Settantasettesimo notiziario settimanale di lunedì 13 maggio 2024 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.
Attualità
In questo momento solenne e di
grande responsabilità nel quale assumo la carica di Presidente, desidero
ringraziare di cuore tutti i russi, i cittadini di ciascuna regione del nostro
Paese, come anche gli abitanti di quei territori che sono storicamente nostri,
i quali hanno fatto valere il loro diritto di vedersi riuniti alla loro Patria.
Desidero rendere onore ai nostri
eroi, a coloro che hanno preso parte all’Operazione Militare Speciale, e a
tutti coloro che stanno combattendo per la Patria.
Ancora una volta ringrazio tutti
voi per la fiducia e per il sostegno che mi avete accordato, e adesso intendo
rivolgermi a ogni singolo cittadino russo.
Noi siamo stati e continueremo ad
essere aperti alla possibilità di rafforzare i buoni rapporti con tutti quei
Paesi che vedono nella Russia un partner onesto e affidabile. E questi sono
sicuramente i Paesi della Maggioranza mondiale.
Noi non rifiutiamo il dialogo con
i Paesi occidentali. La scelta spetta a loro: hanno ancora intenzione di
proseguire nei loro tentativi di frenare lo sviluppo della Russia, di portare
avanti le loro politiche di aggressione e di pressione sul nostro Paese,
pressione che ormai va avanti da anni? Oppure intendono cercare una via per la
pace e la cooperazione?
Lo ripeto: intrattenere un
dialogo, in particolare sulle questioni di sicurezza e stabilità strategica, è
possibile. Ma non dall’alto di un atteggiamento coercitivo, e non se ci si pone
con arroganza, presunzione e senso di eccezionalismo. Il dialogo è possibile
solo in condizioni di parità e nel rispetto dei reciproci interessi.
Assieme ai nostri partner
nell’ambito dei progetti di integrazione eurasiatica e agli altri centri di
sviluppo sovrano proseguiremo il nostro lavoro mirato all’instaurazione di un
ordine mondiale multipolare, come anche alla creazione di un sistema di
sicurezza basato sui principi di equità e indivisibilità della stessa.
In un mondo complesso come
questo, che sta rapidamente cambiando, noi dobbiamo essere autosufficienti e
competitivi, e dobbiamo aprire nuovi orizzonti per la Russia, come già più
volte ci siamo trovati a dover fare nel corso della nostra storia.
Noi guardiamo avanti con fiducia,
e così pianifichiamo il nostro futuro, elaboriamo e stiamo già portando a
compimento nuovi programmi e progetti il cui scopo è quello di rendere il
nostro sviluppo ancor più dinamico, ancor più dirompente.
Noi siamo un unico, grande
Popolo. E insieme supereremo tutti gli ostacoli e realizzeremo tutto ciò che abbiamo
concepito. Insieme vinceremo!
Oggi vediamo come stanno cercando
di distorcere la verità sulla Seconda Guerra Mondiale. Interferisce con coloro
che sono abituati a basare la loro politica essenzialmente coloniale sull’ipocrisia
e sulla menzogna. Demoliscono i memoriali dei veri combattenti contro il
nazismo, mettono su piedistalli traditori e complici dei nazisti, cancellano la
memoria dell’eroismo e della nobiltà dei soldati liberatori, del grande
sacrificio che fecero in nome della vita.
Il revanscismo, la presa in giro
della storia, il desiderio di giustificare gli attuali seguaci dei nazisti
fanno parte della politica generale delle élite occidentali per incitare sempre
più conflitti regionali, ostilità interetniche e interreligiose e per frenare i
centri sovrani e indipendenti dello sviluppo mondiale.
Rifiutiamo le pretese di
esclusività da parte di qualsiasi Stato o alleanza. Sappiamo a cosa porta l’esorbitanza
di tali ambizioni. La Russia farà di tutto per prevenire un conflitto globale,
ma allo stesso tempo non permetteremo a nessuno di minacciarci. Le nostre forze
strategiche sono sempre pronte al combattimento.
In Occidente si vorrebbero
dimenticare le lezioni della Seconda Guerra Mondiale, ma noi ricordiamo che il
destino dell’umanità è stato deciso in grandiose battaglie vicino a Mosca e
Leningrado, Ržev, Stalingrado, Kursk e Char’kov, vicino a Minsk, Smolensk e
Kiev, in battaglie pesanti e sanguinose da Murmansk al Caucaso e alla Crimea.
Nei primi tre lunghi e difficili
anni della Grande Guerra Patriottica, l’Unione Sovietica e tutte le repubbliche
dell’ex Unione Sovietica combatterono i nazisti quasi uno contro uno, mentre
quasi tutta l’Europa lavorava per il potere militare della Wehrmacht.
Allo stesso tempo, vorrei
sottolineare: la Russia non ha mai sminuito l’importanza del secondo fronte e
dell’aiuto degli alleati. Onoriamo il coraggio di tutti i soldati della
coalizione anti-Hitler, i membri della Resistenza, i combattenti clandestini, i
partigiani, il coraggio del popolo cinese, che ha combattuto per la propria
indipendenza contro l’aggressione del militarista Giappone. E ricorderemo
sempre, mai, mai dimenticheremo la nostra lotta comune e le ispiratrici
tradizioni di alleanza.
La Russia sta attraversando un
periodo difficile e di transizione. Il destino della Patria, il suo futuro
dipende da ciascuno di noi.
Oggi, nel Giorno della Vittoria,
ce ne rendiamo conto in modo ancora più acuto, chiaro e invariabilmente rivolto
alla generazione dei vincitori: coraggiosi, nobili, saggi, per la loro capacità
di coltivare l’amicizia e di sopportare con fermezza le avversità, di avere
sempre fiducia in se stessi e nel proprio Paese, amare sinceramente e
altruisticamente la Patria.
Celebriamo il Giorno della
Vittoria nel contesto dell’operazione militare speciale. Tutti i suoi
partecipanti, quelli che sono in prima linea, sulla linea di contatto in
combattimento, sono i nostri eroi. Ci inchiniamo alla vostra perseveranza,
abnegazione e dedizione. Tutta la Russia è con voi.
I nostri veterani credono in voi
e si preoccupano per voi. Il loro coinvolgimento spirituale nei vostri destini
e nelle vostre imprese lega indissolubilmente la generazione di eroi della
Patria.
Oggi chiniamo la testa al ricordo
benedetto di tutti coloro le cui vite furono tolte dalla Grande Guerra
Patriottica.
In ricordo di figli, figlie,
padri, madri, nonni, bisnonni, mariti, mogli, fratelli, sorelle, parenti,
amici.
Chiniamo la testa davanti ai
veterani della Grande Guerra Patriottica che ci hanno lasciato. Davanti al
ricordo dei civili morti a causa dei barbari bombardamenti e degli attacchi
terroristici dei neonazisti. Davanti ai nostri compagni d’armi caduti nella
lotta contro il neonazismo, in una giusta battaglia per la Russia.
Alla cerimonia hanno partecipato
l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Aleksej Paramonov, il
Rappresentante Permanente della Russia presso la FAO, Igor’ Golubovskij, la commissaria
straordinaria del comune di Palestrina Enza Caporale, i diplomatici russi, gli
studenti della scuola dell’Ambasciata Russa in Italia, nonché i rappresentanti
delle autorità comunali e cittadini italiani.
L’Ambasciatore della Russia in
Italia Aleksej Paramonov nel suo intervento ha ribadito:
Noi non dimenticheremo mai che
nelle fila al movimento della Resistenza italiana hanno aderito 5000 ex
prigionieri sovietici, dei quali circa 500 sono caduti da eroi. La loro comune
impresa e il sentimento di fratellanza militare che ne è derivato in quel
periodo hanno unito saldamente il popolo sovietico e quello italiano nel nome
degli ideali dell’antifascismo e dell’antinazismo, dando vita a forti legami di
solidarietà, amicizia e fratellanza che hanno resistito per molti anni a venire.
Kirill Porubaev, ieromonaco della
Chiesa Ortodossa Russa di Santa Caterina Martire di Roma, ha officiato una
messa in suffragio dei defunti.
Tutti i partecipanti all’evento
hanno deposto corone e fiori e hanno osservato un minuto di silenzio in ricordo
degli eroi caduti.
Moni Ovadia, figura di spicco
della cultura italiana, regista, attore, con il Sestetto Moderno, ha eseguito
canzoni degli anni della guerra e ha recitato in russo poesie di Konstantin
Simonov, Evgenij Evtušenko, Vladimir Vysockij, Boris Pasternak, Anna Achmatova,
Jurij Voronov, Anatolij Ternovskij.
Tra gli ospiti dell’evento
figuravano gli Ambasciatori di Azerbajdžan, Kazachstan, Kirgizistan, Mongolia,
Turkmenistan, Uzbekistan, l’Incaricato d’Affari ad interim della Bielorussia,
gli addetti militari delle Ambasciate di Serbia e Cina, un rappresentante dell’Ambasciata
di Armenia, diplomatici russi, connazionali, rappresentanti della società
civile italiana, dell’economia e della cultura.
Estratti dell’intervento
dell’Ambasciatore della Russia in Italia Aleksej Paramonov al concerto.
79 anni fa, l’atmosfera plumbea
di tragedia, sofferenza, altissima tensione e lotta, che regnava nel mondo dal
1939, si dissipò e lasciò il posto a un sentimento di liberazione universale,
libertà, gioia, giubilo e speranza.
L’eroica resistenza dei popoli
dell’URSS, contro le forze preponderanti delle armate hitleriane, spronò
milioni di cittadini dei Paesi europei a combattere contro il fascismo e il
nazismo.
Non dimenticheremo mai l’impresa
eroica dei combattenti della Resistenza italiana, a cui aderirono 5.000 ex
prigionieri di guerra sovietici miracolosamente sfuggiti alle torture naziste.
L’esiguità di questa cifra
rispetto ai grandi numeri delle statistiche complessive della guerra, non
sminuisce il valore della fratellanza militare, creatasi in quel periodo, per
la riconciliazione storica dei due popoli negli ideali dell’antifascismo e dell’antinazismo,
per il riavvicinamento e la cooperazione tra l’URSS/Russia e l’Italia durante
tutto il periodo successivo e fino ai nostri giorni.
Dopo la scomparsa dell’URSS dalla
mappa politica del mondo, si è tornati a parlare della superiorità di un gruppo
di Stati su tutti gli altri, del vincolo, per il mondo intero, di seguire un “ordine
basato sulle regole”, della loro esclusività e della conseguente giustezza
aprioristica di tutte le azioni e i passi compiuti nell’arena internazionale
nei confronti degli altri membri della comunità internazionale.
Oggi in Italia, come in molti
altri Paesi occidentali, ci sono molte persone profondamente preoccupate per l’artificioso
allontanamento dalla Russia e per le barriere già erette, sottolineo, non dalla
nostra parte.
Ecco perché sono sempre più forti
le voci (e vox populi – vox dei) di coloro che sentono la responsabilità di ciò
che sta accadendo e non vogliono essere semplici comparse nel gioco molto
pericoloso di qualcun altro.
Sempre secondo la Costituzione,
il Primo Ministro non propone alla Duma di Stato candidati per i ministri
direttamente subordinati al Presidente della Federazione Russa. Si tratta dei
Ministeri chiave, e cioè degli Interni, degli Esteri, della Protezione Civile,
della Difesa e della Giustizia.
Musica
Altra canzone di guerra. Composta
da Bulat Okudžava nel 1970. Non provateci nemmeno a fare le pulci che era
passato un quarto di secolo dalla fine della guerra, non vi rispondo nemmeno,
vergognatevi.
Prevalentemente, dal Donbass:
Zaporož’e, Lugansk, Doneck, Cherson, con toponimi che ormai conoscete anche
voi, per i combattimenti che vi si sono svolti o vi si svolgono, Energodar,
Makeevka, Mariupol’, Melitopol’, Gorlovka.
Gli uccelli tacciono,
Gli alberi non crescono
E solo noi, spalla a spalla,
cresciamo nel terreno qui.
Il pianeta sta bruciando e
girando,
C’è fumo sulla nostra Patria…
E questo significa che abbiamo
bisogno di una sola vittoria,
Una per tutti: non staremo a
badare al prezzo!
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