domenica 2 aprile 2023

019 Italiani di Russia

Diciannovesimo notiziario settimanale di lunedì 3 aprile 2023 degli italiani di Russia. Buon ascolto e buona visione.

Attualità

Il Cremlino non ha informazioni dettagliate sulla detenzione del corrispondente del Wall Street Journal Evan Gershkovich, sospettato di spionaggio in favore degli Stati Uniti, poiché le informazioni sono riservate, ha detto il portavoce presidenziale russo Dmitrij Peskov. In altre parole, le indagini sono in corso, i commenti occidentali sono prematuri.

“Ieri mi è stata posta questa domanda, non abbiamo informazioni dettagliate, ovviamente è di natura riservata, e il Servizio di sicurezza federale è impegnato in questo”, ha detto Peskov, rispondendo a una domanda sul significato delle parole che il giornalista del WSJ Gershkovich è stato colto in flagrante.

Giovedì, l’FSB russo ha annunciato che Gershkovich, corrispondente dell’ufficio di Mosca del WSJ, era stato arrestato a Ekaterinburg perché sospettato di spionaggio per conto del governo degli Stati Uniti. Secondo i servizi segreti russi, l’americano ha raccolto informazioni che costituiscono un segreto di Stato “sulle attività di una delle imprese del complesso militare-industriale russo”. Il tribunale Lefortovo di Mosca lo ha arrestato per due mesi.

Ed ecco l’immarcescibile Borrell: l’UE condanna il fermo in Russia del giornalista e cittadino statunitense Gershkovich. I giornalisti devono avere la possibilità di esercitare liberamente la loro professione e meritano di essere difesi.

Attendiamo impazienti che Borrell, almeno a parole, difenda Julian Assange e Marat Kassem, così, tanto per equilibrare un po’ le forze in campo.

Per intanto, personalmente posso solo constatare che l’attenzione mediatica occidentale è basata esclusivamente sullo status di giornalista dello spione di turno. Se si fosse trattato, che so io, di un imprenditore, si sarebbero limitati ad un trafiletto.

La domanda conclusiva, dunque, è piuttosto elementare: avendo Gershkovich il tesserino da giornalista, è lecito fare lo spione?

In settimana, si è svolta l’ennesima riunione ordinaria del governo russo. Sono stati affrontati molti argomenti, di natura prevalentemente economica. A un certo punto, come annunciato, in regime di videoconferenza, è intervenuto anche Putin, e anche lui si è soffermato su tutti gli argomenti. Su un punto, tuttavia, i media occidentali hanno posto il loro accento. Cosa ha detto Putin? Cito testualmente:

Il ritorno alla traiettoria di crescita non dovrebbe farci rilassare. Dobbiamo sostenere e rafforzare le tendenze positive della nostra economia, aumentarne l'efficienza e garantire la sovranità tecnologica, umana e finanziaria. Inoltre, è necessario agire rapidamente, senza inutili burocrazie e ritardi, poiché le restrizioni illegittime imposte all'economia russa a medio termine possono effettivamente avere un impatto negativo su di essa.

Cosa hanno detto i giornali italiani?

Russia, Putin: “Le sanzioni possono avere un effetto negativo sull’economia”.

Giudicate voi se questo sia giornalismo.

Questa settimana, dovrebbe aver luogo l’avvicendamento a capo dell’ambasciata russa a Roma: al posto di Sergej Razov si dice che arriverà Aleksej Paramonov, che è già stato console a Milano nel 2008-2013. I giornalisti italiani hanno fiutato il complotto persino in questo caso, nonostante che Razov sia stato ambasciatore per ben dieci anni. Per inciso, quando Pasquale Terracciano, a Mosca, fu sostituito dall’attuale Giorgio Starace, nessuno ha trovato nulla di disdicevole. Mediamente, in tutto il mondo, gli ambasciatori si avvicendano ogni quinquennio. In vent’anni, a Mosca, abbiamo avuto Gianfranco Facco Bonetti (2001-2006), Vittorio Claudio Surdo (2006-2010), Antonio Zanardi Landi (2010-2013), Cesare Maria Ragaglini (2013-2017), Pasquale Terracciano (2018-2021) e Giorgio Starace dal 2021. Viceversa, a Roma ci sono stati Nikolaj Spasskij (1997-2003), Aleksej Meškov (2004-2012) e Sergej Razov (2013-2023).

Interviste

Anche questa settimana, ho partecipato a varie conferenze, tavole rotonde e trasmissioni televisive e radiofoniche russe e italiane. Ecco quanto ho detto a Cusano News 7.

Musica

Proseguiamo con le canzoni legate in un modo o l’altro alla Russia e/o all’Italia. Ho parlato spesso dell’amore smodato, spesso non giustificato e comunque non corrisposto, dei russi per l’Italia e gli italiani. Oggi voglio parlarvi di un’opera, “Il trovatore” di Giuseppe Verdi.

La popolarità di quest’opera arrivò immediatamente, alla prima, tenutasi a Roma nel 1853. Divenne presto popolare. L’intensità delle passioni, il desiderio dei personaggi di difendere la propria libertà, l’incapacità di sbarazzarsi dei fantasmi del passato e l’inevitabilità della punizione, espressa in melodie memorabili, costringono invariabilmente il pubblico ad ascoltare e i teatri a mettere in scena quest’opera.

Secondo fonti storiche, quest’opera fu rappresentata per la prima volta a Mosca dalla compagnia lirica italiana della Direzione dei Teatri Imperiali in occasione dell’incoronazione di Alessandro II. Ma il motivo di particolare orgoglio del Teatro Bol’šoj è quello di essere diventato il teatro in cui ebbe luogo la prima rappresentazione de “Il trovatore” sulla scena russa (7 gennaio 1859), realizzata in proprio, con la partecipazione di propri artisti, e in russo. Questa produzione fu ripresa nel 1867.

Nel 1933-1937 “Il trovatore” fu sul palcoscenico dell’ex Teatro Zimin, allora filiale del Bol’šoj (ora Operetta di Mosca). Nel 1972, sul palcoscenico dello storico edificio, andò in scena una nuova produzione.

Nel 1993 è stata intrapresa una grande riedizione, a seguito della quale “Il trovatore” ha ricominciato ad essere cantata nella sua lingua madre, l’italiano. L’ultima rappresentazione della riedizione ebbe luogo il 12 febbraio 1998.

Dieci anni fa, due tra le più grandi star dell’opera russa, Anna Netrebko ed il compianto Dmitrij Chvorostovskij, si esibirono in Piazza Rossa a Mosca. Cantarono Verdi, Puccini e Čajkovskij. Lo spettacolo fu trasmesso in Russia, Francia e Germania. Qui possiamo apprezzare l’esibizione del coro.

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