Da bambino, ho fatto le elementari (1969-1973) a Mosca. Casualmente, la lingua straniera era il francese. La lingua della diplomazia, la più diffusa, è per quello che vi sono incappato. Tra l'altro, nei passaporti sovietici la traslitterazione era quella francese, non inglese. La traslitterazione inglese è comparsa con la dissoluzione dell'URSS.
Ho proseguito i miei studi a Roma con le medie inferiori (1973-1976) e, sempre casualmente, sono finito a studiare il francese. I miei compagni di classe a undici anni, iniziavano appena a studiare la lingua straniera, per questo di fatto per tre anni non ho fatto un accidente e prendevo regolarmente "nove".
Al liceo scientifico (1976-1981) potevo scegliere tra l'inglese e il francese, ma col francese c'erano più classi, sempre per caso mi sono imbattuto nel francese.
Nel 1982 ho vissuto un anno in Belgio. Certo, nelle Fiandre (concretamente a Gand), ma col fiammingo (olandese) non ci andavo d'accordo, la mia lingua di conversazione era il francese.
Ho lavorato al Parlamento Europeo nel 2001-2002. Tutti i documenti erano tradotti possibilmente in tutte le lingue comunitarie, ma come minimo in francese, inglese e tedesco. Tuttavia, la lingua franca era il francese. Come episodio personale, ricordo due deputati comunisti, uno greco e l'altro portoghese, conversare in francese.
Treccani: lingua franca La lingua usata per molti secoli nel bacino del Mediterraneo nei rapporti di commercio tra Europei, Arabi e Turchi (e ancora, qua e là, vivente), costituita da un lessico prevalentemente italiano e spagnolo con poche voci arabe, e da un sistema grammaticale estremamente semplificato. Estensivamente si chiamano lingue franche tutti quei tipi di lingue miste, sorte per necessità pratiche di comunicazione in zone o ambienti dove vengono a contatto gruppi linguistici assai diversi.
Enciclopedia italiana, 1932: Col nome di lisān al-faranǵ (o alifranǵ), gli Arabi chiamarono la lingua dei popoli romanzi con cui vennero a contatto, e specialmente l'italiano; di qui sorse il nome di "lingua franca", che designa quell'idioma, in gran parte artificiale e se non creolo per lo meno creolizzante, che servì per gran tempo come lingua di commercio e di scambio fra gli Europei e gli Arabi e Turchi sulla costa africana del Mediterraneo (nota anche col nome di sabir o inesattamente aljamia). Il lessico è quasi tutto romanzo (prevalentemente italiano e spagnolo), con relativamente pochi elementi arabi (aneb da ‛annāb; rai da rā‛ī; usif da waṣif ecc.); la grammatica è assai semplificata; i verbi vengono usati all'infinito ecc. Queste semplificazioni, al pari dì quelle avvenute nelle lingue creole, sono sorte in genere sulla bocca dell'Europeo che voleva ridurre al minimo le difficoltà della sua lingua, per meglio farsi comprendere. Come saggi di lingua franca, tratti da un dizionarietto pubblicato nel 1810, si posson qui ricordare (italianizzando l'ortografia francese): Chi star questo signor che poco-poco ablar per ti? (che poco fa parlava con te); Che ablar in città? (Cosa si dice in città?), ecc.
lìngua franca locuzione usata come sostantivo femminile [calco della locuzione araba lisān al-faranǵ «lingua europea» o lisān al-ifranǵ «lingua degli Europei»; gli Arabi con il termine Farangia designarono non solo la Francia ma anche il resto dell’Europa esclusa la Grecia]. – La lingua usata per molti secoli nel bacino del Mediterraneo per i rapporti di commercio tra Europei, Arabi e Turchi (e ancora, qua e là, vivente, come nel caso del sabìr), costituita da un lessico prevalentemente italiano e spagnolo con poche voci arabe, e da un sistema grammaticale estremamente semplificato. Per estensione, sono così chiamate anche le lingue creole, miste di elementi europei e indigeni, e tutti quei tipi di lingue miste sorte per necessità pratiche di comunicazione in zone o ambienti dove vengono a contatto gruppi linguistici profondamente diversi.
Poi mi sono trasferito a Mosca. Qualche anno dopo, sono passato al PE per ritirare alcuni documenti, nel frattempo erano entrati tutti gli stati ex-Comecon, furono proprio loro ad imporre l'inglese. Insomma, contrariamente a quanto si usa ritenere, non è che l'inglese sia stato sempre la lingua dell'UE, sono passati appena quindici anni.
Il 1 gennaio 2021, il Regno Unito si è separato dall'Unione Europea. Sempre più spesso le persone si pongono la domanda: perché la lingua ufficiale dell'Unione Europea dovrebbe essere l'inglese, ovvero, sebbene molto diffusa, una lingua che non è la lingua madre di alcuno degli Stati membri dell'UE?
Gli asserviti anglofoni, con un ammiccamento agli USA, vi oppongono - retoricamente e demagogicamente - l'esperanto, il cinese, lo spagnolo, il tedesco, sapendo perfettamente che così l'inglese continuerà a farla da padrone. In particolare, cinese e spagnolo sono le lingue più diffuse al mondo, ma, dicono, l'inglese è da sempre la lingua dell'UE. Niente di più falso, mentono sapendo di mentire.
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