A questa quinta edizione della trasmissione “Russia-Italia: eventi e commenti” ha partecipato Pasquale Terracciano, ambasciatore della Repubblica italiana nella Federazione Russa.
L’ambasciatore ha affrontato due indirizzi chiave dei rapporti italo-russi: la cultura e l’economia. Si è soffermato dettagliatamente sulle prospettive della cooperazione culturale e commerciale tra Russia e Italia e sulle misure previste dall’ambasciata per il suo sostegno.
L’ambasciatore ha convenuto sulla proposta del Centro italo-russo di organizzare nell’autunno del 2018 una “Giornata d’Italia” presso la RANEPA, compreso lo svolgimento di mostre tematiche, tavole rotonde, master-class nel campo della cultura, dell’economia, della scienza e dell’istruzione. E’ previsto che la “Giornata d’Italia” verrà inaugurata dall’ambasciatore d’Italia Pasquale Terracciano e dal rettore dell’Accademia Vladimir Mau. Eventi di questo genere, soprattutto se diventassero tradizione annuale, avrebbero una grande importanza per lo sviluppo delle relazioni italo-russe.
In studio, Mark Bernardini. Iniziamo la nostra trasmissione analitica d’informazione del Centro italo-russo della RANEPA:
“Russia-Italia: eventi e commenti”.
Oggi lavoriamo in trasferta, ci troviamo davanti all’ambasciata d’Italia a Mosca per registrare un’intervista con S.E. l’ambasciatore d’Italia a Mosca Pasquale Terracciano.
Signor ambasciatore, buongiorno,
mi permetta per prima cosa di ringraziarLa per avere accettato di partecipare alla trasmissione del Centro italo-russo dell’Accademia presidenziale “Russia-Italia: eventi e commenti”. Per noi è un grande onore, e ci auguriamo che il nostro incontro imprima un impulso per l’ulteriore sviluppo della cooperazione italo-russa.
Buongiorno a Lei, grazie per avermi offerto questa intervista, un’importante occasione per me per spiegare quali sono i miei programmi per rafforzare ancor di più la tradizionale amicizia tra l’Italia e la Russia.
Pochi giorni fa, a fine aprile, abbiamo intervistato Michail Švydkoj, il rappresentante particolare del Presidente della Federazione Russa per la cooperazione culturale internazionale ed ambasciatore itinerante del Ministero degli affari esteri della Federazione Russa. Durante l’intervista, Švydkoj ha parlato in modo piuttosto dettagliato dello stato delle relazioni italo-russe e degli indirizzi principali della cooperazione italo-russa culturale ed economica.
In tal senso, non solo come Accademia presidenziale, ma anche a nome di un pubblico ben più vasto che ci segue sia in Russia che in Italia, vorremmo chiedere la Sua opinione su questi due indirizzi fondamentali, sia detto senza enfasi, delle relazioni italo-russe. Siamo convinti che la Sua posizione su questi due aspetti avrà un'importanza decisiva per tracciare da qui in avanti i rapporti italo-russi nelle attuali complesse condizioni.
Quindi, se mi permette, ecco la prima domanda. In che condizioni si trova attualmente la cooperazione culturale tra i nostri due Paesi? Quali eventi e progetti culturali congiunti sono previsti? In che modo l’ambasciata d’Italia è intenzionata di continuare a promuovere la cooperazione culturale?
I nostri rapporti nel campo culturale sono semplicemente eccellenti. Lo sono da tempo, c’è una lunga tradizione di iniziative culturali italiane qui in Russia e iniziative russe in Italia. Quest’anno, sappiamo che è l’anno delle “stagioni russe” in Italia, che si è aperto a gennaio, un programma molto ricco. Sarà però anche completato, per la parte che ci riguarda qui in Russia, dalla presenza dell’Italia al Foro culturale di San Pietroburgo come Paese ospite d’onore. L’anno scorso l’ambasciata in Russia ha organizzato 150 eventi, ai quali hanno partecipato probabilmente più di un milione di persone. Quindi una grande capacità di penetrazione nel mondo culturale russo che noi vogliamo ulteriormente incrementare e, se possibile, migliorare. Non ritengo che questo sia un obiettivo poco realistico, per due ragioni: credo che la domanda di cultura italiana in Russia sia una domanda praticamente illimitata; e, d’altra parte, anche l’offerta di cultura italiana può essere illimitata. Io mi diverto sempre a definirmi, quando si parla di cultura, l’ambasciatore di una superpotenza, perché quando parliamo di cultura, l’Italia è davvero una delle grandi potenze culturali del mondo, non ci sono limiti alla nostra capacità di offerta, come credo che non ci siano limiti alla domanda di cultura italiana in Russia. Quest’anno, abbiamo già lanciato un paio di iniziative di rilievo: qui a Mosca, una mostra sul pittore Ligabue; a San Pietroburgo, la settimana scorsa ho inaugurato una mostra sui longobardi, su un aspetto forse meno conosciuto qui, ma molto importante per la storia italiana, che spiega anche molto dell’evoluzione politica dell’Italia nel corso dei secoli. Per quanto riguarda i mesi futuri, il 25 luglio al museo Puškin si aprirà una grande e importante mostra di pittura sul ‘700 veneziano, dove verranno esposte opere di rilievo; per il Foro della cultura di San Pietroburgo, avremo un evento molto interessante: due clavicembali che si trovano attualmente al conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, che furono dono dell’imperatrice Caterina rispettivamente a Giovanni Paisiello e Domenico Cimarosa, entrambi compositori di corte, torneranno a San Pietroburgo, verranno esposti assieme a partiture autografe dei due autori, notizie sulla loro vita, sulla loro produzione artistica presso la corte dell’imperatrice Caterina. Verrà poi eseguita, come prima esecuzione in tempi moderni, un’opera di Cimarosa, “La vergine del sole”, forse, se possibile, anche dei brani del “Barbiere di Siviglia” di Paisiello, utilizzando gli strumenti dell’epoca. Avremo successivamente tutta una serie di mostre fotografiche, che si apriranno a San Pietroburgo, e l’anteprima di una mostra importantissima, che si aprirà più tardi, in coincidenza del centenario del museo Ermitage, quella su Piero Della Francesca: nove sue opere, in nessun luogo c’è mai stata una mostra così ampia delle sue opere, ci aspettiamo quindi un successo mondiale. Una di queste opere verrà già esposta al Foro della cultura. Stiamo poi preparando probabilmente la più grande mostra mai realizzata all’estero su Pompei, sempre all’Ermitage, e finalmente, cosa di cui sono particolarmente orgoglioso, l’esposizione di un’opera di Botticelli a Vladivostok, in occasione del Forum economico a settembre, che ovviamente ha già richiamato grande attenzione da parte delle autorità russe, e sicuramente richiamerà un’enorme attenzione da parte del pubblico russo a Vladivostok.
La ringrazio. Sulla falsariga, passerei ora all’economia. Qual è lo stato dell’arte attuale nella cooperazione commerciale tra la Russia e l’Italia? Quali sono le iniziative e i progetti d’affari previsti? Quale contributo può essere apportato dall’ambasciata per lo sviluppo commerciale?
Ovviamente, anche in questo campo i rapporti sono estremamente buoni. Nell’ultimo anno, abbiamo assistito ad una netta ripresa dell’interscambio, che naturalmente ha sofferto per le sanzioni e le contro-sanzioni, l’anno scorso è cresciuto del 18%, e le nostre esportazioni sono cresciute del 25,5%. Siamo in una fase di ripresa. Chiaramente, tutto è collegato anche all’andamento dell’economia russa, al comportamento del rublo. Speriamo che col nuovo governo la congiuntura economica continui a migliorare e quindi la ripresa si consolidi anche nel senso dell’interscambio con l’Italia. Occorre notare che, nonostante le difficoltà inevitabili della fase di introduzione delle sanzioni e delle contro-sanzioni, le imprese italiane non hanno mai voltato le spalle alla Russia, sono sempre rimaste qui, si sono sempre impegnate, e ora ne raccolgono i frutti. Sono possibili nuove iniziative, e in questo l’ambasciata può essere d’aiuto, soprattutto nelle regioni russe, dove si stanno introducendo nuove forme di incentivi fiscali, di agevolazioni per gli investimenti. Esistono quindi imprese italiane che stanno esaminando la possibilità di aprire nuovi impianti produttivi, basti ricordare la CNH, cioè il ramo della FIAT che produce veicoli agricoli, che deve aprire una fabbrica in Tatarstan. L’ambasciata può aiutare come trait d’union tra le imprese e i governi regionali, per studiare le possibilità di incentivi, le opportunità che le economie regionali possono offrire alle imprese italiane. In un’ottica che definiamo di “made with Italy” in sostituzione ed affiancando il vecchio “made in Italy” (non completamente: ci sono dei prodotti che per qualità e per caratteristiche non possono che venire dall’Italia, dunque il “made in Italy” mantiene la sua valenza), ci sono imprese disposte a venire qui, penso, per esempio, all’agroindustria, per portare macchinari e know-how e creare quelle produzioni che dopo le sanzioni la Russia ha ritenuto di dover promuovere sul proprio territorio, chiudendo qualche opportunità ma aprendone altre per le nostre imprese. Io mi sono impegnato e mi impegnerò in un programma molto fitto di giri nelle varie regioni, oblast’ e repubbliche autonome. Sono stato in Tartaria, a Soči, a Krasnodar, in Adighezia, andrò a Vladimir, a Stavropol’, Mineral’nye Vody, in Cabardino-Balcaria, a settembre sarò a Vladivostok, ma ho un calendario intenso di viaggi, portando con me ogni volta un gruppo di imprenditori italiani, per creare gli opportuni collegamenti. Ad esempio, a Krasnodar ero seguito da quasi sessanta imprese italiane che hanno stabilito dei primi contatti non solo con le autorità, ma anche con degli imprenditori locali per possibili Società miste o comunque occasioni di affari. C’è poi un altro settore dove speriamo di poter essere d’aiuto, ed è quello delle piccole e medie imprese: stiamo spingendo per una ripresa dei finanziamenti da parte di istituzioni finanziarie come la BERS e come la BEI per le PMI russe, che sono state ingiustamente comprese nel congelamento dei finanziamenti, poiché le decisioni del Consiglio Europeo non andavano assolutamente in questo senso, anzi, i principi guida che l’Unione Europea si è data prevedono la necessità di uno sforzo per favorire lo sviluppo della società civile russa, e i contatti “people to people”. Ovviamente, non ci può essere uno sviluppo della società civile senza uno sviluppo economico che parta dal basso, quindi dalle PMI, che devono crescere in questo Paese, perché al momento rappresentano solo il 20% del PIL. Dunque, direi che non vale la critica di alcuni Paesi, che questo sarebbe un ritorno al “business as usual”, che quindi non ce lo possiamo permettere, in un momento complesso da un punto di vista politico come questo. Io trovo che anzi, proprio perché siamo in un momento politicamente complesso, segnali importanti come questo debbano essere dati. Per il momento, le complicazioni internazionali hanno un po’ frenato questa nostra proposta, però rimane sul tavolo, noi la manteniamo calda e continuiamo a spingere, sperando che si riesca non troppo in là a ottenere il risultato voluto.
La ringrazio, ambasciatore. Siamo certi che questo nostro incontro imprimerà un nuovo slancio alle nostre relazioni bilaterali. Per consolidarlo, abbiamo una proposta da farLe: di organizzare, il prossimo autunno di quest’anno, presso l’Accademia presidenziale, una Giornata d’Italia, allestendo mostre, tavole rotonde, master class in ambito culturale, commerciale, didattico e scientifico. L’inaugurazione ufficiale da parte Sua e del rettore dell’Accademia avrebbe particolare rilievo per lo sviluppo delle relazioni italo-russe, soprattutto se fosse un evento a cadenza annuale.
Molto volentieri, sarei molto interessato a partecipare. Mi sembra un’ottima iniziativa, ed è giusto sistematizzarla, cioè averla come appuntamento fisso ogni anno, per poter vedere di anno in anno come si può migliorare ulteriormente il livello dei rapporti tra Italia e Russia, nel campo economico e non solo.
Al termine dell’intervista, S.E. l’ambasciatore Pasquale Terracciano ci ha gentilmente accompagnati per una breve visita della residenza dell’ambasciata, la storica villa Berg, dove sono esposte numerose testimonianze di un secolo e mezzo di rapporti tra la Russia e l’Italia. Interessante la galleria degli ambasciatori, dal 1856 in poi, a partire da Francesco Maria Sauli, ambasciatore del Regno di Sardegna. Degna di nota anche una foto di gruppo tra l’allora ambasciatore Andrea Carlotti di Riparbella e lo zar Nicola II, presso la sede dell’ambasciata a Pietrogrado, quando quest’ultima era la capitale dell’impero russo. Nel 1918 villa Berg divenne la sede della Legazione tedesca. Dopo il riconoscimento dell’Unione Sovietica e l’instaurazione di rapporti diplomatici da parte del Regno d’Italia, nel 1924 villa Berg divenne la sede dell’ambasciata italiana.
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