Pennivendoli italiani senza ritegno né onore. Dopo lo scivolone di ieri l’altro sul generale russo morto presunto tale in un bombardamento ucronazista in Crimea, ieri auspicavo un minimo di autocritica, senza ovviamente pensare minimamente che qualcuno ne sia capace. Nell’arrampicamento sugli specchi si è particolarmente distinto Andrea Nicastro, del Corriere della Serva.
Tre generali morti assieme ad altre decine di alti ufficiali, decimata la direzione della flotta russa del Mar Nero al quartier generale a Sebastopoli. Ah, no, uno solo. Ah, ricompare. Beh, ma potrebbe essere un videomontaggio, un clone, e poi si vede benissimo che sta malissimo, con quel cuscino dietro la testa, è sul letto di un ospedale, pallido, emaciato, immobile, muove giusto le palpebre ogni tanto, non dice una parola, è solo una risposta dei propagandisti russi, lo hanno vestito apposta in divisa.
Il cuscino è in realtà lo schienale della poltroncina, come tante. Il quartier generale non è affatto il quartier generale, bensì uno storico palazzo di epoca sovietica, ex sede del quartier generale, che infatti per questo era vuoto. Non era previsto che Sokolov parlasse, a parlare era il ministro della difesa Šojgu, essendo una relazione che faceva il punto della situazione, infatti non solo Sokolov, ma nessun altro è intervenuto. Tra militari si usa così, non è mica un talk show.
Insomma, la cura è peggiore del male, sarebbe bastato dire “ieri ho preso una cantonata, chiedo scusa” per chiudere definitivamente la faccenda. Altrettanto per Open di Mentana, Repubblica, Stampa, Unità, RAI e compagnia genuflettente.
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