Mark Bernardini

Mark Bernardini

giovedì 21 giugno 2018

Putin, Salvini sì, Salvini no

Sta girando in questi giorni un filmato in rete di un fantomatico gruppo denominato “Noi con Salvini”, dove, a giudicare dai sottotitoli, durante un’intervista di un’ora e mezzo a Putin di un noto giornalista televisivo russo, Vladimir Solov’ëv, il presidente russo avrebbe attaccato la politica del neo ministro degli interni italiano in fatto di migrazione. Ci sono varie incongruenze, per le quali è lecito parlare di provocazione.

Intanto, lo stesso filmato, pochi mesi fa, sempre nei sottotitoli, è stato presentato come un pieno appoggio di Putin alla politica di Salvini. Evidentemente, qualcuno gli ha reso pan per focaccia, direi che sia del tutto meritato.

In secondo luogo, l’intervista in questione risale ad anni fa (e personalmente lo vidi in diretta), quando Salvini era all’opposizione, in Italia non si parlava di elezioni e soprattutto Salvini non parlava né di migrazione, né di zingari, né di Putin.

Last not least, i sottotitoli non corrispondono minimamente al pezzo di intervista. Il sottoscritto fa l’interprete di simultanea da quasi quarant’anni ed è bimadrelingua russo e italiano, eccovi il contenuto originario.

Solov’ëv: viviamo in tempi molto inquieti, l’attentato in Turchia, una marea di morti e feriti, a quali conclusioni si può giungere, cosa si può fare per fermare questa ondata del terrorismo?

Putin: bisogna unire gli sforzi nella lotta a questo male. Quel che è successo in Turchia, e ne approfitto per esprimere le condoglianze al popolo turco, al presidente della Turchia, è ovviamente una sfrontata sortita terroristica, un crimine terroristico, con tantissime vittime. E’ ovviamente un tentativo di destabilizzare la situazione in un Paese che ci è vicino ed amico, e cioè la Turchia, tanto più che è stato fatto nel corso della loro campagna elettorale. E’ una palese provocazione. Tuttavia, riusciremo ad essere efficaci in questa lotta solo quando li contrasteremo insieme.

Solov’ëv: abbiamo cercato di lottare assieme alla comunità mondiale, ma quest’ultima di fatto non vuole ascoltarci. Siamo in Siria: urlano tutti e di tutto di più. Quali sono i nostri veri obiettivi, per i quali ci troviamo in territorio siriano, e quali sono i criteri per giungere ad un successo?

Putin: intanto, voglio confermare il fatto, già noto: abbiamo avvisato per tempo i nostri partner, compresi quelli statunitensi, ma anche molti altri, soprattutto i Paesi di quella regione, sulle nostre intenzioni e sui nostri piani. Qualcuno dice che l’abbiamo fatto troppo tardi, ma voglio attirare la vostra attenzione sul fatto che, nella pianificazione di operazioni analoghe, nessuno e mai ci avvisa. Noi, invece, l’abbiamo fatto.

Solov’ëv: per buona volontà?

Putin: per buona volontà, basandoci sull’opportunità e sul desiderio di mostrare che siamo aperti a lavorare insieme. Voglio sottolineare ancora una volta che lavoriamo attenendoci strettamente al diritto internazionale, su richiesta delle autorità ufficiali della Repubblica Araba Siriana. Tutti gli altri Paesi che hanno preso parte sin qui ad operazioni simili, agiscono illegalmente, poiché non c’è né una decisione in merito del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, né una richiesta ufficiale delle autorità siriane. Vorrei farvi notare che al momento d’inizio della nostra operazione, undici Paesi avevano già colpito il territorio siriano, in un modo o nell’altro. Tutto questo sta durando da più di un anno.

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