Il 19 dicembre 2023, Putin è intervenuto al Centro Nazionale Difesa della Federazione Russa nell’ambito della riunione allargata del Consiglio del Ministero della Difesa
Gli eventi dell’anno in corso hanno confermato, lo vediamo tutti: l’Occidente continua a condurre una guerra ibrida contro la Russia, fornisce attivamente al regime di Kiev i dati da ricognizione in tempo reale, dirige i consulenti militari, trasferisce i moderni sistemi di armi, inclusi i sistemi di missili a lancio multiplo ed alta mobilità, missili a lungo raggio, munizioni a grappolo e un gran numero di nuovi velivoli senza pilota. Ha in programma di trasferire all’Ucraina, come sappiamo, i caccia multifunzionali F-16: è in corso l’addestramento dei piloti ucraini in Occidente.
Di recente, l’attività del blocco militare della NATO in generale è cresciuta bruscamente. Forze significative dagli Stati Uniti, compresi gli aeromobili, sono state trasferite ai nostri confini. Il numero di truppe di alleanza nell’Europa orientale e centrale è aumentato. La Finlandia, come sappiamo, è già stata attratta nella NATO, si prevede altrettanto per la Svezia. In effetti, questa è la fase successiva nell’approccio dell’alleanza ai nostri confini.
Sappiamo tutti bene e ricordiamo che nel 1991 hanno promesso a Gorbačëv: no, no, non un pollice a est. Ecco qui. Bei partner. Mentono spudoratamente, in continuazione. Allo stesso tempo, la natura aggressiva del blocco non è più nascosta dietro le formulazioni “difensive”. A suo tempo mi dicevano: non è un blocco militare, la nostra è un’organizzazione politica. E nessuno ha mai cancellato l’articolo cinque. Allo stesso tempo, il carattere aggressivo, come ho detto, non viene nascosto. Nei documenti dottrinali statunitensi, le affermazioni sulla superiorità globale sono direttamente sancite.
L’Occidente non recede dalla sua strategia di deterrenza della Russia e dai suoi obiettivi aggressivi in Ucraina. Bene, anche noi non recediamo dagli obiettivi della nostra operazione militare speciale.
Valutando la situazione attuale “sul campo”, sulla linea di contatto del combattimento, possiamo dire con fiducia che l’iniziativa è in mano alle nostre truppe. In effetti, facciamo ciò che consideriamo necessario, ciò che desideriamo. Laddove i comandanti considerano consigliabile aderire alle tattiche della difesa attiva, ciò accade, mentre, dove è opportuno, miglioriamo le nostre posizioni.
Il nemico subisce forti perdite e ha in gran parte sprecato le riserve, cercando di mostrare ai suoi veri proprietari almeno un certo risultato della sua cosiddetta controffensiva. A proposito, anche il mito dell’invulnerabilità delle attrezzature militari occidentali è crollato.
Tutti i tentativi, come hanno detto in Occidente, di infliggerci una sconfitta militare, una sconfitta strategica, si sono schiantati sul coraggio e sulla resistenza del nostro soldato, hanno affrontato il maggiore potere delle nostre forze armate, il potenziale dell’industria domestica e delle industrie di difesa.
Voglio tornare ancora una volta all’argomento relativo alle cause del conflitto che stiamo vivendo. Qui il pubblico è preparato, tuttavia, ritengo importante enfatizzare di nuovo alcune cose, parlare delle cause del conflitto di oggi in Ucraina.
Ricordiamo che immediatamente dopo il crollo dell’URSS, l’Occidente ha iniziato a lavorare nel modo più attivo sia in Russia in generale che sulla nostra “quinta colonna”, attorno alla quale saltellavamo tutto il tempo, accarezzandogli la testa, persuadendoli con toni patriottici. Non importa. Ci sono persone diverse lì, non facciamo di tutt’erba un fascio. Tuttavia, il nemico sapeva perché lo stava facendo e sapeva con chi aveva bisogno di lavorare – sia con questa “quinta colonna”, sia con i terroristi, comprese le organizzazioni internazionali, e con i separatisti, con i quali hanno lavorato attivamente sulla decomposizione della Russia stessa. Parallelamente, ha agito attivamente nello spazio post-sovietico, dividendo tutti gli Stati indipendenti di recente istituzione – le ex repubbliche dell’Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche. Un’enfasi speciale sempre, anche prima del crollo dell’Unione Sovietica, fu fatta dal nemico in Ucraina.
In primo luogo, sulla base di una serie di considerazioni storiche, in base al fatto che molti ex nazisti si sono trasferiti nel continente americano, in particolare in Canada, negli Stati Uniti, c’era una buona base e hanno lavorato con loro, sono state create intere istituzioni dedicate. Si stavano preparando. E non appena si è verificato il crollo, sono passati alla fase attiva. Hanno lavorato al nostro interno – ed esternamente con una forza raddoppiata e triplicata. Perché? Perché credevano sempre che la Russia, avendo perso tale potenziale, non sarebbe mai tornata alle sue precedenti posizioni geopolitiche e non avrebbe rappresentato alcuna minaccia come concorrente, o almeno come concorrente.
E, come sappiamo, prevedevano di dividerci in almeno cinque entità. Non lo nascondevano, ne discutevano apertamente.
Hanno lavorato separatamente in Ucraina, ovviamente, hanno fatto prima una scommessa sui nazionalisti, dimenticando che questi stessi nazionalisti estremi sono ex nazisti che hanno collaborato con Hitler. E hanno permesso ai nazionalisti ucraini di trasformare questi ex nazisti in eroi nazionali, come Bandera e altri come lui. Eppure, abbiamo fatto di tutto per decenni per costruire relazioni normali con questo Stato vicino. Abbiamo sempre detto, ed io continuo a dire, che questo è un popolo fraterno. Ma il nemico si è comportato diversamente.
In termini politici, la Russia poneva l’accento sul sud-est ucraino. Perché? Perché queste sono regioni storiche russe, ci vivono i russi, e non importa cosa sia scritto sul passaporto. Hanno un’unica lingua madre – quella russa, tutta la cultura, le tradizioni sono russe, tutto… questa è gente nostra.
Ci siamo sempre concentrati su questa parte dell’Ucraina e questo ha avuto importanti conseguenze politiche interne, perché non ha permesso ai nazionalisti estremi di raggiungere il potere reale con mezzi politici legali. Sempre quelle forze politiche e quei leader politici che hanno rivendicato posti più elevati nello Stato avrebbero dovuto prendere in considerazione l’opinione degli elettori del sud-est dell’Ucraina, sempre. Senza di loro, era impossibile salire al potere. Ma non appena sono saliti al potere, si sono immediatamente dimenticati di loro, nessuno ha ricordato i loro interessi e hanno immediatamente obbedito alle azioni dei nazionalisti estremi che si sono comportati attivamente, offensivi, in modo aggressivo. E immediatamente si sono trasferiti nella politica dei nazionalisti.
Abbiamo cercato di combattere tutto questo. In che modo? Prima di tutto, con mezzi economici: a prezzi stracciati, abbiamo venduto energia, e poi prestiti, cooperazione – abbiamo fatto di tutto, davvero, per costruire relazioni. No, l’Occidente con enfasi su queste forze nazionaliste attive e aggressive in Ucraina semplicemente non ci ha lasciato alcuna possibilità.
Ma anche loro hanno affrontato il fatto che è impossibile raggiungere finalmente i loro obiettivi con mezzi legali e trascinare l’intera Ucraina dalla loro parte. Non funziona, c’è questo sud-est che arriva ai sondaggi e ai voti per coloro che parlano della necessità di buoni rapporti con la Russia. Questo è quello che è successo nella vita reale. Non funziona, di decennio in decennio non funziona in alcun modo. E cosa hanno intrapreso a quel punto? Il colpo di Stato.
Sì, ovviamente, ci sono stati molti problemi in Ucraina: interni, economici, sociali, ingiustizie. Ma a che pro un colpo di Stato? Andate alle elezioni, come ci è stato detto tutto il tempo: solo con mezzi politici, solo in questo modo, solo all’interno del quadro della Costituzione! E dov’è tutto questo? Qui c’è riluttanza a mostrarlo, giusto? Si sono resi conto che non era possibile “staccare” l’Ucraina esclusivamente con mezzi politici, usavano gli errori delle allora autorità dell’Ucraina – di nuovo, con enfasi su queste forze aggressive nazionaliste – e fecero un colpo di Stato. Non è chiaro perché, solo per risolvere il problema una volta per tutte, tutto lì.
In questo senso, ovviamente, hanno raggiunto i loro obiettivi. Non avevamo altra scelta che sostenere la Crimea, altrimenti avrebbero organizzato un massacro lì.
Ma è sorto il problema del Donbass. Abbiamo cercato di metterci d’accordo con calma. In generale, eravamo pronti a garantire, a determinate condizioni prescritte negli accordi di Minsk, di ripristinare gradualmente l’integrità territoriale dell’Ucraina, incluso il Donbass, al fine di non mettere in pericolo le persone che vivono lì, in modo che le necessarie condizioni fossero create lì a garanzia della loro sicurezza. Questo è l’intero significato degli accordi di Minsk.
Sebbene, se le autorità ucraine e i loro proprietari in Occidente fossero andati a questo, per implementare l’attuazione di questi accordi, tutto gradualmente sarebbe diventato fattibile. Non lo hanno fatto, hanno subito organizzato la guerra nel 2014.
Parlo francamente, infatti, per coloro che hanno partecipato a quegli eventi non è un segreto: non abbiamo fatto nulla, ma siamo stati gradualmente costretti a essere coinvolti per proteggere le persone, in modo che non fossero sterminate. E’ iniziata così.
L’Occidente, specialmente oltreoceano, osservava con piacere. In questo senso, ovviamente, se posso dirlo, ci hanno fregati. L’uso di questa posizione aggressiva ci ha costretto ad una risposta. E poi hanno semplicemente abbandonato tutti gli accordi di Minsk, lo hanno detto pubblicamente al riguardo, e poi i leader occidentali non sono stati timidi riguardo a questo pubblicamente – che era solo una “copertura” per far rivivere o, al contrario, nemmeno rilanciare, ma costruire moderne forze armate dell’Ucraina.
Per cosa? Ma questa è la seconda parte del tiro al piccione, al fine di trascinare l’Ucraina nella NATO. E mi hanno detto tutto il tempo: di cosa hai paura, oggi non li prenderemo. Dicevo: oggi, e domani? E quando arriverà questo domani? Tra un anno, tra due? Dal punto di vista delle prospettive storiche e degli interessi strategici dello Stato russo, anche dopo 10 anni, dopo 15 anni questo è inaccettabile. Che vuol dire “oggi no”? E domani? L’obiettivo è inequivocabile: attirare l’Ucraina nella NATO.
Come ho già ricordato, nel 1991 hanno detto: non un pollice a est. Col cavolo, “non un pollice” – eccoli qui, già alle nostre porte, si sono già presentati. E sono presenti. Si sono presi gli Stati baltici, tutta l’Europa orientale. Anche questi, a che pro? C’erano tutti i tipi di opzioni diverse abbastanza accettabili per tutti. Semplicemente un Paese come la Russia non è necessario, è troppo grande. Bisogna dividerlo, soggiogarlo a pezzi di come soggiogano l’Europa, a pezzi.
Bene, lo hanno fatto nella pratica, scatenando la guerra nel 2014, in cui gradualmente, purtroppo o meno, ma non avevamo altra scelta, abbiamo dovuto essere coinvolti. Allo stesso tempo, hanno risolto un altro importante problema per se stessi: erano molto preoccupati per il riavvicinamento della Russia con l’Europa, molto. Dovrebbero essere loro i padroni lì. Hanno sempre paura: la Russia malvagia ti minaccia! Ho parlato con molti leader e mi hanno detto: perché ci stanno spaventando? Comprendiamo che la Russia non combatterà con l’Europa. Sì, e non lo faremo manco adesso. Le leadership degli Stati Uniti e della NATO affermano: se la Russia vincerà in Ucraina ora, i seguenti sono i Paesi della NATO. Perché abbiamo bisogno di questi Paesi della NATO? Non ne abbiamo mai avuto bisogno – e ora non sono necessari e in futuro non saranno necessari. E allora perché lo dicono? Per spronarli a pagare soldi, ecco perché.
Gli Stati Uniti, avendo risolto i loro problemi subitanei, “staccando”, come credono, l’Ucraina, rompendo le relazioni della Russia con l’Europa, a questo proposito, hanno raggiunto ciò che volevano, purtroppo. E’ solo che non potevamo più comportarci in modo diverso, altrimenti dovevamo consegnare tutto e guardare come si mangiano tutto quel che è russo. Non potremmo farlo e hanno capito che non potevamo farlo, ma loro si comportavano così apposta. Hanno trascinato appositamente noi e l’Europa in questo conflitto, hanno raggiunto i loro obiettivi in questo senso: hanno “separato” la Russia e l’Europa, e ora trasferiscono sull’Europa anche l’onere della responsabilità finanziaria e dei pagamenti.
E la generazione inerte e senza spina dorsale dei politici di oggi in Europa non può resistere, tenendo presente una colossale dipendenza nei media, nell’economia, nella politica. Ovunque vai a vedere, in qualunque grande media in Europa, il beneficiario finale sono alcuni fondi americani, attraverso tre o quattro passaggi. Tutto è lì, tutto è oltreoceano. E questo è un impatto sulla vita politica. Fin da giovani, da una panchina di studenti, i servizi speciali dei loro sostenitori li “acquisiscono”, ci lavorano, li trascinano nell’Olimpo politico dei Paesi europei.
Ma non così semplice: i cittadini europei iniziano a rendersi conto di ciò che sta accadendo e quindi un certo cambiamento inizia nella stessa Europa. Ora non sto nemmeno parlando di problemi di natura economica – ci sono, sono ben noti a tutti, è tutto nei documenti, non solo nelle manifestazioni nei Paesi europei. Le principali economie industriali in Europa entrano in recessione.
Ma anche nella coscienza politica di molti popoli d’Europa, stanno avvenendo cambiamenti. Vedono che gli Stati Uniti sfruttano sfacciatamente senza pietà l’Europa nei loro interessi e in ultima analisi ci sputano sopra.
Ma questa è la loro scelta, questa è la scelta dei popoli d’Europa. Non siamo mai intervenuti, non interferiamo e non interferiremo. Quel che invece faremo esattamente è di difendere i nostri interessi. Perché ciò che gli Stati hanno fatto in Ucraina è di non dare, privare di un modo normale e politico di costruire relazioni con questo Paese. Hanno agito illegalmente. Nel 2014, hanno fatto un colpo di Stato ed hanno proseguito sulla strada dell’illegalità. Ci hanno semplicemente costretto a rispondere a questa illegalità.
Per quanto riguarda l’Europa, ripeto: sta arrivando la comprensione da parte della popolazione che altri Paesi li usano nei loro interessi, soprattutto gli Stati Uniti. Bene, affari loro, non interferiremo.
Quello che però vorrei dire in conclusione: l’unico garante della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina era la Russia. La Russia, quando ha creato l’Unione Sovietica, ha trasferito enormi territori storici russi, insieme alla popolazione, un potenziale enorme, e ha investito risorse colossali in questi territori.
Le terre occidentali dell’Ucraina? Sappiamo come l’Ucraina li ha ricevuti. Gliele diede Stalin dopo la seconda guerra mondiale. Ha dato parte delle terre polacche, Leopoli e così via, diverse grandi aree, ci vivono 10 milioni di persone. Per non offendere i polacchi, ha compensato le loro perdite a spese della Germania: ha dato le terre orientali della Germania, del corridoio di Danzica e di Danzica stessa. Una parte l’ha presa alla Romania, un’altra all’Ungheria, tutto trasferito all’Ucraina.
E le persone che vivono lì – molte in ogni caso – vogliono tornare alla loro patria storica. E quei Paesi che hanno perso questi territori, principalmente la Polonia, sognano di riprenderseli.
In questo senso, solo la Russia potrebbe essere un garante dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Non vogliono, pazienza. La storia metterà tutto al suo posto. Non interferiremo, ma non daremo nulla di quel che è nostro. Questo è ciò che tutti dovrebbero capire in Ucraina, coloro che sono aggressivi nei confronti della Russia, sia in Europa che negli Stati Uniti. Vogliono negoziare, che si mettano pure d’accordo. Ma per quanto ci riguarda lo faremo solo in base ai nostri interessi.
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