Mark Bernardini

Mark Bernardini

lunedì 1 aprile 2024

071 Italiani di Russia

 


Settantunesimo notiziario settimanale di lunedì 1 aprile 2024 degli italiani di Russia. Da ieri in Italia è scattata l’ora legale, a Mosca no, quindi per sei mesi noi qui avremo una sola ora in più rispetto a voi. Inoltre, state celebrando la festività della Pasqua, che in Russia invece quest’anno cade il 5 di maggio, poiché tutte le festività religiose seguono il calendario giuliano anziché quello gregoriano, e la Pasqua viene calcolata dalle fasi lunari. Buon ascolto e buona visione.

Attualità


Scrive l’ambasciata russa a Roma:

Il 22 marzo 2024, un barbaro attacco terroristico avvenuto nella sala concerti del “Crocus City Hall” di Mosca ha sconvolto la Russia e il mondo intero.

Diciamo Spasibo a ciascuna delle oltre 15.000 persone che ci hanno inviato messaggi e ci hanno telefonato, a quelle che sono venute all’Ambasciata russa e hanno lasciato fiori, biglietti, candele, giocattoli e che hanno espresso personalmente parole di vicinanza e solidarietà, spesso senza riuscire a trattenere la propria commozione.

Diciamo Spasibo alle associazioni italiane, alle imprese, alle personalità politiche e ai rappresentanti della società civile, come anche alle personalità del mondo della cultura, per la loro disponibilità a offrirci supporto in un momento così difficile e per le loro proposte di aiuto a beneficio delle famiglie delle vittime e alle persone ferite nel corso dell’attentato terroristico.

Diciamo Spasibo agli Ambasciatori dei Paesi stranieri accreditati in Italia, ai rappresentanti del vertice della Farnesina e del corpo diplomatico presente a Roma, i quali il 26 marzo 2024 si sono recati presso l’Ambasciata russa al fine di manifestare il proprio cordoglio alle autorità della Federazione Russa e al popolo russo, sia a loro nome che a nome dei governi e dei cittadini dei loro Paesi.


Ed ecco invece Marija Zacharova, portavoce ufficiale del ministero degli esteri russo.

In questi giorni ricorre il 210° anniversario della vittoriosa conclusione della campagna estera dell’esercito russo del 1813-1814. Dopo aver sconfitto la Grande Armata di Napoleone durante la Guerra Patriottica del 1812, le truppe russe dalle mura di Mosca bruciata, portando sulle loro bandiere la libertà per i Paesi e i popoli d’Europa dall’oppressione napoleonica, marciarono per migliaia di chilometri con pesanti combattimenti verso la capitale francese, che si arrese alla mercé dei vincitori il 31 marzo 1814.

La linea politica e diplomatica nel corso del quarto di secolo di guerre continue che dissanguarono l’Europa fu tracciata dai Trattati di pace di Parigi e dal Congresso di Vienna. Meno di due anni dopo l’inizio della campagna contro la Russia, annunciata con tanto sfarzo dall’allora propaganda francese, la Francia fu sconfitta. Poche settimane dopo, l’imperatore Napoleone abdicò al trono.

Ritornando oggi a questa gloriosa pagina della storia russa, rendiamo omaggio alla memoria dei nostri eroici antenati, traendo forza e ispirazione dalle loro vite e imprese.

Si consiglia inoltre agli attuali governanti occidentali e ai nuovi piccoli “Napoleoni” in erba, che minacciano nuovamente di inviare truppe in Oriente, di non dimenticare le lezioni della storia, su come per i loro predecessori sia finita con il loro desiderio di infliggere una “sconfitta strategica” al nostro Paese.



Il portavoce del Pentagono John Kirby: “Mio zio diceva che i migliori venditori di letame spesso portano dei campioni in bocca. I funzionari russi sembrano essere degli ottimi venditori di letame”.

Non esistono proverbi del genere in russo, perché il letame viene portato in bocca non qui, ma oltreoceano. Ma c’è il nostro detto: “у кого что болит, тот о том и говорит”, letteralmente “ciascuno parla di quel che gli fa male”. In italiano rende bene “la lingua batte dove il dente duole”. A proposito, ora è chiaro perché negli Stati Uniti è così comune l’espressione “lavarsi la bocca con il sapone”, (to wash one’s mouth out with soap).

Questa settimana, in un media che non nomino, sono stato censurato per avere ricordato la tossicodipendenza di Zelenskij.

Da due anni, Biden da del macellaio a Putin. Non è tanto originale, prima di lui lo fece quel gran genio dell’allora ministro degli esteri italiano Luigi Di Maio. Questo, secondo i media italiani, è lecito, mentre parlare della propensione alla cocaina di Zelenskij è lesa maestà.

Beh, devo dire che sono in ottima compagnia, e dispongo di tutti i link necessari: ne parla Putin stesso, ne parla il ministro degli esteri russo Lavrov, ne parla la già citata Zacharova. In campagna elettorale – udite, udite – ne parlò persino l’allora presidente ucraino Porošenko, amato in Italia, affermando che sia pericoloso affidare il comando dell’esercito ucraino ad un cocainomane.

Ma torniamo al macellaio. Sarà che sono carnivoro, io non trovo offensivo praticare tale professione, esattamente come non condivido chiamare giornalai i giornalisti che svolgono in modo scarsamente professionale il loro mestiere: il giornalaio è l’edicolante, che gestisce quel bussolotto per strada dove andate ad acquistare il giornale, magari salutandolo, perché lo vedete quotidianamente.

Musica


Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

In ben altra epoca, in un mondo parallelo, ci fu un giovane cantante statunitense di origine italiana che in un film, It Happened in Brooklyn, del 1947, si esibì cantando dei brani russi, in una sorta di pot-pourri. Sono proprio curioso di vedere se lo riconoscete.

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