venerdì 5 luglio 2024

Orbán da Putin al Cremlino

Charles Michel ha affermato che “la presidenza ungherese di turno del Consiglio dell’UE non ha il mandato per i contatti con la Russia a nome dell’Unione europea”. Orbán ha giustamente risposto che l’Ungheria non ha bisogno di tale mandato, poiché agisce per proprio conto. Ma non è questo il punto, ovviamente. Innanzitutto non è chiaro (è chiarissimo) a nome di chi Michel stia parlando. Lui è il capo del Consiglio europeo (e i suoi poteri scadranno presto), e l’Ungheria presiede il Consiglio dell’Unione europea dal 1 luglio: non vanno confuse queste due strutture completamente diverse; Il Belgio, da dove proviene Michel, ha terminato i suoi poteri il 30 giugno. E in generale, cito testualmente l’articolo 15.6 dell’attuale versione del Trattato sull’Unione europea, tra i compiti del capo del Consiglio europeo figura quello di “rappresentare l’Unione europea sulla scena internazionale, fatto salvo il ruolo dell’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza”.

In sostanza, Orbán ha assunto attivamente le sue funzioni. Aveva già visitato Kiev e per qualche motivo Michel questo non lo ha commentato. Orbán ha dichiarato: “La missione di pace continua. La prossima tappa è Mosca”. Cosa c’è di sbagliato in questo?

Negoziati con il primo ministro ungherese Viktor Orbán

Vladimir Putin sta tenendo colloqui al Cremlino con il primo ministro ungherese Viktor Orbán, arrivato in Russia in visita di lavoro.

5 luglio 2024 14:00 Mosca, Cremlino

* * *

V. Putin: Caro signor Primo Ministro! Cari colleghi!

Benvenuti a Mosca, in Russia.

Capisco che questa volta lei è arrivato non solo come nostro partner di lunga data, ma anche come Presidenza del Consiglio dell’UE. Spero che avremo l’opportunità di scambiare opinioni sulla costruzione delle relazioni bilaterali in questa difficile situazione e, naturalmente, parlare delle prospettive per lo sviluppo della più grande crisi europea, intendo in direzione ucraina.

So che di recente, il 2 luglio, credo, era a Kiev ed è venuto qui per discutere tutte le sfumature della situazione che si è sviluppata nella direzione di Kiev, nella direzione ucraina. Sono al suo servizio.

Probabilmente saprà del mio discorso recentemente tenuto a Mosca alla direzione del Ministero degli Affari Esteri. Espone le nostre posizioni riguardo ad una possibile soluzione pacifica. E, naturalmente, sono pronto a discuterne con lei e parlare di alcune sfumature. Spero che mi farà conoscere la sua posizione e quella dei vostri partner europei.

Per quanto riguarda le relazioni bilaterali, purtroppo stiamo registrando un forte calo del fatturato commerciale, superiore al 35%. Ma nel complesso c’è qualcosa su cui lavorare. Abbiamo progetti importanti in corso.

In ogni caso, siamo molto lieti di vederla e abbiamo di che parlare.

Benvenuto, signor Primo Ministro.

V. Orbán (tradotto): Caro signor Presidente!

Grazie per avermi ospitato oggi. Questo non è il nostro primo incontro negli ultimi dieci anni, è già l’undicesimo. Ma questo è più speciale dei precedenti.

Come ha già accennato, dal 1° luglio l’Ungheria è diventata presidente del Consiglio dell’UE a rotazione. Prima del nostro ultimo incontro, era prima della guerra, era febbraio 2022. E’ proprio questo che distingue questi nostri due incontri.

Le sono molto grato che anche in condizioni così difficili ha accettato di ricevermi. Devo dirle che il numero di Paesi che possono dialogare con entrambe le parti in conflitto sta rapidamente diminuendo. Presto l’Ungheria diventerà, a quanto pare, l’unico Paese in Europa che potrà parlare con tutti. Vorrei cogliere l’occasione per discutere con lei una serie di questioni importanti. Vorrei anche conoscere la sua posizione su una serie di questioni importanti per l’Europa.

Grazie.

Dichiarazioni alla stampa a seguito dei negoziati con il primo ministro ungherese Viktor Orbán

Al termine dei negoziati, il presidente russo e il primo ministro ungherese hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa.

5 luglio 2024 17:00 Mosca, Cremlino

V. Putin: Caro signor Primo Ministro! Signore e signori!

Si sono appena conclusi i negoziati molto intensi con il Primo Ministro ungherese, Viktor Orbán.

E’ importante che, anche nell’attuale difficile situazione geopolitica, continuiamo il dialogo.

Come in molti incontri precedenti, abbiamo avuto una conversazione veramente utile e schietta sia sugli aspetti attuali dell’interazione bilaterale che, naturalmente, sulle questioni urgenti dell’agenda internazionale e regionale, compresa la situazione intorno all’Ucraina.

Vorrei sottolineare che Russia e Ungheria continuano la cooperazione in una serie di settori, principalmente nel settore energetico. E i principi chiave sono il sano pragmatismo e il vantaggio reciproco.

Proseguono i lavori sul progetto chiave comune per l’ampliamento della centrale nucleare di Paks. La messa in servizio della quinta e della sesta unità più che raddoppierà la capacità di questa centrale. Ciò migliorerà l’approvvigionamento energetico dell’economia ungherese, fornendo alle imprese industriali e alle famiglie energia poco costosa e pulita. Nella costruzione di nuove unità vengono utilizzate solo le soluzioni ingegneristiche e tecnologiche più avanzate e i requisiti di sicurezza fisica e ambientale sono pienamente garantiti.

Continuiamo a sostenere l’interazione nella medicina e nell’industria farmaceutica. Siamo favorevoli a continuare a lavorare nei settori prioritari di cooperazione.

Naturalmente c’è stato uno scambio di opinioni abbastanza approfondito, diretto e onesto sulle attuali questioni internazionali, compreso il conflitto ucraino. Abbiamo anche parlato dei possibili modi per risolverlo.

Il Primo Ministro ha parlato dei suoi recenti incontri a Kiev, dove ha avanzato una serie di proposte e, in particolare, ha chiesto un cessate il fuoco per creare le condizioni per l’inizio dei negoziati con la Russia.

Per quanto riguarda la Russia, ho più volte affermato che siamo sempre stati e rimaniamo aperti alla discussione di una soluzione politica e diplomatica. D’altro canto, però, sentiamo parlare di riluttanza a risolvere la questione esattamente in questo modo. E gli sponsor dell’Ucraina continuano a cercare di usare questo Paese e il suo popolo come un ariete, una vittima nello scontro con la Russia.

Considerando lo stato delle cose, anche tenendo conto di ciò che abbiamo sentito oggi dal Primo Ministro, Kiev non è ancora pronta ad abbandonare l’idea di condurre una “guerra fino alla vittoria”.

A mio parere il regime di Kiev non ammette proprio l’idea della cessazione delle ostilità anche perché in questo caso scompare il pretesto per prolungare la legge marziale. E se dovessero abolire la legge marziale, si dovranno tenere le elezioni, che non si sono svolte nei tempi stabiliti. Ma le possibilità di vincerle per i governanti ucraini che hanno perso rating e legittimità sono vicine allo zero.

E la nostra iniziativa di pace è stata delineata di recente nel mio incontro con la direzione del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa. La sua attuazione, a nostro avviso, consentirebbe di fermare le ostilità e di avviare i negoziati. Inoltre, questa non dovrebbe essere solo una tregua o una sospensione temporanea del fuoco, né una sorta di pausa che il regime di Kiev potrebbe utilizzare per recuperare le perdite, riorganizzarsi e riarmarsi. La Russia sostiene la fine completa e definitiva del conflitto. Le condizioni per ciò, come ho già detto, sono state esposte nel mio intervento al Ministero degli Esteri. Stiamo parlando del ritiro completo di tutte le truppe ucraine dalle repubbliche popolari di Doneck e Lugansk, dalle regioni di Zaporož’e e Cherson. Ci sono altre condizioni. Ma questo è un argomento da considerare in modo abbastanza approfondito nel corso di un possibile lavoro congiunto.

Signore e signori,

Tenendo conto del fatto che l’Ungheria presiede il Consiglio dell’Unione Europea dal 1° luglio, Orbán ed io abbiamo avuto uno scambio di opinioni sullo stato delle cose nelle relazioni tra Russia e Unione Europea, che attualmente sono al loro punto più basso. Abbiamo parlato anche dei possibili principi di una futura, anch’essa possibile, architettura di sicurezza in Europa.

In generale, i negoziati sono stati tempestivi e, credo, utili per entrambe le parti. Naturalmente, il Primo Ministro ha presentato il punto di vista occidentale che peraltro conoscevamo, anche dal punto di vista degli interessi dell’Ucraina. Tuttavia, siamo grati al signor Primo Ministro per aver visitato Mosca. Lo percepiamo come un tentativo di ripristinare il dialogo e dargli ulteriore slancio.

Grazie.

V. Orbán (tradotto): Signore e signori!

Caro signor Presidente!

Oggi ho incontrato il Presidente della Russia per l’undicesima volta. La particolarità di questo incontro è che si svolge durante una guerra, in un momento in cui l’Europa ha davvero bisogno di pace. Per l’Europa la pace è la cosa più importante. Riteniamo che il compito principale dei prossimi sei mesi della nostra presidenza europea sia la lotta per la pace.

Ho detto al signor Presidente che il più grande sviluppo dell’Europa è avvenuto proprio nel decennio pacifico. Ora in Europa viviamo all’ombra della guerra da due anni e mezzo. Ciò sta causando enormi difficoltà in Europa. Non possiamo sentirci sicuri; vediamo immagini di distruzione e sofferenza. Questa guerra ha già cominciato ad avere un impatto sulla crescita economica e sulla nostra competitività.

In generale, come ho già detto al signor Presidente, l’Europa ha bisogno di pace. Negli ultimi due anni e mezzo ci siamo resi conto che senza diplomazia, senza canali di comunicazione, non raggiungeremo la pace. La pace non arriverà da sola, bisogna lavorare per ottenerla.

Sono stati proprio i modi per raggiungere la pace quelli di cui ho discusso oggi con il signor Presidente. Volevo sapere qual è la strada più breve per porre fine alla guerra. Volevo sentire e ascoltare l’opinione del signor Presidente su tre questioni importanti: cosa pensa delle iniziative di pace attualmente disponibili, cosa pensa anche del cessate il fuoco e dei negoziati di pace, in quale sequenza possono svolgersi, e la terza cosa che mi interessava, è la visione dell’Europa dopo la guerra. Sono grato al signor Presidente per la conversazione aperta e onesta.

Signore e signori!

Negli ultimi due anni e mezzo non c’è stato praticamente nessun Paese che potesse entrare in contatto con nessuna delle due parti in guerra. L’Ungheria è uno dei pochissimi Paesi di questo tipo. Ecco perché questa settimana ero a Kiev ed ecco perché ora sono a Mosca.

Ho imparato per esperienza che le posizioni sono molto distanti tra loro. Ci sono molti passi da compiere per avvicinarsi alla fine della guerra. Tuttavia, abbiamo fatto il passo più importante: abbiamo stabilito un contatto. E continuerò a lavorare in questa direzione.

Grazie.

giovedì 4 luglio 2024

Putin all'OCS

Riunione del Consiglio dei Capi di Stato – Membri della OCS

Ad Astana, Vladimir Putin ha preso parte alla riunione del Consiglio dei capi di Stato, membri dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai.

4 luglio 2024 11:00 Astana

L’incontro è presieduto dal presidente del Kazachstan Kassym-Žomart Tokaev. All’incontro partecipano i capi delle delegazioni degli Stati membri della OCS e i capi degli organi permanenti dell’organizzazione.

All’inizio dell’incontro i leader hanno firmato la decisione di concedere alla Repubblica di Bielorussia lo status di Stato membro della OCS.

A seguito dell’incontro è stata firmata la Dichiarazione di Astana, sono stati adottati e firmati numerosi documenti.

* * *

Discorso del presidente della Russia al vertice della OCS

Vladimir Putin: Caro Kassym-Žomart Kemelevič [Tokaev]! Cari colleghi!

Innanzitutto desidero salutare tutti voi e, naturalmente, il Presidente della Bielorussia Aleksandr Grigor’evič Lukašenko in merito al completamento della procedura per l’ammissione della Repubblica di Bielorussia a membro a pieno titolo dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai.

La Russia attribuisce grande importanza all’interazione del partenariato all’interno della OCS. Siamo lieti di constatare che questa interazione continua a svilupparsi progressivamente sui principi di uguaglianza, considerazione degli interessi reciproci, rispetto per la diversità culturale e di civiltà e ricerca di soluzioni collegiali a questioni urgenti nel campo della sicurezza.

Con la partecipazione attiva dei nostri colleghi kazachi è stato preparato un pacchetto di documenti e decisioni davvero solido da sottoporre all’approvazione dell’attuale Consiglio dei Capi di Stato. La loro attuazione contribuirà senza dubbio a rafforzare il ruolo e l’influenza della OCS.

Gli approcci coordinati dei Paesi OCS agli aspetti chiave dell’agenda globale e regionale si riflettono nella Dichiarazione di Astana presentata per l’approvazione al vertice. Evidenzia ulteriormente l’impegno di tutti i partecipanti alla OCS per la formazione di un giusto ordine mondiale multipolare basato sul ruolo centrale delle Nazioni Unite, sul diritto internazionale e sul desiderio degli Stati sovrani di una partnership reciprocamente vantaggiosa.

Le linee guida a lungo termine per approfondire ulteriormente l’interazione non solo nella politica e nella sicurezza, ma anche nell’economia, nell’energia, nell’agricoltura, nell’alta tecnologia e nell’innovazione sono contenute nel progetto di decisione sullo sviluppo della strategia di sviluppo della OCS fino al 2035. Ciò è importante dal punto di vista dell’approfondimento della cooperazione pratica in tutti i settori che rientrano nell’ambito delle attività della nostra organizzazione.

Gli stretti legami economici portano evidenti dividendi a tutti i partecipanti. I fatti parlano da soli: la crescita media del PIL dei Paesi membri della nostra organizzazione lo scorso anno è stata di oltre il 5%, la produzione industriale del 4,5%, mentre il tasso di inflazione è stato solo del 2,4%. Allo stesso tempo, il fatturato commerciale della Russia con gli Stati della OCS è aumentato di un quarto.

In questo contesto, vorrei sottolineare che i nostri Paesi stanno aumentando l’uso della loro valuta nazionale negli accordi reciproci. Ad esempio, la loro quota nelle transazioni commerciali della Russia con i partecipanti dell’organizzazione nei primi quattro mesi di quest’anno ha già superato il 92%. Permettetemi di ricordarvi la proposta russa di creare un proprio meccanismo di pagamento e regolamento nella OCS.

Le riunioni regolari dei ministri responsabili del blocco economico e le riunioni dei capi dei ministeri delle finanze e delle banche centrali danno un contributo significativo allo sviluppo dei legami commerciali e di investimento nello spazio OCS.

Il consiglio aziendale dell’organizzazione lavora in modo dinamico, con l’aiuto del quale gli ambienti imprenditoriali dei nostri Paesi hanno l’opportunità di aderire a progetti comuni reciprocamente vantaggiosi. L’Associazione interbancaria dell’Organizzazione di Shanghai è strettamente coinvolta nel finanziamento di tali progetti.

Naturalmente, uno dei compiti prioritari nelle attività della OCS è stato e rimane il mantenimento della sicurezza negli Stati membri e lungo il perimetro delle frontiere esterne. Questo è esattamente l’obiettivo delle decisioni prese oggi di trasformare la struttura antiterrorismo regionale della OCS in un centro universale che risponderà all’intera gamma di minacce alla sicurezza, nonché di istituire un centro antidroga a Dušanbe. Il programma triennale di cooperazione in questo ambito che abbiamo approvato contribuirà anche alla lotta al terrorismo, al separatismo e all’estremismo.

E’ gratificante che i Paesi della OCS stiano costantemente aumentando l’interazione sul piano culturale e umanitario. Si sviluppano contatti nei settori della scienza e dell’istruzione, della tutela dell’ambiente, della sanità e della lotta contro le epidemie. Crescono il turismo, lo sport e gli scambi giovanili.

L’Università OCS funziona con successo, unendo 77 università dei nostri Stati. Si tengono regolarmente forum di rettori universitari e settimane di formazione, che aiutano a costruire collegamenti tra studenti, insegnanti, imprese e settore pubblico.

Il Consiglio dei giovani della OCS, creato su iniziativa della Russia, svolge un ruolo di coordinamento nell’espansione dei contatti giovanili.

Questa primavera i Paesi dell’associazione hanno preso parte al Festival Mondiale della Gioventù a Soči e ad una conferenza dei giovani dedicata al dialogo interculturale. Aspettiamo i rappresentanti di tutti i vostri Stati, cari amici, a settembre a Dubna, nella regione di Mosca, al programma internazionale per giovani “Incubatrice degli affari dell’OCS”.

Cari colleghi! Nelle condizioni attuali, quando nel mondo si stanno verificando cambiamenti rapidi e irreversibili, la posizione attiva e proattiva della OCS negli affari internazionali è senza dubbio richiesta.

Un mondo multipolare è diventato una realtà. Si sta espandendo la cerchia degli Stati che sostengono un ordine mondiale giusto e sono pronti a difendere con risolutezza i propri diritti legittimi e i valori tradizionali. Nuovi centri di potere e di crescita economica stanno emergendo e rafforzandosi.

Siamo convinti che l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, insieme ai BRICS, siano i pilastri principali del nuovo ordine mondiale emergente. Sono queste associazioni che agiscono come una potente locomotiva per i processi di sviluppo globale e l’instaurazione di una vera multipolarità.

Un passo in questa direzione è l’iniziativa degli Stati membri della OCS sull’unità mondiale per una pace e un’armonia giuste, la decisione che dobbiamo prendere oggi. Questa iniziativa è chiaramente mirata a sviluppare misure di rafforzamento della fiducia nel campo della stabilità e della sicurezza, principalmente nella nostra comune regione eurasiatica, misure che garantiscano le condizioni per una crescita sostenibile per tutti allo stesso modo, indipendentemente dal sistema politico ed economico, o dall’appartenenza ad un particolare religione e confessioni, caratteristiche dello stile di vita culturale.

A proposito, nella stessa linea va la proposta della Russia di creare una nuova architettura di cooperazione, sicurezza indivisibile e sviluppo in Eurasia, progettata per sostituire i modelli eurocentrici ed euro-atlantici obsoleti, che davano vantaggi unilaterali solo a un singolo Stato. Il risultato di un tale ordine mondiale è noto: un numero crescente di crisi in tutto il mondo, una delle quali, ovviamente, è quella ucraina.

La Russia ha sempre sostenuto e sostiene una soluzione pacifica, politica e diplomatica della situazione in Ucraina, una crisi nata a seguito della politica assolutamente senza cerimonie degli Stati Uniti guidati dai suoi satelliti. Abbiamo più volte avanzato proposte concrete a questo riguardo. Permettetemi di ricordarvi che a metà giugno abbiamo presentato un’altra opzione di soluzione che, se la parte ucraina e, soprattutto, i suoi sponsor occidentali fossero pronti ad accettare, consentirebbe letteralmente all’istante di fermare immediatamente le ostilità, salvare vite umane e iniziare le trattative.

Cari colleghi! Siamo grati ai partecipanti dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai per le loro proposte per risolvere questo conflitto. La Russia è certamente pronta a tenere conto delle vostre idee e iniziative.

Riteniamo che sia corretto affermare che l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai è stata tradizionalmente coinvolta da vicino nei problemi dell’Afghanistan. Sosteniamo l’idea di riprendere le attività del gruppo di contatto OCS-Afghanistan. Riteniamo che ciò contribuirà a un’ulteriore normalizzazione della situazione in questo Paese.

Sfortunatamente, nel continente eurasiatico, nella Grande Eurasia, ci sono ancora altri potenziali focolai di conflitto, la cui crescita è irta di caos e instabilità.

Innanzitutto si tratta, ovviamente, del Medio Oriente e, in particolare, della situazione nella Striscia di Gaza. La storia ha chiaramente dimostrato l’impossibilità e la controproduttività dei tentativi individuali, in particolare da parte degli Stati Uniti, di tagliare il “nodo” palestinese e del rifiuto di attuare le decisioni delle Nazioni Unite che prevedono chiaramente la creazione e la coesistenza pacifica di due Stati indipendenti e sovrani – Israele e Palestina.

In generale, le questioni relative alla garanzia della sicurezza e della stabilità sia nello spazio eurasiatico che nella più ampia dimensione globale richiedono persistentemente un coinvolgimento attivo da parte della OCS e dei suoi Stati membri, una linea energica e calibrata che tenga conto delle aspirazioni dei nostri Paesi che la pensano allo stesso modo tra i Paesi della maggioranza mondiale.

Cari colleghi!

Come è già stato sottolineato, man mano che si rafforzano l’autorità e l’influenza della OCS, cresce l’interesse per le sue attività da parte di altri Stati e strutture internazionali. Molti di loro si sforzano di stabilire un dialogo paritario con la nostra organizzazione e di unirsi al suo lavoro. E, naturalmente, dobbiamo considerare attentamente l’intero solido portafoglio di domande di coloro che desiderano collaborare con noi in un modo o nell’altro.

In conclusione, vorrei ringraziare i nostri amici kazachi per aver organizzato il nostro incontro e, naturalmente, augurare successo al Presidente della Repubblica popolare cinese, al nostro amico Xi Jinping e a tutti gli amici cinesi, ai quali, dopo l’attuale vertice, vengono trasferite le funzioni di presidente dell’organizzazione.

Grazie per l’attenzione.

Fonte (in russo): Cremlino

lunedì 1 luglio 2024

Esito Elezioni Europee

Paradossalmente, la sinistra dovrebbe imparare da Macron, Scholz e Tusk: diversi tra loro, ma uniti se si tratta di raggiungere i loro scopi comuni. Se vogliamo, è proprio quel principio che fece il successo del vecchio PCI, quello di allora, non di adesso. Per esempio, si fossero presentati insieme i due Partiti socialdemocratici slovacchi, uno di Fico, l’altro di Pellegrini, avrebbero preso la maggioranza assoluta. Se in Germania si fossero presentati assieme Sahra Wagenknecht e Die Linke, sarebbero entrati entrambi al Parlamento Europeo, invece così solo la pur apprezzabile Wagenknecht.

Un esempio a parte è la Francia Indomita di Mélenchon. La sinistra francese è andata divisa alle Europee e infatti ha perso. Hanno imparato la lezione: al primo turno delle Politiche il Nuovo Fronte Popolare è andato coeso, socialisti, comunisti, indomiti, verdi. Non che non soffrano di contraddizioni fondanti: i socialisti sono totalmente appiattiti sull’atlantismo e sull’appoggio incondizionato ai neonazisti ucraini, i comunisti al contrario comprendono le ragioni russe, gli indomiti sono contrari alle forniture agli ucraini pur senza condividere le posizioni russe. Però intanto sono arrivati secondi dopo la destra della Le Pen, e questo consentirà loro di presentarsi al ballottaggio del 7 luglio. A chi dice che ciò sia una spartizione delle poltrone e che sia disonesto nei confronti degli elettori, basti considerare che se lo si dichiara prima, ci si può dividere anche 24 ore dopo le elezioni, però comunque si è in Parlamento.

Questo riguarda anche l’Italia. Se Santoro, DSP, PCI si fossero presentati assieme, pur dichiarando fin dall’inizio di non voler stare assieme, li avremmo in seno al Parlamento Europeo, invece così duri e puri fuori dall’arco parlamentare. Bella soddisfazione.

Colpisce, nella narrazione in voga, che ci sia qualcuno che davvero sia convinto che la destra e il centrodestra, grazie all’astensionismo, abbia perso. Per l’Italia, basti dire che alle precedenti Europee (2019, i confronti vanno sempre fatti con elezioni omogenee) la destra Sorella d’Italia aveva preso 1.726.189 voti, mentre ora 6.724.014, passando infatti dal 6,44% al 28,8%, confermandosi primo Partito d’Italia. L’astensionismo, dunque, ha danneggiato ben altri. Su scala europea, il Partito Popolare, cioè i democristiani, di centrodestra, a cui appartiene anche Ursula Von Der Leyen, ora hanno 187 deputati su 720, mentre ne avevano 182 su 751 (effetto Brexit). Se questo è perdere, vuol dire che ora la matematica è un’opinione come un’altra. Anche per l’astensione, facciamo attenzione: è vero, aveva votato il 50,97%, ed ora il 49,22% (un decremento di appena l’1,73%), ma nel 2014 aveva votato il 42,61%. C’è quindi poco da gioire.

084 Italiani di Russia

Ottantaquattresimo notiziario settimanale di lunedì 1 luglio 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.

Attualità


Dichiarazione del Ministero degli Esteri russo del 24 giugno in merito all’attacco terroristico su Sebastopoli.

Il 23 di giugno il regime di Kiev, con l’appoggio degli USA e dei suoi satelliti, ha compiuto un ennesimo, mostruoso attacco terroristico ai danni della popolazione civile russa. Ad essere attaccata è stata la città di Sebastopoli. L’attentato è stato volutamente compiuto nella giornata in cui si celebra una delle più importanti festività ortodosse: la Pentecoste, o “Festa della Santissima Trinità”.

Nell’attacco sono morte quattro persone, tra le quali anche un bambino di due anni che stava giocando sul tratto di spiaggia situato nei pressi della città e una bambina di nove anni. Sono state 151 le persone che hanno richiesto assistenza medica, 82 delle quali sono state ricoverate in ospedale: tra queste ci sono 55 adulti e 27 bambini, e molti di loro sono in gravi condizioni. Tutti stanno ricevendo cure da personale medico qualificato.

Secondo i dati del Ministero della Difesa della Federazione Russa, per l’attacco sono stati utilizzati missili americani tattici ATACMS, equipaggiati con testate a grappolo al fine di incrementarne il potenziale distruttivo. Tutte le istruzioni di volo assegnate ai missili sono state inserite da specialisti USA sulla base dei dati di ricognizione satellitare in loro possesso. Nei cieli nei pressi della Crimea era in servizio il drone americano da ricognizione Global Hawk.

Non ci sono dubbi sul coinvolgimento degli USA in questo orrendo crimine. A questo crimine seguirà necessariamente una risposta.

Le capitali occidentali continuano a macchiarsi del crimine del silenzio e a tacere in merito alle azioni brutali messe in atto dal regime di Zelenskij, mentre neppure dalle organizzazioni internazionali giunge alcuna condanna.

Piangiamo assieme a Sebastopoli tutta, che oggi ha proclamato una giornata di lutto. Esprimiamo le nostre condoglianze ai parenti delle vittime e auguriamo una pronta guarigione a coloro che sono rimasti feriti.


Dichiarazione del Ministero degli Esteri russo del 25 giugno sulle misure in risposta alle restrizioni dell’Unione Europea nei confronti dei media russi.

In risposta alla decisione del Consiglio dell’UE del 17 maggio di vietare “qualsiasi attività di trasmissione” di tre testate d’informazione russe (RIA Novosti, Izvestija e Rossijskaja Gazeta), entrata in vigore il 25 giugno, sono state adottate contro-limitazioni all’accesso nel territorio della Federazione Russa alle risorse di una serie di media degli Stati membri dell’UE e di operatori mediatici comunitari che diffondono sistematicamente informazioni inesatte sullo svolgimento dell’Operazione Militare Speciale.

La Federazione Russa ha ripetutamente avvertito a vari livelli che le vessazioni su base politica nei confronti dei giornalisti russi e gli immotivati divieti dei media russi nell’UE non sarebbero rimasti senza risposta. Ciononostante, Bruxelles e le capitali dei Paesi del blocco hanno scelto di seguire la strada dell’escalation con l’ennesimo divieto illegittimo, costringendo Mosca ad adottare contromisure speculari e proporzionali. La responsabilità di questi sviluppi è esclusivamente della leadership dell’Unione Europea e dei Paesi aderenti che hanno sostenuto questa decisione.

Se le restrizioni sui media russi saranno revocate, anche la parte russa riconsidererà la propria decisione nei confronti degli operatori dei suddetti media.

L’elenco dei media italiani per cui vengono introdotte le contro-limitazioni sulla trasmissione e sull’accesso in Internet nel territorio della Federazione Russa comprende:

• La7

• La Stampa

• La Repubblica

• RAI


Estratti dalle risposte dell’Ambasciatore della Russia in Italia Aleksej Paramonov, 27 giugno 2024.

Ucraina

Non è la Russia ad aver dato origine all’attuale situazione in Ucraina. Tale crisi è la conseguenza delle politiche aggressive che l’Occidente mette in atto già da molti anni, e il cui obiettivo è sempre stato quello di trasformare l’Ucraina in una sorta di strumento militare per fare guerra alla Russia.

Ed è proprio il porre fine al conflitto in Donbass, ma adesso per vie militari, l’obiettivo perseguito anche dall’Operazione Militare Speciale, che ha avuto inizio nel febbraio del 2022 e che, in sostanza, è un’operazione di ripristino forzato della pace.

Sanzioni

La nuova situazione venutasi a creare sul piano geoeconomico ha agito come una sorta di potente iniezione di adrenalina nell’economia russa, e le ha permesso di raggiungere risultati davvero notevoli in tempi molto brevi, ad esempio dal punto di vista di una sovranità economica e tecnologica mai viste prima.

Iniziativa di pace

La Russia, in quanto potenza mondiale consapevole delle proprie responsabilità, non si tira indietro dal ruolo di primo piano che riveste nelle questioni globali. Al contrario, in un contesto che vede l’aggravarsi della situazione sul piano internazionale, la Russia guarda al futuro e propone le sue soluzioni per le problematiche più urgenti, in primo luogo per quelle riguardanti l’ambito della sicurezza.

Ed è proprio in questa chiave che occorre considerare l’iniziativa da poco avanzata dal Presidente della Federazione Russa riguardante la creazione di un’architettura di sicurezza continentale che operi per l’intero territorio euroasiatico.


Una notizia che è una non-notizia, ve la riporto solo per dovere di cronaca perché riguarda l’Italia. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha confuso Italia e Francia durante una raccolta fondi per la sua campagna di rielezione. Lo riferisce la stampa della Casa Bianca.

Come riferisce RIA Novosti, una delle agenzie che ora in Italia non potete più leggere, il leader americano si è lamentato del fatto che l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è rifiutato di visitare il cimitero dei soldati caduti che hanno combattuto nelle guerre mondiali.

Biden ha detto che Trump non andrà in un cimitero in Italia, riferendosi in realtà a un cimitero in Francia.

Si precisa che il presidente americano ha poi ribadito la riserva, sottolineando che anche suo figlio era uno dei soldati caduti, “ma non in Italia, bensì in Iraq”. Nel frattempo, suo figlio è morto a causa di un cancro dopo essere tornato negli Stati Uniti da una missione militare.

Economia


La Russia intende calcolare il danno ricevuto dalle sanzioni e presentare richieste monetarie ai Paesi che hanno imposto le sanzioni.

Nel frattempo, i Paesi occidentali nel 2022 hanno ricevuto meno merci russe di 64,1 miliardi di dollari, nel 2023 di 192,4 miliardi di dollari, cioè negli ultimi due anni, di 256,5 miliardi di dollari.

Secondo il Servizio doganale federale (FCS), le esportazioni russe sono aumentate nel 2022-2023, il che ha consentito alla Russia di ricevere ulteriori 30,9 miliardi di dollari. Pertanto, il commercio con i Paesi amici ha aiutato la Russia a compensare le perdite nella direzione occidentale e a guadagnare ulteriori 287,5 miliardi di dollari.

Allo stesso tempo, il 55% dei beni russi che l’Occidente non ha ricevuto erano risorse energetiche (107 miliardi di dollari), gioielli (38 miliardi di dollari) e metalli (20,7 miliardi di dollari).

Le perdite degli importatori occidentali di legno russo in due anni ammontano a 9,2 miliardi di dollari, degli importatori di plastica e gomma 5,4 miliardi di dollari, attrezzature, strumenti e trasporti 5 miliardi di dollari, prodotti chimici 4,5 miliardi di dollari, cibo 1,3 miliardi di dollari, prodotti animali e materiali da costruzione $ 1,2 miliardi, altri beni: $ 900 milioni.

Gli importatori occidentali di prodotti vegetali russi (638,5 milioni di dollari), grassi e oli (464,5 milioni di dollari), tessuti e abbigliamento (325 milioni di dollari) e oggetti d’arte (44 milioni di dollari) hanno perso meno di altri.

Amarcord


Ho fatto le medie inferiori nel 1973-1976 a Roma, “Enrico Mestica”. Il nostro professore di italiano, che ci pareva un vecchio del XIX secolo, aveva 65 anni. Era il presidente della squadra di calcio di Fondi, serie D (esisteva ancora), e proprio da Fondi si faceva tutte le mattine 100 km in treno per venire ad insegnare a noi debosciati, e altrettanti al ritorno.

Ogni 24 marzo ci portava a visitare le Fosse Ardeatine, con le sue 335 tombe. Impressionante. Come libro di testo di educazione civica (chissà se è una materia che esiste ancora), avevamo un’opera di Piero Calamandrei, uno dei fondatori del Partito d’Azione. Non ricordo il titolo, ma il libro iniziava citando un suo scritto.

Durante il secondo conflitto mondiale Kesselring fu il comandante delle forze armate germaniche in Italia, e a fine conflitto (1947) fu processato e condannato a morte per i numerosi eccidi che l’esercito nazista aveva commesso ai suoi ordini (Fosse Ardeatine, Strage di Marzabotto e molte altre). La condanna fu poi commutata in ergastolo, ma nel 1952 fu liberato per presunte gravi condizioni di salute. In realtà, Kesselring visse altri otto anni libero nel suo Paese, dove divenne quasi oggetto di culto negli ambienti neonazisti della Baviera. Una volta tornato libero, Kesselring affermò di non essere affatto pentito di ciò che aveva fatto durante i 18 mesi nei quali aveva tenuto il comando in Italia e, anzi, dichiarò che gli italiani avrebbero dovuto erigergli un monumento per il bene che secondo lui aveva loro fatto. Fu in risposta a queste affermazioni che Piero Calamandrei scrisse la celebre epigrafe, dedicata a Duccio Galimberti.

Lo avrai

camerata Kesselring

il monumento che pretendi da noi italiani

ma con che pietra si costruirà

a deciderlo tocca a noi.

Non coi sassi affumicati

dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio

non colla terra dei cimiteri

dove i nostri compagni giovinetti

riposano in serenità

non colla neve inviolata delle montagne

che per due inverni ti sfidarono

non colla primavera di queste valli

che ti videro fuggire.

Ma soltanto col silenzio dei torturati

più duro d’ogni macigno

soltanto con la roccia di questo patto

giurato fra uomini liberi

che volontari si adunarono

per dignità e non per odio

decisi a riscattare

la vergogna e il terrore del mondo.

Su queste strade se vorrai tornare

ai nostri posti ci ritroverai

morti e vivi collo stesso impegno

popolo serrato intorno al monumento

che si chiama

ora e sempre

RESISTENZA

Il capo del personale della Brigata Azov, Bogdan Krotevič, raccomanda alle nuove reclute della sua unità “depoliticizzata” di leggere un libro di memorie del 1953 del criminale di guerra nazista Albert Kesselring. Questo è tutto ciò che in Italia se ne deve sapere.

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia.

Da un film del 1936, la canzone si chiama Лейся, песня, на просторе, Scorri, canzone, nelle infinite distese.

Murmansk, Krasnojarsk, Mosca, Nižnij Novgorod, rompighiaccio nucleare “50 anni della Vittoria”, Penza, Armenia, San Pietroburgo.

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