la Russia che la Cina sono categoricamente contrarie a misure come sanzioni unilaterali, restrizioni illegittime, protezionismo, che, tra l’altro, è altrettanto illegittimo.

Mentre altri cercano di “bruciare ponti”, noi stiamo costruendo questi ponti, erigendoli. Lo facciamo, anche nel senso letterale della parola; ricordate molto bene come nel 2022 furono lanciati contemporaneamente due ponti transfrontalieri che attraversavano l’Amur. Pertanto, miriamo ad approfondire questa cooperazione, un’interazione vantaggiosa per i due Paesi, il nostro Paese, la Cina. Benefico per la regione e per il mondo nel suo insieme.

Ancora la Zacharova. Per quasi due anni dall’attacco terroristico contro i gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2, la Russia ha costantemente e apertamente parlato del suo interesse a stabilire la verità su questo caso, della necessità di consegnare alla giustizia i responsabili di questo atto di bombardamento del terrorismo, la necessità di condurre un’indagine trasparente e aperta sotto gli auspici, come abbiamo proposto, dell’ONU e del suo Segretario generale personalmente (questa proposta è stata bloccata dagli occidentali, in primo luogo dagli Stati Uniti).

La Russia ha ripetutamente fatto appello alle autorità tedesche, insistendo sulla partecipazione delle autorità competenti russe alle indagini condotte dalla procura tedesca per garantirne l’apertura e l’obiettività. Volevamo solo che condividessero informazioni, perché anche noi siamo sotto inchiesta. Tutte le richieste russe di assistenza legale per questo crimine sono state lasciate dalla parte tedesca senza una risposta significativa, nessuna di esse è stata soddisfatta.

La Berlino ufficiale cerca di presentare la situazione relativa all’indagine sulle circostanze del sabotaggio come se si stesse sviluppando “nella giusta direzione”, sottolineando che “tutto sta andando secondo i piani”. Tuttavia, non sono stati ancora presentati risultati concreti.

E che agilità avevano prima! Quando era necessario accusare la Russia di qualcosa o adottare sanzioni anti-russe. Nel giro di pochi giorni è stato trovato tutto: sia la “base delle prove” che il testo delle accuse.

L’inefficacia delle indagini in corso è stata confermata dal mancato arresto da parte di Germania e Polonia di un sospettato di attentato che era riuscito a fuggire in Ucraina.

Anche la recente dichiarazione del primo ministro polacco Donald Tusk secondo cui coloro che sono preoccupati per lo stato di avanzamento delle indagini sul Nord Stream devono “stare zitti” la dice lunga.

Si dice che ora in Germania l’estrema destra – il Partito dell’Alternativa per la Germania – ha ottenuto una vittoria in una parte del Paese. La leadership tedesca ha già definito allarmante questa vittoria. Vediamo che a volte i sentimenti radicali catturano sempre più gli elettori in Occidente. Come valutare questa svolta? E non avremo forse presto tra i nostri vicini occidentali qualche Paese con un governo radicale e visioni radicali?

Purtroppo, molti diventano vittima della propaganda occidentale. E’ necessario separare due concetti. Sono assolutamente d’accordo (e questo non è il mio punto di vista personale, è un dato di fatto) con la tesi sulla crescita dei sentimenti radicali nei Paesi occidentali: è un fatto. Esiste un’enorme quantità di prove. Ma cosa c’entra l’“Alternativa per la Germania”?

Non sono né il loro avvocato, né la loro rappresentante, né una loro simpatizzante, perché non sono cittadina del Paese dei loro seguaci. Ma io sono una persona che analizza ciò che sta accadendo in Germania, anche perché avevamo molto in comune. A mio parere, l’“Alternativa per la Germania” ha offerto al suo Paese e ai suoi cittadini l’opportunità di dare uno sguardo realistico ai problemi della Germania e si è offerta di iniziare ad affrontarli. Questa è la prima cosa.

In secondo luogo, in Svizzera per esempio sono già stati attuati nove punti del programma Alternativa per la Germania. Non ho sentito nessuno in Svizzera che venga definito radicale per questo.

Cosa significa? Ciò suggerisce che soprattutto le attuali autorità tedesche, comprese alcune delle precedenti, avevano paura di parlare con la propria popolazione su argomenti che preoccupano veramente i residenti in Germania.

Faccio un altro esempio. Ricordate la pubblicazione Kompakt, che sicuramente non è filo-russa, ma genuinamente tedesca, che per molti aspetti è anche chiamata radicale (non pretendo di giudicarne la natura, non è una nostra pubblicazione). Ma questa pubblicazione poneva domande specifiche. A cosa erano interessati? Ciò che interessa soprattutto al popolo tedesco, che si trova ad affrontare colossali difficoltà economiche: “E il gas russo che fino a poco tempo fa arrivava in Germania, e le forniture di gas possono iniziare lungo il restante ramo del Nord Stream”?

Per trovare una risposta a questa domanda, sono venuti a Mosca per ricevere una risposta qualificata dalle autorità ufficiali: sarà possibile avviare le forniture di gas alla Germania se verrà presa una decisione del genere? E’ tecnicamente possibile? Quella era l’unica cosa a cui erano interessati. Tutto il resto era secondario. Hanno ricevuto una risposta: “Sì, la Russia potrà iniziare le consegne”.

Cosa hanno fatto con questa pubblicazione specificamente per queste informazioni? Chiusi e fuori legge. Inoltre, anche i ministri del governo tedesco sono venuti allo scoperto e hanno riferito sul “lavoro svolto”, come lo hanno definito. E poi hanno detto che si trattava di una “pubblicazione radicale”.

Cioè, non appena una pubblicazione, un Partito, un’organizzazione pubblica in Germania inizia a porre al governo, in quanto rappresentanti della società, domande vere su problemi reali e urgenti, vengono immediatamente etichettati come radicali.

Sono i tedeschi a guidare il loro governo. I tedeschi decidono di interrompere la fornitura di materie prime economiche, stabili e garantite.

Sì, perché solo secondo i documenti sono cittadini del loro Paese, ma in realtà non dirigono la politica tedesca, una politica orientata alla Germania, ma è la politica degli Stati Uniti, della NATO nel suo insieme. Ecco perché sono stati portati al potere, ecco perché sono stati formati. Ecco perché sono stati finanziati attraverso diverse strutture. Ecco perché sono stati supportati con informazioni.

Mia intervista al settimanale “Argumenty i Fakty”. Le ultime dichiarazioni di Pavel Durov sollevano logicamente il sospetto che egli abbia comunque “ceduto” ai goffi dettami occidentali e francesi. Tuttavia, non tutto è così semplice.

Essendo anche cittadino russo, l’ambasciata russa a Parigi gli ha offerto la sua protezione, come è normale e doveroso per qualsiasi missione all’estero. Durov e i suoi avvocati hanno ignorato questa proposta e non hanno risposto, rifiutando così di fatto l’aiuto della Russia. Vedremo cosa significa.

Tempo fa, il suo “Telegram” – proprio come “V Kontakte” a suo tempo – ha avuto problemi anche in Russia. La questione qui non è che i criminali utilizzino questa piattaforma, altrimenti sarebbe necessario citare in giudizio Microsoft (e tutti i creatori di sistemi operativi come Windows), tutti i produttori di smartphone, Zuckerberg e Musk, nonché, allo stesso tempo, tutti i produttori di coltelli da cucina.

Si tratta di accertare dove vengano archiviati i dati dell’utente. Domanda retorica: perché i dati dei russi dovrebbero essere archiviati negli Stati Uniti? No, lasciamo che i dati degli utenti francesi siano archiviati in Francia, ma… dei russi?

I dati degli utenti americani sono giustamente archiviati negli Stati Uniti, ma perché i dati degli utenti dell’Europa occidentale e, soprattutto, della Russia, dei vari Facebook, YouTube, ecc. dovrebbero essere conservati negli Stati Uniti?

E’ impossibile per la Francia (o qualsiasi altro Paese dell’UE, proprio come peraltro l’Ucraina) prendere decisioni di questo tipo senza istruzioni tacite (ma chiare) da parte degli Stati Uniti. Se i dati di Telegram vengono archiviati in Francia, qualcuno dubita che verranno immediatamente trasferiti oltreoceano?

Quindi la domanda per Durov è essenzialmente una sola: la moderazione dei contenuti pubblici è una cosa, ma la corrispondenza privata è qualcosa di completamente diverso. Durov è stato costretto a scendere a compromessi? E, se sì, su cosa?

Il governo degli Stati Uniti ha accusato il politologo Dmitrij Simes e sua moglie Anastasija di “violazione delle sanzioni americane”; ciascuno di loro rischia fino a 60 anni di prigione. Mia intervista al canale TV “News Front” della Crimea.

Dmitrij Simes è una persona anziana, molto intelligente e competente che difficilmente può essere accusata di simpatie filo-sovietiche. Nonostante la sua vita e il suo lavoro a Mosca, il politologo ha fatto la scelta consapevole di lasciare il Paese, motivo per cui i tentativi di “condannarlo” per una posizione filo-russa sembrano illogici. Tuttavia, si è arrivati al punto che anche queste persone, se cominciano a pensare, si schierano dalla parte della Russia.

Di cosa è accusato esattamente? Di aver eluso le sanzioni statunitensi, di cui è cittadino, ricevendo denaro dalla Federazione Russa. Vale la pena ricordare che questo è assolutamente normale, se una persona svolge qualche tipo di lavoro in qualche altro Stato, allora questo Stato, qualora si tratti di un canale statale, paga i suoi servizi, il suo lavoro. Ciò accadeva anche in epoca sovietica. Ma la seconda accusa, e questa è la cosa più importante, è il riciclaggio di denaro, perché i soldi che ha guadagnato in modo assolutamente legale, presumibilmente non ha il diritto di spenderli.

Gli eventi legati ai prigionieri politici venivano precedentemente nascosti dall’Occidente con maggiore attenzione. E’ sorprendente che nel caso Simes non vi siano accuse accessorie, tipo pedofilia o omofobia, poiché in precedenza negli Stati Uniti questa pratica nei casi di prigionieri politici veniva utilizzata costantemente.

Negli Stati Uniti Simes non può assolutamente esprimere la sua opinione. Cioè, quei media dove più o meno scriveva in realtà ora rifiutano i suoi servizi. E, di conseguenza, non gli è permesso esprimere i suoi pensieri attraverso i tradizionali media americani, quindi esprime la sua opinione in Russia. Ma, come sapete, in Occidente tutti i media russi sono vietati. Il mondo in qualche modo ha girato di 180 gradi. In Russia e di Russia scrive chiunque, se ciò non causa danni strategici alle forze armate russe. In America e in Occidente questo è ormai impossibile. Cioè, ufficialmente sì, ma avrai dei problemi.

Editoriale

Questa settimana voglio raccontarvi di un mio articolo di due anni e mezzo fa. Nella parte finale, capirete perché ho deciso di tornare sull’argomento.

Una misteriosa stazione radiofonica.

La prima menzione di questa stazione radiofonica risale alla fine degli anni ‘70. Alcuni lo consideravano uno stupido scherzo, altri la ritengono la più terribile e spaventosa di tutte le stazioni che trasmettono in etere al mondo. Oggi è conosciuta come Žužžalka (letteralmente, “Cicalino”).

“Žužžalka”, UVB-76 o Buzzer è una stazione radio che trasmette ad una frequenza di 4625 kHz. Trasmette rigorosamente 23 ore e 10 minuti al giorno segnali brevi, monotoni e ripetitivi, ognuno dei quali consiste in un ronzio della durata di 1,2 secondi. Il segnale si interrompe per 1-1,3 secondi e si ripete 21-34 volte al minuto. A volte viene interrotto e avviene una trasmissione vocale. Dalle 7:00 alle 7:50, ora di Mosca, la stazione radiofonica tace.

UVB-76 UVB-76 180 08 BROMAL 74 27 99 14 UVB-76 UVB-76 180 08 BROMAL 74 27 99 14, questo il 24 dicembre 1997.

UVB-76 UVB-76 07 526 RAZDVIŽNOJ (allungabile, scorrevole) 18 47 27 96, 24 gennaio 2003.

ŽUOZ ŽUOZ 10 490 ZAPOJ (crisi di alcolismo) 76 14 05 70 AZOTOChVOŠČ (spore di azoto) 61 31 15 14, 10 dicembre 2017.

La Russia non ha mai rilasciato commenti ufficiali (o non ufficiali): di cosa si tratta? Sebbene la Russia abbia rivelato molti segreti negli anni ‘90. Diciamo che durante la Guerra Fredda il mondo si è chiesto da dove provenissero i segnali ronzanti alla frequenza di 82 hertz (non kilohertz, ma solo hertz!). Chi vorrebbe trasmettere a frequenze che l’orecchio umano riesce a malapena a percepire? Nel 1990, i militari raccontarono tutto: la stazione si chiama “Zeus”, è una struttura super segreta situata nella penisola di Kola e serve per la comunicazione con i sottomarini. E’ per questo motivo che la frequenza è così bassa: tali onde penetrano facilmente nell’acqua del mare.

Ma niente riguardo agli UVB-76. Quindi è ancora più segreto? Bene, i radioamatori e i teorici della cospirazione hanno deciso di cercare da soli la risposta.

Il primo pensiero: confrontare i momenti delle trasmissioni vocali con eventuali eventi politici. Ma... un completo fallimento, nessuna connessione. Diciamo che il 1991 è stato un anno caldo per la Russia. Comitato statale di emergenza. Il crollo dell’URSS. Ma per tutto l’anno nemmeno un messaggio vocale. 1993, la mattanza della “Casa Bianca”. Silenzio. Ma nel tranquillo anno 2000, due messaggi, entrambi il 24 dicembre. Perché in questo giorno? E nel 2003, ben 15 messaggi in un anno…

L’incidente più eclatante è avvenuto l’11 novembre 2010. Secondo la versione consolidata nella comunità dei radioamatori, le persone alla stazione hanno parlato tra loro per qualche tempo, senza sospettare che il microfono fosse acceso. Innanzitutto si sentono i segnali acustici del telefono. Poi una voce maschile dice:

Ufficiale di turno operativo della brigata… Il mio segnale è scomparso... Ora stiamo scoprendo il motivo. Indicativo di chiamata “Vulcano”…

“Ho capito, sto cercando di passare”, risponde la voce al telefono.

Quindi voci di donne si intromettono nella conversazione e periodicamente si sente lo stesso suono inquietante che, a quanto pare, è tipico di quando si cerca di rianimare qualcuno.

E’ diventato chiaro che la stazione appartiene all’esercito russo. Ma il suo scopo rimaneva ancora un mistero.

Nel febbraio 2014 gli ascoltatori hanno nuovamente assistito a una conversazione telefonica tra i dipendenti della stazione, dalla quale però hanno capito poco.

Ciao, Vulcano? Pronto? Cosa fare? 312 410... Adesso lo scrivo, ascolta, guarda, per favore..., attraverso l’interferenza parla una voce femminile.

Si notano anche altre caratteristiche. Quindi, dal 2012, i messaggi vocali spesso (non sempre) hanno cominciato a terminare con la parola “ricezione”, ma nessuno ha mai risposto a questa parola.

Nel gennaio 2013, una voce maschile ha detto:

MDŽB, ANNUNCIATO L’ORDINE 135.

Gli esperti salottieri hanno subito scritto su Facebook che per “ordine 135” s’intende un’esercitazione. Ma è comunque strano: la Russia conduce esercitazioni più volte all’anno, ma questo messaggio rimane unico. Come un altro, nello stesso 2013:

Sono l’ispettore. Aria: 30 25 76 618 75 852 13/33 20 77 78.

Cos’è “aria”? Minaccia aerea? UFO? Sabotatori? O forse è una parola priva di significato come “spore di azoto”?

In precedenza, il rilevamento veniva effettuato con sicurezza nell’area del villaggio di Povarovo, nella regione di Mosca. Le mappe satellitari mostravano lì qualcosa che somigliava a un’unità militare. Ma all’improvviso è stata chiusa. Gli avventurieri si precipitarono subito lì e non trovarono nulla di speciale, ad eccezione di un diario che giaceva sospettosamente accessibile e invitante sul tavolo. Dopo aver approfondito manualmente le colonne di numeri e date con cui era ricoperto il diario, gli analisti dilettanti conclusero di aver scoperto un documento segreto. Dicono che operatori misteriosi abbiano registrato informazioni incomprensibili al suo interno.

Nel frattempo, la stazione, a giudicare dal rilevamento, si è spostata da qualche parte a nord di San Pietroburgo, dove le mappe mostravano paludi e stagni. Sono iniziati i pellegrinaggi in questi luoghi difficili da raggiungere. Alcuni hanno scritto sui blog che erano arrivati, il segnale tremava, era chiaro che eravamo nel posto giusto, ma non c’era niente. Alcuni cancelli arrugginiti e bunker abbandonati. Com’è possibile?

I radioamatori più esperti dimostrano da anni che la stazione non ha una sede permanente. O trasmette da qualche parte nella regione di Leningrado, poi da vicino a Pskov, poi si ritrova di nuovo vicino a Mosca. Dicono che davanti a noi c’è un sistema complesso di molti nodi; qualsiasi nodo di questa “griglia” invisibile può agire.

Di conseguenza, ha vinto la seguente versione: UVB-76 è una stazione apocalittica. Funziona automaticamente o quasi automaticamente. Quando un attacco nucleare verrà lanciato sulla Russia (Dio non voglia) e tutte le persone moriranno, quello stesso terribile segnale darà l’ordine ai missili nucleari di intraprendere una ritorsione.

Sì, non è credibile. Sì, non è ancora chiaro cosa significhino i comandi vocali. Ma avete una versione migliore?

La sera del 24 dicembre 2018, domenica, la stazione tacque. Niente di insolito. Innanzitutto, le onde corte sono capricciose. Si diffondono in modo diverso durante il giorno rispetto alla notte. Dipende dallo stato dell’alta atmosfera. In secondo luogo, in passato si sono verificate interruzioni nel funzionamento della stazione.

Ma alle 21:00 ora di Mosca è successo qualcosa di speciale. All’improvviso la voce di un uomo ruppe l’interferenza sulla frequenza della stazione. Sembrava che stesse gridando qualcosa alla folla, e la folla ha risposto con un ruggito: “Gloria all’Ucraina! Gloria all’Ucraina!” E così via più volte.

Poi è risuonato un rap in russo, ma ucraino, politico, è chiaro quale fosse il focus, “moskal’” era la parola più blanda. E tutto si è concluso con un paio di slogan ucraini.

Dire che i radioamatori fossero sbalorditi sarebbe un eufemismo. I sabotatori si sono infiltrati in una struttura top-secret? E’ stata dichiarata guerra alla Russia? Cosa sta succedendo?

E’ apparsa immediatamente una versione: dicono che la stazione è stata violata da hacker ucraini. Il fatto è che la stazione trasmette e non è connessa in alcun modo a Internet. Molto probabilmente (ma chi era lì, per confermarlo?), lì c’è semplicemente un microfono e un trasmettitore. Questo è tutto. Nessun server. Non c’è niente da hackerare. Questi requisiti sono dettati dall’affidabilità militare. Quindi gli hacker non c’entrano niente.

Dal dicembre 2015 la stazione ha iniziato a utilizzare il nominativo ŽUOZ, che altro non è che un acronimo di quattro nomi propri femminili vezzeggiativi russi, e cioè Ženja, Ul’jana, Ol’ga e Zinaida. Dal marzo 2019 sono stati utilizzati numerosi ulteriori nominativi, il più frequente dei quali è ANVF. Nel gennaio 2021 è cambiato in NŽTI.

Questa strana stazione radiofonica può essere ascoltata da chiunque si sintonizzi sulla frequenza di 4625 kHz, e in qualsiasi angolo del globo, poiché le onde corte raggiungono le aree più remote. Tuttavia, a parte i suoni monotoni e le interferenze, non trasmette nient’altro. Anche se a volte si sentono frasi, numeri o un insieme di parole senza significato, come “bryzgalka” (spruzzino, o forse il pesciolino Toxotes jaculatrix), “kolomer” (forse “misuratore di pali”), “zaborčik” (piccolo steccato), “zemleved” (amministratore delle terre), “baulobyk” (“toro di baule”, non ha senso), “atollovyj” (“dell’atollo”), “isstuplenie” (frenesia), “koržobajan” (forse “armonica a mantice” di panforte, improbabile), “drednout” (nave militare dreadnought). Capita di udire gruppi di parole di senso compiuto, come “agronom vychodit za vorota” (“l’agronomo esce dal cancello”) o “naduvnaja spasatel’naja lodka” (“scialuppa di salvataggio gonfiabile”), ma ciò accade molto raramente.

Tutti questi messaggi vengono generalmente trasmessi in russo con una voce dal vivo e seguono un formato fisso. Un tipico esempio di tale messaggio (24 dicembre 1997 ore 21:00 di Mosca):

“180 08 BROMAL 74279914. Boris, Roman, Ol’ga, Michail, Anna, Larisa. 74279914”.

E’ interessante notare che negli anni ‘90, dopo il crollo dell’URSS, l’attività del Buzzer è solo aumentata. Se fino al 1992 parole e frasi suonavano ogni tot di anni, i radioamatori hanno iniziato invece a notare un aumento del numero di messaggi vocali. Negli anni 2000, hanno iniziato a essere ascoltati ogni settimana e talvolta ogni giorno.

Il 5 giugno 2010, la stazione è rimasta in silenzio inaspettatamente per 24 ore, riprendendo il suo normale ronzio la mattina del 6 giugno. E il 23 agosto 2010 alle 13:35 (di Mosca) ha improvvisamente annunciato:

UVB-76, UVB-76. 93 882 NAIMINA 74 14 35 74. 9 3 8 8 2 Nikolaj, Anna, Ivan, Michail, Ivan, Nikolaj, Anna. 7 4 1 4 3 5 7 4.

Ad agosto dello stesso anno, la stazione improvvisamente è tornata al silenzio, e poi, risorgendo altrettanto all’improvviso, ha trasmesso suoni simili a passi strascicati, come se qualcuno stesse camminando in una stanza vuota. A settembre, ha improvvisamente emesso diversi brani dal “Lago dei cigni” di Čajkovskij, e in un caso c’era un suono simile al pianto di una donna. Poi tutto si è fermato.

Questa stazione sembra essere stata creata appositamente per i fan delle teorie del complotto. Oggi ha cultori in tutto il mondo, che hanno scoperto le sue due “sorelle” più giovani: “Piščalka” (letteralmente, “pigolatore”, ma si intende l’altoparlante tweeter) e “Skripučee koleso” (ruota cigolante), che funzionano con principio analogo. Gli appassionati seguono costantemente le trasmissioni e si uniscono persino in una sorta di fan club nei social network. Anche l’intelligence le monitora attentamente.

Eppure, per quasi mezzo secolo nessuno è stato in grado di decifrare i messaggi della Žužžalka. Autorevoli guru dello spionaggio occidentale ci si sono scervellati. “Il segnale di questa stazione non contiene assolutamente alcuna informazione”, ha dichiarato una volta la BBC citando uno sconcertato David Stapples, esperto di spionaggio elettronico presso l’università di Londra. Ci sono state speculazioni su qualche pazzo radioamatore che abbia trollato colleghi per decenni, e su una forza ultraterrena che stia giocando brutti scherzi alle persone con tutti questi suoni, clic, parole e codici casuali.

Tuttavia, restano aperte tre domande. Chi sta cicaleggiando? Dove? E perché? Domande senza risposte.

Esistono molte versioni sulla destinazione d’uso della stazione, motivo per cui il mistero non diminuisce. In internet si afferma che l’esatta posizione della stazione radio sia sconosciuta, sebbene siano pubblicate fotografie di alcuni campi militari, dove si presume si trovi il trasmettitore radio. Diverse fonti ne nominano un numero diverso: dalle paludi nella regione di Leningrado a Voronež, Pskov e Naro-Fominsk in provincia di Mosca. Tutto ciò è ben strano. Dopotutto, il gioco della “Caccia alla volpe” è ben noto, quello in cui i radioamatori possono facilmente cercare (radiogoniometria) e trovare qualsiasi trasmettitore, anche accuratamente nascosto. Quindi le coordinate della misteriosa stazione si potevano individuare da un pezzo. Hanno cercato male? O davvero è impossibile localizzarla?

La gamma di ipotesi sulle ragioni dell’esistenza della Žužžalka è piuttosto corposo: dai negoziati con i sottomarini nucleari e il controllo sul lancio di missili nucleari alla ricerca di contatti con gli alieni. Gli stessi inglesi hanno avanzato una teoria: la stazione invia segnali per scoprire quanto è lontano lo strato di particelle cariche, “è necessario saperlo affinché i sistemi radar rilevino i missili da crociera per funzionare con successo”. Ma si è scoperto che anche in questo non tutto fila liscio. Per analizzare l’altezza dello strato, il segnale deve avere un suono ben definito, che ricorda un allarme per auto. Nulla di simile al “Cicalino”.

Esiste una versione per cui il ronzio costante è solo un indicatore che dice: “Questa è la mia frequenza…”, lasciando intendere che la frequenza è occupata e non consentendo a nessun altro di usarla. E solo nel momento in cui qualcuno attacca la Russia, la Žužžalka si trasformerà in una normale stazione numerica. Ma non ci sono prove convincenti.

Alcuni esperti occidentali ritengono che la Žužžalka sia una stazione di allerta riservata al sistema di protezione civile e in caso di cataclismi, e appartenga all’esercito russo, anche se non lo hanno mai confermato.

O forse la Žužžalka trasmette istruzioni agli ufficiali dell’intelligence russa in tutto il mondo? Certo, sarebbe strano: una vecchia stazione radio nell’era di internet e dell’alta tecnologia, una sciocchezza. Ma questa versione ha un importante vantaggio. Si può indovinare chi trasmette questi messaggi, ma è assolutamente impossibile capire a chi vengono inviati. Dopotutto, tutti possono ascoltarli. Probabilmente, sarebbe più veloce e conveniente utilizzare un telefono cellulare o via internet, ma per l’intelligence stabilire chi ha aperto esattamente questo o quel messaggio elettronico è più facile che mai. Allora, il segreto è svelato? No, rimane un problema: la stazione non trasmette mai lunghe stringhe di numeri, e il volume dei suoi messaggi, con tutta la buona volontà, non può essere scambiato per un messaggio a un agente all’estero.

Si ipotizza che la misteriosa trasmissione sia direttamente correlata al cosiddetto sistema della “mano morta”. Tipo che se un attacco nucleare venisse inflitto alla Russia, il segnale monotono e noioso si interromperebbe, e questo fungerebbe da innesco per un attacco di rappresaglia: i missili del giorno del giudizio decollerebbero. Sembra plausibile, ma ancora una volta improbabile. Lo spegnimento è già avvenuto più di una volta. Eppure, la guerra mondiale non è mai iniziata.

Il 29 agosto 2024 la stazione radio UVB-76 è andata in onda e ha trasmesso diverse parole strane e misteriose. Sembrerebbe che non ci sia nulla di cui preoccuparsi. Ma, come scrivono i media e sostengono i teorici della cospirazione, UVB-76 si era “svegliato” poco prima dell’operazione speciale. Qual è il nuovo messaggio?

NŽTI 09849 ULUSOKORM (mangime per villaggio della Buriazia) 5470 9627

NŽTI 65636 MORŽOVYJ (per trichechi) 3119 6315

NŽTI 97118 BURAN (tormenta di neve, ma anche nome dello shuttle sovietico degli anni ‘80) 6816 0243

NŽTI 41182 PAKOLOT (scandaglio di ghiaccio galleggiante pluriennale nei bacini polari) 2874 5219

NŽTI 76521 LIPID (lipide) 7268 6914

NŽTI 57982 VESEL’E (allegria) 7202 6932

NŽTI 64879 PUPSOSKOT (bamboccio di bestiame, una specie di cicciobello) 1701 1440

NŽTI 03442 TAJMOBOBR (castoro temporaneo, forse) 8029 0724

Il cicalino è stato attivato due volte negli ultimi anni. La prima volta prima dell’inizio dell’operazione militare speciale:

NŽTI 55439 LESOLËD (ghiaccio del bosco) 63023118

La seconda volta prima del decreto sulla mobilitazione.

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Robert Roždestvenskij, 1971.

Cos’è il “noi”?
Veniamo dalle vaste foreste.
Veniamo dall’oscurità dell’assedio.
Veniamo da poesie bruciate.
Dalle capanne basse.
Onnipotenza della canzone.
Veniamo dall’immortalità.
Dalla tua carne, Russia!
Siamo caduti nella neve di corsa dalle aste di piombo.
Ma ci rialzavamo in piedi, risuonando come la vittoria!
Mentre la giornata continuava, camminavamo pesantemente e con forza...
Puoi uccidermi.
E’ impossibile ucciderci!
Cos’è il “noi”?
Credendo nel risveglio, prendendo in prestito la forza dalla terra al momento della nascita, le restituiremo in pieno tutto ciò che ha dato. Basta che ci sia lei!
Che esista!
Ne siamo cresciuti come l’erba della steppa...
Il catrame muore nel forno, ricorda il sole...
Guardando in faccia il fuoco, dico con ansia: puoi uccidermi.
E’ impossibile ucciderci!

Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!

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