mercoledì 12 agosto 2020

Antifascismo

Oggi, 12 agosto 2020, anniversario della strage nazifascista di S.Anna di Stazzema, nel corso della trasmissione “Prisma” su Radio Popolare, sentivo un ascoltatore che scriveva che essere antifascisti oggi significa dare addosso (cito con parole mie) a Russia, Bielorussia e Turchia (strano che abbia omesso anche la Corea del Nord), perché soprattutto in Russia nessuno è libero e tutti sono costretti a subire il regime. Il conduttore, Alessandro Braga, ha anche aggiunto di suo che dovremmo ricordarcelo ogni volta che accendiamo il gas in cucina.

Il sottoscritto, oltre che essere nipote di un confinato (1927-1930) e torturato (1943) dai fascisti e dai nazisti, è stato egli stesso una delle vittime dell’attentato fascista alla sezione PCI Esquilino di Roma nel 1979. Vorrei sommessamente ricordare che Russia e Bielorussia facevano parte dell’Unione Sovietica, e che furono proprio i sovietici a liberare dai nazifascisti tutta l’Europa orientale fino a Berlino. Ma non importa, veniamo all’oggi.

In Russia io ci vivo nuovamente da 18 anni, ma non voglio limitarmi alla mia esperienza personale. Gli italiani iscritti all’AIRE in Russia sono circa 5.000, ovvero residenti permanentemente in questo vasto Paese. Nessuno di questi ha mai espresso un’idea del genere, debbo dedurne o che Putin abbia reclutato 5.000 italiani al soldo del regime, o che siamo tutti timorosi di non diventare invisi, oppure che chi parla in questo modo in Russia non ci sia mai stato. Poi c’è l’ipotesi che invece sia semplicemente in malafede, ma per ora non voglio prenderla in considerazione.

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