Cinquantaquattresimo notiziario settimanale di lunedì 4 dicembre 2023 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
Attualità
Il 27 novembre 2023 ad un forum internazionale a Mosca, “Letture di Primakov”, Sergej Lavrov aveva concluso il suo intervento con una frase piuttosto emblematica da una nota canzone sovietica: «и вновь продолжается бой». Tradotta letteralmente in italiano, la rendo con “E la lotta continua”.
Sul fatto che forse l’Occidente sta degenerando. Ho una citazione qui (in tasca):
“Da tempo si poteva prevedere che questo odio furioso contro la Russia, che in Occidente durante 30 anni diventava sempre più forte, un giorno si sarebbe scatenato. Questo momento è arrivato. Alla Russia viene semplicemente proposto il suicidio, la rinuncia alle basi stesse della sua esistenza, il solenne riconoscimento che non è altro al mondo che un fenomeno selvaggio e brutto, un male che richiede una correzione. Non ha più senso illudersi. La Russia, con ogni probabilità, si scontrerà con l’intera Europa”. 1854, Fëdor Tjutčev.
Non posso dire che questa sia la verità assoluta. Ma il fatto che nessuno ci abbia mai amato veramente è un dato di fatto. Così come il fatto che eravamo abituati a creare coalizioni situazionali (francesi, inglesi, tedeschi, austroungarici).
Non credo che l’Occidente abbia alcuno scopo nell’odiare costantemente la Russia. Ma con quanta rapidità hanno abbandonato questi discorsi delicati e le assicurazioni che siamo un tutt’uno (dall’Atlantico al Pacifico, dalla sicurezza, all’economia e tutto lo spazio in generale). Con quanta rapidità è riemerso l’istinto di unire l’Europa contro la Russia.
“E la lotta continua”. Che voleva dire? Lo si è capito appena tre giorni dopo, quando, a Skopje, in Macedonia, è intervenuto al Consiglio dei Ministri dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa. I punti chiave:
Tra poco più di un anno sarà il cinquantesimo anniversario dell’Atto finale di Helsinki. A questo proposito, mi dispiace ammettere che l’OSCE si avvicina a questo anniversario in uno stato deplorevole e che le sue prospettive rimangono poco chiare.
Sfortunatamente, le élite politiche occidentali, che si sono arrogate il diritto di decidere i destini dell’umanità, hanno fatto una scelta miope non a favore dell’OSCE, ma a favore della NATO. A favore della filosofia del contenimento, dei giochi geopolitici a somma zero e della logica padrone-seguace. Una delle componenti chiave di questa linea è stata la sconsiderata espansione del blocco verso est, iniziata dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia.
Le vere intenzioni dei politici occidentali sono state rivelate ancora una volta quando Washington e Bruxelles hanno respinto le proposte avanzate dalla Russia nel dicembre 2021 per assicurare garanzie di sicurezza giuridicamente vincolanti in Europa.
Nel tentativo di abbattere l’economia russa, gli Stati Uniti e i suoi satelliti europei hanno imposto migliaia di sanzioni contro la Russia, ponendo così fine ad un’ampia cooperazione pratica tra Est e Ovest nella nostra regione, un tempo comune.
Il regime di Kiev è un investimento di Washington nei suoi interessi egoistici di contenere la Russia e risolvere i propri problemi a spese degli altri, inclusa l’eliminazione dei concorrenti economici, principalmente nella persona dell’Unione Europea.
La situazione attuale è una conseguenza diretta dei persistenti tentativi dei nostri vicini occidentali di assicurarsi il proprio dominio, utilizzando spudoratamente l’OSCE per far passare in modo aggressivo interessi meschini e egoistici e distruggendo deliberatamente il principio fondamentale del consenso e la cultura stessa della diplomazia.
Al momento non vi è alcun motivo particolare per essere ottimisti. L’OSCE viene sostanzialmente trasformata in un’appendice della NATO e dell’UE. L’organizzazione (diciamocelo) è sull’orlo del baratro. Sorge una semplice domanda: ha senso investire sforzi per rilanciarla?
Insomma, questa OSCE non serve più a niente.
In Russia è stato arrestato in contumacia l’addetto stampa della società americana Meta. “Le forze dell’ordine hanno scelto una misura preventiva sotto forma di detenzione nei confronti di Andy Stone, accusato di facilitare attività terroristiche sfruttando la sua posizione ufficiale. Rischia fino a 20 anni di carcere. E’ già stato inserito nella lista dei ricercati internazionali.
Nel marzo 2022, il comitato investigativo russo ha aperto un procedimento penale per accuse di violenza e omicidio contro russi e personale militare russo contro i dipendenti di Meta. Il servizio stampa della Società aveva annunciato la revoca temporanea del divieto di incitare alla violenza contro i cittadini della Federazione Russa. Hanno promesso di non punire gli utenti di diversi Paesi, tra cui Russia, Ucraina, Polonia, nonché Lettonia, Lituania, Estonia, Ungheria, Romania e Slovacchia per aver pubblicato auguri di morte ai presidenti di Russia e Bielorussia.
L’FSB della Russia ha arrestato un cittadino della Russia e dell’Italia coinvolto in atti di sabotaggio terrorista ai danni di infrastrutture militari e di trasporto della regione di Rjazan’. Nato nel 1988, ha reso testimonianza per cui nel febbraio 2023 a Istanbul (Turchia) fu reclutato da un dipendente della principale direzione dell’intelligence del Ministero della Difesa dell’Ucraina, dopo di che seguito una formazione di sabotaggio nella città di Yekabpils (Lettonia) con la partecipazione diretta dei servizi speciali lettoni ed è tornato nel marzo 2023 nella città di Rjazan’.
Il 20 luglio 2023, su istruzioni del curatore del ministero della difesa dell’Ucraina, ha fabbricato dispositivi esplosivi per equipaggiare quattro droni e con il loro uso attaccare il campo aereo militare di Djagilevo (provincia di Rjazan’). Inoltre, al fine di causare significativi danni alla proprietà e destabilizzazione delle attività delle autorità l’11 novembre 2023, ha minato il manto ferroviario nel distretto di Rjazan’ al momento del passaggio di un treno merci, a causa della quale hanno deragliato 19 e si sono rovesciate 15 piattaforme.
Durante le azioni investigative, al terrorista sono state sequestrate componenti per la produzione di esplosivi, mezzi di comunicazione e media elettronici di informazioni contenenti foto e video sui crimini da lui commessi.
Vengono prese ulteriori misure per verificare il coinvolgimento in altri attacchi terroristici e sabotaggio nel territorio della Federazione Russa su istruzioni dei servizi speciali ucraini.
E qui finisce il comunicato ufficiale dei servizi di intelligence della Russia. Ovviamente, visto che si parla di cittadinanza italiana, questo episodio ha attratto la mia attenzione. Finché ne parlavano i media russi, per deformazione professionale non mi sono fidato più di tanto, sono andato alla fonte, il sito ufficiale del FSB. Nei social italiani, non ne parla nessuno, e chi ne parla nega tale cittadinanza. In effetti, Ruslan Sidiki non è proprio un nome italianissimo, e dai suoi profili non si trova alcun contatto di italiani, né risulta che ne conosca la lingua. Tuttavia, visto che non trovo alcuna smentita (e ben venga invece) nei media italiani (di cui invece mi fido zero), o, meglio ancora dalle autorità ufficiali italiane, una domanda – o anche più domande – sorgono spontanee: ce l’ha o non ce l’ha? Se ce l’ha, come l’ha avuta? Attendo fiducioso (si fa molto per dire) ragguagli.
La settimana scorsa ho riportato una serie di considerazioni su argomenti che non sospettavo avrebbero suscitato tanto clamore, con financo sterili delazioni in perfetto stile del ventennio fascista. Ho detto che non bisogna confondere Sputnik (russo) e Soberana (cubano) con Pfizer (statunitense) e Moderna (statunitense). E così sono diventato un fautore dei vaccini sic et simpliciter e di Big Pharma. Ho detto che il cambiamento climatico c’è, citando i dati statistici dei ghiacciai tropicali in Perù (-56%), tutto sta a vedere come lo si combatte e chi, ma la seconda parte della mia affermazione non viene menzionata. E così sono diventato un fautore di Soros e dell’Agenda 2030, che nessuno in realtà ha mai letto, ma di cui tutti parlano attribuendola ai poteri forti di Davos, della Banca Mondiale e di Schwab, mentre invece è dell’ONU. Ho detto che la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale sono un simbolo di progresso, tutto sta a vedere chi e come li gestisce, e anche in questo caso non viene menzionata la seconda parte della mia affermazione. E così divento un fautore della dittatura degli algoritmi, pagato e strapagato da Bill Gates.
Tra gli esponenti politici russi, ce ne sono almeno tre che trovano il gradimento dei miei commentatori. Mi riferisco a Putin, Lavrov e alla Zacharova. Allora, come promesso e anticipato, lascio parlare Putin su questi argomenti.
Putin, 30 giugno 2021. “Ne ho sentite di tutti i colori: che non c’è nulla, infatti, non esiste alcuna epidemia. A volte dubito di stare a parlare con degli adulti, con persone istruite, non so da dove prendano questa idea che i leader di Paesi di tutto il mondo “Si sono riuniti e hanno confabulato”. Parlando di coloro che si oppongono alla vaccinazione, Putin ha consigliato agli antivax di ascoltare gli esperti e non le persone che capiscono poco. “Ci sono molte persone del genere. Dissidenti vaccinali. Ce ne sono parecchi sia nel nostro Paese che all’estero. Quando la vaccinazione si estende su un fronte ampio contro altre infezioni, tutto sembra diventare normale e non c’è bisogno di vaccinarsi, pensa la gente”, tanto quasi nessuno si ammala. Non appena le vaccinazioni iniziano a scendere oltre una certa soglia, e oplà, i focolai compaiono dal nulla. E poi tutti corrono velocemente a vaccinarsi”, ha aggiunto Putin. Il capo dello Stato ha osservato che l’ulteriore diffusione dell’epidemia di coronavirus può essere prevenuta solo attraverso le vaccinazioni.
Sempre Putin, sempre 30 giugno 2021. Molti scienziati credono giustamente che il cambiamento climatico sulla Terra sia associato sia ai processi naturali globali che all’attività umana. “E’ legato al riscaldamento globale. Molte persone credono giustamente che ciò sia dovuto all’attività umana e alle emissioni di CO2”. La tragedia della situazione non risiede nel riscaldamento globale in quanto tale, ma nel fatto che quando il clima cambia e “si avvicina a un certo punto”, “l’umanità aggiunge ancora il suo contributo al riscaldamento globale”. “E’ qui che possono verificarsi conseguenze irreversibili che possono portare il nostro pianeta allo stato di Venere, la cui temperatura sulla superficie raggiunge i 500 gradi”. “Naturalmente dobbiamo fare di tutto per ridurre al minimo il nostro contributo a ciò che sta accadendo nella sfera globale, nell’universo nel suo insieme”.
Putin, 29 novembre 2023. In Russia è possibile introdurre lo studio dell’intelligenza artificiale a scuola, l’importante è costruire correttamente i programmi educativi. Per quanto riguarda i programmi educativi, nella Repubblica popolare cinese si comincia a studiare l’intelligenza artificiale fin dalle scuole... Per noi, tenendo conto del livello di istruzione in Russia, questo è assolutamente normale, possiamo gestirlo. La questione è costruire correttamente i programmi scolastici, in base all’età. Ciò aumenterà sicuramente la penetrazione dell’intelligenza artificiale in vari settori. Ma, ovviamente, non è sufficiente introdurlo semplicemente nei programmi scolastici. Dobbiamo lavorare “in modo più ampio e più profondo”. E cercheremo di farlo. Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale apre una nuova era nella storia dell’umanità, e quindi i divieti e le misure di contenimento in questo settore non hanno senso.
Ora, uno ha tutto il diritto di dissentire anche da Putin, però questo notiziario tratta di quel che si dice e si fa in Russia, mica in Italia o a Bruxelles o a Washington. Nessuno vi punta un Kalašnikov alla tempia per costringervi a guardarlo.
Esistono in Russia, compresa quella illegalmente occupata dai nazifascisti ucraini finanziati ed addestrati dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna e dall’Unione Europea, varie città che hanno lo status di città-eroe, per avere resistito all’occupazione nazifascista tedesca, lasciando sul campo 27 milioni di morti sovietici. A ridosso del Cremlino, nei giardini Alessandrini, da allora, davanti al fuoco eterno al milite ignoto, esiste il picchetto d’onore. Ringrazio per le riprese odierne Oksana, un’amica di mia moglie Katja.
Musica
Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.
Stavolta, tanto per far imbufalire ulteriormente gli haters, gli odiatori da salotto e i delatori da divano, vi propongo una canzone di un secolo fa, molto in voga durante la guerra civile del 1919-1922, si chiama «Красная Армия всех сильней», “L’Armata Rossa è la più forte di tutti”. L’esecuzione però è di un gruppo contemporaneo molto noto in Russia, Ljube, dieci anni fa. E’ un’esecuzione dal vivo in piazza Rossa, attraggo la vostra attenzione su quanta gente vi si sia radunata.
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