Settantesimo notiziario settimanale
di lunedì 25 marzo 2024 degli italiani di Russia. Avrei voluto parlarvi di cose
più amene. Per esempio, dell’equinozio di primavera, per il quale d’ora in
avanti e per i prossimi sei mesi avremo più luce che in Italia. Invece,
ovviamente, non sarà così. Buon ascolto e buona visione.
Attualità
Ecco cosa avevo detto a caldo, quella maledetta sera.
Sono le 23:30 locali, finora ci
sono quaranta morti ed oltre un centinaio di feriti. Un gruppetto di una decina
di terroristi fascisti armati di mitra sono entrati in un centro commerciale ed
hanno sparato a casaccio a tutti quelli che gli capitavano a tiro.
Il sottoscritto è stato egli
stesso, nel 1979, vittima di un attentato terroristico a Roma, da 45 anni mi
porto in corpo quattro schegge di granata fascista. Mi scuserete se non vado
per il sottile. Evito di oscurare ipocritamente le scene più cruente, con i
cadaveri. Dovete sapere cos’è un attentato, prima di fare i soliti commenti
imbecilli dal divano di casa a migliaia di chilometri.
Si dice che fossero barbuti, e di
aspetto non slavo. Non lo so, non lo sappiamo, è troppo presto. Per certo, che
siano ucraini o caucasici, spero che li prendano vivi, se possibile: è
importantissimo conoscere i mandanti, non gli esecutori. Anche perché quattro
giorni fa le ambasciate britannica e statunitense a Mosca avvisavano dell’alta
probabilità di attentati, ma rifiutando di fornire dettagli alle autorità
russe.
Come si diceva ai miei tempi,
compagni, non accettiamo le provocazioni. Io ricordo il teatro Nord Ost a Mosca
nel 2002 e la scuola a Beslan, in Ossezia, nel 2004. E anche la Puškinskaja, la
Rižskaja, la Lubjanka, il Park Kul’tury. Ricordo però anche Piazza Fontana,
Piazza della Loggia, Ustica, l’Italicus, la stazione di Bologna, il treno di
Natale.
Estratti dalle risposte dell’Ambasciatore della Federazione Russa nella Repubblica Italiana Aleksej Paramonov all’agenzia “LaPresse”.
Per la Russia, per le autorità
russe, per tutti i cittadini russi come per i rappresentanti di altri gruppi
etnici che vivono nel nostro Paese, è una giornata davvero difficile. Dopo il
vile, spregevole attacco messo in atto dai terroristi contro persone indifese
che si erano recate presso la sala concerti del “Crocus City Hall” per
assistere a un concerto rock, la Russia fatica a riprendersi dallo shock.
Nel suo discorso ai cittadini
russi, il Presidente della Federazione Russia Vladimir Putin ha trasmesso
quello che è il sentimento generale della nazione, affermando che:
“Nessuno riuscirà a far attecchire i velenosi semi della discordia, del panico e del disordine nella nostra società multietnica. La Russia ha dovuto affrontare più volte prove durissime, talvolta quasi insostenibili, ma è diventata sempre più forte. E anche stavolta sarà così”.
Trovandoci qui, in Italia,
abbiamo avuto modo di assicurarci, per l’ennesima volta, che i legami tra i
popoli dei nostri due Paesi sono ben più profondi e sinceri di quanto
vorrebbero farci credere alcune figure, le quali hanno scommesso su una
definitiva rottura e su un irreparabile allontanamento tra la Russia e
l’Italia, come anche tra la Russia e i Paesi dell’Europa continentale. Nelle
poche ore trascorse dalla sera del 22 marzo 2024, presso il palazzo storico che
ospita la sede dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, che dal 1903
si trova in Via Gaeta 5, è venuto spontaneamente a crearsi un luogo di commemorazione
presso il quale nel corso di tutta la giornata si sono recate continuamente
persone, molte con lacrime agli occhi, che portavano con sé fiori, giocattoli e
bigliettini contenenti auguri di pronta guarigione ai feriti, esprimendo in
questo modo una profonda solidarietà nei confronti dell’intero popolo russo.
Già adesso all’indirizzo mail
dell’Ambasciata sono pervenuti oltre 10mila messaggi contenenti parole di
cordoglio e, allo stesso tempo, di condanna nei confronti dell’attacco
terroristico.
Naturalmente, tale reazione da
parte della società civile italiana e dei nostri connazionali residenti in
Italia ci ha toccato nel profondo. Ed è certo che una tale partecipazione
all’accaduto ci aiuterà a superare questa orribile tragedia e a guardare con
accresciuto ottimismo al futuro, compreso il futuro delle relazioni tra Italia
e Russia.
E non possiamo ignorare le
dichiarazioni fatte dalle autorità italiane: dal Presidente della Repubblica
Italiana Sergio Mattarella, dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia
Meloni, dal Presidente del Senato della Repubblica Ignazio La Russa, dai vice
Presidenti del Consiglio dei Ministri Matteo Salvini e Antonio Tajani, dal
Ministro della Difesa Guido Crosetto, ma anche da altri rappresentanti delle
diverse forze politiche italiane. Nonostante le peculiarità del posizionamento
politico di Roma, tutti loro hanno espresso una condanna univoca dell’attentato
terroristico, come anche parole di cordoglio ai parenti e alle persone vicine
alle vittime e, infine, supporto a tutti coloro che si sono trovati coinvolti
nell’attentato.
Ricevo da un frequentatore palermitano del mio canale Telegram.
In questo giorno di lutto per i caduti del vile attentato, colgo
l’occasione per raccontarvi cosa è successo a me ieri nel deporre i fiori al
Consolato russo a Palermo. Solo per dovere di cronaca. Ho arrestato il mio
veicolo, sono sceso con il mazzo di fiori e sono subito stato fermato da un
militare dell’esercito che mi ha detto che non potevo depositare fiori e
null’altro. Alle mie insistenze hanno fotografato il mio documento di
riconoscimento e la targa del veicolo. Io ho depositato il mazzo di fiori e,
con mio stupore, il militare mi ha stretto la mano salutandomi.
Finora, avevo saputo di una sola
città con questo divieto (oltre, ovviamente, Kiev): Riga, ma lì fanno pure le
sfilate delle Waffen SS. Devo aggiungere Palermo? A Roma, Milano e Genova
nessuno si è permesso.
Alcuni militanti del Partito Comunista di Grecia hanno fermato un treno merci che trasportava carri armati americani dal porto di Alessandropoli alla Bulgaria e hanno scritto con vernice rossa la scritta “assassini tornatevene a casa”.
Potrei oggi parlarvi anche delle varie ipotesi sui mandanti, ma preferisco attendere fonti ufficiali, non sono a caccia di sensazionalismi. Militanti dell’ISIS che non prendono ostaggi, che non fanno richieste, che non sono votati al martirio e che fuggono verso l’Ucraina.
Musica
Proseguiamo con le canzoni legate
in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.
Vi ho già parlato del giovane Shaman. Ha reagito immediatamente alla tragedia.
Non ci credo che possa essere cosìDi punto in bianco uccidere brutalmentePrendere la vita di qualcuno e spegnerla come una candelaNon ci credo…Dio, aiuta noi peccatoriNon possiamo farlo senza di teLa nostra fede e la nostra preghiera ci aiuterannoNon lo dimenticheremo maiNel nostro cuore per sempreRicorderemo questo giorno fino alla fineNon so cosa bisogna diventarePer sparare a bruciapeloPer togliere la vita a degli innocentiNon lo so…Questo dolore nella mia anima non può essere alleviatoMa so che non possiamo essere distruttiE non possiamo più ritirarciDa ora in poiPer sempre in ogni cuore della Russia22/03/24
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