E' un interprete italo-russo di 38 anni il creatore del sito che ospita a centinaia i falsi slogan di Silvio Berlusconi
Si definisce "comunista doc". Ha iniziato per caso, poi, in pochi giorni, è stato travolto dalle e-mail
ROMA - Non occorre neppure frugare tanto nel suo sito per scoprire la verità: il trentottenne Mark Bernardini, interprete stimato, nato a Praga da madre russa e padre italiano, è un comunista. Di quelli veri, con la "k", orgogliosi e un po' nostalgici, diventato famoso per aver raccolto in sole due settimane oltre 350 immagini sul fertile filone di parodie dei manifesti elettorali del leader di Forza Italia.
"Il sito - ci racconta - è nato il 10 ottobre, dopo 3-4 giorni che avevano preso a circolare in Rete i primi fotomontaggi che ritoccavano ironicamente i cartelloni che tappezzavano le strade di Milano e Roma. Dopo i primi doppioni che avevo ricevuto ho pensato di fare una pagina dove esporre le immagini che avevo già". La notizia si è diffusa come un contagio: "Sai che c'è un tipo che raccoglie e mette online i manifesti..." e l'indirizzo di Bernardini è stato utilizzato centinaia di volte, ricevendo altrettante mail con nuovi fotomontaggi in allegato. "Moltissimi sconosciuti che avevano ricevuto da loro amici qualche immagine hanno pensato di girarmele e il sito è diventato così una specie di magazzino centrale di questa sterminata produzione satirica".
Un successo istantaneo: "Solo negli ultimi giorni il sito è stato segnalato da qualche motore di ricerca, mentre all'inizio la sua fama si è diffusa esclusivamente grazie al passaparola". In sole 2 settimane la pagina ha ricevuto più di 265 mila accessi (certificati da un contatore gratuito trovato sul Web), con 108 mila persone diverse che l'hanno visitato dai più vari Paesi.
Forte del gradimento della sua iniziativa, Bernardini ha deciso poi di creare anche una mailing list alla quale, in una settimana, si sono iscritte 120 persone per discutere della campagna elettorale, del Cavaliere e di tematiche affini. Un'improvvisa popolarità che ha portato con sé anche qualche scocciatura: "Il mio numero di cellulare è visibile in Rete e così ho ricevuto un bel po' di minacce tipo 'Ti seghiamo le gambe' e altre telefonate anonime a tutte le ore del giorno e della notte, al punto che da due giorni non rispondo più se non riconosco i chiamanti dal display".
Ma il "sovversivo" Bernardini non si pente. La sua è una famiglia di anarchici e comunisti, racconta, con un nonno torturato dalla Gestapo e lui stesso che, in un'attentato, rischiò di rimetterci la vita: "Avevo 17 anni e i Nar misero delle bombe durante una manifestazione della Fgci, rimasi ferito, salvo per miracolo". Va avanti quindi, senza battere ciglio. "Continuo a ricevere oltre un centinaio di messaggi al giorno e tante immagini con preghiera di pubblicazione. Ormai faccio le 2 di notte per pubblicarle online, mentre il giorno lavoro come interprete". E' anche tra quelli bravi: non sono in molti a essere perfettamente bilingue russo-italiani e quando Michael Gorbaciov è stato ospite del Festival di Sanremo il signore bruno che aveva a fianco era proprio lui.
Della vastissima collezione Bernardini stila una sua personale classifica: "Al bando il rosso, tutti daltonici"; "Montezemolo è un comunista"; "Piove: centrosinistra ladro" e una in cui viene fotografato un manifesto vero con una scritta spray sopra che dice "Più silicone a tu' moje".
A parte quest'ultima, probabilmente, anche il leader azzurro ha apprezzato il formidabile florilegio degli sfottò telematici. Quella che gli è piaciuta di più - ha dichiarato ieri in un'intervista radiofonica - è per il momento "Meno tasse per Totti". "Sarà sicuramente un romanista l'autore di questa satira, complimenti!" ha commentato il Cavaliere milanista.
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