lunedì 14 ottobre 2024

098 Italiani di Russia

Da Mosca, Mark Bernardini. Novantottesimo notiziario settimanale di lunedì 14 ottobre 2024 degli italiani di Russia. Per la prima volta in quasi due anni, abbiamo saltato la puntata di lunedì 7 ottobre per motivi di salute del sottoscritto. Me ne scuso e mi auguro che non si ripeta. Buon ascolto e buona visione.

Attualità

La Russia non è nostra nemica, ma chi vi paga?

I professionisti della disinformazione hanno parlato di campagne pubblicitarie da 30mila, 50mila e alla fine da 100mila euro.

Hanno chiesto l’intervento della polizia, della guardia di finanza, della Digos, dell’UE, dell’Interpol.

Hanno insinuato pagamenti da chissà quali finanziatori occulti, ma la verità è come l’acqua, trova sempre la via d’uscita.

Estratto dal telegiornale di Russia1.

Videomessaggio del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin in occasione della Giornata della Riunificazione della Repubblica Popolare di Doneck, della Repubblica Popolare di Lugansk e delle regioni di Zaporož’e e Cherson alla Russia (30 settembre 2024).

Porgo i miei più sinceri auguri a tutti i cittadini del nostro Paese in occasione dell’anniversario di questo evento, la cui portata è stata davvero epocale. Un evento al quale siamo giunti dopo aver attraversato anni di dure prove. Eravamo a conoscenza delle condizioni insostenibili, fatte di continui bombardamenti e di città assediate e isolate, nelle quali il Donbass ha dovuto vivere per otto lunghi anni, e conoscevamo l’entità dell’oppressione che gli abitanti della Novorossija hanno dovuto subire. [...] Nei territori liberati è in corso il rapido ripristino del comparto industriale, e sono in costruzione edifici residenziali, ospedali, scuole e asili. E’ un lavoro che coinvolge tutte le regioni russe. [...] Voglio ringraziare tutti i cittadini del nostro Paese per la coesione e lo spirito patriottico di cui stanno dando prova. La ragione è dalla nostra parte. E tutti gli obiettivi che ci siamo prefissi saranno raggiunti.

Tra gli esiti prodotti dalla visita in Italia del Ministro della Cultura ucraino Nikolaj Točickij in occasione dell’incontro tenutosi a Napoli, tra i Ministri della Cultura dei Paesi del G7, c’è l’invito ai Colleghi italiani a recarsi in visita, a loro volta, a Odessa. L’invito andrebbe colto al più presto per toccare con mano quanto “efficacemente” e attivamente il regime di Kiev e i loro protetti a Odessa si stiano adoperando nel condurre una battaglia contro il loro stesso patrimonio storico e culturale.

Prima d’intraprendere siffatta visita, si suggerirebbe alle autorità italiane di prestare attenzione al fatto che in Ucraina è in corso un’operazione di totale smantellamento dei monumenti storici, la quale, nel 2022, ha coinvolto persino il celebre monumento di Odessa in onore di Caterina II, fondatrice della città; lo smantellamento ha avuto un’ulteriore accelerazione con la recente decisione, da parte dalle autorità municipali di Odessa, di abbattere nel prossimo futuro diciannove monumenti, tra cui anche quelli ad Aleksandr Puškin (di cui uno realizzato con il denaro offerto dagli odessiti alla fine del XIX secolo), a Maksim Gor’kij, a Vladimir Vysockij e al Maresciallo Generale dell’Unione Sovietica Rodion Malinovskij, che liberò la sua città natale (Odessa appunto) dagli invasori nazisti.

Si vorrebbe sperare che il sostegno “a 360 gradi” offerto dall’Italia all’Ucraina non comprenda anche una compartecipazione alla guerra trasversale contro il patrimonio storico e culturale presente sui territori che si trovano ancora, al momento, sotto il controllo del regime di Kiev.

Sarebbe interessante comprendere se a Roma si rendano conto che le autorità ucraine sanno già come spendere i soldi stanziati dall’Italia per la ricostruzione della città di Odessa, che ammontano a 45 milioni di euro. Infatti, anche questa volta, come per tutti gli stanziamenti multimilionari e multimiliardari che arrivano in Ucraina, questi soldi saranno impiegati non per edificare, ma per distruggere, cioè, in questo caso, per abbattere i monumenti dedicati a importanti esponenti del panorama storico e culturale mondiale.

Intervento di Sergej Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, al Dibattito Generale svoltosi nell’ambito dei lavori della 79esima sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU

New York, 28 settembre 2024

I punti principali dell’intervento:

• Oggi il mondo si trova nuovamente a dover affrontare sfide di enorme portata, le quali ci richiedono di unire le forze, anziché scegliere lo scontro e la brama di perseguire il dominio globale.

• Per la Maggioranza mondiale è evidente che il clima di scontro e l’egemonismo non risolveranno neppure una delle problematiche esistenti a livello globale. Essi si limitano a rallentare artificiosamente il processo oggettivo che sta portando alla formazione di un ordine mondiale multipolare.

• La Russia si schiererà sempre dalla parte dei principi legati all’impegno congiunto, alla verità e al diritto, alla pace e alla cooperazione in favore della rinascita di quelli che furono gli ideali definiti dai padri fondatori [delle Nazioni Unite].

• I livelli inauditi di arroganza e aggressività raggiunti dalla politica occidentale nei confronti della Russia non solo sviliscono il significato stesso del principio di “cooperazione globale” promosso dal Segretario Generale dell’ONU, ma stanno ostacolando sempre di più il funzionamento dell’intero sistema di governance globale, compreso il lavoro del Consiglio di Sicurezza.

• Il Segretariato delle Nazioni Unite non può esimersi dal cercare di appurare la verità in quelle situazioni che vanno a intaccare in maniera diretta la sicurezza globale, ed ha l’obbligo di ottemperare scrupolosamente all’Articolo 100 della Carta dell’ONU, che stabilisce che esso debba agire in maniera imparziale ed evitare di lasciarsi tentare dalla possibilità di assecondare singoli Paesi; tanto meno se si tratta di quelli che esortano apertamente non alla cooperazione, ma bensì a una divisione del mondo tra “prati fioriti” e “giungle”, o anche tra “coloro che pranzano al tavolo della democrazia” e coloro che invece “si ritrovano sul menù”.

• Desidero ricordare, in particolare ai colleghi del Segretariato ONU, che la Carta delle Nazioni Unite non tratta soltanto di integrità territoriale. Nel primo articolo della Carta viene sancito l’obbligo di rispettare i principi di uguaglianza dei diritti e di autodeterminazione dei popoli.

• Un ordine mondiale più giusto presuppone, senza dubbio, un ampliamento della rappresentanza del Sud globale presso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Noi ribadiamo la nostra posizione a sostegno delle candidature del Brasile e dell’India e, al tempo stesso, la nostra approvazione delle già note iniziative avanzate dall’Unione Africana.

Risposte dell’Ambasciatore della Federazione Russa nella Repubblica Italiana Aleksej Paramonov alle domande del “Corriere della Sera” (Roma, 14 ottobre 2024)

Punti chiave

#RelazioniBilaterali

•La stragrande maggioranza della società italiana, [...] a differenza dell’élite di potere, ermeticamente chiusa ai contatti, neanche ora sentono la Russia come una minaccia, anzi auspicano il ripristino al più presto di un’atmosfera normale nelle relazioni russo-italiane.

•Alcuni alleati, gelosi dell’Italia, hanno fatto grandi sforzi per turbare o distruggere l’idillio economico russo-italiano. [...] Si commercia sempre meno [...]. I produttori italiani sono stati costretti a perdere il lucroso mercato russo e si sono privati di carburante ed elettricità a basso costo.

•A prescindere dalla posizione ostile che il governo di un determinato Stato può assumere nei confronti della Russia, noi non condanniamo a priori il popolo di quel Paese, non lo consideriamo ostile e ci opponiamo alla teoria della responsabilità collettiva.

#PoliticaEsteraRussa

•Non è colpa di Mosca se il modello di sicurezza euro-atlantico, nell’ambito del quale la Russia collaborava con la NATO e l’UE e continua a partecipare all’OSCE, ha perso ogni significato. Sono loro che, nonostante tutti i nostri appelli, si sono rifiutati di rispettare il principio dell’indivisibilità della sicurezza sancito nei documenti ufficiali dell’OSCE e hanno disatteso l’impegno a non rafforzare la propria sicurezza a scapito di quella degli altri.

•Nel prossimo futuro per Mosca sarà particolarmente importante prendere parte alla configurazione politica, economica, logistica, sociale, culturale e umanistica di questo ampio spazio eurasiatico. Si, perché no, da Lisbona a Vladivostok, come si diceva una volta. Ma ben oltre, fino a Giacarta, abbracciando tutto lo spazio del Grande partenariato eurasiatico aperto anche alla Europa Occidentale.

•La filosofia della politica estera russa si basa sulla consapevolezza che non c’è alternativa alla coesistenza tra Stati e popoli con diversi livelli di sviluppo e distinte tradizioni culturali e religiose. Le porte del dialogo restano aperte a tutti, anche a coloro che oggi sono ostili, ma a condizione che il dialogo sia serio, onesto, reciprocamente rispettoso e finalizzato al raggiungimento di un comune equilibrio di interessi e della pace.

#СriminiDelRegimeDiKiev #Ucraina

•Grazie alle generose sovvenzioni dei fondi americani e al denaro degli oligarchi locali sottratto alla popolazione, al posto dell’Ucraina, che per tre decenni ha mantenuto con noi relazioni amichevoli e confidenziali, è emerso un brutto mostro intossicato dal veleno nazionalista e affamato di elargizioni gratuite. Qualunque cosa dicano i “demiurghi” di Washington che l’hanno creato, questo mostro non è vitale, “nutrirlo” costa troppo. [...] La speranza che possa risorgere quell’Ucraina ortodossa, amichevole, buona, da tutti amata è impressa nella nostra memoria, sopravvive.

•Nei media occidentali si sta gradualmente facendo strada la consapevolezza che l’operazione militare speciale in Ucraina, lanciata dalla Russia nel febbraio 2022, aveva lo scopo di porre fine alla guerra nel sud-est dell’Ucraina scatenata dalle nuove autorità ucraine contro una parte del proprio popolo che si rifiutava di obbedire al regime nazionalista salito al potere in seguito al colpo di Stato anticostituzionale del 2014, sostenuto dall’esterno, che fin dai primi giorni intendeva ripulire il territorio da tutto ciò che c’era di russo: persone, lingua, storia, religione, valori.

•L’attività internazionale del regime di Zelenskij [...] è davvero di natura orwelliana. Ad esempio, è stato recentemente negli Stati Uniti, dove ha presentato una sorta di “piano di vittoria”. Notate: non la pace, ma la vittoria nella guerra! Da due anni a questa parte sta strenuamente trascinando la NATO e l’UE, e quindi l’Italia, in un conflitto aperto con la Russia, che lui individua come unico modo per rimandare l’inevitabile crollo del proprio regime.

Trattato di amicizia e cooperazione tra la Federazione Russa e la Repubblica Italiana

La Federazione Russa e la Repubblica Italiana,

- fondandosi sulle secolari tradizioni di amicizia, cooperazione, simpatia e reciproco arricchimento culturale esistenti tra i popoli dei due Paesi,

- consapevoli del fatto che i recenti cambiamenti intervenuti sulla scena internazionale offrono all’umanità un’occasione unica per dar vita ad un ordine internazionale pacifico imperniato sul primato del diritto,

- convinte della necessità di basare le relazioni tra gli Stati sui valori universali di democrazia, libertà, pluralismo, solidarietà e rispetto dei diritti dell’uomo,

- fermamente decise a favorire l’attuazione degli scopi e dei principi dello Statuto dell’organizzazione delle Nazioni Unite e il consolidamento della sua autorità quale garante del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale,

- confermando la loro volontà di rispettare pienamente le disposizioni dell’Atto Finale della Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa del 1 agosto 1975 e gli altri documenti della CSCE e confidando che gli impegni assunti con i Vertici di Parigi del 1990 e di Helsinki del 1992 conferiranno un carattere irreversibile alla stabilità e alla collaborazione sul continente europeo…

Eccetera. Non sto a leggervelo tutto, sono 15 pagine. Sarebbe bello, vero? Perché no? La Russia e l’Italia non sono nemiche. Beh, guardate che in realtà non è un sogno, questo è un documento reale, solo che fu firmato trent’anni fa, nel 1994, dall’allora presidente del consiglio dei ministri italiano e l’allora presidente della Federazione Russa. I più attenti, infatti, avranno già avuto il sospetto, quando hanno sentito parlare di CSCE anziché di OSCE. Quell’accordo, come ogni accordo che si rispetti, degno di tale nome, chiudeva con la dicitura: “Il presente accordo viene stipulato per un periodo di vent’anni e verrà automaticamente rinnovato per successivi periodi quinquennali se nessuna delle parti invierà all’altra parte una notifica scritta un anno prima di ogni scadenza della propria intenzione di porvi termine”. Non mi risulta che finora qualcuno abbia annullato questo accordo. Ne consegue che, giuridicamente, dovrebbe essere tuttora in vigore. Qualcuno sta violando gli impegni sottoscritti?

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Robert Roždestvenskij, 1980, dedicato alle madri, alle consorti, alle figlie, i cui figli, mariti, fratelli e padri combattevano nella grande Guerra Patriottica, la Seconda Guerra Mondiale. Nel Donbass, la storia si ripete.

Concludi la guerra, mio amato!

Per sdraiarmi sulla tua spalla fino all’alba,

Sussurrare d’amore nella notte primaverile.

Dare alla luce figli, dare alla luce figlie

Compiere l’opera eterna.

Concludi la guerra, mio amato!

Sopporta, mio amato!

Non lasciare respirare il nemico malvagio!

Siamo una montagna per voi,

Siete un muro per noi,

Tutto ciò che abbiamo io e te adesso è pari.

Come resistiamo: chiedilo alla gente.

Che facciano i conti,

Quante donne nella Grande Rus’ ora diventano vedove prima del matrimonio!

Vorrei bere, ma non ho fervore.

Potrei ballare, ma non voglio.

E’ la vita che va avanti, e la guerra è in corso.

Non si sa cosa finirà prima.

Concludi la guerra, mio amato!

Sopporta, mio amato!

Non lasciare respirare il nemico malvagio!

Siamo una montagna per voi,

Siete un muro per noi,

Tutto ciò che abbiamo io e te adesso è pari.

Novorossijsk, Perejaslovskaja e Krasnodar (terra di Krasnodar), Novoazovsk, Doneck e Mariupol’ (Repubblica Popolare di Doneck), Aksaj, Novočerkassk e Rostov (regione di Rostov sul Don), Astrachan’ (sul Volga, nel Transcaspio), Elista (in Calmucchia, nel Caucaso), Volgograd (la ex Stalingrado), Melitopoli (regione di Zaporož’e), Majkop (in Adigezia, nel Caucaso), Sebastopoli e Evpatorija (in Crimea).

Per questa settimana è tutto. A risentirci e rivederci, sui miei canali!

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