Cinquantunesimo notiziario settimanale di lunedì 13 novembre 2023 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
Attualità
Come sapete, questo notiziario va in onda il lunedì sui miei canali personali RuTube e YouTube, nonché sui canali YouTube di Visione TV e di flipnews.org, Free Lance International Press. La settimana scorsa, cinquantesimo anniversario, non è andato in onda sul mio canale YouTube ed è andato in onda decurtato (tagliato) su Visione TV e FlipNews. La ragione? Ho mostrato alcune dichiarazioni di Vittorio Torrembini, presidente di GIM Unimpesa, l’associazione degli imprenditori italiani in Russia, e di Paolo Lodigiani, console onorario italiano per la regione di Krasnodar. Tre minuti in tutto, su un programma di tre quarti d’ora della… RAI.
Sì, è proprio la televisione pubblica italiana per la quale pagate il canone ad avere intimato a YouTube di censurarmi, e gli americani belli contenti lo hanno fatto fulmineamente, dieci minuti dopo la pubblicazione. Non è la prima volta che accade. Quando avete dei dubbi sull’integrità del notiziario, andate a vedervelo su RuTube. Prevengo la domanda: no, non posso fornirvi link, è un’altra delle innumerevoli restrizioni che mi sono state comminate dalla democratica YouTube, di proprietà della statunitense Google. Però non è complicato: rutube.ru, e mi cercate per nome.
La direzione di uno dei più grandi centri commerciali d’Europa, il Kaufhaus des Westens, con sede a Berlino, ha accusato gli “hacker russi” di un attacco informatico.
“Kaufhaus des Westens è alle prese con grossi problemi informatici. Il motivo è che il 3 novembre sera i criminali informatici russi hanno sferrato un attacco alle reti del gruppo KaDeWe", la Bild cita il testo di una lettera del direttore Michael Petersheim.
Secondo lui l’hacking è stato sventato in una fase iniziale, ma le conseguenze sono di vasta portata: nei centri commerciali è impossibile pagare senza contanti e tutti i sistemi IT sono stati commutati in modalità offline di emergenza.
Allo stesso tempo Petersheim non ha specificato se la fuga di dati degli acquirenti dei centri commerciali sia avvenuta a seguito di un attacco informatico.
I siti web dell’esposizione internazionale e del forum “Russia”, inaugurati il 4 novembre alla VDNCh, erano stati oggetto di un massiccio attacco hacker con una capacità di almeno 0,5 Tb/s. L’operazione è stata effettuata attraverso una rete botnet controllata e situata in Ucraina, nonché nei territori di Stati Uniti, Germania, Francia, Italia, Spagna, Polonia, Giappone e altri Paesi ostili.
Dal briefing della Rappresentante Ufficiale del Ministero degli Esteri della Federazione Russa, Marija Zaсharova, 9 novembre 2023:
Mi vedo costretta a tornare ancora una volta sulla questione del colloquio del Presidente del Consiglio italiano coi “pranker”. Sui media italiani, infatti, è stata lanciata una campagna anti-russa e circola un gran numero di fake.
Suscita grande sconcerto assistere ai tentativi dei principali media italiani e di una serie di zelantissimi rappresentanti dell’establishment politico italiano di sfruttare questa storia per lanciare accuse a Mosca. Ci imputano di aver “pianificato azioni” che sarebbero di tenore “anti-italiano”. Sono mostruose insensatezze.
Non è così. E’ falso. La Russia ufficiale non ha nulla a che fare con questo caso.
Mi appello alle ufficiali autorità italiane: prendetevela con voi stessi.
Ma c’è anche un altro aspetto in questa storia (la cui sostanza è stata nascosta dietro la forma: torniamoci). Infatti, quel che ha detto la Signora Meloni l’ha detto apertamente, poiché il fatto di glorificare i collaborazionisti nazisti, stando al suo punto di vista, è normale.
Ora, in veste ufficiale, voglio chiedere al Capo del governo italiano:
Lei ritiene, spettabile signora Meloni, che il regime di Kiev abbia il diritto di considerare eroi nazionali Bandera e Šuchevič?
Lei è certa che l’Europa e in particolare l’Italia debbano aiutare in tal senso il regime di Kiev?
Fino a che punto è disposta a spingersi oltre nella trasformazione degli scagnozzi nazisti in eroi?
E, soprattutto:
Quali collaborazionisti italiani è disposta a considerare eroi, visto che lo ritiene normale?
Non è che, piuttosto, la leadership italiana dovrebbe chiedere scusa ai milioni di vittime del nazifascismo e analizzare il contenuto delle dichiarazioni badando alla sostanza e non alla forma?
Qui e altrove, voglio ringraziare l’ambasciata russa a Roma, che da qualche tempo fornisce la traduzione in italiano di molti dei materiali che qui vi cito, facendomi risparmiare tempo. Traduzioni vere, fatemelo dire, da professionista pluriquarantennale, non quelle di Google usate dai sedicenti russologi, esperti di Russia raffazzonati, che spuntan fuori come funghi.
Intendiamoci, talvolta, per ragioni di tempo, uso anch’io le traduzioni automatiche a mezzo computer, ma poi il tempo lo perdo a risistemare il testo in un italiano degno di questo nome. I russologi in questione no, si limitano al copia&incolla, anche perché, spesso, il russo non lo conoscono affatto, e l’italiano zoppica perché a scuola bigiavano.
Il 3 novembre, a New York, alla riunione del Terzo Comitato della 78° sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, su iniziativa della Federazione Russa, è stata adottata la risoluzione sulla “lotta alla glorificazione del nazismo, del neonazismo e di altre pratiche che contribuiscono ad alimentare le attuali forme di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza”.
Il documento è stato sostenuto da 112 Paesi, mentre 50 Stati (tra cui l’Italia e altri Paesi dell’Unione Europea) si sono opposti, e 14 si sono astenuti.
L'Occidente collettivo, e in particolare i Paesi dell’Unione Europea sono contrari allo sforzo profuso a livello internazionale per lottare contro le aggressive manifestazioni di razzismo e xenofobia. Particolarmente preoccupanti sono le posizioni di Germania, Italia e Giappone: considerando le pagine oscure della Storia recente di questi Stati, il fatto che proprio loro appoggino queste pericolose tendenze fa riflettere sulla direzione assunta dal democratico Occidente collettivo.
Intervento di Sergej Lavrov alla “Tavola rotonda” del corpo diplomatico sulla ricomposizione della situazione intorno all’Ucraina dell’8 novembre 2023.
La guerra scatenata contro di noi dall’Occidente, per mano dell’Ucraina e dei corpi dei cittadini ucraini, è una guerra ibrida nella quale un ruolo speciale è affidato alle misure restrittive unilaterali illegali: alle “sanzioni”. Per quanto riguarda la Russia, il loro numero è senza precedenti e ha superato il numero di diciassettemila. Gli obiettivi non sono segreti: minare l’economia russa e costringere la leadership politica ad abbandonare la sua linea indipendente negli affari esteri, mettere la popolazione contro le autorità. Questo è un obiettivo esplicitamente dichiarato. Quando si discutono i problemi delle misure restrittive unilaterali in termini generali, l’Occidente giura sempre di perseguire una politica in cui le sanzioni non colpiscono i civili. E’ una bugia. E’ esattamente quello che stanno facendo.
Gli Stati Uniti stanno mandando in bancarotta i loro satelliti europei e fanno guadagnare il loro complesso militare-industriale, hanno imposto e continuano a imporre all’Unione Europea il costoso gas naturale liquefatto americano.
Il proclamato boicottaggio dei vettori energetici russi, le sanzioni unilaterali e le misure anti-mercato, in particolare il famigerato tetto ai prezzi, hanno inferto un duro colpo alla sicurezza energetica globale.
L’Occidente ha deciso di distruggere l’economia mondiale al fine di “dare una lezione” alla Russia e di impedirle di svolgere sulla scena internazionale un ruolo commisurato alla sua storia, alle sue dimensioni e alle sue capacità.
In merito ai “Nord Stream” non riusciamo ancora a ottenere una risposta chiara su chi e come stia indagando su questo attacco terroristico. E’ passato più di un anno e né la Germania, né la Norvegia, né la Svezia, che sono impegnate in indagini a livello nazionale, sono in grado di dirci qualcosa di chiaro e logico.
Sergej Veršinin, viceministro degli Esteri della Federazione Russa, ha rilasciato un’intervista al quotidiano “La Repubblica”.
La messa a punto di infrastrutture logistiche nell’Artico permetterebbe di ottenere una significativa riduzione delle emissioni. [...] Abbiamo sottolineato più volte l’importanza della rotta marittima artica come via per il trasporto di merci tra Asia ed Europa in grado di garantire emissioni inferiori rispetto alle rotte tradizionali.
La linea dell’Unione Europea improntata al voler imporre l’abbandono dei combustibili fossili comporta il rischio di far sprofondare nella povertà quasi 100 milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo.
La Russia non si sottrae al raggiungimento dei obiettivi dell’Accordo di Parigi [...] ed è pronta a risolvere la questione anche prima del 2060, ma a condizione che il nostro sviluppo socio-economico non venga ostacolato.
La sola campagna USA in Iraq ha causato l’immissione in atmosfera di 250 milioni di tonnellate di CO2, senza parlare poi dell’Afghanistan, della Siria, e non solo.
La situazione attuale sul mercato globale dei prodotti alimentari mostra chiaramente che non ci sono motivazioni che giustifichino una seria preoccupazione.
Sergio Mattarella, in missione in Uzbekistan, ha dichiarato: “Alla mia età non pensavo di vedere la guerra in Europa”. Scusate, forse sono io a ricordare male. Negli anni ’90, non fu la NATO a bombardare la Jugoslavia? La Jugoslavia era in un altro continente, non in Europa? E il ministro della difesa italiano dell’epoca, mica, che so io, dei rapporti col parlamento senza portafogli, non era proprio Sergio Mattarella?
Gli Stati Uniti stanno dispiegando in Europa un sistema avanzato di rete unificata dell’aeronautica militare.
Hanno annunciato il 6 novembre di aver avviato in Europa orientale il Tactical Advanced Air Navigation System (TACAN MM-7000). Secondo il comunicato stampa, “il sistema TACAN è stato progettato per dotare di superiorità operativa in combattimento le Forze dell’Aeronautica Militare americana in Europa”.
Per di più, Daniel Carter, a capo delle operazioni di volo del CBCS, ha dichiarato:
“Il TACAN è in grado di controllare più di 200 aerei contemporaneamente, semplificando le operazioni di combattimento”.
Morgan Giacomelli, Responsabile dei sistemi radar, aeroportuali e meteorologici, ha sottolineato la possibilità di una rapida implementazione del sistema, e ha affermato che:
“TACAN può essere rapidamente configurato e pronto all’uso in pochi minuti”.
“Questa flessibilità senza precedenti offre un vantaggio significativo negli scenari di combattimento dinamici, fornendo un accesso rapido e affidabile ai dati critici”.
Pertanto, il dispiegamento di una rete avanzata dell’Aeronautica Militare USA nell’Europa orientale indica che sono in atto i preparativi per dare inizio a operazioni di combattimento contro la regione di Kaliningrad (Federazione Russa) e contro la Repubblica di Bielorussia. In particolare, TACAN può essere utilizzato per operazioni di atterraggio a Kaliningrad, Brest o Baranoviči.
Veniteci a dire ancora che è la Russia ad essere guerrafondaia, a prepararsi ad invadere l’Europa, il giardino fiorito di Borrell del miliardo d’oro.
Antony Blinken, segretario di Stato americano, che, detto in italiano, sarebbe il ministro degli esteri e di grazia e giustizia ad interim, ha recentemente commentato il nuovo corso dei rapporti tra la Corea Popolare e la Russia dicendo che si tratterebbe di relazioni “crescenti e pericolose”, esortando la Cina a frenare le “azioni pericolose” della Corea Popolare.
La replica da Pyongyang non si è fatta attendere. Le dichiarazioni di Blinken “non faranno altro che aumentare la pericolosa tensione politica e militare” nella penisola coreana, gli Stati Uniti “devono abituarsi alla nuova realtà delle relazioni tra Corea e Russia”.
Nel frattempo, Il candidato presidenziale americano Tim Scott chiede agli Stati Uniti di iniziare a bombardare l’Iran:
“Dobbiamo colpire l’Iran. Se vuoi fare la differenza, non puoi semplicemente continuare a colpire i magazzini in Siria. In effetti, devi tagliare la testa del serpente, e la testa del serpente è l’Iran, non il loro procuratore. Ecco come si presenta una risposta davvero potente da parte dell’America. La mia politica estera è semplice: non negoziamo con il male, lo distruggiamo”.
E qui mi viene da ripetere la mia affermazione precedente: veniteci a dire ancora che è la Russia ad essere guerrafondaia, a prepararsi ad invadere l’Europa, il giardino fiorito di Borrell del miliardo d’oro.
Jens Stoltenberg, segretario generale attuale della NATO, norvegese, classe 1959, 64 anni.
Olaf Scholz, cancelliere attuale della Repubblica Federale di Germania, tedesco, classe 1958, 65 anni.
José Barroso, presidente della Commissione Europea dal 2004 al 2014, dunque dai suoi 48 ai 58 anni, portoghese, classe 1956, 67 anni.
Javier Solana, segretario generale della NATO dal 1995 al 1999, dunque dai suoi 53 ai 57 anni, spagnolo, classe 1942, 81 anni.
Cos’hanno in comune questi quattro personaggi? Tutti e quattro da giovani organizzavano cortei per uscire dalla NATO. Fuori la Norvegia, la Germania, il Portogallo, la Spagna dalla NATO. Bel colpo.
Andrej Ermak, capo dell’amministrazione presidenziale ucraina, ha definito le quattro condizioni per lo svolgimento delle elezioni presidenziali:
Le elezioni devono essere riconosciute dalla comunità internazionale come democratiche,
Al personale militare in prima linea dovrebbe essere data l’opportunità di votare,
A tutti coloro che hanno lasciato l’Ucraina dovrebbe essere offerta l’opportunità di partecipare alle elezioni,
I costi di organizzazione e svolgimento del voto non dovranno essere a carico del bilancio dell’Ucraina.
Traduco: riconoscimento elezioni a priori, e paga uno Stato estero. Anche qui, bel colpo.
“Qui crolla un mondo, cambia la storia… ha vinto Hitler… Si realizza il suo disegno, dopo mezzo secolo”.
(Alessandro Natta il 9 novembre 1989 dopo la caduta del muro di Berlino).
Non so se l’abbia detto davvero o sia un apocrifo, resta il fatto.
In agosto di quell’anno feci un giro pazzesco in macchina, tutto via terraferma: Montecatini, Lubiana, Skopje, Atene, Milina, Zagabria, Belgrado, Norimberga, Berlino Ovest, Berlino Est (con la metropolitana), Bruxelles, Parigi, Bilbao, Alava, Nizza, Montecatini. A Berlino Est c’ero stato da bambino, avevo la sensazione che dovessi tornarci, prima che succedesse qualcosa…
Nel primavera 2024 dovrebbero tenersi le elezioni presidenziali in Russia. Ogni tanto se ne parla, ma la campagna elettorale non è ancora iniziata, non si sa manco se Putin si ripresenta, per quanto piuttosto prevedibile.
A giugno 2024 dovrebbero tenersi le elezioni parlamentari nell’Unione Europea. Ogni tanto se ne parla, ma la campagna elettorale non è ancora iniziata.
A novembre 2024, fra un anno, dovrebbero tenersi le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. E’ una notizia che compare fin da quest’estate, tutti i giorni. Considerando le loro middle therms del 2022, questi sono in campagna elettorale permanente. Affari loro, per carità, ma i media italiani ne parleranno da qui e fino alle calende greche? L’Italia è il 51° Stato degli USA? Sempre asserviti? A parlarne più di quanto se ne parli negli Stati Uniti stessi?
Musica
Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia. Vi fu un cantautore sovietico, nato a Mosca nel 1924 da padre georgiano e madre armena, si chiamava Bulat Okudžava. Comunista, fu un combattente attivo nella guerra di liberazione dall’invasore nazista, fu anche ferito. Questo incise molto nella sua produzione musicale, al punto che, paradossalmente, alcune sue canzoni sulla guerra le conoscono tutti, ma tra i giovani pochi sanno che fossero sue, pensano che siano tradizionali popolari.
Voi sapete che personalmente sono un po’ fissato sul centinaio e mezzo di etnie che popolano la Russia, il concetto è unità nella diversità. Ebbene, oggi vi propongo una rivisitazione di una delle canzoni più note, le parole tradotte recitano più o meno che abbiamo bisogno di una sola vittoria, una per tutti, ad ogni costo. Con i tempi che corrono, il brano riacquisisce freschezza, e in questa esecuzione trovate gente di Mosca, Murmansk, della regione di Zaporož’e, di Melitopoli, della Cecenia, di Cherson, Rostov sul Don, Omsk, Belgorod, Astrachan’, Sebastopoli, della Repubblica di Tuva, Pietroburgo, dell’Altaj, Stavropol’, Irkutsk, della Repubblica Karačaj-Circassia, di Kemerovo, Novosibirsk, Krasnodar, Vladimir, Novgorod, della regione di Sverdlovsk, l’attuale Caterimburgo, del Dagestan, quello dove quattro imbecilli cercarono di assaltare un aereo proveniente da Israele con i profughi, di Lugansk, Voronež, della Repubblica della Marelia. Una coesione di popolo, senza aggiungere altro.
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