sabato 15 giugno 2024

20240615 Cusano News 7

 

Come sapete, hanno iniziato a promuovere attivamente l’iniziativa di tenere in Svizzera una cosiddetta conferenza internazionale di alto livello sulla pace in Ucraina. Inoltre, intendono tenerla subito dopo il vertice del G7, cioè il gruppo di coloro che, di fatto, hanno alimentato il conflitto in Ucraina con la loro politica.

Non è la Russia a costituire un pericolo per l’Europa. La principale minaccia per gli europei è la loro dipendenza critica, in pratica totale e in costante aumento, dagli Stati Uniti. Se l’Europa vuole conservare se stessa come un autonomo centro di sviluppo mondiale e come uno dei riferimenti planetari di cultura e civiltà, deve senza dubbio essere in rapporti molto buoni con la Russia e, fatto importante, noi siamo disponibili in tal senso.

Riteniamo che sia giunto il momento per un’ampia discussione sul nuovo sistema di garanzie bilaterali e multilaterali per la sicurezza collettiva in Eurasia. In prospettiva, nello spazio eurasiatico si deve giungere inoltre a un graduale regresso della presenza militare delle potenze esterne.

Oggi avanziamo nuovamente una proposta di pace reale e concreta. Se anche stavolta, come già in precedenza, da Kiev e dalle capitali occidentali dovesse giungere un rifiuto a tale proposta, saranno loro a doversi fare carico della responsabilità politica e morale del non aver posto fine a questo spargimento di sangue. Non appena da Kiev accetteranno che gli eventi facciano il loro corso per come proposto da noi oggi, non appena acconsentiranno al ritiro completo delle loro truppe dai territori della Repubblica popolare di Doneck, della Repubblica Popolare di Lugansk e dalle regioni di Zaporož’e e di Cherson, quando daranno effettivamente inizio a tale processo di smobilitazione, noi saremo pronti ad avviare immediatamente i negoziati, senza alcun indugio. Si tratta dell’intero territorio di queste regioni entro i loro confini amministrativi che esistevano al momento del loro ingresso in Ucraina.

Non appena a Kiev dichiareranno di essere pronti per tale decisione e inizieranno un vero e proprio ritiro delle truppe da queste regioni, e notificheranno anche ufficialmente l’abbandono dei piani di adesione alla NATO, la nostra parte immediatamente, letteralmente nello stesso minuto, darà l’ordine di cessare il fuoco e avviare i negoziati. Ripeto: lo faremo immediatamente. Naturalmente, allo stesso tempo garantiamo il ritiro sicuro e senza ostacoli delle unità e formazioni ucraine.

Naturalmente ci aspetteremmo che tale decisione sul ritiro delle truppe, sullo status di non allineato e sull’inizio del dialogo con la Russia, da cui dipende la futura esistenza dell’Ucraina, venga presa in modo indipendente da Kiev, basandosi sulle realtà prevalenti e guidata dai genuini interessi nazionali del popolo ucraino, e non secondo gli ordini occidentali, anche se ovviamente ci sono grandi dubbi al riguardo.

La nostra posizione, sulla quale non transigiamo, è la seguente:

• L’Ucraina deve avere uno status di Paese neutrale, non allineato e denuclearizzato;

• L’Ucraina deve essere smilitarizzata e denazificata.

Ovviamente, i diritti, le libertà e gli interessi dei cittadini russofoni residenti in Ucraina dovranno essere pienamente garantiti, e le nuove realtà territoriali dovranno essere riconosciute; la Crimea, Sebastopoli, la Repubblica popolare di Doneck, la Repubblica Popolare di Lugansk, così come le regioni di Zaporož’e e di Cherson dovranno essere riconosciute come soggetti territoriali della Federazione Russa.

In seguito, tali imprescindibili disposizioni dovranno essere ufficializzate nella forma di accordi internazionali fondamentali. Naturalmente, questo presupporrà altresì il ritiro di tutte le sanzioni occidentali imposte alla Russia.

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